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Autore: Ormhaxan    22/02/2015    3 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Vostra Maestà, - Will Hastings si alzò dal proprio scrarnno, posò entrambi i palmi sul tavolo visibilmente spazientito - il tempo è ormai scaduto: la giovane deve darvi la sua risposta, questo rinviare è durato troppo e, se mi permettete, lo trovo scandaloso e irrispettoso nei riguardi di Vostra Maestà!”
“Lord Hastings ha ragione! – si aggiunse Anthony Rivers, scambiandosi un’occhiata con l’uomo alla sua destra – Anne Neville avrebbe dovuto darvi la sua risposta subito, una risposta che, permettetemi di dire, qualsiasi donna in tutto il regno, in Europa, avrebbe dato nel momento esatto in cui le proprie orecchie avessero udito una tale richiesta, un onore così grande concesso direttamente dalle vostre labbra, Maestà.”
“Anne non sta rubando alcun tempo prezioso, sono io che ho deciso di concederle più giorni per pensare!” esclamò Richard, guardandoli con la coda dell’occhio, irritato dalle loro continue oppressioni: “Anne ne ha passate troppe, per tutta la sua vita è stata una marionetta mossa da fili controllati da suo padre, e per una volta voglio che sia lei a scegliere, a scegliere liberamente, senza alcuna pressione. Inoltre, il suo lutto non è ancora terminato…”
“E se scegliesse di non sposarvi?” Will Hastings guardò Richard dritto negli occhi, il suo atteggiamento era fin troppo saccente per i gusti del nuovo sovrano. Lui non era suo fratello Edward, pensò Richard con disappunto, e loro non erano amici, tra di loro c’era unicamente rispetto reciproco e nient’altro. “Avete deciso cosa fare nel caso in cui… insomma, magari non è ancora troppo tardi per combinare un matrimonio con Mary di Borgogna.”
“Basta! - Richard battè con forza il palmo della sua mano sul tavolo, i suoi occhi erano un fuoco - Basta, sono stanco delle vostre parole. Volete una risposta? Bene, allora oggi stesso farò convocare a corte Lady Anne e domani tutti voi avrete la vostra dannata risposta. Fino a quel momento non voglio vedervi, non voglio sentire più una parola: andate, ora, fuori da qui!”


 
 
**



“Il tuo atteggiamento non è stato degno di un Re, fratellino – lo rimproverò Edmund, venuto a sapere dello scontro con i lord qualche ora prima – Tutta la corte parla di come i vostri nervi siano fragili, alcuni ipotizzano che la tua scelta, la giovane Neville, la vedova Lancaster, ti tenga già in pugno.”
“Anne non è, non sarà mai una nuova Elizabeth Woodville, peggio ancora l’erede di Margherita d’Anjou, e quella massa di idioti dovrebbe pensare prima di parlare; inoltre il consiglio non mi da pace, ed io… - Richard si coprì gli occhi con una mano, inspirò a fondo - Io non dovrei essere qui, non ho mai voluto tutto questo. Ned era il Re, George quello che ha sempre sognato di esserlo, mentre io…”
Richard guardò suo fratello, i suoi occhi grigi erano lo specchio di quelli del maggiore: Ed lo aveva sempre capito, sin da piccolo aveva ritrovato in lui molti aspetti del suo carattere nonostante tutto, nonostante la differenza di età, nonostante la sua partenza a sedici anni per prendere i voti e diventare un servo della Chiesa, di Dio.
“Sai cosa mi ha detto Ned prima dell’ultima battaglia?” chiese retoricamente, poiché nessuno sapeva di quell’ultima chiacchierata, nessuno eccetto lui e suo fratello Edward: “Mi ha detto che, una volta finita la guerra, mi avrebbe fatto dono di qualunque cosa; qualunque, poiché niente era abbastanza per ripagarmi della mia fedeltà, della mia scelta di stargli vicino sempre e comunque, anche in esilio e in disgrazia.”
“E tu cosa gli ha chiesto, fratellino?” chiese a sua volta Ed, curioso.
“Due cose: Middleham, l’unico posto che ho sempre considerato casa, e Anne Neville, la ragazza che ho sempre amato e con cui mi sento a casa.” Richard si alzò dalla sedia, diede le spalle al fratello e guardando fuori, la croce di San Giorgio che garriva nel vento di metà mattina, continuò: “Nulla è andato come sperato: Ned è morto, anche George, ed io non tornerò mai a Middleham, probabilmente non sposerò Anne, e tutto ciò che ho sempre sognato si tramuterà in cenere tra le mie stesse mani.”
“Dickon, io… io non sapevo, non immaginavo. So che se non fossi quello che sono, un Arcivescovo, se nostro padre non mi avesse ordinato di intraprendere questa strada ora sarei io al tuo posto, e tu saresti a nord, a casa, insieme a Anne… saresti felice, lontano da Londra e dalla sua corte, e mi dispiace, mi dispiace così tanto…”
“Non esserlo: non è colpa tua, fratello, non lo è mai stata. – Richard posò una mano sulla spalla del maggiore, sorrise – Sono felice che tu sia al mio fianco, Ed: quando ci sei tu ogni cosa sembra meno difficile, meno insormontabile, e ti ringrazio per esserci. Tu e nostra madre siete le uniche persone che mi sono rimaste, l’unica famiglia che mi è rimasta e senza di voi sarei perso.”
“Perderti è sempre stata una tua specialità, fratellino – Ed sorrise sghembo, riportò alla mente vecchi ricordi – E’ da quando hai sette anni che ti ritrovo sempre, sin da quel giorno in cui ti sei perso nel bosco a Ludlow per inseguire una volpe, ma alla fine io ti ho ritrovato, e sappi che ogni volta che ti sentirai perso io sarò al tuo fianco, ti ritroverò e ti riporterò a casa.”



