Non
metto
piede all’Ecomoda da quindici anni e sono certa che tornarci
non sia affatto
facile. Eppure devo avere il coraggio di entrare, non posso stare tutta
la
giornata qui all’ingresso.
“Dottoressa
Valencia, è lei?” mi chiede Wilson.
“Si, Wilson!
Sono proprio io!” gli rispondo.
“Bentornata!”
mi dice.
“Grazie”
“La devo
annunciare?” mi chiede.
“No, non è
necessario! So bene dove andare! Betty, la dottoressa Pinzon, mi sta
aspettando!
A dopo!”
Sicuramente,
Wilson avviserà tutti del mio arrivo. Ma io sono troppo
agitata per pensare a
questo. Entro in azienda. Anche se hanno cambiato i colori alle pareti
è tutto
uguale. La disposizione degli uffici è sempre la stessa mi
pare di capire.
Prendo l’ascensore e vado al piano amministrativo.
Torno
indietro nel tempo. A quando lavoravo qui. Ne è passata di
acqua sotto i ponti!
Non posso fare a meno di pensare al giorno in cui sono andata via.
Parlare con
Betty e lasciarle Armando è stata la cosa più
difficile che abbia mai fatto. Ma
sapevo che era l’unica cosa da fare. E adesso Armando non
lavora nemmeno più
qui. Tante cose sono cambiate nel frattempo!
L’ascensore
si apre ed eccomi di nuovo nella mia vita precedente.
Sandra e
Mariana sono alle loro scrivanie! Sandra è incinta mi
sembra. Anna Maria è
sempre la segretaria di Betty a quanto pare.
“Buongiorno
a tutte!” dico.
“Dottoressa
Valencia?” mi chiede incerta Anna Maria, cercando conferma
del fatto che sia
proprio io.
“Si, Anna
Maria, sono proprio io!”
“Che piacere
vederla!” mi dice Mariana. Lei è stata per tanto
tempo la mia segretaria quando
lavoravo qui! Ma sono passati quindici anni nel frattempo.
“Mi sembra
strano che stiate tutte lavorando! Prima non lo facevate mai e
trascorrevate
tutto il vostro tempo a spettegolare!”
“Sono
cambiate tante cose!” mi dice Anna Maria.
“Può dire
alla dottoressa Pinzon che sono arrivata?”
“Si, la
annuncio subito.”
Trovo che ci
sia qualcosa di assurdo nel fatto che io sia qui. Proprio in questi
giorni.
Armando ha dato di nuovo scandalo con il suo supposto tradimento a
Betty con
quella modella. Ed oggi devo vedere Betty! Dovrebbe essere il mio
giorno
trionfale. Alla fine, a quanto pare, ha tradito pure lei. La mia
rivincita. Ma
invece non riesco ad essere felice. Mi sembra impossibile che lui
l’abbia
tradita. Sarebbe la dimostrazione che ho sbagliato tutto e che avrei
dovuto
lottare per riprendermelo.
“Dottoressa
Valencia, Betty la aspetta nel suo ufficio” mi dice Anna
Maria.
Mentre mi
dirigo nell’ufficio di Betty, un uomo alto e scuro mi viene
addosso.
“Ehi, che
modi” gli dico!
“Mi scusi…
non l’avevo vista! Ero sovrappensiero!” mi dice.
“Me ne sono
accorta. La prossima volta guardi dove mette i piedi!”
“Senta, le
ho chiesto scusa, non basta?? Non la faccia tanto lunga!” mi
dice.
“Ma come si
permette??? Lei lo sa chi sono io?” gli dico.
“No e
nemmeno mi interessa! Ora se mi perdona devo andare a
lavorare!” mi risponde.
“Quindi lei
lavora qui? Non ancora per molto!” gli dico.
“Come vuole!
Però per ora lavoro qui e sono già in ritardo! A
mai più!” dice questo
sconosciuto e va via.
“Anna Maria,
dov’è la dottoressa Valencia” chiede
Betty,uscendo dal suo ufficio e cercandomi
con lo sguardo, “non
è ancora arrivata
nel mio ufficio.”
“Sono qui
Betty” le dico. “ Ho avuto un incontro poco
piacevole con un tizio che dice di
lavorare qui!”
“Buongiorno
Marcela, prego si accomodi” mi dice Betty. Le squilla il
telefono. “Mi scusi
devo rispondere” mi dice.
