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Autore: lavs684    07/12/2008    4 recensioni
Proseguiva senza guardarsi intorno, senza accorgersi di nulla di ciò che la circondava, senza preoccuparsene.
Tutto ciò che avvertiva era ancora e sempre quel fastidioso senso di oppressione.
Portò una mano all’altezza del cuore, artigliando la stoffa dei suoi abiti come se volesse strapparselo dal petto.
Serrò le palpebre mordendosi il labbro inferiore tanto forte da farlo quasi sanguinare.
Era sempre così, maledizione!

La mia prima one-shot in questo fandom!
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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He always keeps his promises Salve a tutti!
È la prima volta che pubblico sul fandom di Naruto qualcosa di più lungo di una drabble, per cui siate clementi pleasee!
Rimando i commenti alla fine. Ci vediamo in fondo alla pagina!


He always keeps his promises



Il vociare assordante le aveva procurato un terribile mal di testa.
Sakura si sfiorò la fronte con una mano, maledicendo se stessa per essersi convinta a prender parte a quella stupida festa.
Si voltò verso Ino che sedeva accanto a lei, in cerca di distrazione, ma la bionda era evidentemente troppo occupata per prestarle ascolto. La vide sorridere ammiccante a Sai, strusciandosi contro di lui, e distolse immediatamente lo sguardo, scuotendo la testa.
Si volse verso l’altra estremità del tavolo, dove Shikamaru e Neji lottavano per allontanare Rock Lee da qualsiasi forma d’alcool. Il moro opponeva una strenua resistenza, lamentandosi come un bambino e cercando di respingere le braccia che lo trattenevano. Era uno spettacolo assolutamente ridicolo.
Poco lontano, Kiba intratteneva Hinata intavolando chissà quale discussione, mentre Shino al loro fianco si limitava a rigirare il bicchiere tra le mani, all’apparenza disinteressato a tutto ciò che gli accadeva intorno. Sakura osservò per qualche secondo la Hyuuga sorridere all’Inuzuka, sovrappensiero. Sembrava davvero che si stessero divertendo tutti. Tutti tranne lei.
Sospirò, socchiudendo le palpebre e passandosi stancamente una mano tra i capelli.
Era sempre così, ormai.
Riaprì gli occhi che minacciavano già di riempirsi di lacrime. Prese un bel respiro e si impose di calmarsi.
Doveva solo provarci, poteva tranquillamente divertirsi anche lei. Bastava solo un po’ di buona volontà, che diamine!
Si voltò nuovamente verso Ino, intenzionata a richiamare la sua attenzione quella volta, ma la Yamanaka era impegnata in un violento scontro di labbra con l’artista e dubitava ne sarebbe riemersa tanto presto.
Accidenti.
Rimase a guardarsi intorno senza sapere cosa fare. Nessuno si voltava dalla sua parte. Nessuno tentava di rivolgerle la parola. Nessuno sembrava essersi accorto della sua presenza, a dirla tutta.
Da quando era diventata invisibile?
Si alzò seccata, voltandosi nuovamente verso Ino.
«Io me ne vado» disse a voce alta e chiara. Nemmeno questo bastò però a distogliere la bionda dalla sua occupazione.
Nessuno si accorse che Sakura usciva dal locale.
Nell’esatto istante in cui mise piede oltre la soglia fu investita da raffiche di vento gelido che la fecero rabbrividire. Faceva maledettamente freddo, quella sera. La kunoichi si strinse addosso sciarpa e cappotto nel tentativo di scaldarsi, inutilmente. Le strade di Konoha erano deserte, naturalmente. Chi mai avrebbe trascorso la vigilia di Natale passeggiando per le vie del villaggio?
Nessuno. Tranne lei.
Non aveva alcuna voglia di tornare a casa. Non aveva alcuna voglia di aver gente intorno. Le sue gambe si muovevano in modo del tutto autonomo, senza che lei prestasse alcuna attenzione alla direzione presa. Non le importava. Proseguiva senza guardarsi intorno, senza accorgersi di nulla di ciò che la circondava, senza preoccuparsene.
Tutto ciò che avvertiva era ancora e sempre quel fastidioso senso di oppressione.
Portò una mano all’altezza del cuore, artigliando la stoffa dei suoi abiti come se volesse strapparselo dal petto.
Serrò le palpebre mordendosi il labbro inferiore tanto forte da farlo quasi sanguinare.
Era sempre così, maledizione!

