Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Cocconut_N    21/02/2015    1 recensioni
Durante la WW2, ci sono state molte storie che poche persone conoscono, qui vi racconto una storia di un gruppo di giovani partigiani proveniente da tutta l'Europa.
E tutto ciò dobbiamo iniziare dal Marzo di 1939, sul punto di fine della guerra civile spagnola, quando le Brigate Internazionali e gli spagnoli stessi sono obbligati ad abbandonare la Spagna. Alcuni ritornano alla patria, alcuni immigrarono in una delle poche nazioni non in guerra, e ci sono altri che poi divennero uno dei partigiani in Italia.
E uno di loro, un ragazzo di nome Antonio fece parte della prima brigata "Garibaldi", e proprio dei membri di questa brigata parleremo, il ragazzo italiano Lovino, il "filosofo" tedesco Gilbert, la zingara Elizabeta, il vide comandante francese della brigata Francis, il misterioso Robinson Arthur e la bellissima russa Natalia.
coppie: SpaMano, PruHungary, FrUk.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Diciottesimo capitolo

Parlare con un ragazzino di quattordici anni il significato di “essere preoccupato per qualcuno”, non è una cosa così intelligente. Alla età di Peter, invece di riflettere come continuare a vivere, preferisce più immaginare come morirà: visto che ognuno può morire solo una volta, questa sola volta è l’unico vero punto della vita, perciò dovrebbe essere più importante della vita stessa. E questa guerra gli fa il mezzo. Questi mesi passati nella brigata, ha immaginato infinite volte sé stesso a compiere un’impresa gloriosa, e poi raccontarle alle ragazze di tutte le età incantandole. Però nessuna di loro si sposerà con lui, perché sarà sicuramente sacrificato sempre gloriosamente. Ha immaginato come avrebbe lanciato l’ultima granata della guerra; come avrebbe subito gli interrogatori dai nemici sottoponendolo nelle torture, anche se perde un braccio o una gamba, non direbbe comunque le informazioni top secret che nemmeno lui sa. Quando canta, a Peter piace assai queste due strofe, si commuove solo pensandolo:

“E seppellire, lassù in montagna,
o bella ciao, bella ciao,
bella ciao, ciao, ciao,
e seppellire, lassù in montagna,
sotto l’ombra di un bel fior.”

“E le genti, che passeranno,
o bella ciao, bella ciao,
bella ciao, ciao, ciao,
e le genti, che passeranno,
mi diranno o che bel fior.”

Però i superiori gli assegnano solo il lavoro di andare a trovare ‘Robinson’. La prima volta che riceve questo lavoro, era talmente al settimo cielo che scivolò dal secondo piano sulla maniglia delle scale. Quando stava per arrivare al primo piano, qualche chiodo si incastrò al piede del pantalone, e cadde a terra davanti a tutti gli altri membri della brigata.
Adesso persino questa missione è stata data agli altri. Ciò significa che non danno a Peter nemmeno il diritto di sacrificarsi gloriosamente. Anche lui è triste per i compagni morti, ma non riesce a non immaginare se fosse andato anche lui con la prima brigata, forse non ci sarebbero tutti quei morti, forse tutta la brigata sarebbe tornato sano e salvo. Si deve solo sentire fortunato in futuro che la sua immaginazione non è arrivato al punto di andare da solo a Dublino, e far ricordare a tutto il mondo il giovane eroe che uccise Hitler!
Invece il suo fratello maggiore, sta veramente facendo un lavoro pericoloso ma importantissimo. I pensieri di Peter iniziano a viaggiare, ricorda ancora quel giorno pieno di umiliazione di nove anni fa, anche se Arsenal aveva già fatto ben otto goal, ma i ragazzi di Liverpool nell’ultimo minuto avevano comunque fatto un goal. “Allora ero sulla stand, e deridevo di coloro che stavano giocando.”

.

“Prendi un asciugamano caldo per lui.” Antonio sente la voce di una donna che ordina qualcosa. Vorrebbe rifiutare, gli asciugamani caldi sono per le donne e malati, a lui non serve e ne piace questa roba. Per esercitare il fisico e lo spirito, fin da piccolo faceva solo docce fredde, sia in estate che in inverno. Se la gente non ci credono, vanno pure a chiedere a suo padre.
Apre gli occhi, e vede suo padre che è seduto vicino al suo letto, ancora quella barba, e ancora quell’odore del tabaccho della Castiglia. Padre ha uno sguardo serio come sempre, e mentre lo guarda, pulisce con le mani il terreno sporco di sangue sulla spalla sinistra. Solo adesso Antonio ricorda che nell’inverno del 1938, alla prima linea del valle del fiume Ebro, quando padre si era sacrificato, è caduto a sinistra.
“Papà, quell’ora non dovevi sacrificarti, hai fatto triste mamma.” Antonio lo rimprovera a bassa voce.
“Figlio, poi non dovevi abbandonare la patria, hai fatto triste mia moglie.” Il padre lo risponde con lo stesso tono. Dopo questa frase, improvvisamente, il padre inizia a dimagrire, fino a quando diventò un vecchio dalla barba bianca e privo di capelli. Tira fuori le sue mani, e afferra le spalle del figlio, ignorando completamente le ferite del figlio.
“Alzati! Alzati adesso!” Il vecchio iniziò a urlare, dietro all’uniforme militare bucato dai proiettili c’è una di quelle vecchie armature medievali ormai arrugginito, “Perché sei steso qui come un morto! Figlio della Spagna!”
Antonio si vergognò, vorrebbe avere una fessura sotto di lui per nascondersi dentro. Ma in questo momento, qualcuno aggiustò la coperta che si trova sopra di lui, e il padre/Don Chisciotte sparì senza dire più niente.
“A quanto sta?”
“Quarantuno e sette gradi.”
Vorrebbe capire il significato di questa frase, ma sentì l’odore dell’anestetico, e si è fatta notte.
 
