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Autore: Vavi_14    22/02/2015    3 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 16
La telefonata








“No, aspetta...fammi capire bene”
Shisui piantò in asso il cesto con i panni da lavare sul tavolo della cucina e guardò Itachi come se avesse appena ricevuto un affronto.
“Tu – disse, puntandogli un dito contro da sopra la montagna di camicie bagnate – sei stato a dormire da Mitsuki e non mi hai detto niente?”
L'altro alzò le spalle e sospirò. “Non era necessario che tu lo sapessi.”
Shisui spostò in modo maldestro il cesto che gli copriva la visuale e si sporse di più verso di lui.
“Certo che era necessario!” sbottò adirato, per poi girarsi di scatto a recuperare i muffin che aveva messo a scaldare in forno e che probabilmente avevano ormai raggiunto la tostatura di una bruschetta.
In quello stesso momento Itachi udì dei passi leggeri, di piedi scalzi, avvicinarsi alla cucina e quando si voltò trovò una piccola ragazza dai capelli color carota osservarlo timidamente.
“Shisui – iniziò, cercando di mantenere la calma – non mi avevi detto di avere compagnia”
L'ennesimo scatto del cugino segnò l'addio definitivo alla colazione, che finì spiaccicata sui tatami in legno. Shisui si sbrigò a raccogliere il danno in fretta e furia, per poi correre verso la strana ospite ed afferrarla per le spalle.
“Julia, non ti avevo detto di rimanere in camera?” le sussurrò in un orecchio, cercando di non farsi sentire da Itachi.
La ragazza mormorò qualche scusa tormentandosi una ciocca di capelli che le ricadeva dalla crocchia in cima alla testa. Indossava solo una lunga canotta nera che riportava a caratteri cubitali la scritta “Nirvana”. Gli occhi azzurri erano incorniciati da una linea di eye liner ormai sfumata, mentre sul viso si potevano scorgere decine di lentiggini.
Itachi la vide sorridere a Shisui e saltellare come una libellula fino a raggiungere la camera da letto.
“Shisui...” cominciò a mò di rimprovero, guardando severamente il cugino.
“Se ne sta andando” si affrettò a rispondere l'altro, mettendo le mani avanti.
Attesero che la ragazza uscisse dalla porta principale senza spiccicare parola, dopodiché Shisui pensò che fosse arrivato il momento di dare qualche spiegazione.
“E' in Erasmus a Tokyo per sei mesi – iniziò, sedendosi di fronte ad Itachi – l'ho conosciuta qualche giorno fa in un Pub qui vicino.”
Si prese del tempo per studiare la reazione di Itachi, poi continuò.
“E' svedese e dice di avere una grande passione per la nostra cultura”
“Allora sarà stata contenta di conoscere un giapponese che per colazione le propina del cibo americano” buttò lì il cugino con una punta di acidità.
Shisui sbuffò. “Avanti Itachi, non tenermi il broncio adesso. Non è da te”
“Ti avverto Shisui – replicò l'altro, questa volta in tono fermo - Aoko è anche una mia amica, perciò vedi di non combinarne una delle tue.”
Il cugino lo guardò come se avesse detto un'eresia.
“E adesso che c'entra Aoko?” domandò perplesso.
Itachi si alzò dallo sgabello e costrinse Shisui a fare lo stesso.
“Se deciderai di impegnarti con lei, dovrai farlo seriamente. Non voglio che tu la prenda in giro.”
“D'accordo, d'accordo – rispose l'altro, invitandolo a sedersi – ma adesso calmati, per favore. Lo sai che non ho mai costretto nessuna a fare niente.”
Itachi, dopo un attimo di esitazione, si adagiò nuovamente sullo sgabello, ma non smise di guardare il cugino con un'espressione poco amichevole.
“Te l'ho detto, Aoko mi interessa veramente, ma è difficile avvicinarsi a lei. Mi serve del tempo per studiarla e adesso non saprei proprio che tipo di approccio usare.”
Poggiò i gomiti sul tavolo e intrecciò le mani davanti a sé.
“Senti, perché non parliamo di te, invece? Sbaglio o non hai finito di raccontarmi cos'è successo con  Mitsuki?”
Il volto di Itachi parve rilassarsi e i suoi occhi vagarono altrove, fermandosi in ultimo sulla cesta di panni che attendeva speranzosa di essere portata in lavatrice.
“Non ho neanche iniziato, Shisui. Non c'è niente da raccontare.”
Il sorriso eloquente del cugino gli fece capire che non avrebbe mai accettato una risposta simile. Prese in considerazione l'idea di mentirgli, tanto per metterlo a tacere, ma per sua sfortuna non era per niente bravo a dire bugie.
“Mi è venuta a prendere all'ospedale un venerdì sera.”
Shisui annuì, invitandolo a continuare.
“Ha detto che voleva farmi compagnia”
Il cugino si lasciò scappare un sospiro di sollievo. “Finalmente! Uno dei due doveva svegliarsi prima o poi. E dimmi Itachi, non avrete mica passato la serata a guardare le repliche di Desperate Housewives con tanto di bibite e pop corn?”
“Non mi piacciono i telefilm”
Shisui gli mollò una pacca sulla spalla. “Avanti, non fare il finto tonto.”
Itachi si preparò psicologicamente alla scenata che gli avrebbe fatto suo cugino di lì a poco, dopodiché decise di sputare il rospo.
“Non dormivo da due giorni, Shisui. Non ho neanche avuto il tempo di ringraziarla per il passaggio”
Lo vide sbarrare gli occhi e per un secondo ebbe paura che gli uscissero fuori dalle orbite.
“Vuoi dire che ti sei semplicemente...addormentato?” pronunciò l'ultima parola sottovoce, come se non volesse crederci.
“Sì. Come un sasso” confermò Itachi, che quasi cominciava a divertirsi davanti alla reazione esagerata di suo cugino.
L'altro lasciò cadere la testa sul tavolo, rassegnato.
“Santi Kami, vi prego, ditemi cos'ho fatto di male per meritarmi questo. Eppure sono un bravo ragazzo. Un po' vivace forse, ma ho i miei principi, i miei-”
“Dacci un taglio Shisui” lo fermò Itachi, deciso a troncare la conversazione.
A quel punto anche il cugino tornò in sé e dichiarò che in quel modo non sarebbero andati da nessuna parte. Si alzò con decisione e chiese ad Itachi di aspettarlo al tavolo, mentre portava i panni da lavare in un'altra stanza. Quando tornò il suo sguardo era più serio che mai.
“Allora, facciamo così, Itachi. Tu sai che ti voglio bene come un fratello minore...”
“Saltiamo la parte smielata, per favore”
Shisui si finse offeso, ma continuò.
“...voglio che entro questa settimana tu chieda a Mitsuki di uscire a cena fuori”
“Cosa?”
“Uffa, possibile che tu non te ne accorga, Itachi? Solo quando sei con lei sembra che tu riesca veramente a vivere. Lo vedo dai tuoi occhi.”
Il cugino sospirò, spostando lo sguardo.
“Avanti, è solo una cena. Non prenderlo come un vincolo..si tratta solo di un tentativo.”
Questa volta Itachi tornò a guardarlo. Sapeva benissimo cosa provava quando era vicino a lei e forse era proprio la paura di perdere quelle sensazioni a bloccarlo. Ma ormai erano arrivati ad un punto cieco non sarebbe servito a niente continuare a fingere di essere amici.
“Va bene – concesse, dopo un attimo di esitazione – ma nel frattempo non apriamo più la questione, d'accordo?”
Shisui sorrise soddisfatto ed annuì. Adesso poteva finalmente fare la lavatrice con l'animo in pace.


