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Autore: raffychan    20/02/2015    5 recensioni
Pochi giorni dopo la sconfitta del principe degli inferi mi ritrovai di nuovo vittima di orrendi incubi, gli stessi che facevo le notti in cui Gourry era stato rapito. Notte dopo notte quegli sogni diventavano talmente atroci per me che m’inducevano a gridare dal dolore, mentre rivedevo quella bara di vetro frantumarsi dinanzi a me. C’era solo un modo che conoscevo per sfuggire a quel tormento …
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è già stata pubblicata una volta qualche anno fa ma rileggendola ho trovato tanti e tanti di quegli errori che me ne vergogno ancora oggi. L'ho un po' sistemata e riscritto da capo il primo capitolo. Ringrazio come sempre la mia cara Andre per i preziosi suggerimenti, il supporto e anche per la sua santa pazienza. Come sempre qualsiasi commentoe critica sono ben accetti.
Buona lettura. ^^




Avevo freddo, ed ero arrabbiata.
Avevo fame, ed ero arrabbiata.
Insomma, ero arrabbiata e furente quel giorno e giuro che avrei carbonizzato chiunque mi fosse capitato a tiro se non trovavo un posto riparato, caldo e con del buon cibo subito!
Inoltre quel giorno maledetto era cominciato male già dal primo mattino, visto che durante la notte madre natura aveva deciso di far scendere tanta di quella neve da impedirmi di camminare normalmente, rischiando invece di inciampare e finire con la faccia nel neve un paio di volte.
Non che odiassi questa stagione, anzi, in altre circostanze avrei amato quella situazione. La neve candida e bianca mi regalava ogni volta un senso di pace e tranquillità. Da piccola adoravo sprofondare con tutto il mio peso su quella patina bianca, muovendo gambe e braccia contemporaneamente, creando un piccolo angelo delle nevi . Così come mi piaceva creare dei buffi pupazzi di neve dalle forme più strambe, dando loro i nomi più assurdi, giocando con loro, facendoli diventare, nella mia immaginazione di bambina, dei temibili nemici venuti da chissà quale luogo magico per conquistare il mondo, e io che mi immedesimavo nella figura della potente maga pronta a sconfiggerli per salvare l’umanità.
Sorrisi a quel ricordo in modo sarcastico, dopotutto la mia vita non era poi così diversa da quei giochi che facevo da bambina.
Ironia della sorte.
Anche se in quel momento l’avrei chiamata pura e semplice sfortuna, visto che non riuscivo a fare più di un passo senza sprofondare con i piedi nella neve, rischiando seriamente di rimanere sepolta viva li.
Ero ormai in viaggio da tre giorni senza riuscire scorgere un villaggio nemmeno a pagarlo oro.
Qualche divinità ce l’aveva con me, ormai ne ero fermamente convinta!
Forse LON in persona, oppure qualche seguace di Fibrizio che voleva farmela pagare, visto che avevo carbonizzato il suo principe non meno di un mese fa.
Dannazione, possibile che una fanciulla indifesa, e maledettamente affascinate come me, doveva perennemente essere perseguitata da tutti questi dannati mazoku solo perché sapevo lanciare una delle magie più potenti come il Giga Slave?
Al mondo non esistevano altre maghe capaci di evocarlo e quindi di beccarsi tutta questa sfortuna al posto mio?
Certo, non che mi dispiacesse essere l’unica in grado di evocare un incantesimo tanto potente, però anche una maga bellissima e geniale come me meritava il giusto riposo, no?
Insomma, era troppo chiedere qualche momento di tranquillità, comodamente seduta al tavolo di qualche bella osteria, con quintali di cibo davanti a me, e il borsello che tintinnava di monete d’oro?
Evidentemente si, visto che la realtà che in quel momento stavo vivendo era molto diversa.

-Eppure non penso di avere chissà quali pretese!-

Mi ritrovai ad urlare, cercando di liberare il mio ginocchio inevitabilmente sprofondato nella neve.
Davanti a me solo neve e alberi, e un vento gelido che mi sferzava la faccia.

