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Autore: runami_ lu99    21/02/2015    4 recensioni
salve a tutti eccomi qui come promesso con la seconda long RuuuuuuNamiii!! con accenni ZoRobin
questa storia è dedicata alla carissima NamyMoon XD
Per salvare la loro navigatrice i mugiwara dovranno trovare quattro gemme molto preziose in quattro isole diverse, coinvolti in gioco mortale: il "Death Game" dovranno superare prove difficili e combattere contro vecchi e nuovi nemici, ma... chi c'è dietro a tutto questo? e soprattutto... perche?
[Dal 3° capitolo]
*Sanji aveva bussato, ma a quanto pare la porta era aperta ed essa si spalancò sinistramente illuminando la buia stanza interna con una fievole luce grigia, i tre compagni però riuscirono comunque a distiguere gli oggetti presenti all'interno, soprattutto, la poltrona girata sopra il quale uno strano soggetto sorseggiava dentro un calice dorato, un vischioso liquido rosso.*
[dal 15° capitolo]
*"Cosa mi spinge..." cominciò a camminare lentamente verso di lui.
"... A rialzarmi?" Chiese scrutandolo da sotto le sopracciglia.
"I miei compagni... per colpa di questa stupida storia sono tutti in pericolo, e tu..." lo indicò.
"Tu... mi stai intralciando impedendomi di portarli al sicuro"*
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Z | Coppie: Rufy/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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SAGA DELL'ISOLA DI MIZU: ALL'ULTIMO SANGUE





Nami si rialzò per l'ennesima volta da terra sanguinante mentre si levava dal fianco destro uno spillo che le si era conficcato nella carne: sembrava quasi che ormai gli attacchi non le facessero piú male date le troppe volte in cui l'avevano colpita, l'uomo di fronte a lei si avvicinò con un ghigno soddisfatto in viso e facendo inclinare leggermente la lastra: doveva assolutamente trovare una strategia, un piano così da poter raggiungere il Sorcery-Clima Tact e combattere finalmente ad armi pari, ma quell'energumeno non ne voleva sapere di farla passare e farle riavere il suo preziosissimo bastone che controllava il clima, l'unico oggetto con cui poteva difendersi e attaccare.
"È inutile che insisti non te lo lascerò prendere tanto facilmente" disse l'avversario fermandosi ritto davanti a lei guardandola con sguardo di sfida, la rossa lo fisso emettendo un ringhio basso che lui non riuscì a sentire. Presa dall'odio verso quel tizio cercò di allontanarlo con un pugno nello stomaco che lui schivò senza problemi, la afferrò per un polso e guardò il palmo della mano notando una macchia nera a lui molto conosciuta, ghignò lasciandola andare.
"Oh, quindi sei tu" disse, la navigatrice lo guardò aggrottando le sopracciglia.
"Cosa vuoi dire?" Chiese non capendo ma restando sempre diffidente, lui emise una sottospecie di risatina sommessa per poi divenire improvvisamente serio.
"C'è una maledizione su di te... e quella macchia ne è la prova, la mia signora ha fatto centro anche sta volta, mi dispiace ma farai la stessa fine delle altre ragazze che l'hanno avuta prima di te" detto questo ricominciò a ridere sguainatamente.
"Prima... di me?" Si chiese la piratessa: qualcun'altro era stato maledetto allo stesso modo? Quindi voleva dire che chiunque fosse stato aveva già combattuto per salvare quella persona dalla maledizione? Lo sguardo della ragazza era un misto di stupore e sospetto mentre scrutava il suo avversario come a volergli far tirare fuori tutto quello che sapeva a riguardo.
"Ah si? Io non sono come gli altri" ribattè convinta.
"Forse vorrai dire: "le altre" e comunque, dubito che riuscirai a battermi senza neanche un arma" niente da ridire, Nami pensò: le altre? Quindi erano tutte femmine coloro che erano state maledette; ma poi perchè prendere di mira una donna su un migliardo? Che motivo aveva la Dea della Morte di fare una cosa del genere? C'era un solo modo per scoprirlo: sconfiggere quel tizio, superare le diverse prove e chiederlo direttamente a lei; in un modo o in un altro le avrebbero tirato fuori la verità, e se fosse stato necessario anche con la forza.
