Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Bellis    06/12/2008    1 recensioni
Le creature che permeano l'esistenza di tutti, e guidano gli uni al Bene, gli altri al Male.
Come avranno influenzato l'agire di alcuni tra i Maghi più famosi?
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Peter Minus, Regulus Black, Teddy Lupin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maschere

Passi lievi, passi di corsa.
Passi mozzati da un respiro ineguale e concitato.
Sguardi rapidi, che saettavano intorno come lampi di iridi scure, nere e nocciola.

"Lumos." venne un sibilo poco distante.
Il crepitio di una fiamma magica illuminò il viso arrossato di James Potter.

Sirius Black levò anch'egli una bacchetta solida e robusta, adornata da una luce fioca ma brillante, nella notte della Periferia Londinese.
"Qui sembra tutto tranquillo." borbottò, mentre un sopracciglio scattava in alto e si confondeva coi capelli lunghi.

"Già... la quiete dopo la tempesta." intervenne la voce di Potter, rotta da un lieve tremolio.
"E' quella la casa?"

Nel tepore lieve che permeava l'aria altrimenti gelida, gli occhi scuri del Mago saettarono verso un'abitazione rurale, unita alla strada asfaltata da una viottola sterrata e sconnessa.

Black annuì rapidamente.
"Andiamo, Ramoso. Non perdiamo tempo. Fabian e Gideon ci hanno raccomandato di far presto."

James si mosse immediatamente, all'unisono con l'amico, per oltrepassare l'ultimo casolare di pietra, ove una buia strada sboccava nella campagna.
Un lampione forniva una insufficiente illuminazione al luogo, dall'alto dei suoi tre metri di stelo.

"Fermatevi."

Il tono era basso e cupo, di ordine perentorio.
Qualcosa di argenteo e sinistro scintillò per un attimo sotto un fluttuante mantello nero, e sbucò dalla stradella per frapporsi tra i due uomini e la casa cercata.

James e Sirius alzarono all'unisono le bacchette, senza proferir parola.
Squadrarono la figura che si ergeva davanti a loro, ed ebbero subito la conferma alle loro più oscure previsioni: sotto il cappuccio, colui che li aveva fermati portava la tetra e maligna maschera dei Mangiamorte.

Potter scambiò un'occhiata perplessa e preoccupata con l'altro Grifondoro.
Un solo seguace del Signore Oscuro, per quanto potente e perfido, non poteva pensar di competere con due Auror.
Avrebbe sicuramente avuto la peggio.

Una situazione strana, surreale.

"Chi sei?" ringhiò Sirius, non abbassando la guardia nemmeno per un istante.

In un gesto fluido e rapido, il Mangiamorte levò la bacchetta, lunga e flessibile come una sferza (i due Maghi strinsero la destra sull'impugnatura della loro arma).
La maschera si dissolse in una sinistra nuvola di sabbia.
Un viso pallido e cereo si rivelò sotto il cappuccio che cadde all'indietro.

James seppe all'istante chi fosse quel ragazzo.
Sì, non era un uomo, ma un giovanotto di nemmeno vent'anni.
I capelli erano lunghi, leggermente ondulati, neri.
Nel portamento e nell'atteggiamento sicuro di sè, Potter riconobbe l'inconfondibile firma dei Black.

Gli occhi neri del giovane squadrarono l'esile e minuta figura di Ramoso, quindi si spostarono a fissare quelli egualmente scuri e profondi di Sirius.

"Regulus." constatò quello, con un'inconfondibile nota di sarcasmo nella voce, "Che succede, stanco di affrontare inermi Babbani e disarmati Mezzosangue? Vuoi qualche avversario... degno di te?" concluse, con ostentato disprezzo.

Qualcosa vacillò per un attimo nell'espressione fredda del ragazzo, che deglutì, prima di parlare.
"Non andate a Casa Prewett." mormorò, in tono di avvertimento.

Potter corrugò la fronte, lanciando nuovamente uno sguardo interrogativo all'amico.
Ebbe in risposta una misura eguale, se non maggiore, di incertezza.
"E perchè mai?" chiese immediatamente.

"I Prewett sono morti. E' una trappola. E' voi che vogliono."

"Che cosa?" esclamarono i due, nello stesso momento, con accento d'orrore.
Parve a James che il giovane Black sobbalzasse.