-La mia povera pelle. Se non trovo subito un posto riparato sento che la mai faccia si sgretolerà.-

Improvvisamente sentì qualcosa di fin troppo freddo scontrarsi contro la mia nuca, scivolando poco dopo lungo i miei capelli facendomi congelare anche le punte, mentre sentivo una risatina alle mie spalle fin troppo fastidiosa per i miei gusti.
Mi voltai lentamente contro colui che aveva avuto l’insana idea di lanciarmi contro quella palla di neve, vedendolo con ancora il braccio teso e quel sorrisetto trionfante stampato in faccia.
Un lungo ciuffo biondo copriva metà del suo volto mentre un’insana voglia di uccidere si stava facendo strada dentro di me.
Puntai il mio sguardo furente su quella figura che rideva di gusto, tenendosi la pancia con l’altro braccio, puntando il dito indice verso di me.

-Ahaha…Lina…non sai..quanto…quanto sei buffa-

Ah ah, divertente, davvero!

Peccato che quello sciocco non aveva la minima idea di cosa stava rischiando in quel momento.
Fortuna vuole per lui che era sempre stato dotato di un ottimo sesto senso e di ottimi riflessi.
Furono infatti quelli a salvarlo dalla palla di fuco che gli lanciargli contro, creando un piccolo cratere dietro di lui.

-Oplà, mancato-

Disse canzonandomi e facendomi la linguaccia,  mentre io preparavo un’altra palla di fuoco decisa stavolta a colpirlo direttamente sulla faccia.

-Stavolta sei morto Gourry, sei davvero morto!-

Urlai, mentre vedevo il mio compagno di viaggio evitare la seconda palla di fuoco, finendo però con la faccia nella neve.

-Ah ah così impari, brutto stupido!-

Esclamai trionfante.

Certo, non l’avevo carbonizzato, dopotutto quello stupido era pur sempre la mia guardia del corpo e una guardia del corpo fa sempre comodo, ma almeno avevo ottenuto la mai vendetta visto che la sua faccia era ancora incastrata sotto parecchi centimetri di neve.
Chi la dura la vince!
Lo vidi rialzare la testa dalle neve, scuotendola e destra e a sinistra come una cagnolino. Ora era la sua faccia ad essere completamente ricoperta di neve.

-Uffà Lina, così non vale però-

Oh ma andiamo, che bisogno c’è di lamentarsi?

-Colpa tua Gourry, questa è la giusta punizione per avermi giocato quel brutto scherzo-

Dissi portandomi entrambe le mani sui fianchi, avvicinandomi a lui.

-Forza stupidone, vedi di alzarti, non sopporto più di stare qui.-

Allungai una mano verso lo spadaccino aiutandolo ad alzarsi, sono pur sempre una ragazza dai modi gentili. Peccato però che gli intenti di Gourry erano tutt’altro che nobili. Non appena prese la mia mano mi ritrovai a sprofondare a mia volta la faccia nella neve, mentre sentivo lo spadaccino ridere di nuovo.

-E con questo siamo pari-

Ma in fondo a cosa mi serviva una guardia del corpo?
 



La notte era ormai calata e sentivo i miei piedi rischiare seriamente di congelarsi vista la lunghissima e faticosa camminata.
Ma fu in quel momento che, finalmente, riuscì a vedere quello che da troppo tempo desideravo: Un villaggio!
Si ok, piccolo e nemmeno molto fiorente, ma era comunque un villaggio.
E si sa, dove c’è un villaggio c’è una locanda e dove c’è una locanda c’è cibo!
I miei occhi iniziarono a brillare di gioia mentre indicavo con voce allegra la nostra meta a Gourry.

-Gourry guarda, finalmente un villaggio, siamo salvi!-

Senza nemmeno dargli il tempo di rispondermi presi istintivamente il braccio dello spadaccino, richiamando a me l’incantesimo del Levitation, volando diritta verso la prima locanda.
Già mi immaginavo immersa in un caldo bagno ristoratore e con la pancia piena.
Peccato però che le mie previsioni non furono del tutto esatte.
Si, era una locanda, munita di camere e cucina, peccato per un piccolo particolare: cadeva a pezzi!

