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Autore: Vavi_14    18/02/2015    3 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 15
Un bicchiere di troppo

 

 

 


Finalmente a casa è di norma il primo pensiero di una persona che rientra dall'ospedale dopo una lunga settimana di degenza. Il profumo dei fiori del giardino, il cordiale sorriso dei vicini e le accoglienti mura della sua camera erano lì ad aspettarlo con impazienza. Eppure Sasuke non riusciva a gioirne ed a godersi la tanto agognata libertà. Infondo si trattava sempre di casa sua, quel luogo che segretamente cercava di evitare per via dei ricordi che conteneva.
Il medico gli aveva raccomandato di stare a riposo e provare a muovere qualche passo per almeno una o due ore durante la giornata. A scuola non poteva andare ed in palestra nemmeno, così finì  di nuovo rinchiuso lì dentro, anche se non era stato il suo volere, questa volta.
Itachi temeva che la convalescenza di suo fratello non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, mandando a rotoli tutto ciò che erano riusciti a guadagnarsi con fatica in quei mesi difficili. Sembrava quasi che fossero tornati al punto di partenza.

“Maledizione!”
Sasuke stava combattendo con una maglietta, cercando di far passare il gesso per il buco stretto della manica. Dopo cinque minuti buoni passati a litigare con strani improperi decise di rinunciarci e la gettò con rabbia sul bordo del letto.
Fottiti” dichiarò gentilmente al capo di abbigliamento.
Itachi, incuriosito da tutto quel borbottare, si affacciò alla porta di camera sua.
“Vuoi una mano?”
Sasuke lo guardò di traverso e sbuffò. “No” rispose con decisione.
Figuriamoci se avesse chiesto l'aiuto di suo fratello per un'operazione così elementare. Piuttosto sarebbe andato in giro in mutande.
Il maggiore sorrise. “D'accordo. Come preferisci”
Sasuke annuì continuando a fulminare con lo sguardo la povera maglietta nera, come se fosse lei la responsabile di tutte le sue sventure.
Dopo aver sistemato la sua stanza saltando da una parte all'altra per non lasciare troppo peso sul ginocchio dolorante, decise di scendere al piano di sotto per fare uno spuntino. Proprio mentre stava aprendo il frigorifero sentì il campanello suonare due volte. Agguantò le stampelle ed arrivò in un baleno alla porta, che aprì di scatto senza neanche controllare dallo spioncino.
“Ah, Sakura...sei tu” fu il saluto che rivolse alla ragazza dai capelli rosa, il cui sorriso timido si trasformò in un'espressione imbarazzata quando realizzò che Sasuke le si era presentato a torso nudo.
Il ragazzo, dal canto suo, si limitò ad osservarla con impazienza, senza nascondere una punta di irritazione per quella visita inaspettata.
“Ehm...” cominciò lei, rivolgendo lo sguardo alle spalle di Sasuke.
A vederla da lontano sarebbe sembrata di certo una scena esilarante. Entrambi erano immobili sul ciglio della porta, gli occhi di lui fissi sul viso dell'altra in attesa di una risposta, gli occhi di lei intenti ad ispezionare il lampadario del soggiorno.
“Ciao Sakura! Perché non entri invece di stare lì fuori?”
Le parole di Itachi riuscirono a scuotere entrambi, dando una svolta alla situazione.
“Oh, Itachi-san -  sobbalzò lei, spostando lo sguardo sul maggiore – ecco, ti ringrazio, ma ero venuta soltanto per dare questi a Sasuke” disse, porgendo al ragazzo una cartellina piena di fogli scritti.
Il minore la afferrò e gli diede un'occhiata veloce.
“Sono appunti?” chiese.
Sakura alzò le spalle. “Sì. Ho pensato che potessero servirti per non rimanere indietro”
Il ragazzo annuì. “Grazie”
“Sicura che non vuoi entrare a bere qualcosa?” chiese ancora Itachi.
Sakura gli sorrise e negò con la testa. “Sono solo di passaggio. Grazie comunque” detto questo salutò entrambi con un cenno della testa e si allontanò.
In quello stesso momento suonò il telefono ed Itachi proclamò che dall'altra parte della cornetta c'era un Naruto piuttosto incazzato con suo fratello per essere quasi sparito subito dopo esser stato dimesso dall'ospedale.
“Adesso non mi va di parlare – rispose il minore – digli che sono morto”
Itachi sospirò e si scusò con il biondo chiedendogli di pazientare ancora un po', poiché era sicuro che prima o poi sarebbe stato suo fratello a ricontattarlo, non appena fosse riuscito a liberarsi da quella morsa che minacciava di condurlo nuovamente verso la solitudine.