"Non mi batterai, e te lo dimostrerò!" Gridò decisa, sorrise sorniona facendo un passo indietro e la lastra si inclinò verso di lei, poi un altro e un altro ancora, l'uomo la guardò non capendo quali intenzioni avesse in mente.
"Che diavolo stai facendo?" Chiese lui che a stento riusciva a rimanere in equilibrio data la troppa inclinazione del pilastro.
"Se non posso andare dal mio obbiettivo... sarà il mio obbiettivo a venire da me" rispose, senza che lei facesse niente la terra cominciò a tremare e poi la piattaforma si sbilanciò ancora di piú facendo cadere i due verso il vuoto, la rossa non capì: certo, la sua intenzione era quella di inclinare il pilastro, ma non così tanto; aveva addirittura staccato i piedi dal suolo ed ora stava precipitando, e insieme a lei anche alcune macerie delle case; tra tutti quei massi cercò di individuare ciò che le interessava facendo scattare i suoi occhi da destra a sinistra e viceversa, finchè non vide un tenue luccichio blu in lontananza.
"Evvai!" Esultò aspettando che la forza di gravità facesse il suo dovere e portasse l'oggetto dritto nelle sue mani, qualche attimo ed eccolo avvicinarsi sempre piú rendendolo facilmente individuabile. Solo in quel momento l'avversario riuscì a capire quello che la sua nemica stava progettando poco prima: era astuta; cercò in qualche modo di avvicinarsi nuotando nell'aria, guardando prima lei e poi l'oggetto che rapidamente cadeva verso la piratessa, ma una casa gigantesca gli sbarro la strada per pochi attimi, impedendogli così di continuare la sua corsa, quando fu sparita l'immagine che gli si presentò davanti lo fece ringhiare di nervosismo e di rabbia: Nami con un sorriso beffardo dipinto in volto tringeva tra le mani il Sorcery-Clima Tact mentre lo fissava con sguardo di sfida.
"Milky Road" solide nuvole bianche uscirono da un estremità di quel bastone metallizzato azzurro formando una scalinata che le permise di rimanere a mezz'aria evitando che le case che precipitavano le cadessero addosso. Dopo qualche secondo la lastra si riassestò tornando in equilibrio e la navigatrice potè riatterrare constatando, poi, che finalmente la piattaforma non avrebbe piu avuto bisogno di mantenere un certo equilibrio per non cadere, sospirò sollevata ringraziando mentalmente Franky per aver permesso tutto quello. Si guardò attorno cercando di individuare il suo avversario che sembrava essere sparito nel nulla, poi udì un sibilio appena percepibile e si voltò di scatto parando con l'asta del suo bastone lo spillo che non appena venne a contatto con la superficie dell'arma balzò in aria accompagnato da una scintilla e da un rumore metallico. La rossa e il ragazzo si scambiarono uno sguardo truce: una per aver osato provare a colpirla nuovamente mentre era girata di spalle; l'altro per non essere riuscito a centrare il suo obbiettivo. Lui, da serio, ghignò e poi cominciò a ridere sguainatamente.
"Ahahahah... pensi davvero di riuscire a battermi avendo solo quel bastone? Sei propio un illusa" disse, lei lo guardò allargando la bocca in un sorriso sghembo.
"Tu lo chiami bastone... ma non è quello che sembra..." rispose puntando un polo verso di lui.
"... Guarda un pò qui" l'avversario cercò di vedere cosa stesse facendo, infatti un espressione stranita gli si dipinse in volto.
"Gust Sword!" Urlò Nami e un getto di aria pressurizzata uscì dall'estremità dell'arma andando ad abbattersi contro il petto del nemico che stupito venne scaraventato al suolo, si rialzò poco dopo ricoperto di graffi e lividi data la caduta e il colpo subito, si massaggiò la testa dolorante.
"Ma come diavolo avrà fatto?" Si chiese: nemmeno lui era a conoscenza di come quella specie di asta di metallo blu potesse generare un attacco così potente.