Che razza di scherzo è mai questo?

Pensai furiosa, pregando che quello fosse solo un brutto sogno.
Una mano venne appoggiata sulla mai spalla mentre il viso dello spadaccino era intento a scrutare quella specie di catapecchia.

-Beh Lina, è pur sempre una locanda, accontentiamoci-

Disse iniziando ad entrare dentro quel tugurio, trascinandomi a forza con lui.
No seriamente, ditemi che è uno scherzo.
 
 

Come avevo immaginato le mie aspettative si rivelarono del tutto vere!
La cena non era stata di certo delle migliori, come non lo era stato nemmeno il resto visto che, dopo aver salutato il mio compagno di viaggio, mi ritrovai a dover entrare nella camera più umida e puzzolente che avessi mai affittato.

 -Dannato oste dei miei stivali- pensai furiosamente gettando subito dopo il cuscino contro la parete, ricordando come quell’oste si pavoneggiava del fatto che la sua era l’unica locanda presente in tutto il villaggio, sfortunatamente per noi. Beh era inutile lamentarsi, tanto quella sera non avevo intenzione di passare l’intera nottata dentro quel tugurio.

No di certo!

Avevo un preciso piano in mente, in primis quello di  rifarmi dell’orrenda e misera cena che, sempre quell’oste che ormai era finito nella mia lista nera, mi aveva portato davanti agli occhi.
Tanto per essere chiari: due uova strapazzate e un pezzo di pane, no dico voi la chiamereste cena questa? E lui che diceva pure Ma signorina e mezzanotte, la cucina è chiusa da un pezzo oh ma andiamo!

Attesi tranquillamente che il mio amico andasse a dormire, sedendomi su quel letto duro come il marmo.
Sbuffai osservando il soffitto sopra di me.
La luce della candela poggiata sul mio comodino creava dei giochi di luce ed ombra che danzavano dinanzi a me.
Buio e luce si scontravano tra di loro, come guerrieri su un campo di battaglia, generando il caos.
Le tenebre in quel momento erano più forti, la luce più debole, eppure nessuno dei due voleva arrendersi.
In ballo c’era la loro esistenza.
E quando ti ritrovi a dover lottare per qualcosa di così importante, nient’altro conta.
E io lo avevo fatto.
Avevo combattuto per salvare quell’esistenza che non potevo assolutamente perdere.
Chiusi gli occhi girandomi di lato.
Gli avvenimenti di quell’ultimo mese tornarono prepotenti a farsi strada nella mai mente, chiari e limpidi come l’acqua.
Il rapimento di Gourry, la battaglia contro Fibrizio, il Giga Slave.
Il riavere Gourry di nuovo con me.
Quello stupido, possibile che non si era mai reso conto di quanto mi aveva fatto preoccupare?
Certo, lui non ne era in alcun modo consapevole, dopotutto era normale per lui non ricordare assolutamente nulla del suo rapimento, né degli effetti che l’incantesimo di Fibrizio aveva causato sulla sua mente portandolo a schierarsi contro di me.
Io invece ricordavo tutto alla perfezione, ma ero convinta che avrei dimenticato questa brutta esperienza a lungo andare.
Quanto mi sbagliavo.
Nonostante fosse ormai passato un mese da quel giorno riuscivo ancora a sentire l’ansia e la paura dentro di me, portandomi a rivivere come orrendi incubi tutti gli avvenimenti in cui mi ero ritrovata coinvolta.
Tornai a guardare il soffitto dandomi inconsciamente della stupida.
Ormai era tutto finito, giusto?
Insomma, il mondo era salvo, Fibrizio non esisteva più e Gourry era di nuovo accanto a me.
Anche se avevo rischiato seriamente di distruggere il mondo.
Cosa mi era preso in quel momento?
Eppure mi ero ripromessa di mantenere il sangue freddo e di non commettere nessuna imprudenza, in ballo c’era la salvezza dell’intera umanità. Ma… non appena avevo visto quella bara di vetro  rischiare di cedere sotto il colpo di Fibrizio, portando via colui che ritenevo la mia unica ragione di esistenza, non avevo capito più nulla. Sentivo solo l’istinto di rischiare tutto, qualsiasi cosa, anche l’umanità stessa, pur di riavere Gourry con me, pur di salvarlo.

