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Autore: verox    06/12/2008    7 recensioni
storia di veve_tonks (vecchio account)
"Rose Weasley apre gli occhi sempre un minuto prima che suoni la sveglia. Non lo so perché... leggete leggete...^^"
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 6

Eh, lo so. Credevate di esservi finalmente liberati di me e di questa storia.
Invece NO.
Sono crudele forse, ma sforzatevi un pochino.
Questo è l’epilogo di tutta la mia ff, quindi se c’è qualcuno acuto di mente tra i miei sei o sette lettori capirà il perché di molte cose.
Spero vi piaccia, come al solito, bla bla bla.
Baci



UNO IN PIU’



Rose Weasley apre gli occhi sempre un minuto prima che suoni la sveglia.
Sarà l’odore di caffè appena fatto che viene dalla cucina, sarà il piumino disfatto dall’altra parte del letto, sarà il rumore dell’acqua nella doccia.
Sarà che sono fatta così.
Sarà che oggi, almeno oggi, ho un motivo buono per alzarmi esattamente alle sei e cinquantanove.
Uno solo, ma enorme.
La sveglia suona e mi alzo di malavoglia, non sarà facile.
Mi trascino in cucina, il bagno è occupato, mi verso il caffè e comincio ad inzupparci dei buonissimi biscotti al cioccolato fatti da nonna Molly.
“Buongiorno” entra Scorpius, allegro, strofinandosi i capelli bagnati con un asciugamano blu.
Non so quanto buongiorno sarà.
“Buongiorno” mormoro.
Avanti, Rose, devi farlo.
Butto giù il residuo di caffè rimasto nel fondo della mia tazza.
“Ehm, Scorpius, devo dirti una cosa” comincio guardandolo mentre si versa del succo d’arancia nella tazza.
Smette di canticchiare e mi guarda.
“Dimmi” dice sorridendo
“Siediti” gli ordino dolcemente. Lui obbedisce.
“Dunque…” cerco di iniziare.
Ma come faccio?
Mi sta fissando con quegli enigmatici occhi di cristallo e io lo so che reagirà nel peggiore dei modi, ma devo dirglielo per forza.
“Dunque…” ripeto
“Dunque?” chiede lui curioso portandosi la tazza alle labbra.
Dio, ti prego, fa che non si arrabbi.
“Beh, sai che dopo tutta quella storia del gatto non abbiamo più parlato di…” borbotto imbarazzata
“No” mi interrompe lui
“No che cosa?” chiedo io
“Non puoi avermi fatto questo” mi guarda con gli occhi da cucciolo bastonato.
Esagera però, non è mica solo colpa mia.
“Beh, non è così semplice dire di no” obbietto io guardandolo storto
“Come? Basta dire no!” lui è contrariato
“Ma… lo so che abbiamo problemi di spazi, ma uno in più…” ecco, l’ho detto.
Cazzo.
Adesso che avrà capito?
Oddio, oddio. E’ arrabbiato.
“Ce l’hai già? Hai già… fatto tutto?” esclama lui incredulo
“Beh, dovevo chiamarti?” non riesco a capirlo
“Ma no, Rose, fai pure quello che ti pare! Tanto la vita è solo tua!” commenta ironico
“Ma lo so da poco e non ti volevo allarmare se poi…” mi muoiono le parole in gola
“Da poco quanto, Rose?” mi guarda sospettoso
“Ehm… due giorni” borbotto io “Ma ho dovuto prima accertare il tutto, magari l’avresti presa male e…”
“Presa male? Ti avrei detto di no!” esclama lui stupefatto.
Silenzio.
Oh, mio Dio. Adesso che faccio?
“Rose, perché piangi?” mi chiede preoccupato.
Mi tocco la guancia e mi accorgo che in effetti è bagnata.
“Perché… non immaginavo che l’avresti presa così. Io sono stata felice quando l’ho saputo…” balbetto portandomi le mani davanti agli occhi
“Ne avevamo già parlato, Rose. Te l’avevo detto che io…” si blocca.
Ne avevamo già parlato?