"Se te lo stai chiedendo, questo si chiama Sorcery-Clima Tact ed è in grado di cambiare il clima" come se gli avesse letto nella mente la rossa rispose alla domanda che lui non aveva fatto, ma bensì pensato.
"Non cambia niente! Sarai sempre tu quella ad essere sconfitta!" Gridò scagliando uno spillo diretto verso la piratessa nel tentativo di ferirla nella parte sinistra del petto: nel cuore; arrivò a pochi centimetri di distanza da lei che continuava a rimanere immobile con un espessione sconvolta sul viso, in quel momento il ragazzo pensò di aver raggiunto il suo obbiettivo e di averlo colpito eliminandolo definitivamente dalla faccia della terra, ma le sue speranze svanirono quando, invece che un suono ovattato di un corpo che cadeva inerme senza vita per terra, sentì il ticchettio dello spillo che penetrava la roccia del suolo: l'oggetto l'aveva trapassata da parte a parte, ma stranamente senza causarle alcuna ferita. Il castano la guardò stupito mentre la sagoma della navigatrice si deformava e spariva lentamente fino a lasciare solamente il nulla.
"Co-come hai fatto!?" Chiese urlando al vento, una risata cristallina rimbombò nell'aria creando un effetto multidirezionale così da non far capire al nemico da dove provenisse.
"Quello a cui hai appena assistito era un miraggio" disse di nuovo Nami facendo apparire altre copie di lei attorno all'avversario.
"Mirage tempo" lui confuso continuava a guardarsi attorno tentando di capire da che parte fosse la vera Nami.
"Thunder Trap" sussurrò senza farsi sentire: delle micro nubi nere invasero l'area da cui il castano cercava di uscire facendosi largo tra le proiezioni di luce create dalla piratessa.
"Basta con i giochetti! Vieni fuori e combatti seriamente!" Si infuriò lui senza accorgersi che aveva appena toccato una di quelle piccole nuvole temporalesche, non appena venne a contatto con quella una scarica elettrica lo colpì folgorandolo e buttandolo a terra coperto di bruciature e scottature ovunque.
"Stai attento quelle nubi sono cariche di energia elettrica... oh scusa, dovresti essertene già accorto" lo beffeggiò: la sua strategia stava funzionando, ancora poco e avrebbe concluso il combattimento uscendone vittoriosa.
"Avanti... come farai a battermi se non mi trovi" lo incoraggiò, il ragazzo si rialzò dolorante e lanciò un altro spillo nuovamente contro un miraggio che svanì poco dopo.
"Va bene, mi sono stancato! Se li colpisco uno alla volta non ti troverò mai" prese una manciata di quei piccoli aghi per mano e cominciò a ruotare su se stesso facendo così sparpagliare gli spilli ovunque, sentì un gemito alla sua sinistra e si voltò trovando la vera Nami a terra con una di quelle minuscole eppure micidiali armi conficcata nella gamba destra, si mordeva il labbro inferiore mentre goccie di sangue cadevano al suolo: aveva subito molte ferite, ma per fortuna non mortali; lui le si avvicinò con un sorriso sadico e soddisfatto in volto.
"Facevi la furba eh? E adesso pagherai con la vita" estrasse un altro ago destinato a trapassare il cuore della navigatrice: la rossa lesse nei suoi occhi la pazzia piú totale, una luce che lo faceva apparire posseduto da una sorta di demone interiore; un riflesso, come un ombra oscura che passava veloce nello specchio della sua anima. Indietreggio cercando di mettersi in salvo inutilmente.
"Muori!" Gridò il nemico facendo scattare la mano verso la piratessa. Un sorriso, spuntò un piccolo e furbo sorriso sul volto della rossa.
"Thunderbolt Tempo!" L'uomo venne investito da un dolore atroce su tutto il corpo, una gigantesca scarica elettrica, un fulmine spuntato dal nulla lo aveva colpito in pieno, rimase immobile in piedi prima di cadere privo di sensi a terra con un tonfo sordo, Nami si rialzò dolorante ma felice di aver battuto quel tizio.
