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Autore: _piccolascrittrice_    22/02/2015    8 recensioni
Questa fan fiction è il sequel di "Il risveglio".
Ambientata tra la seconda serie -More blood- e la terza -Dark fate-,
i capitoli allacciano la mia fantasia con alcuni passi della trama originale.
Cosa, o meglio, chi dovranno affrontare Yui e i fratelli Sakamaki?
Davvero la morte del Capostipite non avrà ripercussioni su di loro?
Sarà necessario fare una scelta, che segnerà profondamente ogni vampiro.
Una scelta che deciderà le sorti delle famiglie Sakamaki, Mukami e anche gli Tsukinami.
Lasciando svelare la vera essenza di Yui Komori.
Dunque, vi invito a seguirmi in questi nuovi capitoli,
che illustreranno risposte e porranno altri temi, culminando con la fine della storia.
Ma secondo voi...sarà un lieto fine?
...O finirà tutto in un bagno di sangue?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 19 Angolo autrice:
Buonasera a tutti! Sono ritornata u.u!
Scusate per la lunghiiiiiiiiissima attesa, ma approffitando dei tre giorni di festa di Carnevale da scuola (*^^^*), avevo deciso di prendermi una pausa da tutto, compreso aggiornare la fic! (ma non si sono astenuta dall'abbuffarmi di chiacchere, OVVIAMENTE XD)
Dall'ultimo capitolo vi ho lasciato un po' con l'amaro in bocca, o sbaglio?
A questo punto, cerco di rimediare con questo nuovo capitolo, non tanto lieto, ma descritto (o almeno spero) in modo meno...crudele x)!
Però, bando alle ciance, aggiungo solo che mi piacerebbe sapere dalle mie amiche come sono state per loro le vacanze ^-^
Saluto e ringrazio calorosamente tutti (i motivi li sapete no? =) <3) e vi lascio con una foto comprendente i nostri vampiretti al completo (P.S. I nomi li ho aggiunti io nel caso ci sia qualcuno che fa confusione tra loro) <3
Buona lettura!

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Karla lascia lentamente la presa dal fragile collo del vecchio, il cui corpo esanime si affloscia sul pavimento ai suoi piedi.
-Avremmo potuto evitare la sua morte, lo sai Karl, vero?-. Medita, in un moto di desolazione, come se il suo defunto fratello potesse davvero sentirlo, mentre osserva il volto della vittima disteso in un'espressione pacifica, priva di quella perpetua ombra di sofferenza
e colpevolezza che si rendevano manifeste da molti decenni.
-Precisamente, da quando ha dovuto abbandonare...lei-.
La riflessione è seguita dal tipico raptus che gli perfora brutalmente le tempie, come un accesso di emicrania, facendo scattare i suoi occhi sull'esile figura a qualche metro da lui, nel cui sguardo imprime il Terrore: sa che le sue iridi topazio deflagrano di furia omicidia, apparendo strabuzzate e.. spiritate.
-Vorrei che fossero l'ultima cosa che tu possa vedere, ma qui ci sono.. soverchi testimoni.-. Ragiona tra sé e sé, bramando come non mai la morte di quella pusilla, insulsa vampira...così dannatamente simile all'ignobile di sua madre, o meglio, loro madre.
L'improvviso miasma che gli assale le narici e lo spostamento repentino d'aria percepito dalle sue orecchie tradiscono l'imminente arrivo del resto della feccia di vampiri. Perlomeno, quel Ruki ha deciso saviamente di non osare fronteggiarlo.
Poi, avvertendo gli "antagonisti" appressarsi nella sua direzione con crescente impeto, egli pensa, con una punta di amarezza:
-Mi dispiace, Shin-dono, ma la nostra vendetta dovrà attendere.-.
Dopo di che, stiracchia il capo con fare annoiato, e serbando lo sguardo negli occhi sgomenti di Komori, proferisce, flemmatico: -Consideratelo voi tutti come un ultimo avvertimento.-.
Contempla ancora per un'istante l'espressione in viso della donna, squisitamente distorta dal Dolore, e la Paura, dunque tramuta tempestivamente in aquila: maestosa, rapace, scattante; in quel corpo sconosciuto quanto familiare, Karla si volatilizza, radendo l'aria
refrigerata della galleria al di sopra degli ivi presenti: Komori, la famiglia Sakamaki, gli orfani Mukami.
-Potremmo distruggervi tutti..-. Constata mentalmente, sorvolando l'ampio ingresso desolato, e dal becco emette un grido lacerante.