Dal punto di vista degli affari, invece, le cose sembravano andare piuttosto bene. Shisui era riuscito a risollevare l'impresa, arginando tutti i possibili disagi interni e rilanciando i prodotti sul mercato internazionale. Almeno su quel fronte la fortuna sembrava finalmente girare dalla loro e il cugino non perdeva occasione di far notare ad Itachi come le sue innate abilità di imprenditore avessero reso possibile la rinascita dell'Azienda di famiglia.
Itachi era tornato due o tre volte a casa di Mitsuki per studiare insieme ed il loro legame sembrava crescere ogni giorno di più, anche se entrambi continuavano a comportarsi come due amici di vecchia data.
 Le "questioni di cuore" non sembravano andare altrettanto bene per Shisui, il quale stava cominciando a perdere colpi da quando si era invaghito di Aoko.

“E' una cosa inaudita!” si lamentava con Itachi, una delle tante sere che passava a casa dei cugini.
“Ho accompagnato sotto casa questa ragazza che avevo conosciuto, lei mi ha chiesto se volevo salire e io sai cosa ho risposto?”
Sasuke alzò il volume della televisione, cercando di ignorare il racconto del cugino.
“Le ho detto di no!” urlò Shisui, tenendosi la testa tra le mani. “Lei mi ha chiesto se volevo salire e io le ho detto di no!” ripeté per l'ennesima volta, quasi come se non credesse alle sue stesse parole.
Itachi lo guardò senza sapere bene come reagire.
“E perché lei hai detto di no?” provò a chiedere, credendo che fosse ciò che il cugino volesse sentirsi dire.
Shisui sospirò. “Mi sono inventato che avevo un altro appuntamento con alcuni amici ed ero in ritardo. Ma la verità è che pensavo a lei, Itachi.”
Il minore lanciò un'occhiata a suo cugino. Gli sembrò che avesse usato un tono di voce più serio del solito.
“Ad Aoko?” chiese Itachi, quasi divertito dall'atteggiamento di Shisui.
L'altro annuì, sempre più afflitto. “Tu non capisci. Quella donna finirà per distruggermi dentro!”
Detto questo si alzò da tavola ed andò a recuperare i due barili di sakè che aveva portato quella sera per “festeggiare” il ritorno a casa di Sasuke.
“Non avrai intenzione di berli tutti, vero?” chiese Itachi, ispezionando con disapprovazione tutto quell'alcool.
“Oh no, non sono mica scemo. Mi aiuterete voi” dichiarò il cugino, lanciando un'occhiata al minore.
Itachi recuperò due boccali dall'armadietto del soggiorno.
“Mio fratello è minorenne, perciò non può bere. Ed io non ho nessuna intenzione di ubriacarmi”
Shisui fece finta di non sentire, riempì metà bicchiere e lo portò a Sasuke, piazzandosi proprio davanti allo schermo della tv.
Il minore alzò lo sguardo su di lui, infastidito, per poi rivolgere l'attenzione a quel liquido dall'odore nauseante che non aveva mai osato assaggiare.
“Meglio che lo faccia davanti a te, Itachi”
Il maggiore scosse la testa. “Meglio che non lo faccia e basta.”
Shisui alzò gli occhi al cielo ed incoraggiò Sasuke ad afferrare il bicchiere.
“Non è mai morto nessuno per un po' di sakè. Gli zii erano troppo severi con voi...io alla sua età avevo già avuto la mia prima sbornia, sai?”
“Non mi pare sia il caso di vantarsene”
Mentre i due cugini continuavano a tergiversare, Sasuke si era finalmente deciso ad infrangere la severa regola della famiglia Uchiha ed a bere quel “veleno” dal quale suo padre si era tanto impegnato a tenerlo lontano.
Posò il bicchiere sul tavolino rotondo davanti a sé e tornò a guardare la tv.
“Fa schifo”  fu il suo giudizio finale, al quale seguì un tacito sospiro di sollievo da parte di Itachi.