"Eri troppo preso dall'idea di farmi fuori, che non ti sei accorto che avevo creato una nuvola propio sulla tua testa" fece un sorriso beffardo, si tolse lo spillo dalla gamba emettendo un gemito, sanguinava ovunque, decise quindi di fasciarsi almeno le ferite piú gravi, si tolse la maglia rimanendo in costume da bagno e cominciò a strappare dei lembi di stoffa da legarsi nei punti del corpo piú dolenti, quando ebbe finito prese il Sorcery-Clima Tact e guardò il cielo pensierosa, sobbalzò e cominciò a correre quanto la gamba le permetteva.
"Rufy" disse sussurrando mentre zoppicando cercava di avvicinarsi sempre piú al luogo in cui il suo capitano stava combattendo.

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"Franky!" Arjey raggiunse il cyborg che sorpreso di vederlo li si voltò stranito ritrovando al suo fianco un Chopper affannato per la corsa.
"Ohi fratello Arjy, Chopper come avete fatto a trovarmi?" Chiese.
"Istinto ghiririririri" rispose spontaneamente la scimmia, il blu gli sorrise.
"Senti un pò, ma mi spieghi in che modo hai fatto far rimanere in equilibrio questa piastra gigantesca?" Chiese curioso, li prese entrambi con una mano e nuotò fin sotto il pilastro facendogli vedere il suo operato: quattro colonne gigantesche sorreggevano la piattaforma, ognuna fissata con chiodi d'acciaio agli angoli di essa permettendogli così di rimanere stabile senza oscillare al minimo movimento.
"Wow! Fantastico!" Due stelle luccicanti spuntarono sugli occhi della renna.
"Ma come hai fatto?" Domando ancora la scimmia.
"Oh, è stato semplice, mi servivano solo i miei attrezzi che erano andati persi insieme alla Sunny, così una volta trovata, un colpo qua e un colpo la ed ecco fatto" rispose mostrando il pollice alzato.
"E quelle colonne?" Chiese nuovamente indicandole notando le rifiniture curate ed elaborate che erano state incise sul raffinato marmo bianco.
"Mh... oh quelle? Non lo so, le ho prese da una specie di edificio enorme che stava per collassare non distante da qui, mi sono detto: tanto peggio di così non può essere messo; e quindi le ho prese" rispose tranquillo, la scimmia sobbalzò e ingoiò un magone producendo un rumore basso.
"Sei grande Franky!" Lo elogiò il piccolo medico applaudendo.
"Sono Supeeeeerr!" Commentò mettendosi in posa e improvvisando un balletto.
"D-dimmi c-che n-non era s-su una co-collina circondata da mu-mura" disse Arjey mentre la voce gli tremava, il cyborg si fermò e lo guardò non capendo.
"Si era su una collina, ma le mura che lo circondavano erano andate distrutte, ne rimane solo qualche mattone, tu come facevi a saperlo?" La calma con cui lo disse era snervante. Arjey rimase immobile per un tempo indefinito finchè preso dall'isteria lanciò un urlo al cielo.
"Sei impazzito forse!? Come hai osato prendere quei marmi da quel posto? Tu che non potresti nemmeno entrare in quel luogo hai osato addirittura rubarne degli oggetti! Sei fuori di testa!? Non immagini nemmeno il pericolo a cui ora potremmo tranquillamente essere sottoposti! Hai rischiato la pelle in quel luogo, e mi sorprendo del fatto che tu sia ancora vivo per questo!..." e da quel momento Franky non capì piú niente di quello che diceva dato che continuava a gridare discorsi insensati del tipo: "ira", "guai", "morire" e altre parole di cui non capì nemmeno una singola lettera, al contrario di Chopper che al solo suono della parola "guai" si era già spaventato a morte. Il cyborg decise di calmare quella specie di scimmia mezza radio, così lo prese per le spalle e cominciò a scuoterlo fino a far si che si fermasse.
"Hey, fratello rallenta, non ho capito niente, spiegati con calma" l'alato prese un profondo respiro.
"Allora: non avresti dovuto prendere quelle colonne da quell'edificio" cominciò.
"E perche no?" Chiese stranito Franky.