E poi…

Poi mi ero risvegliata da quel terribile incubo, stretta tra le sue braccia, senza più pensieri né paure, solo noi due al sicuro l’una tra le braccia dell’altro. Avrei voluto stringerlo a me per sempre, per il timore di vederlo andare di nuovo via ma quando mi risveglia, al suono della voce dei nostri amici, il mio caratteraccio  mi avevano indotto a comportarmi come sempre.
Ripensandoci adesso mi sentivo leggermente in colpa. 
Pensare che si era buttato alla mia rincorsa nel mare del caos per salvare questa stupida maga e ritrovarsi come ringraziamento il segno evidente del mio gancio destro sulla guancia.
Sono un tipo timido dopotutto, ok?!
 
Presi un lungo respiro alzandomi dal letto, avvicinandomi alla parete che separava la mia stanza da quella dello spadaccino, appoggiando una mano su di essa.
Chissà se Gourry si era addormentato?
O …se stava aspettando che mi presentassi anche quella sera in camera sua chiedendo di dormire con lui?
Già, la mia nuova e quanto mai inspiegabile abitudine: dormire con Gourry.
Questa poi.
Tutto era cominciato pochi giorni dopo lo scontro con Fibrizio.   
Una notte mi ero ritrovata di nuovo schiava di un orrendo incubo, lo stesso che feci il giorno in cui Gourry era stato rapito, facendomi urlare dal dolore straziante, gridando il suo nome, per il timore di vederlo andare ancora via.    
Fu così Gourry si era cosi ritrovato, non solo a farmi da guardia del corpo, ma anche da calmante nelle notti buie popolate da incubi. Ricordo ancora quando lo spadaccino prese l’abitudine di dormire la mio fianco, tenendomi stretta a sé, cullandomi gentilmente, fino a quando non mi calmavo sprofondando in un sonno tranquillo senza sogni.
Ero ormai talmente abituata a questa nostra nuova moda che anche nelle notti in cui riuscivo a dormire tranquillamente, senza che nessun incubo facesse la sua comparsa, mi sentivo comunque a disagio e, lo sapevo perfettamente, questo era dovuto al non avere Gourry accanto a me.
Molte volte pensai addirittura di simulare un falso malore in modo da averlo subito vicino a me e farmi coccolare da lui ma, subito dopo, mi davo della stupida a pensare certe cose anche un po’ infantili per me.
Insomma, non sono certo una bambina viziata che piange quando non le viene subito concesso il giocattolo che ha adocchiato, no?
Infatti!
Sono adulta e capacissima di dormire da sola, diamine! 
Ho sconfitto mazoku e draghi, che ci voleva a sconfiggere degli stupidi incubi senza senso sognando al loro posto valanghe di dolci,  invece di ritrovarmi davanti scene di un vetro che va in frantumi.
Era davvero così indispensabile la presenza di quello spadaccino, privo di ogni forma di intelligenza e con la forza di dieci troll, per farmi ritrovare la serenità?
E la risposta alla mia domanda è, rullo di tamburi, si!
Si dannazione!
Non volevo più rinunciare al quel calore, alla tranquillità e a quella serenità che solo Gourry, con il suo buon odore, con il suo corpo caldo e con i suoi occhi rassicuranti sapeva darmi.
Purtroppo non potevo fargli capire che ormai dipendevo totalmente dal suo modo di starmi vicino durante la notte.
Di giorno non era un problema stargli lontano, visti i miei innumerevoli impegni con bande di banditi e negoziare con i commercianti sui mie oggetti ottenuti in modo del tutto “legale”.
Ehm..dicevo.
Durante il giorno non avevo alcun problema a fare a meno della presenza di Gourry.
Era la notte il mio vero problema ma per una volta volevo risolvere la questione in un altro modo.
Staccai la mia mano dalla parete, avviandomi verso la porta.
Usci dalla mia camera fermandomi dinanzi la porta della stanza di Gourry. Appoggiai l’orecchio contro il legno, cercando di percepire qualche rumore all’interno di quella stanza.  Dopo essermi accertata che dalla stanza di Gourry non provenisse alcun suono sgattaiolai fugacemente via,  diretta in qualche buona distilleria.
Stavo per raggiungere la mia agognata meta quando sentì qualcuno, che secondo me teneva veramente poco alla sua vita, fermare la mia marcia mettendomi una mano sulla spalla. E poi non dite che io ho un caratteraccio, una fanciulla non può nemmeno andare in giro di notte per i fatti suoi che deve essere subito abbordata da qualche idiota. Ergo, la povera fanciulla si deve difendere, giusto? Stavo appunto per incenerire la mano che quella sera aveva osato tanto quando le mie orecchie riconobbero subito il proprietario di un voce a me fin troppo nota.