***

Ruki scrutò lo svolgersi della metamorfosi di fronte ai propri occhi con riluttanza, assimilando le parole del sommo vampiro con la gola otturata da una bile di raggelante consapevolezza.
Un secondo prima che Karla tramutasse, lui aveva scoccato un' occhiata di rammarico alla giovane, inghiottita a tal punto dalla scena da non accorgersene, pensando: -Mi dispiace, Yui. Non c'era più tempo, mi dispiace.-.
Poi il suo sguardo venne attirato dal vampiro, che avviò la sua trasformazione: la bocca carnosa si arcuò in un becco ocra tozzo
e biforcuto, la pelle mutò in penne nere come la pece,  ad eccezione del capo e la coda, che si ricoprirono invece di piumaggio sfumato tra il grigio e il bianco; dalle braccia tornite si dispiegarono le due ampi ali, mentre le gambe si accorciarono a costituire le cosce possenti e gli artigli affilati.
A giudicare dalle dimensioni, nella galleria del centro commerciale parve stagliarsi una bestia rassomigliante ad un imponente
grifone mitologico
.
Ma il dettaglio che fece accapponare Ruki furono quegli occhi a forma di nocciolo, scintillanti di topazio fuso.

***

Nel momento stesso in cui l'aquila scompare dalla sua vista, Yui si accascia pesantemente a terra: le ginocchia sono divaricate,
i dorsi della mani premono sul pavimento, i lunghi capelli nascondono le spalle cadenti, mentre la testa è leggermente inclinata da un lato, il volto solcato da lacrime silenziose.
Ogni emozione pare una di quelle gocce d'acqua salata, che scivola via lungo una guancia, infrangendosi contro i suoi pantaloncini stropicciati, inumidendole la cute sottostante pallida e gelata.
Nella sua mente, i pensieri sembrano semplicemente ciondolare in un dolce oblio, privo di coerenza o logica.
L'unica cosa a cui deve badare è di reprimere l'impellente desiderio, tale da farle formicolare ogni terminazione nervosa delle mani,
di accostarsi al corpo di Seiji-sama, per accarezzargli i capelli, grigi, setosi, sicuramente profumati.

...Ma perché trattenersi?
In fondo, lei non ha più nulla da perdere.
Come rincuorata, la fanciulla trova la forza di andare carponi dal suo vecchio, proprio come da piccolina, quando lui voleva insegnarle a camminare.
Quando gli è accanto, Yui osserva quanto sia bello con quell'espressione serena in volto, come lo era anche mentre dormiva,
e la stringeva a sé nel lettuccio della sua camera, scacciando via gli incubi e il freddo.
Sedendosi a gambe incrociate, la giovane gli solleva delicatamente la testa e poi la adagia sulle sue cosce, chiedendosi per un attimo perché non si svegli; smorza una risatina e un singhiozzo, e finalmente può infilare le dita, tremanti, tra quelle ciocche, appurando il loro gradevole e familiare odore di fibra di lino, lenzuola pulite, incenso.
Invasa da un effimero senso di pace, Yui vorrebbe rimanere così.  
Perché lei non abbandonerà Seiji-chan
.

Ma i Sakamaki non la pensano allo stesso modo. Difatti, da un momento all'altro i sei fratelli la circondano, attenti a tenersi distanti
dal corpo dell'anziano, e Subaru l'afferra da sotto le braccia, per tirarla su.
E' solo a quel punto che Yui inizia a urlare. Dibattersi. Ansimare di rabbia, singhiozzando in modo irrefrenabile.
-Seiji, Seiji! Lasciatemi, lasciatemi ho detto!-. Strilla, strattonando con violenza la stretta con cui le hanno imprigionato i polsi dietro la schiena, mentre tentano di trascinarla via da.
-Non possono, non possono. Che fine farà lui? Che fine farò io? Loro? Tutti noi?-. Si tartassa di domande, scuotendo la testa
e mordendosi furiosamente il labbro inferiore, e continua ad opporre resistenza ai vampiri.
-Non fare così, Yui. Non sei al sicuro qui, torniamo almeno alla villa-. Sente dire Ayato a denti stretti, che si ostenta calmo.
Le sue parole, però, la convincono ad abbandonarsi tra le loro braccia.
Avvinta dallo strazio, la stanchezza cala su di lei come piombo.