"Tu non ti rendi conto! Non ti rendi conto di aver rubato delle colonne sacre che sono state costruite per venerare il Re dell'oceano: Nettuno; ora c'è la probabilità che si infuri per questa violazione, quello era il tempio del Dio del mare!" Gridò allarmato mentre immaginava le punizioni atroci a cui avrebbe potuto attingere per fargliela pagare, a lui si aggiunse un Chopper, se possibile, ancor piú spaventato.
"Scusa, ma questi luoghi non erano forse protetti dal Dio della Vita?" Domandò.
"Si, e infatti lo sono, ma ha assegnato quest'isola a Nettuno poichè lui ne aveva troppe. È come una piramide: il Dio della Vita è al vertice, Nettuno è in secondo piano e poi ci sono gli abitanti e gli animali che vivono in questi posti. Capisci ora? E noi siccome siamo solo degli intrusi di quest'isola siamo ai piani piú bassi, il ciò vuol dire che potremmo venir fatti fuori da chiunque si trovi al di sopra di noi, e non voglio nemmeno pensare alla furia del Dio del Mare quando è arrabbiato" all'ultima affermazione Chopper diventò di un colore simile ad un blu opaco e per poco non svenne.
"Quindi si arrabbia se ho preso anche questo?" Chiese mostrando una lastra di marmo gigante.
"Non se ne trova in giro del materiale di così alta qualità" affermò annuendo fiero, Arjey lo guardo con la bocca spalancata e un tic nervoso all'occhio per poi lanciare un urlo di rassegnazione mista ad isteria al cielo: quella ciurma era senza speranza.

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Usopp fece appena in tempo ad aggrapparsi ad una parete che la lastra si inclinò vertiginosamente facendo cadere anche la vecchieta con cui il cecchino stava combattendo, ma anche lei riuscì a fermarsi piantando una delle sue micidiali armi al terreno che si spaccò come fosse budino sotto la durezza dell'oggetto: un biscotto che all'apparenza sembrava fin troppo gustoso, ma che invece era, al contrario, duro come una roccia e forse anche di piú; conoscenza che era stata appresa da Usopp poco prima. Dopo pochi secondi tutto tornò normale: la piattaforma si riassestò e non si smuovè piú e il pirata potè rimettersi in piedi, non fece in tempo a rialzarsi che uno di quegli oggetti gli sfiorò una guancia lasciando un piccolo taglio su di essa.
"Aiuto aiuto aiutoooo! Questa vecchia è pazza!" Urlò lui correndo ovunque fosse possibile per riprarsi dagli attacchi micidiali dell'anziana signora che lo aveva preso di mira.
"Giovanotto, per caso non ti piacciono i miei biscotti?" Domandò lei con voce roca mentre lanciava uno di quei dischi verso il nasone che si accucciò tenendosi la testa tra le mani permettendo così all'arma di tranciare di netto la roccia dietro il quale lui si era nascosto.
"I tuoi biscotti sono orribili, non si possono mangiare! Sono piú duri dell'acciaio, ho quasi rischiato di rompermi i denti poco fa quando ho tentato di assaggiarne uno" le urlò contro il cecchino, l'anziana si bloccò di colpo, così come il pirata che cominciò a guardarla mentre mandava giú un magone dietro l'altro dalla paura.
"I miei biscotti sono buonissimi, sei tu stupido naso-lungo che non hai una mascella abbastanza forte da morderli!" Ribattè arrabbiata l'altra mettendo tra le fauci uno di quegli oggetti e addentandolo energicamente. Il tempo rallentò, Usopp che guardava ad occhi sgranati la vecchietta, lei invece che sembrava essere riuscita a spezzare quel biscotto con un solo e potente morso. Dopo pochi secondi che a entrambi parvero interminabili un urlo straziante si levò al cielo.
"Che maleeee, che maleeee, che doloreeeee!" Gridava la signora.
"Te lo avevo detto che quei cosi erano impossibili da mangiare!" La rimproverò il pirata con gli occhi spalancati, l'anziana si rialzò tenendosi la mascella dolorante e puntò un dito raggrinzito contro il nasone.
"Questa volta hai vinto tu, ma non è finita qui ricordatelo, tornerò e ti sconfiggerò!" Il cecchino si grattò la testa perplesso: lui non le aveva fatto assolutamente niente e lei già si arrendeva? Meglio, quella vecchietta era a dir poco spaventosa ai suoi occhi.
