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Autore: Sam Hutcherson    23/02/2015    10 recensioni
Benvenuti nel fantastico mondo delle storie di Sam Hutcherson che vi presenta, in esclusiva e solo per voi il seguito della fanfiction....*rullo di tamburi* Ti amerò oltre l'immaginabile!...che non dovete leggere necessariamente, ansi forse è meglio se non la leggete proprio! Vi accompagnerò nel regno incantato dei drammi familiari dei Mellark! Naturalmente la storia è Evellark! Vade retro babbani! Storia dedicata a Peeta Mellark, che merita tutte le ff di questo mondo!
ATTENZIONE:Questa è una storia felice!Può causare diabete, carie e se vedete unicorni rosa, correte a leggervi un libro di John Green prima che cominciate a saltare spargendo fiori ovunque!
E ora...A ME GLI OCCHI PLEASE!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                           Capitolo 4

                                                                                     La panetteria fantasma

Katniss Pov

Questo è uno dei momenti che più preferisco nella mia giornata, il sole è alto nel cielo e illumina un prato verde cosparso da fiori primaverili, una leggera frescura mi sfiora il viso e il distretto si agita al lavoro. L'erba verde ricopre completamente il distretto, ai lati della strada brulla che porta al distretto, ogni cosa si muove piena di vita di energia.
Ogni cosa, ogni singola parte del mondo, ogni più piccolo evento mi ricorda che una vita cresce dentro di me. E io mi sento così importante, ho avuto l'onore di poter far nascere una vita, di poter creare una vita, e sorrido più spesso.
Sorrido più spesso e non so perchè, il mondo appare pieno di luce, ogni cosa è diversa, più armoniosa, più bella. Peeta è più bello, incredibile a dirsi perchè fino a poche settimane fa non avrei mai pensato che sarebbe potuto diventare ancora più bello, invece ora lo è. Ogni volta che lo guardo negli occhi non posso fare a meno di pensare che voglio quel colore negli occhi di mio figlio, ed è sempre più forte.
Ogni secondo la mia voglia di dirlo a Peeta diventa più grande, ma poi la consapevolezza che potrei deluderlo, o spaventarlo, o chissà cosa mi spaventa, mi pietrifica e io rinvio, rinvio sempre.
È passata una settimana, una settimana dal momento in cui ho scoperto di stare per diventare mamma, e una parte di me, quella più razionale, mi dice che magari a Peeta farebbe piacere sapere di stare per diventare padre, invece quella parte paurosa e spezzata di me ha paura di rompere la perfetta armonia che si era creata in me. L'idealizzazione dell'essere madre. Tutte le cose che potrebbero succedere, tutte le cose che potrei sbagliare...e Peeta, e me, che ancora siamo fragili e stiamo camminando su un filo di seta. Forse troppo ansiosi di vivere la nostra vita, una vita in cui non abbiamo tenuto conto di tutto il tempo che abbiamo a disposizione, ancora convinti che il numero dei giorni rimasti possa essere contato sulla punta delle dita.
Il tempo, che strana cosa.
Haymitch d'altronde non mi aiuta per niente, mandandomi subdoli messaggi nei momenti più disparati: A pranzo, quando commenta la mia fame vorace o il mio rifiuto del cibo perchè mi sento troppo male per mangiare e non vorrei rigettare sul tavolo, mentre passeggiamo, quando trova animali che si riproducono e forme strane di alberi ovunque, o quando commenta con la sua solita grazia e cortesia i miei piccoli sbalzi di umore.
Fortunatamente Peeta non si è accorto di niente, è molto impegnato con il nuovo progetto per la panetteria grazie al cielo, non avrei voluto che un pomeriggio mi avesse chiesto.-Amore mi è venuto un dubbio, non è che sei incinta?-
No, decisamente poco speciale.
Sorpasso Sae la Zozza che è appena uscita dalla farmacia con i suoi impermeabili rossi infangati e il suo stupido, vecchio grembiule indosso, sopra il quale ha indossato un maglione consunto per proteggersi dalla frescura primaverile, salutandola con un gesto della mano.
Sae mi guarda in modo strano, bloccandosi quasi in mezzo alla via e poi quasi colta d un illuminazione divina mi sorride entusiasta.
Okay questo è strano.
Continuo a camminare tranquillamente verso la vecchia panetteria Mellark.
Il progetto di Peeta è stato approvato, la panetteria si potrà ricostruire esattamente sopra le macerie della vecchia, un pò come una nuova nascita...accidenti.
Ormai tutto il distretto è pronto per continuare a vivere, e con l'ospedale di Haymitch ed Effie andrà ancora meglio.
Un ospedale che nasce da una scommessa persa di Haymitch a quanto pare...ma guarda un pò l'ironia...
Accelero il passo quando mi coglie il pensiero che Peeta è da solo davanti alla panetteria, e che magari ha bisogno di me.
 

