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Autore: bella94    07/12/2008    3 recensioni
-Io...non ti farò del male,- dissi con convinzione, volevo che avesse fiducia in me, ad ogni costo. -Prometto, giuro che non ti farò del male,- ripetei e lentamente alzai la mano destra sino a toccare la sua morbida pelle, con le mie dita ghiacciate.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renèe
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Giallo
Tipologia: Long-fic
Raccolta: Twilight
Personaggi: Isabella (Bella) Swan; Edward Cullen; Renèè Swan
Genere: Generale, Drammatico, Romantico, OCC
Note dell'Autore: Ecco il primo capitolo, la storia ha già una sua linea, e spero davvero di poter portare a termine quest'altra impresa x°D
Spero vi piaccia, Nadine.

The host

-Bella? E’ arrivato il nostro ospite!-
Sentii chiaramente le voce di mia madre, che mi incitava a scendere di sotto per dare il benvenuto al mio -nostro- nuovo ospite. Il figlio di due suoi carissimi amici, i Cullen.
Inutile negare che non me ne potesse fregare di meno.
Scesi velocemente le scale, a differenza della altre signore di corte Swan, io non indossavo gonne o vestiti merlettati, ero stranamente allergica a ogni sorta di cosa eccentrica e troppo elaborata.
Percio indossavo dei pantaloni aderenti di pelle nera, infilati con cura negli stivali che usavo per cavalcare, e una maglia panna, lunga con le maniche a sbuffo.
Lo vidi lì, sulla soglia di casa e non potei far a meno di maledirlo. Smisi di respirare.
-Madre…Ciao Edward,- salutai mia madre con un cenno del capo e il mio ospite con una cordiale stretta di mano.
Lo vedi arrossire e distolsi lo sguardo dalle sue guancie, mi irrigidì in modo impercettibile.
-Ciao Bella,- mi salutò lui, educatamente afferrando la mia mano ghiacciata.
-Sei cresciuto…- notai squadrandolo dalla testa ai piedi.
Arrossì nuovamente. –Sì, be’…anche tu,- rispose imbarazzato.
Oh sì certo.
Restammo in un silenzio esasperante e spostai il mio peso da un piede all’altro, mi riavviai i folti capelli castani e abbozzai al mio ospite un forzato sorriso obliquo.
Lui arrossì più violentemente delle volte precedenti e io deglutii vistosamente. Il suo cuore batteva a raffica. Era troppo, troppo per me.
–Scusatemi, ma Terh mi aspetta, con permesso,- dissi e mi dileguai verso la stalla.
Una volta fuori di casa respirai e tossì violentemente, ecco cosa mi accadeva quando non respiravo per un po’. Dopotutto non ci ero abituata.
Mi avviai verso la stalla. Vidi Terh scalciare della terra arida e sorrisi. Un’onda di malinconia mi attraversò. Quel cavallo stupendo era l’ultimo regalo di mio padre, l’ultimo prima che morisse.
Nonostante fossi in perfetta tenuta per equitazione li carezza solamentei il muso e corsi dall’altra parte della villa enorme in cui abitavo.
Mi arrampicai sul muro della facciata ovest e con un abile salto entrai –dalla finestra aperta- nella mia stanza.
Corsi verso la porta e la chiusi a chiave. Mi lasciai cadere stremata –in senso figurato- sul letto a baldacchino al centro dell’enorme stranza.
Come avrei voluto dormire. Per un secondo di silenzio avrei dato di tutto. E invece no.
Me ne stavo sul letto a sentir tutti i minimi rumori e sussurri dell’intera villa.
Mi portai le mani sul volto e sospirai. Che schifo…
Ero del tutto infelice, da due anni a questa parte, da quanto mia mamma mi aveva trasformata.
Povero Edward, pensai. I genitori l’avevano spedito da noi per dargli l’opportunità di frequentare Oxford, con me.
Se solo avessero saputo che viveva in una casa infestata dai vampiri…
-Bella, apri,- sentii mia madre sussurrare da dietro la porta.
Sbuffai e l’andai ad aprire. –Dimmi…- l’incitai risedendomi sul letto.
-Sei stata un po’ maleducata,- mi disse seria.
Alzai un sopracciglio e scoppia a ridere. –Oh…scusa mamma,- quando eravamo da sole non le davo del lei.
Si sedette sul letto, accanto a me. –Edward non è male,- commentò toccandomi una spalla.
-Non ho detto che in lui c’è qualcosa di sbagliato,- risposi fredda.
-E allora perché l’hai trattato in quel modo?,- domandò confusa.
-Mamma primo non l’ho trattato male, certo non potevo abbracciarlo…sai com’è,- dissi stizzita.
-E poi…sai anche che mi mette a disagio avere ospiti in casa, a lungo termine, come se non bastasse,- aggiunsi tristemente.
A corte Swan abitavamo io, mia madre Renèè, e quattro cameriere, umane, ovviamente.
Però loro non erano più un problema, ormai ero totalmente assuefatta dal loro odore, tanto da non farci più caso. Il problema si presentava quando mamma invitava a cena dei suoi amici, delle persone completamente estranee, delle persone il cui odore mi faceva impazzire.
La sentii sospirare. –E’ davvero così…insopportabile?,- capii subito a cosa si riferisse.
-Non ho testato, per precauzione ho smesso di respirare,- l’informai.
-Be’…a me non è sembrato tanto forte,- disse lei scendendo dal letto.
-Be’ mamma, se è per questo a te nessun odore umano sembra tanto forte. Ci sei abituata. Sono io, qui, quella che ha problemi con la dieta,- sibilai.
Lei sorrise. –Non hai mai fatto qualcosa che potesse anche solo lontanamente deludermi, e lo sai. Ci farai l’abitudine, come è successo con le altre. Il suo odore per te diventerà sopportabile. Resterà qui fino a che non avrete finito gli studi. E ora, da brava ragazza quale sei, vai da lui, mostragli la casa, e respira.- E uscì dalla stanza.
-…e respira,- le veci il verso furiosa. Male che vada gli salti addosso e lo dissangui, niente di chè.
Ancora stizzita e alterata uscii dalla stanza e mi diressi velocemente verso quella di Edward, presi un bel respiro prima di bussare e mi preparai all’inferno.

  
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