"Torna pure quando vuoi, non mi batterai mai, perchè il grande capitan Usopp è invincibile!" Esclamò alzando un dito al cielo fiero di se.
"Contaci giovanotto!" Esclamò la signora mentre correva via sollevando la gonna rosa che altrimenti le sarebbe stata d'intralcio nei piedi. Il cecchino si girò di spalle mentre ridacchiava divertito.
"Per fortuna che si è ritirata" sghignazzò fiero per poi dirigersi verso i confini della città dove era andato Franky.

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"Robin attenta, spostati!" Zoro si lanciò a capofitto verso la sua compagna spingendola via dalla traiettoria di una lama rotante venendo però feritò ad un braccio con un piccolo taglietto: niente di grave per lui che tanto oramai si era abituato date le molteplici battaglie a cui era stato sottoposto e ai duri allenamenti portati avanti giorno dopo giorno durante i due anni di separazione insieme a Mhiawk. Lo spadaccino guardò da sotto le sopracciglia il cyborg che si avvicinava sempre piú a loro e con uno scatto felino le balzò addosso colpendola con la lama nera della Shusui, l'attacco venne però bloccato da un pugnale stretto nella mano della nemica, il verde si allontanò pronto per la mossa sucessiva. L'archeologa non sapeva cosa fare, si sentiva assolutamente inutile, le sembrava di essere solamente d'intralcio, si sentiva debole e incapace di fare qualsiasi cosa; di fronte a lui, a quella potenza, a quella forza, non poteva nulla, se non essere protetta, come era successo poco prima quando lui l'aveva salvata da morte certa parando il colpo che le avrebbe sicuramente potuto togliere la vita. Nessuno mai l'aveva difesa come faceva in continuazione lui.
Si risvegliò dai suoi pensieri imponendosi di aiutarlo in qualche modo, ma non fece in tempo ad elaborare una tattica che la rosa aveva cambiato obbiettivo ritornando a concentrarsi su di lei, schivò quell'attacco improvviso all'ultimo secondo buttandosi di lato, Zoro si voltò verso la nemica.
"Hey, il tuo avversario sono io! Battiti lealmente!" Le urlò contro mentre aiutava la corvina a rialzarsi.
"Stai bene?" Chiese porgendole la mano che lei afferrò senza indugi: al tocco di quel palmo forte e grande un calore le pervarse il corpo, come se la temperatura di esso si fosse propagata in lei avvolgendola in quel torpore che ti culla fino a farti addormentare; allo stesso modo lui, sentendo la pelle liscia e levigata della sua nakama toccare la sua dura e ruvida, perse un battito, sembrava così fragile e delicata, un momento: da quando gli faceva quell'effetto? Boh, ma quello non era il momento giusto per distrarsi. Strinse la mano e la aiutò ad alzarsi.
"Si sto bene non preoccuparti" rispose lei sorridendo, esso venne poi ricambiato da un ghigno da parte del verde, ghigno che si spense quando vide la ragazza cadere al suolo in una pozza di sangue mentre si teneva una spalla.
"Robin!" Gridò lo spadaccino per poi voltarsi e guardare in modo truce il soggetto che aveva osato colpirla: il cyborg aveva tramutato il suo braccio destro in un fucile e sparando un colpo aveva ferito la piratessa da dietro che ora era dolorante per l'attacco subito.
"Maledetta! Attaccare alle spalle è sleale!" Si infuriò come non mai e legandosi la bandana in testa si mise la Wado Ichimonji tra i denti ed estrasse anche la Shusui e la Sandai Kitetsu dai loro rispettivi foderi.
"Fatti avanti Roronoa Zoro" disse lei con voce atona, il verde non se lo fece ripetere due volte e scattò verso di lei incrociando la lama nera della sua katana con il pugnale bianco sagomato dell'avversaria, si spinsero ed entrambi arretrarono di qualche metro, appena il pirata toccò terra con un piede si riavvicinò a lei e tentò di colpirla venendo sempre e comunque respinto, per poi riattaccarla di nuovo. Andarono avanti in quel modo per un paio di minuti in cui le parti si alternavano: prima Zoro attaccava e NT8396 si difendeva, poi il contrario; e in quei momenti l'archeologa aveva sempre il timore che il suo compagno potesse essere ferito dalla sua avversaria, aveva paura che da un momento all'altro avrebbe visto del sangue sgorgare dalla sua pelle.
