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Autore: Persefone3    19/02/2015    5 recensioni
Ingrid è appena stata sconfitta e Gold è stato cacciato. La normalità sembra tornata, ma quanto può durare a Storybrooke? Cosa succede a Emma se qualcuno decide di ritornare e reclamare ciò che secondo lui gli spetta di diritto? Riuscirà anche questa volta Hook ad aiutare la nostra Salvatrice nelle sue peripezie? E se la vera lotta fosse contro la parte più oscura che si cela in ognuno di noi?
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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II. Searching for clues and an accomodation
 
Avevano lasciato la macchina da Gas per farla riparare. Emma era ancora attonita per quello che era successo: era chiaro che c’era qualcuno che l’aveva presa di mira. Il problema era solo capire chi. Della sua precedente vita non era rimasto praticamente nessuno. Cosa aveva fatto di tanto orribile per scatenare una tale ira?

- Tesoro, che ne dici se andiamo comunque nel tuo appartamento? Magari troviamo qualcosa di utile.
- Sì, forse hai ragione.

Quando arrivarono all’appartamento, Hook rimase sconcertato: il salotto era sventrato. Vetri rotti, tavoli sottosopra, piatti e bicchieri in frantumi. Ma erano le scritte ad essere davvero inquietanti: non riuscirai a sfuggirmi, ottengo sempre quel che voglio, non sarai mai al sicuro da nessuna parte. Hook strinse il pugno. Nessuno poteva permettersi di minacciarla così.

- Se pesco quello che ha fatto questo macello, giuro lo faccio camminare sulla passerella della mia nave per darlo in pasto a … qualcosa di questo mondo!

Emma stava cercando di risistemare quel disordine: stava tirando su le sedie e stava raccattando i cocci con la scopa e il raccogli immondizia.

- Amore, con la tua magia non sarebbe più semplice?

Di tutte le domande che potevano farle, Emma quella avrebbe voluto evitarla. Perché niente magia oggi o ieri? Perché erano un paio di giorni che la sua magia faceva i capricci, sembrava affievolita e si manifestava a singhiozzo. La scorsa sera avrebbe potuto usarla, avrebbe voluto usarla, ma non si era palesata. E quando si era resa conto che si trovava inerme e in balia di qualcuno, con Henry al piano di sopra, la paura di non poter proteggere lui e se stessa aveva preso il sopravvento. Era chiaro che era stato qualcuno con la magia a fare quel macello con quelle modalità e lei non poteva contrastarlo. Per questo era corsa da Killian nel cuore della notte. Con lui non aveva paura di mostrare le sue emozioni e le sue debolezze.
Ma rispondere a quella domanda avrebbe voluto ammettere, nero su bianco, un altro problema. Una cosa alla volta.

- Forse, ma così posso rendermi conto meglio di quello che è andato distrutto.  
- Tesoro, tu sei assolutamente sicura di non avere la minima idea di chi possa esserci dietro a questa storia? 
- Sì, te l’ho già detto!
- Se c’è qualcosa che non mi hai detto e ha a che fare con tutto ciò, non preoccuparti.
- Cos’è, credi che ti abbia mentito? Ma perché fate tutti così?
- Emma forse non mi sono spiegato …
- E invece lo hai fatto benissimo! Pensavo che ti fidassi di me e pensavo di potermi fidare di te! E invece sei come tutti gli altri!

Emma si allontanò dalla stanza per andare in cucina. Si appoggiò al lavandino e si rese conto di aver esagerato con lui, che tanto aveva fatto e stava facendo per lei. Non fece in tempo a formulare questi pensieri che si sentì cingere dalle braccia del pirata, che l’aveva raggiunta. Si girò verso di lui e nascose il viso tra le sue braccia. Killian la strinse ancora più dolcemente.

- Tesoro, volevo solo dire che se pensi che sia opera di qualcuno di cui non mi hai mai parlato, sentiti libera di farlo tranquillamente. Il passato è passato, a me interessa l’Emma che sei e che sarai, non quella che sei stata. Niente potrebbe farmi cambiare idea su di te.

- Non ne sono così sicura …
- Ti ricordo che sono un pirata e non il Principe Azzurro … anche io ho i miei scheletri nell’armadio …

Emma sorrise. La sua ironia era così e lei la adorava. L’amore che c’era tra loro non era come quello dei suoi genitori: da favola, perfetto, puro. Il loro era un amore ruvido e passionale, spigoloso per certi versi, ma anche intenso e potente, reale.

- Hai ragione.
- Ascoltami, finché non veniamo a capo di questa storia non è prudente che tu e Henry rimaniate da soli.
- Sono d’accordo. Per il momento è molto più sicuro per il ragazzino rimanere da Regina. Io chiamo il fabbro per far riparare la porta. In effetti, devo pensare anche a risistemare salotto. Vado a farmi una borsa con un po’ di roba: speriamo che i miei abbiano lasciato anche solo una brandina per me.
- Dai tuoi? Ma rimani da me, scusa, sarebbe più semplice e più comodo.
- Io … veramente … non voglio disturbarti …

Killian la afferrò per la giacca e la attirò più vicino a sé.

- Ma cosa vai dicendo …

Emma poggiò la fronte sulla sua.
In fondo cosa le stava chiedendo in maniera velata? Un po’ di tempo insieme. E di tutti, lui era quello che si era sempre accontentato dei ritagli. Era giusto ora dedicarsi anche a loro due e quella poteva essere una buona occasione per rinsaldare e accrescere la loro intesa.
Stai a vedere che non tutto il male viene per nuocere, pensò la bionda.