"Non sto mentendo, se è questo che pensate." aggiunse quello, seccamente.
"Non vi sto distogliendo dal vostro nobile intento di rispondere all'appello dei vostri amici."

Un silenzio innaturale calò tra gli astanti.
Potter aveva abbassato la bacchetta, ma Sirius la manteneva puntata al petto del fratello.

"Perchè ci hai avvertiti?" chiese piano James, spostando le iridi scure dall'uno all'altro Black.

Regulus non rispose, ma la luce artificiale che illuminava il suo volto severo e freddo lasciò vedere un improvviso mutamento in quell'espressione, come un lampo di verità e freschezza in quella malefica disciplina.
Fu come se un'altra maschera cadesse.

Subitaneamente Potter comprese lo stato d'animo di quel ragazzo che conosceva così poco, sebbene fosse tanto simile, tanto somigliante a colui che chiamava fratello.
Era dolore, scavato in quei giovani lineamenti.
Dolore insopportabile, delusione, rabbia, tutte emozioni forti e radicate nell'animo.
E determinazione.
Quella fiamma inestinguibile che colorava di una tinta più accesa il nero delle iridi.
James aveva già scorto il baluginio di un simile fuoco nel suo migliore amico, tempo addietro.

Potter sapeva a cosa quel fuoco poteva condurre l'animo.
Aveva quasi spinto Sirius all'omicidio - seppur indiretto - una volta.

"Cosa sta succedendo, Regulus?" chiese, senza lasciar passare un istante, facendo rapidamente un passo avanti.

La mascella del ragazzo divenne serrata e rigida, mentre risollevava lo sguardo ai due e si guardava brevemente intorno.
"Non posso rimanere più a lungo. Scopriranno voi e me. Andate via o chiedete rinforzi. Anche se..." ripetè, addolcendo lievemente il tono, "Non potete fare più nulla per i Prewett. Mi... mi dispiace."

Un fremito attraversò il viso di Regulus.
Le spalle del ragazzo erano afflosciate e non più erette.
Ed il dispiacere, anzi, la devastazione interiore, era genuina, anche Sirius doveva essersene accorto, perchè la disapprovazione era scomparsa, a poco a poco, dal suo viso ora pallido, ed era stata sostituita da sgomento e preoccupazione.

Il giovane Black dischiuse le labbra, come se volesse dir qualcosa, sollevando il mento, rifiutandosi di cedere al turbinio di emozioni che gli si agitava dentro, e tuttavia con un'inconfondibile ed inarrestabile nota di ansietà.
"Non ci... rivedremo ancora, Sirius." concluse, chinando impercettibilmente il capo in segno di saluto, e si voltò.

James posò le iridi brune sul volto atterrito di Sirius, come a chiedere una spiegazione.
Il più vecchio Black fissò per un attimo l'asfalto grigio, quindi, dopo un breve scambio di occhiate rapide con l'amico, fece due passi avanti ed afferrò l'avambraccio sinistro di Regulus, trattenendolo mentre stava per immergersi nell'ombra della strada buia.

"Che cos'hai in mente? Cosa vuoi fare?" chiese, brevemente, non appena il fratello minore ebbe incontrato il suo sguardo.

Il ragazzo scosse il capo, non tentando di sfuggire alla domanda, ma esprimendo una profonda lacerazione dell'animo, nelle movenze scattose.
"La mia parte... Per il bene superiore." accennò un breve sorriso e riabbassò il capo.
"Non ti deluderò di nuovo, fratello. Riscatterò il nome della nostra famiglia, ... come hai fatto tu." concluse, e parve raccogliere ogni forza nell'atto di levar gli occhi.

Sirius pareva allibito, in un certo senso commosso da quelle parole, nonostante la diffidenza gli si potesse leggere in volto.
"Regulus..." iniziò, ma si interruppe, inorridendo visibilmente.

James potè scorgere la figura di Regulus irrigidirsi, ed il suo avambraccio pulsare sotto la mano del fratello, mentre la mancina del giovanotto si serrava a pugno.
Era bianco come un lenzuolo, in volto.

