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Autore: Eridian    22/02/2015    1 recensioni
Salve popolo di EFP! Tutto a posto? ^-^
Ritorno dopo tantissimo tempo con una nuova storia, questa volta a più capitoli però.
Avverto subito che non so quanto andrà avanti questa fic dato che sono punti di vista di vari personaggi di una giornata un po' movimentata.
Spero di essermi spiegata per bene. ^-^’
ma soprattutto spero che la storia vi piaccia! :D
Genere: Fluff, Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sentii toccare sulla spalla da qualcuno

Mi sentii toccare sulla spalla da qualcuno. Cosa stava succedendo, ero morta? Chi mi toccava.
Il tocco sparii qualche secondo dopo e un po' mi dispiacque.
Subito qualche minuti dopo però mi risentii scuotere con molta più violenta e li aprii gli occhi. Mi guardai, voltando gli occhi un po', intorno e scoprii di essere nella macchina del... Del dottor Agasa! Questo voleva dire che ero ancora viva! Certo ora non potevo mostrare la mia felicità (non lo avrei fatto comunque) ma ero sollevata... Da una parte perché dall'altra avevo paura ancora, perché vuol dire che il terrore era appena cominciato.
-Cosa... Cosa è successo- già svenire non mi fa bene. In più tremavo, grandioso!, però faceva troppo freddo lì. Ma non si poteva accendere il riscaldamento?
probabilmente per il freddo.
-Quella cameriera ci ha fregati. Nei cioccolatini che ci ha offerto c'era qualcosa di strano e ora guarda! Siamo tornati adulti!- l'avrei preso volentieri a schiaffi. Ma poi perché sorrideva? Mi faceva venire i nervi.
-Idiota! Avevi notato anche tu che non era sicuro ma lo hai preso lo stesso! Dai vattene davanti. Fa freddo e vorrei vestirmi sai!?- ma che gli diceva il cervello a quel ragazzo.
Forse ero stata un po' brusca e infatti aveva abbassato il capo. Andò comunque davanti e io mi vestii senza dire una parola fino a quando non gli dissi che poteva guardare.
Iniziò a fissarmi e io feci lo stesso. Era raro vederlo adulto ma quelle volte che lo era io me le godevo sempre. Era bello vederlo felice per quel che poteva.
Appena scesi mi attaccai subito a lui terrorizzata. Non volevo morire, non ora, non così.
Lo guardai frugare nella tasca e tirare fuori due biglietti.
-Due? Non era uno il biglietto nella tua busta?- mi pareva strano ma dopo la sua spiegazione capii che era tutto un loro piano. Eravamo finiti.
Iniziammo ad avviarci io con il cuore a mille dopo l'accaduto. Pensavo, pensavo e ripensavo a tutte le cose che avevo combinato in questi 18 anni passati a soffrire.
Il mio flusso di pensieri fu interrotto da una domanda più che giusta del ragazzo accanto a me.
-Scusami. Come devo chiamarti ora?- dovevo comunque tenere un comportamento freddo e distaccato.
-Con il mio nome no!?- non con lui però, con lui potevo essere calma e tranquilla, ma lo scordavo sempre.
-Intendo come ti chiami!? Io non lo so il tuo nome.- sorrideva. Lui non se la prendeva mai con me, era sempre tranquillo e allegro; le uniche volte che si arrabbiava erano quelle in cui non gli davo mai retta, che non lo ascoltavo e facevo di testa mia, ma non era mai troppo severo o distaccato.
Abbassai e voltai un po' il capo quasi in imbarazzo ma fingendomi distaccata.
-Shiho. Shiho Miyano.-
-Che bel nome!- mi voltai di scatto a guardarlo perdendomi nel blu dei suoi occhi. Aveva davvero detto che gli piaceva il mio nome? Mi si mozzò il fiato. Nessuno mi aveva mai detto. Una cosa così meravigliosa.
Ringraziai sorridendo debolmente e anche il tono di voce fu piuttosto dolce.
Entrammo finalmente e girando per la sala trovammo numerose persone che lo conoscevano. Mi faceva piacere che finalmente poteva rivedere gente che non vedeva da molto con il suo vero aspetto ma... Mi sentivo osservata. Mi guardai un po’ intorno fino a che trovai la persona che mi metteva così tanto timore fissandomi.
Ran.
No mi aveva vista con Shinichi! Non va bene! Combino sempre e solo guai accidenti!
Mi rigirai velocemente verso Kudo.
Quando i due che parlavano con Shinichi se ne andarono questo mi guardo e mi chiese con voce molto bassa: -Ehi tutto bene!?- no per nulla. -Si... Tutto bene.- non mettiamogli altre agitazioni addosso. Alla fine e colpa mia se ci ha visti.
