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Autore: Hermione Weasley    20/02/2015    4 recensioni
Dieci one-shot d'ambientazione ordinaria per disegnare l'evoluzione del rapporto tra Clint e Natasha.
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Eppure, che lo volesse oppure no, il giorno che aveva deciso di risparmiarla, aveva legato a doppio filo la sua vita con quella di lei: se Natasha si sforzava di non deluderlo, di ottenere il meglio da quell'opportunità che lui le aveva concesso, anche Clint sentiva il bisogno di dimostrarsi all'altezza della fiducia che (pure a fatica) la ragazza aveva riposto in lui. Non voleva deluderla e di certo non voleva essere indegno degli sforzi che lei compiva per non deluderlo a sua volta.
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[Clint x Natasha] [per Sheep01 :3] [Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A doppio filo'
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IV.

 

“E' stato impressionante.”

“Che cosa?”

“La tua resistenza. Dopo la visita al MoMA, credevo che il Guggenheim ti avrebbe steso.”

Clint sbuffò una risata indignata, buttandosi sulla porta del ristorante cinese per aprirla e permetterle di precederlo all'interno.

Dopo un paio di visite alla Statua della Libertà e all'Empire State Building, avevano stretto un tacito patto che prevedeva il tour di un luogo o museo particolarmente significativo della città tutte le volte che avevano un giorno libero e nessun acciacco post-missione a rallentarli. Questo dopo che Clint aveva scoperto con orrore che Natasha – dopo circa due anni di permanenza a New York City – aveva ancora una serie di lacune spaventose; con qualche riserva, a dire il vero. Una vocina fastidiosa, da qualche parte nella sua testa, gli aveva fatto notare una certa dimestichezza della ragazza con i luoghi che tecnicamente avrebbe dovuto visitare per la prima volta, suggerendogli – piuttosto – che Natasha doveva avergli mentito per un qualche motivo. Passare del tempo con lui? Vederlo in difficoltà alle prese con l'arte più incomprensibile? Scroccargli i biglietti del traghetto per Liberty Island? Quale che fosse la risposta, il risultato non gli dispiaceva affatto: aveva seguito l'istinto e si era limitato ad assecondare quella potenziale finzione.

Come la maggior parte dei suoi piani, però, anche quello aveva avuto la pessima idea di rigirarglisi contro: probabilmente avrebbe dovuto immaginare che un'osservatrice attenta come Natasha avrebbe trovato pane per i suoi denti in una galleria d'arte. Fatto stava che in quel momento i piedi gli facevano un male del diavolo e non vedeva l'ora di mangiare, gettarsi sul divano davanti alla tv e spararsi un film o un telefilm a contenuto culturale inesistente.

“La tua malafede è preoccupante,” la rimbrottò comunque.

“Mi limito a basarmi su dati di fatto, Barton.”

“Oh, quindi il modo in cui hai cominciato a passare sempre più tempo davanti a ciascun quadro era un dato di fatto?” Credeva seriamente che gli fosse sfuggito il modo in cui aveva tentato di dar fondo alla sua scorta di pazienza tutt'altro che senza fondo? Non lo chiamavano Occhio di Falco per niente!

“No, quello era un tentativo di farti uscire di testa.”

“Stronza.”

“Non mi sono lamentata quando mi hai costretta a guardare sei film di Star Wars uno dopo l'altro.”

“Ovviamente non ti sei lamentata! E' Star Wars! Non essere blasfema...”

“Credo ti sfugga il significato di blasfemo.”

“Non mi sfugge per niente, te l'assicuro.”

Si fermarono davanti al bancone del ristorante, dove due paia d'occhi perplessi li stavano osservando in attesa di essere interpellati per le ordinazioni. Clint non voleva far altro che accontentarli – l'aveva già detto, che aveva una gran fame? – ma Natasha finì per precederlo.

“不介意我的朋友,他是个白痴,” sciorinò con la sua solita espressione indecifrabile.

“Sbaglio o avevamo detto niente cinese al ristorante cinese?”

你说,我没有,” gli si rivolse direttamente, l'aria innocente e fastidiosamente confusa.

“Non parlarmi in cinese, Nat.”

那不是我的名字.”

“Ho detto niente cinese!”

L'indignazione di Clint fu tanta e tale – si rese conto – da costringerla a distogliere lo sguardo. La vide fissare ostinatamente la vetrina interna del ristorante e poi... le sue spalle vennero prese da un tremore maltrattenuto: un attimo dopo Natasha Romanoff – la Vedova Nera – era scoppiata a ridere.

La sua irritazione si trasformò in puro sgomento... e soddisfazione; era piuttosto sicuro di essere riuscito dove nessuno aveva mai trionfato prima.

Si voltò verso i camerieri del ristorante, irrimediabilmente sempre più perplessi.

“Sapete come si dice 'Oh mio dio' in cinese?”



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Note: manco a dirlo il cinese è tradotto con Google Translate, quindi non rispondo delle boiate che possano esserci realmente scritte XD Spero non ci sia nessuno che sappia il cinese tra chi mi legge (e se ci siete, mi dispiace moltissimo... licenza poetica, maybe?). Oltre a questo, il senso dell'umorismo di Natasha si sta decisamente sviluppando e il povero Clint ne paga le conseguenze... mal voluto non è mai troppo, no? Tutto il resto parla da sé :)
Ringrazio come sempre chi mi legge & recensisce e in particolar modo la sclerobetasocia Eli, as usual :*
Alla prossima one-shot!
Serena.

 
  
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