Libri > I Regni di Nashira
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Autore: FreDrachen    19/02/2015    1 recensioni
SOSPESA
E fu nella solitudine e nel silenzio della fossa comune, sotto il caldo tocco delle due stelle, che d'improvviso Saiph riaprì gli occhi.
~ ~ ~ ~
E se Sapih fosse in cerca di vendetta?
E se il cuore di Megassa lo cambiasse, a tal punto di trasformarlo in una minaccia ben peggiore di Cetus?
Riuscirà Talitha, la giovane guerriera talarita a salvare Nashira e l'anima del suo amato Saiph?
[Questa é un'ipotetica versione del quarto libro di Nashira, ho messo rating arancione, anche se Saiph é capace di tremende atrocità in questa storia^^"]
Dal capitolo 1:
«Chi sei?»domandó, cercando di mascherare il tremore della voce.
La figura si slacció il mantello, lasciandolo scivolare a terra.
Megassa trattenne a stento un urlo.
I capelli verdi erano imbrattati di terra, e gli occhi dorati senza pupilla sembravano volerlo trafiggere.
Lo riconobbe subito...
Genere: Guerra, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Melkise, Nuovo personaggio, Saiph, Talitha
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2


Ritorno

 
 
Raggiunse il piccolo paese in meno di un'ora. Le sue fattezze erano di nuovo nascoste sotto il pesante mantello. Doveva fare presto. Sentiva che mancava poco perché il cuore smettesse definitivamente di battere.
Raggiunse i bassifondi.
Là era più che sicuro che avrebbe trovato ciò che stava cercando.
Infatti.
Trovò un uomo sulla quarantina a un banchetto piccolo in legno, uno di quelli facilmente smontabili all'arrivo delle guardie, un Talarita dai capelli rossi dalle striature nere, il viso sfigurato da un'impressionante cicatrice e che gli aveva strappato anche l'occhio destro, e il corpo imponente. Doveva essere stato un soldato.
Saiph si piazzò di fronte a lui senza paura.
Essendo morto le sensazioni arrivavano ovattate, a esclusione di quella rabbia che aveva acceso ogni fibra del suo corpo decadente quando aveva messo fine alla vita di Megassa.Studiò con occhio critico la mercanzia, Pietre dell'aria di varie dimensioni.
Saiph gettó un sacco pieno di monete, che aveva preso in prestito dal defunto nemico, sul banchetto.
L'uomo l'accapparró senza dire una parola, contandole una a una. Quando finíalzò losguardo, e puntó l'occhio buono sul cliente.
«Cosa desidera?»
La sua voce era cauta, come se fosse intimidito dalla presenza di Saiph.
"E non sai quanta ne devi provare di paura"pensó il femtita divertito.
«Un frammento di Pietra dell'Aria, se possibile bello grosso. Ho bisogno di una notevole quantità di magia».
L'uomo si mise sulla difensiva.
 «Sei un femtita?»domandó minaccioso.
Uh, sai che apura.
«E se anche fosse? Quei soldi coprono anche le domande indesiderate»ribatté Saiph per nulla intimidito.
L'uomo si grattó il mento e recuperó una Pietra dell'Aria grande come il suo palmo, e la porse a Saiph.
«Noi non ci siamo mai conosciuti»mormoró.
«Cristallino»rispose Saiph, prima di confondersi tra la folla.
 