Questo mi da
il tempo di guardarmi intorno. L’ufficio che era di Armando
è stato trasformato
nel suo ufficio. Ci sono molte foto dei suoi figli. E una bella foto di
Armando
troneggia accanto allo schermo del computer. Poi ci sono due foto del
loro
matrimonio. La guardo. È davvero lontana anni luce dalla
donna che è arrivata
qui e che ho odiato con tutta me stessa. Adesso è una donna
realizzata e bella.
Anche se dal suo volto si capisce che non stia vivendo giorni facili.
Comunque
di fronte a lei, la sfigata sembro io. Vedo che chiude la telefonata.
“Cosa fa lì
in piedi? Si accomodi” mi dice. “Mi rendo conto che
per lei non deve essere
stato facile tornare qui.”
“No, in
effetti no. Ma non è stato nemmeno così
difficile!” le dico. “E’ passato tanto
tempo e … le cose sono cambiate.”
“Mi fa
piacere sentirglielo dire Marcela. In effetti è stato
proprio Armando a chiedermi
di farla venire qui. Vorremmo trasformare la caffetteria in un piccolo
ristorante interno e visto che lei è qui a
Bogotà, abbiamo pensato che potrebbe
occuparsene lei, di rifare il look agli interni!”
“Ah… Senta
Beatriz, siete proprio sicuri che mi vogliate tra i piedi?”
le chiedo. “I
rapporti tra di noi non sono proprio idilliaci e anche se mi siete
stati vicini
durante la malattia di Julian, non possiamo fingere di essere migliori
amici. E
inoltre, è certa che Camila Mendoza voglia avere a che fare
con me?”
“Per quanto
mi riguarda, non c’è alcun problema se lei dovesse
lavorare qui. Lei è
un’azionista di questa azienda. Avrà sempre un
ruolo qui dentro. Quanto ai
rapporti tra di noi, non è detto che dobbiamo diventare
migliori amiche,
basterebbe solo non farci la guerra. In tutta sincerità, non
ho dimenticato il
modo in cui mi trattava e come mi abbia fatto sentire inadeguata e
incapace, ma
è trascorso tanto tempo. Sono andata avanti. Tante cose
nella mia vita sono
cambiate. Io non ho nessuna intenzione di rivangare il
passato” mi dice. “E
Camila sa benissimo che i problemi nel suo matrimonio non sono certo
causati da
lei!” mi dice mentre la vedo alzarsi e guardare verso la
finestra dietro la sua
scrivania.
La guardo di
nuovo. Tutto in lei è cambiato. Non è rimasto
nulla della ragazzina spaventata
che era. Il suo look è diverso. Adesso veste
all’ultima moda. Inoltre il suo
atteggiamento è diverso.È una donna
sicura di se. Se non fosse stato
così come avrebbe mai potuto compare una pagina di giornale
per far sapere al
mondo che ama suo marito, dopo un presunto tradimento?! Io non
l’avrei mai
fatto.
Capisco
perché mio fratello Daniele abbia perso la testa per lei due
anni fa! Ma la
verità è che lei ama Armando e basta. Ho capito
sulla mia pelle che è così. E
sarà così per sempre.
“So che
dovrei scusarmi, per come mi sono comportata con lei Betty. Ma lei non
può
biasimarmi se all’epoca non mi fidavo di lei. Alla fine ho
avuto ragione!” le
dico. Voglio che ammetta che avevo ragione.
“Lo so.
Tuttavia questo non la autorizzava a trattarmi come faceva. Fino a
quando non è
iniziato quello stupido gioco, io facevo solo il mio lavoro. E anche
bene. Se
Armando non l’amava non era di certo colpa mia. Mi scusi se
glielo dico” mi
dice.
“Forse, se
devo lavorare qui, è meglio mettere le cose in chiaro una
volta per tutte tra
di noi. Ammetto di non essere mai stato molto amichevole con lei, ma
non penso
che possa biasimarmi, soprattutto considerato che fin dai primi giorni
si è
schierata dalla parte di Armando. Immagino che la sua infatuazione per
lui c’entrasse
qualcosa!”
“Armando era
il mio datore di lavoro, il mio diretto superiore. Sentivo che non
potevo
tradirlo. Ho fatto tante stupidaggini. Ma a mia discolpa le posso
garantire che
io mi sono innamorata a prima vista di lui.”
“Lo so
Betty. Crede che non me ne fossi accorta?” le domando.
“Ma ormai è passato
tanto tempo!”