- Va bene. Ma ti avverto, come hai visto al mattino sono intrattabile, voglio essere la prima a farmi la doccia e voglio il tuo cuscino, è più morbido del mio.
- Come desideri. E non attacca Swan, non mi stai affatto spaventando.

Risero di gusto.
Gli occhi rossi li avevano seguiti per tutto il giorno. Accanirsi contro il maggiolino era stata la sua reazione alla notte che Emma aveva passato con quell’uomo.  Era sua quella donna. La rabbia ribollì ancora quando vide il pirata attirarla a sé con l’intento di baciarla ancora. Poteva vederli bene attraverso l’immagine riflessa nello specchio dell’ingresso. Era troppo e poi erano esattamente nella posizione che voleva. Si concentrò per richiamare a sé la magia e per dare definitivamente il via al suo piano.
Le labbra di Emma stavano per congiungersi con quelle del capitano, quando il grosso specchio dell’ingresso si staccò dal chiodo, sbriciolandosi per terra. Il fragore fece sobbalzare tutti e  due.

- Mi ci mancavano solo sette anni di sciagure! Dannazione! Più che il fabbro devo chiamare gli Acchiappafantasmi o l’esorcista, questa casa sembra stregata! – disse Emma.
- Chi devi chiamare?
- Quelli che cacciano via i fantasmi, sai quelle presenze che volano e mettono paura …
- E meno male che il mio mondo è strano!
- Lasciamo perdere, vado su a farmi una borsa e poi andiamo via.

Uscirono dall’appartamento dopo circa un’ora. Salirono sul maggiolino per poi dirigersi da Granny, ma prima si fermarono a casa di Snow e David, per spiegare loro tutto. Convincerli che quella era la sistemazione migliore fu più difficile del previsto.

- Emma perché non ci hai detto niente ieri sera? – disse Snow allarmata.
- Era tardi e poi non volevo svegliare il mio fratellino piombando in casa vostra.
- Sebbene ora ci sia Neal, non cambia il fatto che tu qui sei sempre la benvenuta! – disse David.
- Lo so papà, ma non mi andava di creare scompiglio.
- Henry? – chiese Snow.
- È da Regina e fino a che non capisco cosa sta succedendo è molto più al sicuro con lei che con me. – disse Emma.
- Di creare scompiglio da lei non ti sei preoccupata però! – disse David.
- Non ci metto niente a prepararti il letto degli ospiti. – disse Snow, cercando di far passare in secondo piano la sarcastica osservazione di suo marito.
- Io veramente … mi fermerei da Hook …
- Cosa? – disse David, esplodendo definitivamente.
- È la soluzione più comoda per tutti, dai …
- David, ti prego … non è il momento per …
- Come non è il momento? È invece mi pare proprio di sì!

Proprio in quell’attimo il cellulare di Emma suonò.

 - È Henry, vorrà sapere come sto. Scusatemi.

Mai come in quel momento Emma ringraziò il tempismo di suo figlio. Si allontanò dagli altri per rispondere tranquillamente.

- Pirata, seguimi. Io e te dobbiamo finire di parlare.

I due uomini si diressero nella zona del salone adibita a cucina.

- Credevo avessimo superato questa fase, David.
- Un conto è uscire con mia figlia, un conto è viverci insieme. Ti avverto, se non la tratti con la delicatezza che merita, te la vedrai con me.
- Emma mi pare sufficientemente grande per badare a se stessa.
- Come la sistemerai da te?
- Ho una stanza da Granny, non l’intera pensione, quindi mi pare piuttosto ovvio … e poi non sarebbe certo la prima volta! 
- Quindi …
- Papà! – intervenne Emma dopo aver riattaccato con Henry e capito cosa si stavano dicendo i due uomini, grazie anche all’imbeccata di Snow – ho quasi trent’anni e un figlio, per farmi questi discorsetti sei decisamente fuori tempo massimo.
- Ma … - cercò di replicare David
- Niente ma. Ora dobbiamo andare. Tra mezz’ora devo attaccare alla stazione di polizia.

David capì che non avrebbe potuto fare nulla per farle cambiare idea. Hook lo guardò un’ultima volta allargando le braccia, piuttosto divertito. Emma gli si avvicinò, lo prese per mano ed uscirono, con buona pace del povero Charmig.
Quando la notte arrivò, a Storybrooke regnava una strana pace. Tutti erano chiusi nelle loro case, increduli che anche quel secondo giorno si fosse chiuso all’insegna della tranquillità.
Fu in quel momento che la figura dagli occhi rossi decise di entrare in azione. Si introdusse nell’appartamento di Emma e si diresse in cucina. Aveva bisogno di un solo ultimo elemento per cominciare a giocare le sue mosse. Rovistò nella pattumiera per alcuni minuti finché non trovò quello che cercava.

- Mia cara Emma, ben presto il mondo che sei convinta di conoscere cambierà completamente e sarò io a decidere le nuove regole con cui giocare. Goditi questo momento di serenità con chi credi di amare, perché presto, molto presto, non vedrai altro che me.  

ANGOLO DELL'AUTRICE:
Carissimi, a voi il secondo capitolo. Dal prossimo cominceremo ad addentraci per benino nell'intera faccenda. :D Lasciatemi ora ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito e inserito la storia nelle varie categorie. Spero che il tutto continui ad essere di vostro gradimento!
Al prossimo aggiornamento 
Persefone
 
 
 
  
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