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Autore: cherubina    19/02/2015    1 recensioni
Fantasticando con le poche anticipazioni della seconda serie ho provato ad immaginarmi una nuova storia.
Attenzione: possibili spoiler e tono decisamente drammatico
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ritrovarsi davanti a quelle lastre era stato un déjà-vu per entrambi: la gola di Vale si era seccata e le spalle gli si erano incurvate mentre Leo era rimasto seduto ben dritto, sforzandosi di mostrarsi coraggioso qualsiasi sarebbe stato il responso.

Il fatto che fossero stati convocati insieme metteva loro addosso una certa ansia e li portava a fare le ipotesi più disparate, anche le più brutte. D'altronde quando si affronta e si supera ciò che avevano passato loro si pensa sempre al peggio.

"Allora?"

Era stato Leo ad esortare la dottoressa, a non sopportare più quel silenzio pesante.

"Perché ci ha fatto venire qui insieme? Cosa c'è che non va questa volta?"

La donna si era alzata dalla sua scrivania, si era avvicinata alle radiografie dei ragazzi per cercare di spiegare nel modo più semplice e comprensibile possibile e aveva iniziato a cerchiare le lastre delle loro gambe, o meglio di ciò che ne restava.

"L'osso sta ricrescendo più in fretta di quanto ci aspettassimo. Dobbiamo intervenire con un innesto di pelle."

"Tutto qui?"

Le spalle tese di Leo si erano abbassate sollevate e lui aveva quasi sorriso: niente sentenze di quasi morte, niente tumori che ritornano, niente chemio...Un intervento di chirurgia plastica gli sembrava quasi una passeggiata rispetto alle sei, precedenti, operazioni alle quali era stato costretto a sottoporsi in quegli ultimi due anni.

"Non mi sembra una cosa da niente, finiremo comunque sotto i ferri Leo."

Lo aveva stoppato Vale con voce esitante, palesando un po' di paura, poi si era rivolto alla dottoressa.

"E se non lo facciamo?"

La Lisandri si era risieduta di fronte ai due ragazzi per avere con loro un contatto diretto: nella sua carriera, nel lavorare quotidianamente con bambini ed adolescenti, aveva capito che anche uno sguardo è importante per infondere fiducia.

"Sarà molto fastidioso, oltre che doloroso, lasciare le cose come stanno. Non è un intervento complicato, nel giro di una settimana si guarisce: su Vale hai affrontato e superato di peggio! Prima lo facciamo, prima vi levate il pensiero..."

"Come levarsi un dente che sbatte contro la lingua..."

Aveva scherzato Leo.

Vale aveva lisciato il braccialetto al suo polso, ancora indeciso.

"Può spiegarlo lei a mia madre?"

"Certo ci parlerò io. Sbrigheremo tutte le pratiche per il tuo ricovero e, appena sarà possibile, forse anche domani, faremo queste operazioni. Potete andare ragazzi!"


Leo e Vale si erano fermati difronte al finestrone del corridoio dal quale, mesi prima, insieme agli altri Braccialetti avevano osservato il temporale e provato a contare i tuoni. Ora fuori splendeva il sole.

La mano di Leo era scivolata lungo il fianco e poi aveva cercato quella di Vale per stringerla forte.

"Non è che c'hai un po' di fifa?"

"Beh sì. Ti ricordo che l'ultima volta che sono entrato in sala-operatoria stavo quasi per non uscirne più con i miei piedi!"

"Beh tutti i torti non li hai: ne sei uscito con un piede in meno!"

Vale aveva strattonato leggermente la mano per liberarsi dalla stretta e aveva guardato l'amico infastidito.

"Leo sai cosa volevo dire: era una metafora per non dire esplicitamente che c'ero quasi crepato lì dentro!"

"Beh questa volta da quella stanza di rottamazione ne usciremo, entrambi, più sani, con tutti i pezzi al posto giusto e più belli. Anche se io bello lo sono già!"

Era l'ennesimo incoraggiamento di Leo che, mentre parlava, si era portato le mani sul petto fingendo un atteggiamento ringalluzzito. Malgrado sé stesso, Vale era scoppiato in una risata calmante.

"Sei uno scemo!"

Erano rimasti per qualche altro minuto a lasciar inghiottire i loro pensieri dall'andirivieni sia dentro che sulla passerella esterna dell'ospedale.

"Leo? Non credi che siano paradossali tutte le coincidenze che ci legano, sulle quali si basa la nostra amicizia: il cancro alla tibia, entrambi con una gamba sola e ora questo..."

"Forse siamo gemelli separati alla nascita!"

"Ma puoi fare il serio almeno una volta?"

"Io sono serissimo, Vale! Un amico è l'altro te stesso disse quel filosofo lì...Cicerone."

Vale era rimasto a riflettere qualche secondo poi aveva deciso di esporre quella curiosità che lo tormentava da un po'.

"Da dove credi che prenderanno la pelle per questo innesto...beh sì per ricoprire l'osso?"

Leo aveva risposto dapprima con uno sguardo divertito, poi aveva sussurrato qualcosa nell'orecchio di Vale che lo aveva fatto diventare paonazzo e lo aveva gettato nello sgomento.

"Non lo sapevi?"

"No! Come tu non sai che Cicerone è uno scrittore e non un filosofo. Comunque che io sono l'altro te stesso lo ha detto Aristotele!"

Leo lo aveva spinto leggermente.

"Ma sei una palla, sempre a fare il saputello!"

Avevano riso mentre proseguivano insieme e Vale aveva capito che se Leo era con lui niente avrebbe potuto più spaventarlo.


***** *****

Grazie a chi continua a seguire la storia.

Chiedo scusa se con i termini o le spiegazioni mediche dirò castronerie o non mi spiegherò bene...Purtroppo nella vita faccio tutt'altro e gli ospedali sono davvero un mondo a sé per me.

Spero comunque di fare un buon lavoro (Io ce la metto tutta) . A presto

  
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