Al secondo giorno. Quei campi che sognò così tante volte appare davanti a lui. I campi spagnoli sono come le ragazze della Spagna, usano mille colori per decorarsi. Il campo di grano è dorato, le piantagioni di pomodori sono rossi, l’ombra sotto gli alberi di limone sembrano le sopracciglia, e quel terreno abbronzata dai raggi del sole invece è il braccio fuori dalla manica di millefiori.
Un magro cavallo sta trasportando due cesti di pomodori, e sventola leggermente le due orecchie. Lui conosce questo cavallo, Don Chisciotte lo chiamò Ronzinante; sa anche per dove dirigerà, per il lontano Madrid, dove la gente mettono gli abbondanti raccolti su La Plaza de Cibeles.
“Il mio Madrid! L’avete visto?”
Nessuno gli rispose, questo significa che solo lui sta vedendo. Quest’autunno del 1943 all’estero, gli alberi di limoni e le piantagioni di pomodori crescono nel suo cuore. Fece due passi avanti, e copre all’improvviso terrorizzato gli occhi con le mani: “No, questa non è la Spagna.”
Questa non è la Spagna, la Spagna dovrebbe essere pieni di olive, grani, pomodori e limoni, ma davanti agli occhi c’è solo il terreno bombardato e bruciato, e i resti di fucili e cadaveri. Ma questa è la Spagna. Negli ultimi due anni che Antonio passò nella patria, lei era proprio così.
Sul campo devastato c’è un uomo a terra, e vicino a lui dei soldati fascisti, lo stanno calciando, lo stanno picchiando e lo stanno sgridando. Antonio non riesce a vedere il volto dell’uomo, ma non può essere altro che uno dalla sua parte, un repubblicano spagnolo o qualche fratello delle brigate internazionali. Si fa avanti, volendo salvare la vittima dalle mani dei fascisti, ma infinite proiettili si infilzano nel corpo di quel uomo che cade infine sul terreno della patria.
Però, all’ultimo momento, riesce a vedere che quell’uomo si alza da terra, e trascina il passo verso di lui, mettendo una mano sulla fronte di Antonio e l’altro stringe la sua mano, “Visto che sei stato tu ad accompagnarmi fino alla fine…il mio caro parente! Fammi vedere bene il tuo volto…”
 
Apre con fatica gli occhi, entra nella sua visione Lovino Vargas e sembra tutto il mondo fosse appena recuperato. All’inizio pensava che fosse un’altra illusione, ma riesce a toccare le sue calde mani, e nel palmo c’è anche un leggero bozzolo. Solo avendo come amico le armi da lungo tempo può avere delle mani del genere.
Lovino non si è ancora accorto del suo risveglio, ha la schiena leggermente ingobbita seduto vicino al suo letto. All’improvviso, Antonio si ricorda del sogno, perciò si gira verso l’italiano, osservando attentamente il volto di Lovino, per sapere se è rimasto qualche segno di tortura o qualcosa del genere. Non trovò niente, ma non può far a meno di notare che su quel volto dimagrito, c’è qualche caratteristiche diverso, quel Lovino Vargas che aveva davanti a lui, sembra un’altra persona.
Ogni ragazzo ha questi cambiamenti, alcuni prima e altri dopo, dopo un certo istante danno addio all’adolescenza. Come tutte le allegre ragazze, un giorno noteranno la femminilità dentro di sé. La dura vita da partigiano, in questi pochi giorni che non stanno insieme, che tipo di insegnamento ha dato a questi ragazzi.
Antonio continua a fissare Lovino, e il giovane italiano solo dopo qualche minuto riuscì a notare lo sguarda da quei occhi verdi olive, e si abbassa vicino al ferito…
“Lovino! Oh caro…”
Antonio alza le braccia, vorrebbe vedere meglio il viso di Lovino spostandolo un po’ più lontano. Ma non riuscì a vedere niente, perché l’italiano si girò la faccia mettendo la propria guancia sul fronte dello spagnolo.

 
Angolo della traduttrice:
Prima di tutto, devo ringraziare ai due che mi hanno recensito, grazieeeeeee, vi lovvo troppo XD Comunque spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e alla prossima ^^
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Cocconut_N