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Autore: WRitE_Of_uS    19/02/2015    0 recensioni
Può una ragazza innamorarsi delle belle parole, delle promesse e delle aspettative?
Bé in questo caso si.
ma tutte le favole hanno un "vissero felici o contenti", o a volte la vita reale ha la meglio?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono alcune persone che in un modo o in un altro ti segnano. Lasciano un pezzetto più o meno grande e se ne prendono a loro volta un'altro. Così sei più piena degli altri e più vuota di te stessa. Tommaso ne era un esempio, ogni volta che lo vedevo mi sentivo strana, diversa. Non era come aver le farfalle nello stomaco, no, per quelle avrei avuto l'insetticida. La mia era, piuttosto, una costante sensazione di insicurezza ogni qualvolta incrociava il mio sguardo, mai nessuno mi aveva fatto sentire in quel modo.  Nessuno mai era stato in grado di farmi dubitare di me stessa, ma lui si, forse perchè del suo giudizio mi interessava davvero. 
Era seduto tranquillamente sugli spalti, un piede puntato sul gradino sottostante e l'altro stretto tra le mani nel tentativo di allacciarsi le stringhe. Il suo solito sorriso gli attraversava il viso, e in quel momento avrei potuto affermare di non aver mai visto nulla di così perfetto. 
<> rinvenni dal mio stato di trans quando udii la voce interrogativa di Nicolò. 
<>
<< Ce la fai a scendere il gradino o devo portarti in braccio?>>
Ero rimasta immobile sul gradino che dava sul campo, stringevo forte il braccio del mio migliore amico e non riuscivo a staccarmene.
Il freddo penetrava fin sotto lo spesso strato di vestiti e al tatto risultava pungente e insistente.
<< Possiamo entrare dentro ? Ho un pò freddo.>>  il ragazzo fece un piccolo cenno di assenso e mi invitò a seguirlo all'interno dell'oratorio. Lo seguii, misi un passo dopo l'altro nella sua direzioni, ma il viso e la mente continuavano a fissare il verde campo di gomma dove Tommaso giocava. Pochi attimi dopo, mi ritrovai nel bar dell'oratorio con una cioccolata calda tra le mani.
<< Ho dato a Tommaso il tuo numero!>>
<< Come scusa?>>
<>.
Grazie. Pensai. Ero felice, ma non dovevo lasciarlo trasparire, cercai di imporre a tutti i muscoli del mio corpo l'immobilità. I miei occhi, però, parlavano. Erano i classici occhi di una bambina che ha ottenuto il gioccattolo tanto ambito.
Nicolò si mise una mano nei riccioli mentre con gli occhi profondi guardava lo schermo di qualche chat, nessuno mi conosceva come lui.
Conosceva ogni mio più piccolo particolare, a volte perchè gliene parlavo, altre volte trovava il modo di scoprirlo. 
Alzò il suo sguardo indirizzandolo sul mio viso...
<< Lo so che sei felice>>  sorrise leggermente e a quel punto risi anche io, ma risi di gusto, di quelle risate che puoi condividere solo con gli amici veri, quelli che ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
<< Andiamo a casa Bombolina! Ti accompagno io >>.
Passeggiamo per le strade della città finchè non arrivammo sotto casa di mio padre, quel week-end sarebbe spettato a lui. 
Io e mio fratello eravamo un boomerang, una serie di spostamenti da una casa all'altra, un week-end sei dentro un altro fuori.
Abbracciai forte Nico, un po' per il freddo, un po' perchè gli volevo veramente bene. Aprii il portone del palazzo, chiamai l'ascensore. 1,2,3,4,5 piani. Presi le chiavi e aprii la porta, feci un passo per entrare e il mio cellulare si agganciò automaticamente al wi-fi dell' appartamento. Sentii un leggero trillo provenire dalla scatoletta metallica, era un messaggio: Ciao sono Tommaso.
   
 
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