Il ritorno a scuola di Sasuke era stato piuttosto caotico. Il primo giorno l'aveva passato a lanciarsi occhiatacce con il suo fedele compagno di banco, ancora arrabbiato con lui per non essersi fatto sentire durante il periodo di riposo a casa. Fino a quando, nel quarto d'ora d'intervallo, Naruto si era quasi strozzato con il suo panino alla frittata dopo aver sentito uno strano borbottio provenire dalla bocca di Sasuke.
“Cos'hai detto?!?” bofonchiò, sputacchiando briciole ovunque.
Anche Sakura guardò perplessa il suo compagno, pensando di aver sentito male.
Lo videro sbuffare, come al solito, ma stavolta le sue parole sembravano sincere.
“Ho detto che mi dispiace” ripeté, stando attento a non alzare troppo il tono di voce.
Naruto lo fissò incredulo, con un sopracciglio alzato.
“Ehi, chi sei tu? Che ne hai fatto del mio migliore amico?”
Sasuke non parve apprezzare quella battuta e tornò ad essere il ragazzo scorbutico di sempre fino al suono della campanella, quando il professore di matematica, un certo Hatake, lo fermò sulla soglia della porta e lo invitò a restare in aula per chiarire alcune cose.  Naruto e Sakura si fermarono a guardarli, non sapendo cosa fare, ma dopo poco Sasuke fece loro segno di non aspettarlo e di tornare a casa.
Lo strano uomo dai capelli bianchi era il più giovane tra il gruppo docenti e, a detta della classe, anche il più stronzo.
Si sedette sulla cattedra ignorando le buone maniere e sventolò sotto gli occhi di Sasuke l'ultimo compito in classe che avevano fatto qualche giorno prima.
Il ragazzo spostò lo sguardo da lui al foglio a quadretti, incerto se parlare o meno.
“Cosa pensi di fare, Uchiha?”
Sasuke alzò le spalle, fingendo di non capire.
“Sbaglio o su questo foglio vedo un sei e mezzo?” chiese con il suo solito tono di voce calmo. “Pensi che basti per partecipare alle olimpiadi matematiche di quest'anno?”
Sasuke fece per replicare ma Hatake lo fermò, afferrando in mano il compito e puntandolo verso di lui.
“Ho parlato di te alla commissione, Sasuke. E credimi, non è una cosa che faccio per tutti. Ora si aspettano grandi cose da te. E tu torni dopo un mese di assenza con una media spaventosamente al di sotto del tuo rendimento?”
“Beh sa, sono umano anch'io”
“Non puoi permetterti di adagiarti sugli allori – riprese il professore, ignorando la battuta di spirito – non se ci tieni ad essere il migliore. Perché è questo che vuoi, dico bene?”
Sasuke lo guardò. “Potrei non volerlo più”
Detto questo si avviò alla porta e salutò senza neanche voltarsi. “Arrivederci, professore.”
Hatake sospirò. “Arrivederci”