Shisui ingoiò quell'ennesima delusione passandosi una mano sul viso, ancora non del tutto sconfitto. Quella sera avrebbe costretto suo cugino Sasuke a staccare la spina almeno per qualche ora, e se l'unico modo per riuscirci era quello di farlo ubriacare, non si sarebbe di certo tirato indietro.
“Non sapevo che lo zio vi tenesse così sotto pressione”
In realtà Shisui era a conoscenza da tempo dei numerosi divieti che Fugaku aveva imposto a suoi due figli e di come si impegnasse anima e corpo per farli rispettare. Perciò era sua consuetudine infastidire i cugini ricordando loro l'atteggiamento accondiscendente che entrambi erano soliti mostrare davanti a qualsiasi richiesta del padre, per quanto stramba potesse essere.
Di solito era Itachi il più obbediente e spesso gli era toccato litigare con suo fratello per convincerlo ad accettare le regole della famiglia.
“Non bere fino a diciotto anni non mi sembra una condizione così dura da rispettare” commentò Itachi, mentre suo fratello beveva noncurante un altro sorso di quella roba che pochi minuti prima aveva definito una schifezza.
“Papà non c'è più, Itachi”
Sasuke lasciò cadere rumorosamente il bicchiere sul tavolino, attirando l'attenzione del maggiore.  Era la prima volta, dopo molto tempo, che si decideva a parlare di suo padre. Anche quando Fugaku faceva parte della famiglia tra i due non scorreva buon sangue, e le volte in cui erano riusciti a conversare senza litigare si potevano contare sulle dita delle mani.
Fugaku ribadiva sempre che avrebbe sacrificato la sua vita per quella dei suoi figli, che riponeva una grande fiducia in loro e che un giorno avrebbero preso il suo posto a capo dell'Azienda. Peccato che poi, nella pratica, Fugaku elogiasse solo i successi raggiunti dal maggiore, mentre a Sasuke toccava ascoltare continui incoraggiamenti a fare sempre meglio, perché i suoi traguardi non sembravano mai essere abbastanza, se confrontati con quelli del primogenito.
“Ma ci sono io, Sasuke. E non voglio che tu faccia sciocchezze.” replicò il maggiore con aria tranquilla. Le sue parole però non parvero scalfirlo, poiché se lo ritrovò davanti con il bicchiere rivolto verso Shisui.
“Versami un altro po' di quella roba.”
Il cugino sogghignò ed afferrò la bottiglia.
“Te l'ho detto, dopo un po' ci si abitua. E poi vedrai che ti aiuterà – scoccò un'occhiata ad Itachi che, ne era certo, gli avrebbe voluto rovesciare in testa l'intero barile – dovreste cominciare a godervi la vita. Trasgredire le regole fa salire l'adrenalina. Dubito che voi due sappiate di cosa si tratta.”
“Ormone prodotto dal surrene, che una volta in circolo accelera la frequenza cardiaca, dilatando il calibro dei vasi muscolari e delle le vie aeree bronchiali.”
“Certo, certo, dizionario di medicina ambulante, sono sicuro che nella teoria tu sappia di cosa sto parlando” cantilenò Shisui, sbuffando appena.
Nel frattempo Sasuke si era seduto al tavolo con loro e continuava a fissare a testa bassa il bicchiere mezzo pieno. Dal suo sguardo attento ma distante, Itachi capì che gli era tornato alla mente qualcosa e che probabilmente non si trattava di bei ricordi.
“Non cercare di negarlo, nii-san.” disse a un certo punto, dando voce ai suoi pensieri.
Né Itachi né Shisui replicarono.
“Papà ci teneva al guinzaglio come due cagnolini obbedienti. E tu eri indubbiamente il suo cucciolo preferito.”
Shisui si affrettò a togliere il sakè dalle mani di Sasuke.
“Ehi ehi moccioso, quanti bicchieri ti sei bevuto? Non posso distrarmi un attimo che-”
“Non sono ubriaco” replicò l'altro duramente, riappropriandosi della sua bevanda.