Il ragazzo sottrasse lentamente, ma con decisione, l'arto alla presa dell'altro, trasformando una lieve smorfia in un sorrisetto sghembo.
"Vedi bene... non posso trattenermi con voi." sussurrò, indietreggiando.
Osservò i due Grifondoro.
Quindi scomparve alla loro vista, in un turbinio di stoffa scura ed impregnata di polvere.

********************

Il Marchio Nero bruciava, sulla pelle del giovanotto, mentre egli scivolava nella disgustosa compressione del Nulla.
Eppure sapeva che non si sarebbe Materializzato nel terribile cerchio di subordinazione che circondava Sire Voldemort in un'aura di paurosa adorazione.

Non era quella la sua destinazione.
Non era quello il suo posto.
La voce del sangue era forte, potente alla sua mente di ragazzo, ma fortunatamente egli aveva avuto un esempio di fronte a sè per tanti anni.

Suo fratello Sirius non avrebbe mai potuto cedere alle parole maliziose delle mani fredde ed Oscure che pur avevano tentato di trascinarlo via con loro.
Avevano artigliato il suo animo, ma il suo orgoglio focoso e baldanzoso di Grifondoro aveva trionfato e si era liberato da ogni tenebra.

Regulus Arcturus Black era sempre stato diverso dal fratello.
Migliore, secondo l'opinione della madre, degno del suo nome, della sua Famiglia, della sua Casa.
Tuttavia, una voce inconfondibile che il giovane non era mai stato in grado di reprimere gli urlava il suo disappunto, in ogni momento della sua esistenza.

Era la voce di Sirius.
Anche se egli non era di fianco a lui, per gridare ogni briciola del suo disprezzo, Regulus udiva, spesso e volentieri, un bisbiglio ben noto e... amico.
Sì, non era una voce estranea, ma un richiamo definito e conosciuto dall'intelletto come positivo e buono.
Nonostante le parole fossero... non certo rassicuranti.

Fu come se il pensiero si dilatasse ed oltrepassasse una barriera a lungo temuta ed evitata... una barriera che crollò in un solo balzo dell'animo...

"Sapevo di trovarti qui." borbottò una voce ben nota, proveniente da un punto imprecisato dietro la magra figura di Regulus.
Il ragazzo sospirò.

"Bene, bene." sibilò, volgendosi con un gesto secco che non destò affatto sospetti, nel tetro caos all'interno del quale egli si trovava.
"Sirius Black, il lodevole Grifondoro, nel bel mezzo di Knockturn Alley." inclinò il capo verso destra, con fare pesantemente ironico.
"Devi stare attento, qualcuno potrebbe pensar male di te..."

Sirius non gli badò. Si avvicinò a lui, squadrandolo con ira.
"E così, hai avuto il tuo guinzaglio, giusto? Quello che desideravi. Sei fiero di ciò? Sei contento di poter regalare la tua vita a un assassino?" sbottò, senza quasi prender fiato.

Storcendo le labbra in un segnale chiarissimo di disprezzo, Regulus fece un passo avanti.
"E sei venuto qui per dirmi questo? Tu, il disonore della famiglia, l'egoismo personificato? Hai sempre e solo voluto dimostrare la tua superiorità, vero? Sottraendoti ai tuoi doveri, ai tuoi obblighi. Ad ogni tuo impegno." replicò, e le parole fluivano dalle sue labbra con scioltezza, come un insinuante veleno.

Un ghigno deformò il viso del Grifondoro.
"Tutto tua madre." latrò quello.

"Dimmi una cosa, Sirius." la voce di Regulus era bassa e secca, non presagiva alcuna gentilezza, "Perchè sei venuto qui? Perchè non sei rimasto nella calda tana accogliente dei Filobabbani ai quali ti sei aggregato?..." ma si interruppe, e le iridi nere comparvero completamente alla vista.

Il fratello maggiore l'aveva afferrato per la parte anteriore della tunica scura da Mago e lo stava scuotendo con violenza.
Lo trascinò verso il sudicio muro di mattoni alle sue spalle e ve lo appoggiò con forza.
Una rabbia inesprimibile pervadeva il volto ed il cuore di Sirius, quando parlò.
"Perchè vedo mio fratello strisciare all'ombra di un demone maledetto dal Mondo, e so che brucerà nel suo stesso fuoco!... ecco perchè! ... e hai bisogno di chiederlo?..."
La voce, all'inizio altissima e squillante, s'andava affievolendo, man mano che l'animo del giovane veniva abbandonato dal sentimento impulsivo che la spontaneità aveva amplificato.