Quella sera fu una cena più silenziosa del solito. Né Itachi né Sasuke trovarono le parole per raccontare le loro giornate, sebbene entrambi sentivano il bisogno di condividere ciò che era successo negli ultimi giorni. L'ultima silenziosa litigata aveva convinto Itachi a farsi da parte per un po' lasciando Sasuke a se stesso. Sembrava quasi che l'uno ignorasse la presenza dell'altro pur vivendo nella stessa casa.
Intorno alle dieci il telefono di Villa Uchiha squillò. Sasuke si era già ritirato in camera sua, mentre Itachi fu costretto ad interrompere lo studio per andare a rispondere.
 

- Pronto? -
- Parlo con Itachi Uchiha? -

Itachi attese qualche secondo prima di replicare.
- Chi vuole saperlo? -
- Non importa. Chi tace acconsente, si suol dire. -
- Ma chi è lei? -

- Non occorre che tu lo sappia, Itachi. Ti basterà sapere che sono un'abile uomo d'affari e che non ti conviene metterti contro di me. -
Itachi guardò in cima alle scale per assicurarsi che Sasuke non stesse origliando. Avvicinò di più la cornetta alla bocca.
- Che cosa vuole da me? -
- Vedo che ci intendiamo, ragazzo. Ebbene, voglio fare un accordo. Diventiamo soci, Itachi, dividiamo i profitti della tua Azienda. -
- Ma che sta dicendo? Secondo lei dovrei associarmi con uno sconosciuto che si rifiuta anche di rivelare il suo nome? -

Sentì una risata roca dall'altra parte.
- Tutto a tempo debito, Itachi. Mi basta una tua conferma e vedrai che mi conoscerai presto. -
- E se io rifiutassi? -

Ci fu un lungo minuto di silenzio.
– Beh, allora le conseguenze le vedrai con i tuoi occhi. -
Non gli diede il tempo di replicare e riagganciò.










 

****

Buona domenica a tutti!
Ecco a voi il fantomantico capitolo, quello che da inizio alla seconda parte della storia.
Itachi ha ricevuto una telefonata misteriosa...ma ci sarà davvero da preoccuparsi, oppure si tratta solo di uno stupido scherzo?
Lo scopriremo presto nei prossimi capitoli!
Intanto ringrazio coloro che mi hanno seguito fino a qui e che spero continueranno a farlo sino alla fine. Date a questa storia una piccola possibilità! :)
Grazie e alla prossima!



Vavi

  
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