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Autore: Lexi Niger    07/12/2008    4 recensioni
"Io ho una possibilità. Paradossalmente è la morte che me l'ha concessa. Eppure sono viva. Lo so, vi parrà difficile se non impossibile raccapezzarvi nelle mie parole. A volte stento a crederci anche io. Eppure è la mia natura. Sono una Guardiana." E' una storia d'amore, d'odio, di poteri sovrannaturali. A voi un parere.
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà!
Ho pensato di postarvi il nuovo capitolo così magari avete più tempo per leggerlo!
Fatemi sapere, un bacio, Ale.


Mi abbottonai la camicia.
< Rivestiti e lasciaci soli > ordinai a Isabelle.
Ora avevo altro da fare.
Sembrò offesa dal mio disinteresse. Doveva saperlo, lei era un oggetto.
Finalmente la porta si chiuse dietro di lei.
Fissai i suoi occhi. Quanto mi erano mancati.
Avrei voluto usare parole cariche di affetto.
Non ci riuscii. Non era nella mia natura.
Ma il sorriso che gli rivolsi fu eloquente.
Charles.
Mi era mancato come l'ossigeno in alta montagna, come l'acqua nel deserto.
Era una parte fondamentale della mia vita.
< Che ci fai tu qui? >.
< E' così che si accoglie un vecchio amico? Con una donna nuda tutta per te e senza nemmeno un abbraccio? >.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
Nessuna frase avrebbe espresso adeguatamente il nostro legame.
< Hai ragione, ero piuttosto impegnat o> sorrisi, < ma non mi hai ancora detto che ci fai a Milano? >.
< Sono di passaggio. Sto andando a Roma, ma mi fermerò per un po' qui. Sempre se deciderai di ospitarmi. Si intende >.
Il tramonto assunse tinte più calde.
La sua visita era caduta a pennello. Ad alleviare il mio malumore.
< Certo. Casa mia è casa tua lo sai >.
< Dai Jamie, raccontami cosa ci offre questa città > e disegno con le mani un corpo di donna.
Scoppiai a ridere.
< Sono io quello che non si smentisce mai? >.
< Beh, non mi sembra che tu abbia perso tempo >.
< Si fa il possibile no? >.
< Assolutamente socio! >.
Ci spostammo nel salotto e occupammo due poltrone. Uno in fronte all'altro. Come sempre.
< Milano ha pascoli davvero carenti. Con qualche eccezione, ovvio >.
< Vorrà dire che tu ti limiterai a presentarmi questa minoranza! >.
< Quando vuoi >.
< Subito? >.
Dopotutto avevamo ancora la serata.
Annuii.

La Porsche si muoveva fluida e silenziosa verso il calar del sole che si intravedeva dietro le case.
Eravamo giovani. Liberi.
La città era nostra.
E finalmente mi sentii di appartenere alla realtà.

*

Aprii la porta di casa.
Era tardi. Eccessivamente tardi. Mi sarei beccata delle lamentele.
E infatti...
< Ti sembra l'ora di rientrare? >.
La voce di mio padre mi giunse dal salotto, attutita dal rumore della tv.
< Ho fatto tardi al lavoro >.
Una bugia. Ma non mi andava di dare spiegazioni. Era presto, troppo.
Mi affacciai alla porta.
La mia famiglia era lì. Mio padre, mia madre, mia sorella.
Sedevano insieme sul divano a godersi la programmazione serale.
Mi stampai l'immagine nella testa. Presto non sarebbero più stati al mio fianco.
La mia famiglia.
Per la prima volta mi rendevo conto di quanto mi sarebbero mancati.
Sarei stata indipendente, libera.
Ma il prezzo era quello della solitudine. Sarebbe pesata nei momenti più duri.
Già lo sapevo.
Ma avevo scelto. Avevo diciannove anni, quasi venti.
Non era più tempo di nascondersi sotto le gonnelle della mamma.
< Com'è andata al bar, Sofia? > mi chiese premurosa mia madre.
< Alla grande! >. Tutto sommato a parte l'incidente con quel cretino era andata bene.
< Ne sono felice > e lo era davvero.
Voleva solo il mio bene. Come tutte le mamme.
< Posso iniziare a preparare gli scatoloni? >.
< Non è troppo presto tesoro? >. Papà. Non si smentiva mai.
< No papà, non è presto. Appena trovo un appartamento libero mi trasferisco >.
Mio padre sembrò arrendersi. Ero cresciuta. Doveva lasciarmi volare con le mie ali.
< Salgo. Buona notte >.
Guardai mia sorella.
Si era addormentata mentre noi parlavamo. Com'era tenera.
< La porto su io > sussurrai a mia madre.
Otto anni di vita erano tra le mie braccia.
La posai delicatamente a letto e la coprii.
Com'era spensierata.
Le posi un leggero bacio sulla fronte e mi allontanai.
Dormi sorellina. Sogna. Perchè quando sarai grande capirai che la realtà è tutt'altra cosa.


Spazio autrice:
-mary: beh forse un lato umano ce l'ha, nascosto bene XD sono felice che ti coinvolga di più!
-vero: eheh, Jamie è il protagonista, non posso eclissarlo. E poi vedrai, attendi!
-kety: tu sei matta, ti adorooooooooooo! comunque vedrai, il loro rapporto penso sia molto molto complesso. Mi scuso per gli errori. vedrò di fare più attenzione.
-kyraya: benvenuta! Sono felice che ti piaccia, spero continuerai a seguirla, e a commentare XD
  
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