Scorpius trascorre tutto l'agosto dopo il suo settimo anno ad Hastings, impegnato a frequentare il corso di introduzione alla laurea di Guarigione: dalle lettere che Draco ed Astoria ricevono, non colgono altro che un estatico entusiasmo, lo stesso che lo caratterizza da quando ha ricevuto i risultati dei suoi M.A.G.O.
(Nell'apice del suo orgoglio, Astoria ha liberato un'intera parete del salone da quadri e fotografie, solo per appenderceli).
Il corso è fantastico, i compagni sono fantastici, i professori sono fantastici, il cibo è fantastico, la stanza è fantastica e il mare è più che fantastico.
Ricevono come minimo cento foto alla settimana che riprendono il cielo, i compagni di stanza, la sua ragazza e ogni luogo turistico gli capiti di visitare.
(Ne ricevono anche cinque di un lampione, che li lascia piuttosto perplessi. È il lampione più normale che abbiano visto: non c'è scritto niente, non c'è appeso niente. È...solo uno stupido lampione.)
Il giorno in cui torna a casa, abbronzato e con una valigia in più rispetto a quella con cui era partito, tutto sembra un po' meno fantastico.
-L'iscrizione ai corsi di settembre è a numero chiuso, e valutano chi prendere in base a com'è andata ad agosto. – sospira lui – Quindi...si tratta di aspettare, ora.
E l'attesa è logorante, Draco e Astoria riescono perfettamente a vederlo: è dai suoi sedici anni che Scorpius si è lanciato nel progetto di diventare Guaritore, escludendo in maniera categorica qualsiasi vicinanza con il Ministero.
( -Se dovessi mai prendere in considerazione il Ministero, le cose andrebbero in due modi: – fa loro presente con tono casuale, come se la cosa non lo toccasse nemmeno – o sarei un raccomandato, o mi odierebbero tutti. Oppure una combinazione delle due cose.
Li guarda, e per un momento appena, traspare una nota d'incertezza nel suo sguardo.
-Voglio...iniziare da capo. Da zero. Ha senso?
Draco accenna un sorriso di incoraggiamento.
-Decisamente. )
E Scorpius non ha un piano B: se non venisse ammesso, nessuno ha la più pallida idea di cosa deciderebbe di fare.
(E ogni discussione con lui al proposito va a finire con una scrollata di spalle e un seccato "Non ne ho idea.")
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Sono tutti e tre seduti al tavolo della cucina, impegnati a scrutare la busta appoggiata esattamente al centro del tavolo, in un silenzio quasi religioso.
Draco lancia un'occhiata al figlio, il mento appoggiato sul tavolo e lo sguardo fisso sulla lettera.
-C'è, ti mandando una lettera anche quando ti rifiutano?
-Ah ha.
-Carino, da parte loro.
Rimangono immobili per un altro paio di minuti, prima che Astoria sbotti.
-Avete in programma di rimanere qui seduti ancora a lungo? Perché mi sto annoiando.
Scorpius le rivolge appena uno sguardo, di fredda condiscendenza, prima di risponderle.
-Tutto il mio futuro è scritto dentro quella busta, Ma'. Mi sto solo...preparando, psicologicamente.
Lei sbuffa, seccata.
-Tesoro, il tuo futuro è già stato scritto in quella lettera. Non è che cambierà, se la fissi per un minuto o per tre ore.
Rimane a fissare il figlio per un altro minuto circa e, non vedendo nessuna reazione, scatta in avanti, rapida, e afferra la lettera, strappandola da sotto gli occhi di Scorpius.
-No, no, no, no!
-O la apri tu ora, o la apro io.
-Mamma, ridammi quella lettera!
Astoria alza appena le sopracciglia, osservando attenta il figlio.
-Ti offro una scelta. Vai in camera tua, la leggi da solo, e poi ci dici. E se tra cinque minuti non sapremo ancora niente, ti giuro, me la riprendo e la apro tra un mese.
Sotto la prospettiva di quella minaccia, Scorpius sembra impallidire un po'. Esita, prima di borbottare un incerto "Va bene."
Astoria, come promesso, gli riporge la lettera.
-Cinque minuti, Scorpius. Mi raccomando, dipende da te.
Lui le rivolge un'ultima occhiata di rancore prima di iniziare a salire le scale, calcando per bene il tallone sugli scalini.
Non appena sentono la porta chiudersi di camera sua con un tonfo, Astoria sospira, esasperata, risedendosi al suo posto.
-Quanto scommetti che non la aprirà fino a stasera.
Per qualche minuto, rimangono entrambi chiusi in un silenzio pensieroso, lei che tamburella nervosamente le dita sul tavolo e Draco che continua a scoccare occhiate alla scala, in attesa.
-Comunque – osserva lui – anche se non dovesse venir preso, non sarebbe un grosso problema.
Astoria gli rivolge uno sguardo perplesso.
-Ah no?
-A Londra ho visto che un McDonald stava cercando personale.
Astoria scoppia in una risata stanca, a cui si unisce anche lui. Stanno ancora ridacchiando, quando sentono il tonfo di qualcosa che cade, e un urlo.
-SÌ, SÌ, SÌ!
(A quanto pare, quel McDonald può aspettare ancora un po'.)
----->Note dell'autrice:
Non posso negare quanto sia compiaciuta del buon responso che sto ricevendo, ragazze/i.
C'è, mi ricordo di quando avevo scritto Afterlife, ed ero in estasi perché "wow, 10 persone stanno seguendo la mia storia e ho 14 recensioni! Sono diventata famosa!!"
E adesso...mmh. Diciamo che mi sono resa conto di quanto mi fossi sbagliata.
Che dire?
Ogni recensione che lasciate e ogni numero in più che noto tra i preferiti, i da ricordare e i seguti mi danno lo stimolo a sorridere e a scrivere con un po' più di motivazione. Quindi...grazie, davvero.
(E continuate a commentare! Per me non è un piacere...di più.)
((Altri due capitoli, ed è finita.))