-Vedo che abbiamo avuto la stessa idea-

Si certo, e i maiali volano.

Girandomi lentamente incontrai la figura possente del mio compagno di viaggio che mi sorrideva in modo del tutto tranquillo. Portai entrambe le mani ai mie fianchi mentre guardavo Gourry con la mia solita aria di irritazione.

-Gourry, dillo che mi stavi seguendo, perché la scusa che abbiamo avuto la stessa idea non sta né in cielo né in terra-

Lo spadaccino non smise di sorridere mentre la sua mano si allungava a scompigliare, come al suo solito, la mia frangetta.

-Non è certo colpa mia se una maga di mia conoscenza ha il passo di un elefante credendo che nessuno la ascolti-

Ah bene, non solo mi diceva che ero senza seno né curve, adesso ero paragonabile a un elefante con i piedi grandi quanto un albero.
Oh Gourry, dillo che vuoi morire giovane.

-E io non pensavo che tu fossi così cocciuto, quando la smetterai con questo vizio?-

Dissi, allontanando la sua mano dalla mia criniera.

-Dai Lina, ormai dovresti esserci abituata piuttosto: dove stai andando a quest’ora della notte?-

Farsi gli affari propri mai eh?

Sbuffai incrociando le bracci al petto guardando verso l’alto.
E dire che stavo facendo tutto questo anche per lui, insomma, se non cercavo in qualche modo di superare la mia nuova mania di dormire ogni santa notte tra le braccia di Gourry quel cervello di medusa sicuramente avrebbe iniziato a farsi chissà quale idee su di noi, o almeno su di me, sempre se il suo cervello era abbastanza acuto da capire quanto era diventata assurda quella situazione che si era venuta a creare.
E poi che potevo mai fare, entrare come una bambina nella sua camera, con tanto di cuscino in mano e pigiama rosa -un'altra cosa che odio di quella stramaledetta locanda- e chiedere al fratellone maggiore di dormire con lui perché avevo gli incubi?
No…no…no e ancora no!
Non si dica mai che la grande maga genio Lina Inverse possa fare delle bambinate del genere! Già il mio cosiddetto “amico” Gourry si divertiva a chiamarmi bambina dalla mattina alla sera, ci mancava solo che gli davo la conferma definitiva. 
Beh però potevo comunque portare avanti il mio piano “Non-dormire-insieme”.  Insomma, nulla m’impediva di sbronzarmi insieme al mio amico e poi ognuno nella propria camera, no? E se l’alcol non bastava, un buon vecchio Dragon Slave era più che sufficiente,le vecchie abitudini non muoiono mai.
Abbassai le braccia lungo i fianchi, guardando lo spadaccino che mi sorrideva con quel suo fare ingenuo .

-Dei, quanto mi piace quando sorride cosi-

Ehm..dicevo…

-E va bene Gourry,stavo andando a bere qualcosa, vuoi venire con me?-

Domanda stupida ovviamente, se c’era una cosa che ci accumunava più di tutto erano cibo e alcol.
Gourry non rispose, semplicemente mi offri il suo braccio piegato.
Bhe che dire, non era un genio ma almeno i modi da gentiluomo li conosceva alla perfezione.
Accettai volentieri il suo invito e insieme ci incamminiamo verso la tanto agognata distilleria. 
   
 
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