“Rose, cos’è che sei andata a controllare?” chiede lui sporgendosi sul tavolo verso di me.
Silenzio.
Mi prende la mano.
“Rose, dimmi. Cos’è che devi dirmi?”
“Hai già detto di no. Non importa, ma non aspettarti che io ci rinunci, col cavolo” con uno scatto libero la mano dalla sua presa e mi alzo
“Dove vai?” domanda da milleduecento punti “Andrò da mia madre” rispondo asciutta.
Dopotutto lei mi vuole bene, papà ammazzerà Scorpius quando lo verrà a sapere, ma amen.
“Ma perché?” chiede lui sbalordito
“Perché?” mi giro di scatto in mezzo al corridoio, lui è davanti a me “Perché come puoi pretendere di stare ancora insieme a me dopo… dopo questo?” singhiozzo tirando su col naso
“Vuoi lasciarmi? Ma per una cosa così stupida?” lui mi prende le mani
“Cosa stupida?” dico con voce stridula divincolandomi “Non è una cosa stupida! Sei pazzo?”
“Ma per un gatto, Rose! Non ancora, ti scongiuro” supplica lui tentando in tutti i modi di tenermi ferma.
Mi blocco.
Gatto?
“Che gatto?” gli chiedo guardandolo stranita
“Beh, il gatto che hai preso” risponde lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Non ci credo.
Ci siamo fraintesi, un’altra volta.
“Ma io non ho parlato di nessun gatto” mormoro fissandolo mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Non ha capito niente.
“Ma si che…” ci pensa “Non hai mai pronunciato la parola gatto vero?”
Scuoto la testa in segno di diniego.
“Sono un’idiota, scusa” mi abbraccia forte “No, ti prego non piangere”
“Scorpius” sussurro io contro la sua spalla
“Si?” risponde lui
“Mi hai fatto prendere un colpo” mugugno stringendomi ancora di più a lui
“Perché? Cosa dovevi dirmi?” chiede baciandomi i capelli
“Pensaci” sussurro dondolando un po’ sul posto.
Uno, due, tre…
Mi prende per le spalle all’improvviso e mi allontana.
Mi scruta incredulo.
“No” sussurra.
Non è un no come i soliti, è un no speranzoso.
“Cosa?” chiedo io
“Uno in più, i controlli, due giorni, problemi di spazi, la nausea, le voglie… Dio, Rose!” ha un’espressione indecifrabile sul viso
“Eh?” mormoro insicura torcendo il bordo della camicia da notte di seta che indosso
“Tu, tu…” è spaventato forse “Tu, tu… tu sei…”
“Sette lettere, due enne e una ti. Vuoi comprare una vocale?” gli domando scherzosamente
“Tu sei incinta!” esclama mentre un sorriso stupefatto gli si dipinge sul volto
“Gira la ruota, ye ye, gira la ruota, ye ye…” canticchio io ridendo
“Da quanto?” chiede sorridendo
“Secondo la mia ginecologa da un mese e mezzo ma…” comincio ma vengo interrotta da un abbraccio di Scorpius che mi solleva a mezz’aria.
“Ti amo” quasi urla dopo avermi dato un bacio veloce
“Guarda che mi hai detto più volte ti amo in questi giorni che in tutti gli anni che siamo stati insieme… poi comincio ad abituarmici” sorrido
“Hai ragione” ritorna serio “Sono pur sempre un Malfoy” sogghigna e poi guarda la mia pancia e aggiunge “Anche lui lo è”
“Potrebbe essere una lei” lo correggo asciutta lanciandogli un’occhiataccia
“Beh, tutti i Malfoy hanno avuto primogeniti maschi, dunque…” obbietta lui guardando per terra
“Tu potresti essere l’eccezione che conferma la regola” sogghigno io
“O potrei semplicemente dimostrare la regola” sbuffa lui.
Mi giro verso camera da letto.
“E chi ti dice poi che sia tua, questa bambina” lo provoco io ridendo sotto i baffi
“Che cosa? E poi è un bambino…”


FINE
  
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