Quando ripresimo il giretto Shinichi vide la cameriera che ci aveva fatto trasformare e subito corse da lei prendendola per un polso. Incosciente! Mi strinsi a lui e senza farci notare la portò in un'altra stanza dell'albergo.
Presi la mano del ragazzo proprio mentre chiudeva e mi strinsi a lui.
La cameriera si strappò il volto, o meglio una maschera, rivelando sotto a questa il volto della donna che più mi spaventata fin dall'infanzia. Vermouth.
Mi aggrappai così forte a Kudo che quasi i vestiti si strapparono nelle mie mani. Fece un fischio, uno di quelli inquietanti, e dall'armadio dietro di me usci colui che pregavo di non vedere a quella festa. Gin.
Gin era li e mi guardava con occhi ghiacciati, freddi, quasi senza anima. Terrore. Terrore a più non posso. Ecco cosa provai in quei momenti.
Mi appiccicai al corpo di Shinichi nel preciso istante in cui le loro risate inondarono la stanza.
Vidi che poco davanti a me e dietro la sua schiena Shinichi premeva tasti come se avesse avuto il telefono davanti agli occhi e dopo averlo messo via lo spense. Che voleva fare.
Nulla. Ogni mio pensiero era bloccato. Ogni mio movimento era bloccato. Paralizzata. Senza forze per fare nulla.
Dopo svariate minacce su minacce la donna mi portò via Shinichi lasciandomi sola e spaventata al centro di quella stanza.
Mi sentii afferrare da dietro e, scaraventata a terra, mi trascinai velocemente verso un muro, in un angolino dove mi rannicchiai appena Gin mi puntò la sua amata pistola contro.
Era giunta la mia ora me lo sentivo.
Quando ormai l'uomo aveva quasi totalmente premuto il grilletto la porta venne letteralmente distrutta e da quella apparvero tre agenti dell'FBI.
Gin aveva paura! Lo si leggeva sul suo volto. Ecco cosa aveva fatto Shinichi. Oh no! Ora però sarebbe stato lui il suo bersaglio. E infatti Gin puntò a lui e sparò!
Ho mai detto che adoro l'FBI? Lo faccio ora allora, infatti quello che sembrava il capo, portava un cappellino nero con i vestiti dello stesso colore e occhi verdi, aveva colpito di striscio il braccio del mio quasi assassino facendogli sbagliare mira.
Vermouth correndo dal suo collega lo aiutò a reggersi.
-Non finisce qui.- già, la tortura era solo iniziata, Gin aveva ragione. Si buttarono dalla finestra ma poco mi importava di che fine avessero fatto.
Rimasi lì nell'angolino, ferma, spaventata ma ancora viva. E quando tutti si allontanarono dalla finestra Shinichi mi corse incontro e aiutandomi ad alzarmi mi cinse in uno degli abbracci più dolci e calmanti della storia.
Lui era l'unico che sapeva aiutarmi in momenti simili.
Non mi calmai tanto facilmente ma quando lo feci gli agenti andarono subito via e al loro posto arrivarono il dottore, il signor Mouri, Sonoko e Ran.
Non mi ero ancora scollata da Shinichi e fu un grosso errore.
Shinichi si irrigidì sotto lo sguardo di Ran che andò via in lacrime solo poco dopo. Solo disastri lo avevo detto.
Lo lasciai e corsi da Agasa che mi accolse calorosamente tra le sue braccia e rimasimo a sentire le urla e le critiche contro il ragazzo che rincorreva la ragazza.
Dopo il gesto che immagino avesse fatto i miei tentativi per averlo per sempre al mio fianco sarebbero stati tutti vani. Lo avevo perso, ma almeno sarebbe stato felice ed era questo quello che contava.
Mi sentii male nuovamente poco dopo e senza che nessuno mi accompagnasse di mia volontà corsi per quel che potei alla macchina del dottor Agasa ma i miei sforzi per arrivare in tempo furono tutti inutili e infatti mentre stavo per aprire la portiera svenni e il mio corpo tornò ad essere quello di una bambina di 8 anni.
Mi svegliai non so quanto tempo dopo con addosso ancora il vestito rosso enorme. Il dottore stava guidando e gentilmente mi pose quello più piccolo mentre Shinichi bambino era ancora svenuti accanto a me. Mi vestii e senza troppo pensarci vestii pure Shinichi. Quando si sveglio gli spiegai cosa ci era successo all'inizio e quello che era successo dopo che eravamo svenuti.
Arrivati a casa ci misimo a dormire e, con la scusa dell'essere ancora spaventata, riuscii a dormire vicino a Shinichi per l'ultima volta.

  
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