Itachi lo guardò con severità. “Che intendi dire?” chiese, anche se era consapevole di cosa si nascondesse dietro quell'insinuazione.
Il minore si versò un altro sorso, ignorando l'espressione di disapprovazione del cugino.
“Avanti, lo sai. Ci ha addestrato come fossimo soldati, nonostante la mamma non fosse mai stata d'accordo. Non era lui quello che voleva dar vita alla famiglia perfetta? Una bella casa, una bella macchina, due figli modello, una moglie accondiscendente. Aveva tutto quello che voleva. Ma dimmi, Itachi. Ha mai pensato veramente a noi?”
L'ultima volta che lo aveva sentito parlare così tanto era stato alla recita di Natale delle elementari. Forse era l'alcool che cominciava ad entrare in circolo, o forse era solo arrivato il momento di tirar fuori quella rabbia repressa, ma adesso suo fratello gli sembrava una mitragliatrice carica e pronta a sparare. Sapeva che avrebbe dovuto dosare con cautela le parole.
“Certo, Sasuke. Se non fosse per lui adesso saremmo a vagabondare per strada.”
“Stai ricominciando a parlare di cose materiali. Ti ho chiesto se gli è mai importato qualcosa di noi...di ciò che volevamo veramente.”
Si fermò un attimo e alzò lo sguardo verso Itachi.
“O forse non capisci di cosa parlo, perché qualunque cosa tu facessi era sempre motivo di orgoglio per tutta la famiglia.”
Il volto di Shisui si fece paonazzo. Non gli capitava spesso di sentirsi in imbarazzo ma questa volta si trattava forse di problemi troppo personali, dei quali neanche lui era a conoscenza.
“Mentre qualunque cosa io facessi non era mai abbastanza. Non era mai sufficiente per raggiungerti.”
Shisui bloccò la mano di Sasuke sul manico del barile.
“Ok cuginetto, adesso dacci un taglio, va bene? Per stasera direi che può bastare”
Il minore si divincolò con un gesto maldestro dalla presa di Shisui e tornò a fissare il suo bicchiere, sospirando. Forse per il cugino si trattava solo di deliri senza senso, ma Itachi si sentì tagliare da quelle parole come fossero lame affilate.
“Mi dispiace” fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Shisui gli rivolse un'occhiata stralunata.
“Ma che avete tutti e due stasera? A voi l'alcool fa uno strano effetto. Dovreste urlare, ridere, cantare a squarciagola, sparare stronzate una dopo l'altra, ma non piangervi addosso come due vecchie comari vedove. Per favore ragazzi. Altrimenti mi metto a piangere anch'io, ok?”
Entrambi lo osservarono con la coda dell'occhio, senza dire niente. Poi Sasuke si alzò facendo leva sul bordo del tavolo. Prima di allontanarsi rimase qualche secondo fermo ad aspettare che la stanza smettesse di girare bombardandogli le tempie.
“Sai Shisui, a volte ti invidio.” sussurrò, afferrando la stampella. “Forse sarebbe stato più semplice nascere figlio unico”
Si diresse al piano di sopra salendo le scale lentamente e lasciando dietro di sé la scia incandescente delle parole che aveva appena pronunciato.

 

 

 


 ****

Buonasera a tutti!
Oggi pubblicazione “straordinaria”, nel senso che avevo intenzione di postare questo capitolo nel week-end, ma poi ho deciso di anticipare, dato che tra poco la storia inizierà a movimentarsi.
Itachi e Sasuke non se la passano troppo bene, l'incidente ha segnato entrambi in maniera negativa, e a desso il loro legame è di nuovo in bilico.

Grazie di avermi seguito fino a qui, spero che i prossimi capitoli riusciranno a coinvolgervi maggiormente ed ovviamente, se vi va, potete lasciarmi un vostro pensiero ora che siamo giunti più o meno a metà della storia. Mi farebbe davvero tanto, tanto piacere! ^^


A presto!

 

Vavi

  
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