 

**



Anne ricevette la missiva di udienza da parte di Richard quel pomeriggio stesso, e anche se inizialmente infastidita dall’insistenza del giovane non fu altrettanto sorpresa di riceverla.
L’indomani sarebbero passati dieci giorni dalla mattina in cui il nuovo sovrano era giunto in visita al Castello di Baynard, la settimana che lei gli aveva chiesto per riflettere era arrivata e trascorsa troppo velocemente e ancora non gli aveva dato alcuna risposta.
Posò la pergamena sul davanzale della finestra accanto la quale era seduta, e automaticamente il suo sguardo andò alla sua mano sinistra, al piccolo anello ancora presente sul suo anulare, segno del matrimonio – di quel sacro ed eterno vincolo, come lo aveva definito il prelato che li aveva sposati – con Edouard del Galles, con quel ragazzo che era stato suo marito per neanche un anno il cui corpo tumulato nell’Abbazia di Tewkesbury era ancora caldo, e si domandò per l’ennesima volta in quei giorni se accettare la proposta di Richard fosse saggio, la decisione giusta da prendere.
Lei, Anne Neville, figlia del “Creatore di Re”, non aveva mai aspirato alla corona – lei aveva sempre sognato di essere semplicemente la moglie di Richard Plantageneto, la Duchessa di Gloucester -  ma la vita e il destino sembravano avere altri piani per lei. Il suo defunto padre era stato il primo a tentare di crearla Principessa del Galles – ma lo era mai stata una Principessa?, si chiese – aveva sognato il giorno in cui sarebbe stata incoronata, in cui avrebbe dato alla luce un erede di sangue reale, un piccolo bambino con il sangue dei Neville che un giorno sarebbe diventato re d’Inghilterra.
Quel bambino, però, non era mai stato concepito, non sarebbe mai nato, eppure qualcun altro adesso stava tentando di metterla sul trono, di continuare in qualche modo il sogno di suo padre.
Richard si era dichiarato dieci giorni prima, le sue parole sembravano sincere, eppure Anne non riusciva a dimenticare, non poteva dimenticare: i suoi uomini avevano ucciso suo marito, – il caro, caro Edouard, il ragazzo gentile e dolce al quale stava iniziando a volere sinceramente bene, probabilmente anche amare – per suo ordine il suo stesso fratello, il marito di sua sorella, era stato messo a morte e il ragazzo che un tempo aveva amato sembrava essere svanito, morto anche lui sul campo di battaglia a Barnet.
Cosa fare, dunque? Sposare Richard era l’unica possibilità di una vita dignitosa, respingerlo avrebbe significato oltraggiarlo, condannare se stessa ad un matrimonio con qualche sconosciuto, uno dei suoi lord che l’avrebbero tenuta sott’occhio, resa nuovamente una leale suddita della casa di York e non più la figlia di un traditore, la vedova del Principe Edouard di Lancaster.
No, il solo pensiero di una vita del genere, accanto ad uno sconosciuto, era insopportabile, le faceva mancare l’aria: lei era Anne Neville, era stata la figlia dell’uomo più potente del regno, una Principessa e non sarebbe mai stata una dama come tante. Nel suo destino era scritto altro, c’era grandezza e gloria, e il suo nome non sarebbe svanito nel corso dei secoli come polvere ma sarebbe stato ricordato nei secoli avvenire, per l’eternità.
Lei sarebbe diventata regina come suo padre aveva sognato, poco importavano i suoi sentimenti, l’amore che un tempo aveva provato per Richard e che ora sembrava essere svanito nel nulla, e un giorno non troppo lontano suo figlio, il nipote che suo padre aveva pregato e sperato di veder nascere e crescere, diventare un uomo valoroso, sarebbe diventato re d’Inghilterra.
 