“Voglio che
lei sia chiara solo una cosa, io non sono mai stata la sgualdrina che
lei
crede. Ho cercato in tutti i modi di mettermi da parte. Ho detto
più volte ad
Armando che avrebbe dovuto darle una possibilità anche se
stavo morendo dentro.
E quando sono tornata da Cartagena non avrei mai e poi mai violato il
nostro
accordo se lei non mi avesse parlato.”
“So anche
questo! Mi sta dicendo che in realtà la sua
felicità di oggi, è merito mio?”
“Si. In
parte sì. Lei alla fine ha fatto la cosa giusta. Io ho molto
sofferto all’idea
che voi non steste più insieme a causa mia. Io non ho potuto
evitare di
innamorarmi di lui. Lo amo ancora tantissimo e credo che
all’epoca, quella che
ero all’epoca, si sarebbe accontentata anche solo di
guardarlo da lontano. Di
accettare che la sposasse” mi dice.
“Betty,
lasci parlare me adesso. Lasciar andare Armando è stata la
cosa più difficile
che ho fatto nella mia vita. Solo molto tempo dopo ho realizzato che il
mio
rapporto con lui era distruttivo. Lui non sarebbe mai stato felice con
me. Ha
cercato di farmelo capire in tutti i modi. Ma io non volevo vederlo.
Quando vi
vedo insieme, mi rendo conto che la mia è stata la scelta
giusta. Non solo perché
lui era innamorato di lei, come non lo è mai stato di me, ma
anche per me. Perché
volevo condannarmi a non essere amata dall’uomo che amavo,
perché lo amavo.
Realizzarlo è stato difficile per me. Questa è
però la verità. Quindi, anche se
all’epoca ero molto arrabbiata con lei, ho capito che ero
molto più arrabbiata
con me stessa perché non riuscivo a farmi amare da Armando e
non capivo perché lui
amasse lei, che onestamente era inguardabile e non me.
Ho capito col tempo che non puoi costringere la
gente ad amarti. Per me, dopo oggi, possiamo mettere una pietra sopra a
tutta
questa storia. L’unica certezza che ho, è che
Armando la ama, l’ha sempre
amata. E credo di poter affermare con certezza che non
l’abbia tradita. IO lo
conosco. Conosco i suoi tradimenti. E quello non è il suo
modo di agire.”
“Non penso
che dovrei parlare con lei di questo, ma sono d’accordo.
Stanno facendo di tutto
per mettere in difficoltà la New Tech” mi dice.
“Mi sembra
strano non trovare Armando in questo edificio. Come se mancasse
qualcosa” le
dico.
“Si abituerà
presto” mi risponde. “Cambiando argomento, Alberto
mi ha detto che tra di voi
non c’è niente, se non una grande amicizia. Lo so
solo io però.”
“Alberto è
innamorato perso di Camila. Non so se se ne renda conto. È
così impegnato a
darle contro!” le dico.
“Spero che
questo non le impedisca di lavorare con Camila, di incontrarla in
azienda!”
“Per me non
c’è alcun problema!” dico.
“Speriamo
che non ce ne siano nemmeno per lei!” esclama Betty.
“Allora accetta di seguire
questo lavoro?” mi chiede.
“Come potrei
dire di no? E’ la mia azienda!” le dico.
“Sono felice di poter lavorare a
questo progetto. Però devo mettere una
condizione!”
“E quale
sarebbe?” mi chiede allarmata.
“Che
smettiamo di darci del lei! Anche se sembra assurdo. Voglio ripartire
da zero.
In fondo non abbiamo che tre anni di differenza. E le cose sono
cambiate
adesso. Che ne dici?”
“Sono d’accordo!
Spero di riuscirci Marcela” mi dice.
Il mondo
sembra essersi rivoltato! Io e Betty, potremo diventare amiche col
tempo!
Siamo
nella
caffetteria. Stiamo per entrare nella cucina, quando una voce che
riconoscerei
tra mille mi chiama!
“Margeeeeeeeee!
Sei proprio tu?”
Mi volto e
lo vedo! Anche lui è invecchiato un pochino ma non glielo
direi mai!
“Hugoooooo”
vado ad abbracciarlo! “Come stai?”
“Sei uno
schianto tesoro! Anche se non dovrei parlarti visto che non ci sentiamo
da
quanto, cinque anni?” mi dice.
“Ho passato
un momento difficile, ma potremo rifarci presto. Seguirò i
lavori di
ristrutturazione della caffetteria!” gli dico.
“Mi state
dicendo che voi due lavorerete assieme??” dice rivolto a
Betty.