"Cosa...?" Sussurrò l'archeologa notando che il cyborg si parava sempre e solamente con il braccio destro: per quale motivo non usava anche il sinistro? Un terribile dubbio si impadronì della sua mente, poi quel dubbio si tramutò in una certezza quando vide che approfittando della concentrazione del verde impegnato a schivare le sue pugnalate, la nemica aveva estratto da un taschino un altra arma identica a quella che già aveva, e che la teneva stretta nella mano sinistra con l'intento di trapassare il corpo dello spadaccino da parte a parte. Robin sgranò gli occhi e si rialzò ignorando il dolore della ferita inflitta poco prima e corse verso di lui nel tentativo di fermare lei da ciò che stava per fare: i suoi passi non erano mai stati così pesanti come in quel momento, come se la forza di gravità le volesse impedire di raggiungere il suo nakama; essa ebbe il sopravvento facendola cadere a terra con un suono sordo, troppo stanca e debole per continuare la sua avanzata alzò lo sguardo. Pochi centimetri, solo pochi centimetri separavano la punta della lama dal corpo di Zoro, pochi, troppo pochi. Tutto si bloccò: qualsiasi tipo di suono svanito, come se non ci fosse mai stato, come se il silenzio insopportabile di quel momento avesse sovrastato tutto il resto eliminandolo; persino le immagini si arrestarono nel tentativo di cogliere quel momento in cui la tensione e la paura di perdere una persona a te cara sono al massimo. Poi in un secondo il tempo ritornò come prima, tutto riprese a scorrere: sia immagini che suoni. Il pirata aveva gli occhi fissi su quel pugnale che da bianco  aveva assunto un colore rosso vivo, o forse sarebbe stato meglio dire: rosso sangue. Non si era minimamente accorto di essere stato preso di mira.
"Che stupido! Ero troppo concentrato a schivare i suoi colpi che non mi sono accorto dell'altro pugnale! Idiota! Idiota! Sei un idiota Zoro! Idiota!" Urlava mentalmente mentre con la coda dell'occhio guardava colei che gli aveva salvato la vita: Robin in ginocchio, con le braccia incrociate al petto e un espressione di dolore dipinta in viso, aveva fatto spuntare tre mani: due sull'avambraccio della nemica che, stringendolo, avevano fatto allentare la presa sull'arma; e una sul petto del verde, essa, per bloccare l'attacco, era stata posizionata in modo che quando il pugnale stesse per affondare nella carne la lama trapassasse il suo palmo e che si fermasse impedendo, invece, di colpire lo spadaccino. L'archeologa dato il dolore fece sparire le mani e il pugnale venne lanciato via da un colpo d'elsa di Zoro che intanto cercava con lo sguardo la sua compagna per ringraziarla mentalmente e per prometterle che avrebbe fatto fuori quel cyborg che aveva osato farle del male. Coperto di ferite, graffi e lividi, lo spadaccino depose la Sandai Kitetsu e la Wado Ichimonji impugnando a due mani la Shusui, deciso a finirla. Per troppo tempo era rimasto occupato a combattere, era il momento di finirla, anche perchè di tempo ne avevano poco. Gli occhi del verde sembravano essere diventati di un minaccioso rosso vivo e fissavano truci quelli verdeacqua dell'avversaria.
"Non riuscirai a farmi un graffio, la mia è una corazza impenetrabile" disse pacata sapendo già le sue intenzioni per poi accorgersi che la stava fissando. Lei si paralizzò, come se quello sguardo l'avesse incatenata sul posto: non aveva mai visto occhi come quelli, così furiosi e vendicativi; cominciò ad avere tremolii su tutto il corpo mentre osservava, senza poter fare nulla, il pirata che avanzava. Forse quella che provava era paura? Impossibile, mai nella sua vita le era capitato di aver paura; eppure perchè non riusciva a muoversi? Perchè tremava? Perchè sudava freddo? Perche le veniva voglia di urlare ma non riusciva dato un terribile groppo alla gola? Realizzò. Si: aveva paura.