 

**
 
 

“Lady Anne Neville!” La voce di Lord Stanley riecheggiò nella grande sala delle udienze, portando l’attenzione di tutti sulla esile figura della giovane che, cercando di ignorarli, entrò con passo svelto e mento alto e si inchinò davanti a Richard, il quale a sua volta si alzò dal suo trono, le sorrise e le baciò con rispetto una mano.
Gli occhi dei presenti erano adesso puntati su di loro, entrambi lo sapevano bene, eppure i loro sguardi erano fissi sul viso dell’altro, si scambiavano sensazioni mute, tentavano di leggere le loro espressioni, i pensieri dell'altro, capire quale sarebbe stata la mossa dell’altro, cosa sarebbe successo a breve.
“E’ sempre una gioia vedervi, milady. – disse finalmente Richard, tornando a sedersi – Tanto tempo è passato dall’ultima volta che siete stata a palazzo, alla corte di mio fratello Edward.”
“Quasi due anni, Vostra Maestà.” Precisò lei con voce alta e ferma, mentre alle sue spalle le nobildonne avevano iniziato a chiacchierare sottovoce tra di loro, rendendola più nervosa di prima.
“In questo caso, spero di rivedervi più spesso tra queste mura, meglio ancora spero di vedervi ogni giorno.” Richard sorrise sghembo: sapeva di stare osando tanto, troppo, ma non gli importava.
Osservò i nobili trattenere il fiato, sbigottiti, e continuando a sorridere compiaciuto fece un cenno in direzione di Lord Stanley e comandò: “Lasciateci soli, ora. Ho tanto di cui parlare con la mia cara cugina e nessun desiderio di condividere i nostri pensieri con voi, miei lord.”


“Non siete ancora stato incoronato, eppure vi comportate come un perfetto Re, mio caro cugino.” Disse piccata Anne, una volta rimasti soli.
“Il lutto per la morte di Edward finirà solo il mese prossimo, in Luglio, e allora verrò incoronato a Westminster come tradizione. Spero, inoltre, – continuò, lanciando un occhiata nella sua direzione – di non essere incoronato da solo, ma a fianco della mia sposa e regina.”
“Lo pensate davvero, lo fareste davvero?” chiese con sincero stupore Anne, mordendosi un labbro quando lui annuii: “Sono quasi centocinquanta anni che non si assiste ad una doppia incoronazione, e voi… voi non siete tenuto…”
“Ne sono consapevole, mia cara, ma come avete detto voi sono passati tanti anni dall’ultima volta, troppi.”
Richard si avvicinò a lei, e presa la sua mano tra le sue, la guardò nei suoi occhi color zaffiro e chiese: “Avete la vostra risposta, mia cara? Diventerete mia moglie, la mia regina, come desidero oppure…”
Anne abbassò lo sguardo, fissò la punta dei suoi piedi come fosse l’oggetto più interessante del mondo e ripensò a quei dieci giorni: solo tre giorni prima sua madre, ancora chiusa nel convento di Balieu, l’aveva esortata ad accettare la proposta di matrimonio, così da esaudire l’ultimo sogno del suo defunto padre – incoronare una della sue figlie regina e dare vita ad una stirpe di Re e Regine con sangue Neville nelle vene – e liberare lei dalla sua prigionia. Al contrario, sua sorella Isabel si era opposta a quella possibilità sempre più concreta a tutti i costi, definendola una sciocca illusa, mettendola in guardia: Richard, secondo lei, la stava solo usando per i suoi scopi, per arrivare al nord, avere più potere nelle sue mani lorde del sangue di suo marito George, mani di un assassino che non l’avrebbe mai amata poiché privo di cuore.
“Anne? - Richard la destò dai suoi pensieri, la guardò sottecchi e con una richiesta muta la esortò nuovamente a rispondere - Anne, non posso più aspettare, i miei lord non possono aspettare, tantomeno può il regno, quindi ditemi: mi sposerete o dovrò sposare una principessa straniera, una giovane che non conosco, che non amo e forse non amerò mai?”
“Io…” il pensiero di lui con un’altra donna la fece impazzire, l’immagine di una donna, una regina, seduta sul trono poco lontano da loro la riempiva di una gelosia malsana, così tanto che senza accorgersene strinse forte la mano dai polpastrelli callosi di Richard e, non indugiando oltre, disse: “Sì, Dickon, vi sposerò, diventerò vostra moglie come voi desiderate, la vostra regina.”
“Oh, Anne…” in uno scatto d’impeto Richard la strinse a se, e preso il viso tra le sue mani la baciò con dolcezza e passione, riassaporando quelle labbra, il loro sapore, che aveva baciato per l’ultima volta tanto tempo prima – diciannove mesi – con disperazione e rabbia, arreso all’idea di un futuro lontano da lei, dalla sola ragazza che aveva amato da quando aveva memoria, quella stessa ragazza diventata ormai donna che stringeva tra le braccia e che – ora poteva dirlo, urlarlo al mondo intero! – sarebbe diventata sua moglie.



*


Angolo Autrice: Salve, gentaglia! Nuovo - più o meno - capitolo di questa storia, leggermente modificato rispetto alla prima versione. Infatti, in questa ho inserito i pensieri di Anne prima dell'incontro con Richard, mi sono voluta soffermare sui suoi dubbi, sui suoi sentimenti contrastanti e, diciamolo, anche sulle sue ambizioni.
Non che lei non ami più Richard - le cose sono complicate, ecco - solo non ne è del tutto certa e i due devono imparare a conoscersi nuovamente.
Grazie, al solito, a chi segue e recensisce la storia.
Alla prossima,
V.
  
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