«Ci rivedremo presto, Sakura-chan!»

Ancora quelle parole! Ancora quelle maledette parole!
Perché, perché continuavano sempre a perseguitarla?
Ed era allora che il ricordo di quel giorno tornava prepotente alla memoria.
Aveva annuito e sorriso. Non aveva dubitato nemmeno per un istante, perché Naruto manteneva sempre le sue promesse.
E lui si era voltato, sorridendo come sempre, sventolando la mano per aria in un gesto di saluto.
L’aveva guardato andar via, serena, continuando ad osservarlo finché non era sparito alla vista.
La prima lacrima le solcò lenta una guancia e non fece nulla per fermarla.
Perché, Naruto?
Non aveva mai perso la speranza, aveva continuato ad aspettarlo, fiduciosa persino quando Tsunade-hime si era data per vinta. Perché Naruto aveva promesso.
Quando la squadra mandata a cercarlo era tornata a mani vuote aveva liquidato la faccenda con un’alzata di spalle. Non significava nulla.
Naruto aveva promesso.
Stupida, stupida Sakura.
Quando riconobbe il luogo in cui i suoi passi l’avevano condotta non se ne stupì.
Volse per un istante lo sguardo al cielo, cupo, spento, esattamente come il suo animo.
Il vento frustava il suo viso implacabile, ma lei era insensibile al freddo. Con un fruscio, si inginocchiò sull’erba umida e sfiorò delicatamente la pietra fredda con le dita.
«Ciao, Naruto»


«Tsunade-hime, che succede?»
«Hanno trovato Naruto»
«Davvero? Sta bene? Dov’è? È a Konoha?»
«Sakura…»
« Mi dica dov’è, la prego!»
«Sakura, ascolta…»
«Cosa… cosa succede? Perché sta piangendo? Che sta succedendo?»
«Naruto… è morto, Sakura…»