Nulla potè fermare Roronoa Zoro quando ormai a pochi metri di distanza sollevò la leggendaria spada nera, appartenuta al leggendario samurai Ryuma, e colpì la rosa con uno dei colpi piú potenti di cui disponeva.
"Daishinkan!" Lui urlò il nome di quell'attacco come a volerlo imprimere nella mente della nemica in modo da non farglielo dimenticare mai piú, per marchiarlo a fuoco nei suoi ricordi come il colpo che aveva posto un punto alla fine della parola "esistenza". NT8396 cadde al suolo priva di vita tranciata perfettamente a metà con una precisione quasi chirurgica. Il pirata rimise la spada nel fodero con una lentezza e un indifferenza esasperante.
"Corazza impenetrabile? Ma fammi il piacere" sussurrò mentre il suono dello sfregamento della Shusui contro il suo fodero si bloccava, segno che l'aveva rimessa al suo posto. Subito andò da Robin e l'aiutò a rialzarsi facendole circondare il suo collo col braccio in modo da sostenerla.
"Dov'è Coji?" Domandò la corvina, poi si sentì tirare la maglia e guardò in basso scoprendo la bambina con un piccolo e carinissimo sorriso sul volto, sospirò sollevata e si rimise in piedi aiutata dal verde.
"Grazie per avermi salvato" disse piano rivolta a lui mentre sorrideva, Zoro la guardò.
"Cos'hai detto?" Chiese non avendo capito dato il tono troppo basso di voce, lei ridacchiò.
"Niente, pensavo ad alta voce" mentì.
"Va bene. Andiamo ai confini della città, devo vedere cosa ha combinato Franky" disse trovando appoggio nella sua nakama e si diressero tutti e tre verso un punto imprecisato del paesaggio che una volta era la cittadina di Atlantide e che ora era rasa al suolo.
"Zoro?" Lo chiamò l'archeologa, lui si voltò e lei rise.
"È dalla parte opposta" gli comunicò, inutile dire che le imprecazioni che il verde avrebbe lanciato avrebbero fatto scendere dal cielo qualsiasi Dio, della Morte o della Vita che fosse, e di sicuro gli avrebbero chiesto scusa.






ANGOLO AUTRICE:

Se vi dico che sono una frana e che potete anche uccidermi in modo atroce mi perdonate per il ritardo? T0T
Scusate davvero!!! Ma seriamente sono impegnatissima in questo periodo con le verifiche di recupero... ma in compenso il capitolo è il doppio piú lungo degli altri... e devo dire che mi è anche venuto bene.
L'altro l'ho già iniziato e sarà l'ultimo di questa saga =D
Spero vi sia piaciuto e che mi perdoniate per il ritardo T0T
Quando risponderò alle recensioni allora vuol dire che da li a poco aggiornerò
E ora voglio ringraziare tuuuuuutte quelle magnifiche persone che hanno recensito lo scorso capitolo <3

Sabryna_01 (o tanti altri nomi ahahah X,D)
NamyMoon (mannaggia al senso d'orientamento di Zoro u.u)
Yuki Fujiwara (*si riripete il suo nome in testa estasiata* dio ma quanto è bello il tuo nome *.*)
ZoRobin_2000 (allora? I pezzi ZoRobin? XD)
Roxy001 (a pronunciare il nome della tua lista stavo per soffocare a causa della mancanza di aria X,D)

E poi tutti coloro che hanno messo la storia tra preferite, ricordate, sefuite e a chi legge solamente (perchè ragazzi serve anche quello u.u)
Ci si sente al prossimo capitolo che non so quando sarà, ma dato che il 7 marzo devo andare al Mantova Comics (mio dio non vedo l'oraaaa) credo che posterò dopo... spero il prima possibile... scusate ma la scuola mi sta martoriando -.-"
Ciaoooooo
hola
la pazza sclerata
Lu XD

E VIA! PIU VELOSHE DELLA LUSHE! (Kizaru Style) XD

  
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