“Si, Hugo”
gli risponde Betty. “Finalmente avrà qualcuno da
tormentare con tutte le sue
strambe idee sui vestiti, e io potrei tornare ad avere un guardaroba
normale!”
gli dice lei.
“Non ci
conti Betty. Anche se non l’avrei mai creduto, lei
è una fonte di ispirazione
per me. Passerò alla storia come l’uomo che le ha
rifatto il look. Ogni volta
che penso ad un modello, mi chiedo come starebbe a lei!” le
dice lui.
Sono
contenta di notare che col tempo sono diventati quasi amici anche loro.
“Signor
Lombardi, cosa fa in caffetteria?” gli chiede Betty.
“Marge,
detto tra di noi, da quando Inesita è andata in pensione,
non ho ancora trovato
una sostituta degna di questo nome e devo venire da solo a prendere la
mia
valeriana qui dentro! Ci crederesti???”
“Inesita è
andata in pensione?” chiedo a Betty.
“Si. Ma è
andata in pensione da solo una settimana. Praticamente abbiamo dovuto
costringerla!” mi risponde. “Per questo non abbiamo
trovato una sostituta per
Hugo!”
“Marge,
comunque sono qui anche perché lo chef di questo ristorante
è uno schianto e
devo capire quante possibilità ci sono per farlo passare
dalla mia parte
zzzzzzzzz.”
“Nessuna” mi
dice Betty, mentre guarda Hugo scuotendo a testa. “Lo chef
è etero. Ha anche un
figlio. Francisco” aggiunge.
“Lo so.
Alberto mi ha parlato di lui. Mi ha raccontato la sua
storia!” le dico. “Come
mai Camila non è nei paraggi? Non credo che non voglia
vedermi al punto di non
venire al lavoro!”
“No. Oggi
resta a casa. Ha avuto problemi con Dodo. È dovuta andare a
prenderlo a scuola!
Le ho dato la giornata libera!”
“E così
saranno costretti a parlarsi dopotutto!” le dico.
In
quel
momento, un uomo esce dalla cucina, indossa un completo nero con una
camicia da
chef e un grembiule bianco. Non lo riconosco immediatamente.
“Marcela” mi
dice Betty avvicinandoci a lui, “ti presento lo chef Corrado
Traversi!”
A quanto
pare, lui riconosce me.
“Non posso
crederci! Ancora lei! Non deve essere la mia giornata
fortunata!”
“Forse non è
proprio il tuo MESE fortunato, Corrado!” gli dice Hugo.
“Perché?”
domanda lui.
“Corrado”
interviene Betty “lascia che ti presenti Marcela Valencia,
azionista e
proprietaria come Armando dell’Ecomoda. Da oggi lei
lavorerà alla
ristrutturazione della caffetteria!”
Lo guardo in
volto e noto un immenso fastidio nei suoi occhi. Se pensa che sia
piacevole per
me, dovere avere a che fare con lui si sbaglia di grosso!
“Ecco perché
prima mi ha detto ‘Lei non sa chi sono
io!’” mi dice scimmiottando la mia voce.
“Ebbene sappia che non intendo scusarmi per quanto
è avvenuto prima, anche se
adesso so che è la proprietaria dell’azienda!
È stata sgarbata. Io le ho chiesto
scusa e lei invece di accettare le mie scuse, mi ha aggredito col suo
orgoglio!
Non si trattano così le persone!”
“Lei è un
cafone e un maleducato!” gli dico finalmente.
“Ringrazi il fatto di essere un
buon amico di Alberto Montero altrimenti avrei fatto di tutto per farla
licenziare. E sappia una cosa. Quando io mi metto in testa una cosa,
difficilmente desisto fino a che non la ottengo. Quindi veda di non
darmi
eccessivamente fastidio!” gli dico.
“Lei è la
persona più presuntuosa che io abbia mai incontrato in vita
mia!” mi dice. “Ringrazi
che Alberto e Camila siano MIEI amici, perché piuttosto che
lavorare con lei,
mi licenzierei su due piedi!”
“Ragazzi”
cerca di intervenire Betty. “Calmatevi un attimo. Penso che
stiate entrambi
esagerando! Sicuramente avete iniziato col piede sbagliato!”
“No Beatriz!
Questa donna è insopportabile” le dice lui,
tornando in cucina.
“Idiota” gli
dico io. “Davvero devo avere a che fare con lui?”
“Non
proprio. Lui si occupa solo della cucina. In questi giorni sta solo
sperimentando. Ma poi la caffetteria chiuderà per
trasformarsi in un piccolo
ristorante. Quando il tuo progetto sarà pronto!”