Le lacrime si riversavano libere sul suo viso.
Fece correre le dita lungo la lapide, soffermandosi su ogni carattere del suo nome.
«È la vigilia di Natale, sai? Non avevo voglia di festeggiare con gli altri. C’era troppa confusione. Ho preferito venire a trovarti»
Quel silenzio faceva così male da farle desiderare la morte. Ancora.
«Ino ha baciato Sai, ti rendi conto?»
Chiacchiere futili solo per non affrontare il dolore. Ma era inutile, perché il cuore sanguinava e le lacrime scorrevano e le dita continuavano ad artigliare il petto.
«Naruto…»
E non riusciva più a contenere quell’assurda sofferenza.
Non voleva piangere, non voleva! Voleva essere forte. Era questo che lui avrebbe voluto. Era così che lei avrebbe voluto essere.
«Mi manchi così tanto…»
Il suo sussurro si perse nel vento.
Tremava, ma non per il freddo.
Si sedette poggiando le spalle alla lapide e adagiando il capo contro la pietra dura, di nuovo, perché in quel modo le sembrava quasi di poterlo sfiorare.
«Non sai cosa darei per averti qui»
Stringeva ancora la mano al petto.
E l’urlo straziante di dolore moriva in gola, ancora, sempre.
Faceva male, faceva ancora troppo male. Non riusciva a dimenticare, non poteva. Perché Naruto era tutto per lei.
Era la luce che rischiarava le sue giornate.
Naruto era l’aria che respirava.
Serrò le palpebre, stringendo i pugni tanto forte da conficcarsi le unghia nei palmi, incurante del dolore, di quello fisico almeno. Si sentiva soffocare.
Quando riaprì gli occhi lui era lì, seduto vicino a lei.
Non ne fu sorpresa, solo immensamente felice.
Rimase a guardarlo a lungo, godendo della sua presenza, studiandolo in ogni più piccolo dettaglio, scoprendo che era esattamente come lo ricordava. Gli stessi occhi azzurri, grandi, sinceri, buoni. Lo stesso sguardo amorevole che aveva sempre riservato soltanto a lei, lo stesso sorriso dolce che mostrava solo in sua presenza.
«Non devi piangere, Sakura-chan»
La sua voce… quanto le mancava la sua voce?
«Lo so, ma non ci riesco»
«Ma devi provarci. Devi continuare a vivere»
Distolse lo sguardo, sorrise. Un sorriso amaro, il suo.
«Lo sai che non posso»
Ed era la verità. Semplicemente, non era nulla senza di lui.
«Devi farlo per me»
Scosse la testa.
No. Non poteva chiederglielo.
Era troppo.
«Sakura-chan, per favore»
Si costrinse a guardarlo dritto negli occhi.
Non poteva sopportare quella nota di supplica nella sua voce.
Non riusciva a sostenere quello sguardo implorante.
«Mi chiedi l’impossibile»
«No, tu puoi farlo»
«Come? Come posso continuare a vivere se tu non ci sei più?»
Naruto sorrise.
E il suo sorriso riusciva sempre a scaldarle il cuore, in qualche modo.
«Ma io ci sono. Sono sempre vicino a te. Non ti abbandonerei mai»
«L’hai fatto, invece»
«No, non l’ho fatto. Veglio sempre su di te»
Ed era la verità, non poteva dubitare di quegli occhi. Non aveva mai potuto.
Gli si avvicinò, lenta, tendendo le dita verso le sue labbra. Tremavano.
«Vorrei solo poterti sfiorare»
Lo vide chiudere gli occhi e sospirare piano.
«Anch’io»
«Mi manchi, mi manchi in ogni attimo»
Aveva bisogno di dirglielo. Voleva che lo sapesse, che capisse fino a che punto la sua assenza le facesse male.
«Mi manchi anche tu, Sakura, non immagini quanto»
Il suo nome su quelle labbra suonava così bene…
Continuò ad osservarlo a lungo, per minuti, o forse ore intere. Non si curava affatto del tempo. Che importanza poteva avere il trascorrere dei giorni se lui era lì, accanto a lei?
«Ci rivedremo?»
Doveva saperlo. Anche se la risposta faceva paura.
Naruto le si avvicinò lentamente, fermandosi ad un soffio dalle sue labbra.
Quanto avrebbe voluto toccarlo, baciarlo, per una volta…
«Ricordi? Te l’ho promesso»
Sakura sorrise tra le lacrime.
Era vero, aveva promesso.
E Naruto manteneva sempre le sue promesse.


Uhm… uhm…
Allora, ieri notte mi son messa davanti al pc e mi son detta: su, su! Scriviamo una bella NaruSaku carina, allegra e romantica!
Così le mie dita hanno iniziato a ticchettare sulla tastiera per conto loro, come sempre. Dopo un’ora il risultato finale era questo. Che fine ha fatto la bella shot carina, allegra e romantica, mi chiederete voi? Credetemi, non lo so. Sarà stata l’ora tarda o semplicemente la mia mente deviata, ma questo è stato il risultato. Probabilmente non uno dei miei lavori migliori, ma che importa?
In ogni caso, se siete arrivati a questo punto senza tagliarvi le vene, complimenti! E se avete persino la forza di lasciare un commento avete tutta la mia stima e ammirazione.
Ci vediamo presto, sicuramente con qualcosa di più allegro!

Lavs
   
 
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