***

Senza essersene resa prima conto, Yui si ritrova sprofondata in un sedile di pelle, con il torace compresso dalle cinture di sicurezza allacciate ben strette, e la nuca premuta contro un poggio duro che, a giudicare dall'odore secco e pungente, deve essere anch'esso di pelle. Non riuscendo ancora a ritrovare la coordinazione necessaria per aprire gli occhi, la fanciulla si concentra, per quanto possano permetterle di fare il ronzio nelle orecchie e il martellare delle tempie, sui rumori circostanti: fuor di dubbio, sta viaggiando in auto, probabilmente su di un'autostrada, considerando che si ode continuamente sfrecciare gomme sull'asfalto da entrambi i lati. Poi, un'altra cosa certa è che ci sia qualcuno lì con lei. Però...
Uno strano presentimento le fa spalancare di scatto le palpebre: soffocando un gemito di sgomento, la giovane fissa lo sguardo abbacinato alternativamente su Ruki, Kou, Yuma e Azusa, schierati sul lungo sedile di fronte a lei. 
-Che accidenti ci faccio nella loro limousine?-. Si chiede, riconoscendo l'ampio abitacolo dai toni scuri. Presa dal panico, artiglia con i polpastrelli il sedile sotto di lei.
-Puoi restare calma, Yui Komori. Sei qui solo per gentile, e momentanea, concessione dei Sakamaki.-. Asserisce Ruki, con placida rassegnazione, sfiorandosi il labbro ferito (su cui spicca un piccolo grumo di sangue) con la punta dell'onigiri che stringe con due dita. Dal modo in cui la fissa mentre addenta la polpetta di riso, sembra solo volerla provocare.
-Oh sì certo, come no.-. Ignorando il borbottio dello stomaco, lei ricambia il suo sguardo con un'occhiata diffidente e fa per slacciarsi la cintura, quando Azusa interviene, sussurrando con un velo d'ironia: -E' così, Yui-chan. La loro limousine ci sta seguendo a breve distanza-.
Mantenendo la mano sinistra in prossimità dello sblocco della cintura, la fanciulla gira repentinamente il capo verso il tergicristalli posteriore, volendo sincerarsi di quel che le dicono, e nella coda di macchine dietro di loro intravede, effettivamente, il cofano lucido di una limousine bianca. 
Tornando a volgersi verso i Mukami, però, si agita sul posto, comunque innervosita dalla situazione.
-Perché loro avrebbero dovuto farvi questo favore?-. Domanda, schiarendosi più volte la voce, mentre Yuma sta borbottando frasi del tipo: -E' una cosa ridicola-, o: -Se avessimo voluto, l'avremmo già rapita-.
Stranamente, Kou non asseconda il compare con una risata, come è solito fare. Anzi, è proprio lui a risponderle, serio e pragmatico: -Perché anche loro sanno che siamo arrivati a un punto di svolta. Tu sei al corrente della verità ora, quindi devi decidere.-. Si ferma un attimo, come sovrappensiero, poi, scostando i capelli dall' iride rubino, aggiunge, con una punta di sarcasmo: -Immagino che i Sakamaki ci concedano quest'incontro per uno slancio di correttezza.-.
Lei aggrotta le sopracciglia, non capendo a cosa si riferisca il biondo, e distoglie lo sguardo dalla sua pupilla attorniata di rosso vivo per osservare Yuma che rotea gli occhi, apparentemente scocciato.
-Il vecchio non t'ha raccontato la nostra storia.-. Afferma, calcando la voce baritonale sulle ultime due parole, quasi inorgoglito.
Poi, sfoderando un sorriso tracotante, estrae dal taschino della sua camiciola una zolletta di zucchero, e le chiede:
-Non sei curiosa, zuccherino?-.



































   
 
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