“Non ci
vorranno più di tre settimane Betty. Un mese al massimo.
Meno male. Non dovrò
avere a che fare con lui!”
“Non è un
uomo cattivo. Se ne sta solo sulle sue!” mi dice Betty.
“Conosco la
sua storia” le dico, “ma questo non lo autorizza ad
avere quell’aria di
sufficienza!”
“Io devo
tornare in ufficio. Oggi Camila non c’è, questo
significa che devo fare un
doppio lavoro” mi dice Betty.
“Non
preoccuparti Betty, vai pure. Io faccio compagnia ad Hugo!”
Sono qui da
due ore e ho già litigato con qualcuno. Adesso sono con Hugo
nel suo atelier.
Mi sta aggiornando di quanto accaduto in questi anni.
“Adesso
Sandra è incinta di Mario. A quanto pare aspetta una
bambina. Ma non ha nessuna
intenzione di tornare con lui, dopo che l’ha trovato con
Camila Mendoza sulla
sua scrivania!”
“Mi sembra
la giusta punizione per le sue malefatte!” gli dico.
“Invece, da
quando Calderon è tornato a lavorare qui, Sandra
è diventata la sua segretaria
e Mariana lo è di Camila!”
“Capito!”
gli dico.
“Io e Betty
in questi anni abbiamo imparato ad andare d’accordo anche se
non senza
difficoltà. Nell’atelier con me
c’è Luz Costa che si occupa della linea Kids!
Luz si è sposata con Nicolas Mora!”
“Lo so Hugo!
E come mai non è qui?”
“Sarà nell’ufficio
con suo marito no? E tu invece cosa mi racconti di te?”
“Ho avuto
delle relazioni sbagliate. Ho avuto un figlio Julian che adesso ha
venti mesi e
ho rotto con suo padre perché mi ha tradito. In tutti questi
anni ho lavorato a
Los Angeles, ma quando ho rotto col padre di mio figlio, ho deciso di
tornare a
casa!”
“E non ce l’hai
più con Betty?” mi chiede Hugo.
“No!” gli
rispondo. “Non sono più arrabbiata con lei. Ormai
ho superato quella fase.”
“Sono
contenta per te! Non avresti potuto provare rancore per sempre. E poi
come ho
sempre sostenuto io, saresti stata una martire a sposarti con Armando
Mendoza!”
“Hugoooo!”
gli dico. “Basta, non rivanghiamo più il passato
ormai è andata così” gli dico.
“Tu sei
sempre uno schianto tesoro!” mi dice lui.
“Grazie
Hugo!”
In quel
momento entra in atelier un uomo che mi pare di non conoscere.
“Lui è
Kennet Johnson, del Fashion Group. E’ americano. Lavora con
noi da dieci anni,
prima c’era anche Gabriella Garça ma da un paio di
anni a questa parte l’hanno
spedita a Singapore!”
“Piacere”
gli dico “Marcela Valencia!”
“Finalmente
la conosco, dottoressa Valencia! Lei è una degli azionisti
no? Finora ho
conosciuto solo suo fratello Daniele!”
“Si! Sono
una delle azioniste! Il piacere è mio. So che da dieci anni
a questa parte state
facendo ottimi affari con l’Ecomoda!”
“Si
decisamente. L’Ecomoda è un’azienda
solida e i suoi dirigenti si sono rivelati
molto competenti e in gamba!”
“Mi fa
piacere sentirglielo dire. Mio padre, che fu il fondatore con Roberto
Mendoza
di questa azienda ne sarebbe stato orgoglioso!”
“ E lei di
cosa si occupa?”mi chiede l’uomo.
“Io sono un architetto
di interni. Armando Mendoza, mi ha chiesto di seguire la
ristrutturazione della
caffetteria!”
“Oh già si,
la caffetteria!” mi dice. “Il nuovo progetto di
Beatriz. Un’idea niente male!”
“Si, davvero
un’idea niente male.” Peccato per il cuoco penso
tra me e me.
“Senta
dottoressa Valencia, le dispiace se la invito a pranzo? Vorrei
conoscerla
meglio!” mi dice.
“Io…..io
veramente…” guardo Hugo con una faccia insicura.
Ma lui mi fa cenno di si con
la testa.
“Ok.” Accetto.
“Prima però mi faccia chiamare la baby
sitter!” gli dico. Certo che questo
americano non ne perde di tempo!