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Autore: Oducchan    23/02/2015    2 recensioni
È pericoloso, e non ha bisogno dello sguardo di disapprovazione dei senpai, o delle occhiate cupe di Aominecchi, o del sottile incresparsi della fronte di Kurokocchi per saperlo.
Lo sa da solo, eppure non sa impedirsi di incontrarlo, di amarlo.
[Haizaki - Kise]
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ryouta Kise, Shogo Haizaki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Fandom: Kuroko no basket
Titolo: Nella stanza ventisei
Personaggi: Kise Ryota, Haizaki Shougo
Pairing: HaiKise
Genere: erotico, introspettivo, angst?
Avvisi: what if?, si può considerare tematica delicata, credo.
Rating: arancione 
Note:
Forse avrei dovuto scriverla in inglese. He's a stealer, and he's a taker è un concetto che rendeva meglio. Vabbé XD
Per la Rea, sperando che traspari quel che mi ha chiesto.
Il titolo è rubacchiato da una canzone di Nek. la stavo ascoltando e non ho resistito. 

Nella stanza ventisei
 
 
È pericoloso, e non ha bisogno dello sguardo di disapprovazione dei senpai, o delle occhiate cupe di Aominecchi, o del sottile incresparsi della fronte di Kurokocchi per saperlo. È pericoloso, è rischioso, è malato, è sbagliato. Eppure non riesce a fermarsi, non riesce a trattenersi dal prendere il telefono ogni volta che vibra, a leggere il messaggio che arriva ogni volta che lo schermo si illumina.
Non riesce ad impedirsi di raccattare il borsone e infilarsi le scarpe e involarsi fuori di casa, con il cuore che batte all’impazzata e la mente che corre più veloce delle sue gambe, in bilico su quella lama di adrenalina che pare volergli tagliare le vene. Non riesce a dirsi che no, non dovrebbe accettar più quegli incontri, quel vedersi furtivo negli angoli oscuri di certi bar poco altolocati, quell’incrociarsi quasi distratto nei vicoli bui che puzzano molto di fogna e poco di pulito, di salubre. Che dovrebbe negarsi a quei baci frettolosi, caotici, quasi selvaggi, quel cercarsi di labbra, quel trovarsi di lingue. Che dovrebbe proprio finirla, di farsi trascinare in stanze dalla dubbia morale, che hanno visto pulizie migliori, che odorano di sesso e sperma già da prima che ci mettano piede.
Dovrebbe.
Eppure non riesce, non quando lo sguardo di Haizaki è acciaio liquido, che brucia come fuoco mentre cola sulla pelle. Non quando le sue mani lo toccano con poca attenzione, rapaci, stringendo e graffiando e lasciando segni che non se ne andranno per settimane. Non quando gli morde la bocca e poi gliela lecca, riverente; non quando gli stringe la vita come se ne andasse della sua esistenza, mentre affonda i denti nella carne morbida della spalla, delle sue cosce. Non quando pare volerlo divorare vivo, ma poi si perde nei sentieri nivei delle sue anche, nelle linee lisce delle sue gambe.
E quando Haizaki gli scivola dentro, con il suo nome sulle labbra e le braccia attorno ai suoi fianchi, Kise si sente così vivo da poter scoppiare, così potente da poter governare il mondo. Si sente così immenso, lì nelle lenzuola grigie di un hotel  a ore, sotto a quel corpo teso che lo trascina in uno stagno di torbido piacere, che non può più farne a meno.
Perché Haizaki forse è un ladro, e gli ha rubato cuore, anima e dignità, li ha presi e ne ha fatto una sua proprietà. Ma Kise è un imitatore, e impara sempre dal migliore.
 
   
 
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