Sirius aveva solamente diciassette anni, e Regulus, che pur condivideva i suoi modi di fare baldanzosi e facili al sentimento, non aveva mai compreso quanto una giusta ira potesse amplificare le forze di un uomo.
Ma il suo cuore, non saldo nè puro, esplose in un'altra ondata di sarcasmo, che si rivelò essere il miglior contrasto ad ogni buon senso.
"Tuo fratello è James Potter. Non sono io. Io non ho fratelli."

Il più vecchio Black sgranò gli occhi, annientato da queste parole.
Il viso esprimeva ancora ironia, ma nel profondo delle sue iridi scure, il suo animo era attonito.
Le dita mollarono la presa, e Regulus scivolò sino a poggiar le suole sul terreno lastricato e sporco.

Guardò Sirius allontanarsi, spintonando la folla ben poco rassicurante della cupa via abbandonata dalla luce...
Abbassò gli occhi e comprese che l'Ombra avrebbe avvolto facilmente ogni cosa...

Odore di salsedine, rumore di acqua che si infrangeva ritmicamente contro rocce aguzze e scogli duri e acuminati.
Il procedimento di Materializzazione era terminato.
E quel ricordo, con la sua intensità ed il suo carico di emozioni, aveva impiegato solamente un istante, per riaffiorare alla mente ed alla parte conscia del pensiero.

Qualcosa di importante sarebbe successo, quella notte.
Qualcosa di terribile ma necessario.
Regulus era certo di riuscire nella sua impresa.
Aveva studiato ogni minimo particolare, raccolto ogni briciola di informazione che fosse a sua disposizione.

Ora, il vento che sgarbatamente gli spettinava la chioma corvina era un segnale che non poteva essere ignorato.
Egli doveva agire.
Quella notte, un anello di quel cerchio infernale di sudditi legati da un mortale patto sarebbe mancato al raduno.
Aveva poco tempo, prima di essere cercato.
Prima di essere trovato.
E tuttavia doveva riuscire.

Inspirò profondamente l'aria fredda che gli colmò i polmoni e gelò la gola.
Sbattendo furiosamente le palpebre e ricacciando indietro il terrore, chiamò, a voce bassa.
"Kreacher."

Un Elfo Domestico magro ed allampanato apparve immediatamente al suo fianco.
Almeno lui gli sarebbe rimasto sempre fedele.
Regulus non sarebbe stato solo.

"Il padrone ha chiamato. Cosa desidera il padrone? Cosa fa in questo luogo inospitale ed indegno della sua presenza?"

Regulus volse di scatto il capo alla creatura.
"Kreacher, ora ascolterai le mie istruzioni e le seguirai alla lettera. Lo... lo farai?"

L'Elfo si inchinò sino a toccare il muschio freddo e morbido col lungo naso a matita.
"Kreacher vive per servire la nobile casata dei Black." rispose, con infinito rispetto.

Regulus affondò la destra nella veste e ne estrasse un foglietto ripiegato con cura.
Lo distese sul suolo molle, appoggiandovi sopra un dorato medaglione dall'aria vetusta, e si chinò di fronte al vecchio servitore.
"Innanzitutto... mi dispiace per ciò che accadrà, Kreacher. Ma deve accadere. Mi credi, vero?"

Le orecchie dell'Elfo ondeggiarono mentre inclinava il capo, con fare alquanto sorpreso.
"Kreacher farà con orgoglio tutto ciò che padron Regulus gli chiederà." replicò, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Il ragazzo rabbrividì e si strinse nel mantello.
"Be... bene, allora. Ascolta."

Mentre sussurrava parole ripetute più e più volte nella sua mente, il pezzo di pergamena che teneva tra le dita si rovesciò, ed espose all'oscurità grigia del cielo tempestoso la sua sibillina scritta dal sapore di premonizione.


Al Signore Oscuro
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto.
Ho rubato il vero Horcrux e intendo distruggerlo appena possibile.
Affronto la morte nella speranza che, quando incontrerai il tuo degno rivale, sarai di nuovo mortale.
R.A.B.




   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Bellis