Trovare un rifugio tranquillo non fu facile.
Alla fine optò per uno malfamato, dove ancora si potevano trovare femtiti fedeli ai loro padroni
"Feccia della peggior specie"pensò con disgusto.
E dire che aveva dato la vita per cambiare quella realtà, aveva combattuto per un mondo dove femtiti e talariti vivevano come pari.
Scacciò il pensiero.
Doveva concentrarsi sul rito.
Affittò una camera, pagandola con altri soldi presi da Megassa, senza provare un briciolo di rimorso. Aveva fatto ciò che era giusto, tanto bastava.
Si chiuse dientrò a chiave la porta.
Nessuno doveva distrarlo dal suo lavoro.
Come fosse una reliquia, estrasse il cuore dal tascapane(sempre preso in prestito da Megassa)dove l'aveva adagiato.
Lo poggió a terra, e al collo si legò la pesante Pietra dell'aria.
Poggió le mani sul cuore e si concentró. La pietra al collo cominciò a emettere luce azzurrina che fluì nelle sue mani fino al cuore.
La vita ancora pulsante entró in sintonia con la magia, mescolandosi tra di loro.
Quando fu sicuro che fosse pronto, lo prese tra le mani e lo adagió là dove un tempo batteva il suo.
E ripeté l'ultima formula.
La scossa che l'attraversó da capo a piedi fu atroce.
Un po' di volte, Sapih sentí le forze mancargli, ma non demorse.
Se voleva tornare a vivere, doveva sopportare quel supplizio.
Che per fortuna non duró molto.
Si alzó dolorante da terra, raggiungendo lo specchio.
Gli occhi non erano cambiati, erano ancora senza pupilla, segno che la morte aveva lasciato su di sé. Lo squarcio nel petto, invece, era scomparso. Poggió la mano sulla pelle liscia priva di escoriazioni e sangue, e percepí il battito del suo nuovo cuore.
Non poteva crederci.
Era tornato in vita.
Il bussare alla sua porta interruppe la sua felicità. Era l'uomo che gli aveva venduto la Pietra dell'Aria in compagnia di due Guardie.
«Ho riconosciuto la tua maledetta voce femtita»scandí rabbioso il talarita.
«É stato durante lo scontro con voi maledetti che ho perso un occhio e tutta la mia famiglia! É tutta colpa tua Saiph».
Sul volto di Saiph si dipinse un sorriso sinistro.
Allargó le braccia.«Certo, sono qui. Perché non venite a prendermi?»domandó in tono beffardo.
Le due Guardie prontamente si scagliarono sul ragazzo che con forza sovrumana spiccó un balzo altissimo atterrando con un giro dietro alle guardie.
Non ebbero neanche il tempo di accorgersi di nulla, che Saiph fulmineo ruppe loro le ossa del collo.
Il Talarita rimasto, cercó di fuggire, ma Saiph era pronto. Un altro scatto felino, che chiuse la porta e agguantó per il collo l'uomo.
«Lasciami! Lasciami! Maledetto! Tu sei pazzo! Pazzo!»
Saiph sorrise.«Non sai quanto».
E gli strappò il cuore come fece con Megassa.
Lo strinse tra le mani, facendo fuoriuscire il sangue. Ne bevve un sorso, e gli piacque. E anche molto.
Ne bevve fino a quando non finí.Mangiò anche il cuore, ma non gli bastò.
Ne voleva ancora.
Uscí dalla sua stanza e scese al piano di sotto. Il rifugio era abbastanza pieno, dato che era ora di cena.
Il primo a vederlo fu un giovane femtita, nulla piú di un ragazzino. Aveva l'occhio sinistro pesto e alcuni segni di graffi e del bastone sulle braccia.
«Il Messia»mormoró commosso.
I femtiti presenti sentirono nel loro cuore un'emozione mai provata prima. Diversa fu la reazione dei talariti.
Gli uomini intimarono le mogli e i figli presenti a uscire dal rifugio.
Cosa che non fu possibile.
Saiph con il pensiero chiuse di scatto la porta principale, facendo scattare anche la serratura.
Non si impressionò più di tanto di fronte a questa sua nuova capacità.
"Sarà per la magia che ho usato nel rito e che fluisce ancora nel mio corpo"pensò infine.
 «Nessuno di voi uscirà».
Quello che successe dopo fu un vero e proprio massacro.
Alla fine, tutti i talariti erano a terra privati del cuore. I femtiti presenti avevano seguito senza battere ciglio ciò che era accaduto.
E Saiph se ne compiacque.
I femtiti lo volevano come Messia.
Ebbene, avrebbe portato a termine il suo compito fino alla fine.
«La nostra schiavitú finirà»dichiaró.«Ogni talarita s'inchinerà di fronte al nostro potere». Mostro ai presenti un cuore che ancora pulsava.
«Io sono tornato in vita grazie al cuore di Megassa. Il rito mi ha conferito poteri inimmaginabili». Allargò le braccia. «E ora dico a voi, siete disposti a diventare i piú temuti di tutta Talaria? Siete disposti a combattere al mio fianco per la fine dei talariti e del loro potere?»
Silenzio.
Poi il giovane si staccó dal gruppo piazzandosi davanti a Saiph.
«Io sono con voi, Saiph»disse con vocina sottile.
Piano piano anche gli altri si aggregarono al ragazzino.
Saiph sorrise selvaggiamente.
«Bene. Allora, a me i vostri cuori».

 








Angolo autrice:
Eccomi con un nuovo capitolo di questa minilong(ancora non so quant capitoli saranno, ma non sarà tanto lunga ^^)
Spero vi sia piaciuto XD
Drachen
   
 
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