Peeta Pov

 

è quasi l'una e il sole è alto nel cielo, sta cominciando a scaldarsi e nonostante la piacevole frescura primaverile, fa caldo. Tanto caldo che ho dovuto togliermi la felpa e rimanere a maniche corte, si preannuncia un estate torrida, magari potremmo fare un salto da Annie e Johanna quest'estate.
La vecchia panetteria dei Mellark, la mia vecchia casa è completamente distrutta, le macerie si accalcano irriconoscibili le une sulle altre, in un informe ammasso di legna e pietra, come un corpo mutilato. Il sole brilla sulle pietre bianche, riflette la luce, come ossa spolpate sul bordo di una strada da uccelli affamati, ma la cosa peggiore sono le travi bruciate che spuntano appuntite, dita verso il cielo, un immensa croce a testimoniare le nostre colpe e trattengo il fiato, fino a farmi bruciare i polmoni, cercando di sentire di meno il peso di quelle colpe. E fisso incantato un punto nel cielo fino a farmi bruciare gli occhi. L'unica cosa che mi aiuta è Thom adesso, che si sta arrampicando tra le macerie, per capire cosa dobbiamo abbattere, cosa si può lasciare del passato, ignorando completamente la morte che aleggia sopra quelle rovine. Ma dov'è Katniss?
-Dovremmo abbattere questo muro Peeta, è completamente andato.-mi urla dall'altra parte della casa. -Certo Thom, basta che ci sbrighiamo.-gemo facendo scattare lo sguardo verso la strada polverosa da dove dovrebbe spuntare Katniss, doveva essere qui da un quarto d'ora, okay, no...va tutto bene, è solo ritardataria.
-Hey Peeta, puoi venire a darmi una mano?-urla Thom.
Sgrano gli occhi, l'idea di mettere piede in questo posto è terrificante, ma a Thom serve una mano, Thom ha bisogno di me...così mi costringo a entrare per la porta che comunque non c'è più ma sotto il quale io continuo a passare, perche resta il fantasma di questa panetteria. È una panetteria Fantasma.
Poggio un piede sopra le macerie, e con mia grande sorpresa, non si sbriciolano sotto il mio peso, non mi incolpano, non sono ossa fragili queste macerie, è solo calce e pietra con le quali al sole piace giocare.
La mia mente fa strani scherzi, mentre la portata dei ricordi ricostruisce le mura, in ogni singolo dettaglio di quella che era la paneteria viva, una panetteria triste, certo, ma pur sempre pulsante di vita e ogni cosa torna al suo posto, ogni pietra, ogni singola scheggia di legno ritrova stabilità, ma è una stabilità pericolosa, pronta, incredibilmente pronta a crollarmi di nuovo addosso, a seppellirmi, a essere la mia tomba, come doveva essere.
-Peeta ti muovi?!- sbotta Thom guardandomi male dall'altra parte di un'ammasso di calcinacci, ignorando completamente le mie paranoie.
-Eccomi Thom.- e la panetteria fantasma torna ad essere un fantasma.
Thom sta prendendo a calci qualche pezzo di legno che forse sosteneva il mio soffitto apena tre anni fa.-Direi che si può fare Peeta, ma dovremmo rimuovere tutte le macerie prima e ci vorrà circa una settimana e mezza, dovremmo ripulire tutto per cominciare a costruire, e dobbiamo anche abbattere quel muro Peeta, è pericoloso potrebbe caderti addosso e portare con se tutte le ristrutturazioni. Dobbiamo abbattere tutto per cominciare a ricostruire.-
Radere a zero...si...si, forse è meglio.
-Okay, io penso...si. Okay facciamolo.-Ignoro i fantasmi della mia famiglia che mi guardano male dall'angolo fantasma della mia panetteria fantasma e stringo la mano che Thom mi porge, in volto un sorriso incoraggiante.
-Hey, che mi sono persa?-Squilla una voce sottile da dietro alle mie spalle.
Mi giro sorridendo a Katniss, che cerca di superare un ammasso di calcinacci.
-Tesoro aspetta, ti aiuto.-mormoro andandole incontro, la tengo delicatamente per i fianchi, mentre lei supera una trave caduta e atterrando si scosta i capelli dal viso, sorridente e luminoso.
-Ti ho portato il pranzo.-afferma porgendomi un sacchetto strapieno di cibo.
-E anche a te Thom.-mormora lanciando un altro sacchetto al mio amico che ci guardava con sguardo affamato.
Thom le sorride afferrando al volo il sacchetto- Sei la migliore Katniss, ma ....mi posso fidare?-mormora guardando di traverso il contenuto del sacchetto.
Mando giù l'ultimo pezzo del mio primo panino al prosciutto e formaggio-Tranquillo Thom, non sono mai morto.-
Katniss mi da un pugnetto giocoso su un fianco fingendosi offesa e io la bacio sulla guancia cospargendola di briciole.
-Oh bene, ora sono molto più tranquillo.-

 

 

Katniss pov.

 

Dopo essermi fatta insultare, culinariamente parlando, usciamo dalla panetteria. Le macerie non pungono più agli occhi perchè adesso i nostri occhi vedono solo il nuovo progetto, una nuova nascita, e il fututuro che ci aspetta.
Stringo la mano di Peeta lasciando che lui mi baci i capelli, assorto a fissare le nostre mani intrecciate, quando all'improvviso un movimento alla fine della strada trafficata mi fa alzare lo sguardo.
È una figura alta che cammina al fianco del mio mentore, incede con passo sostenuto tanto che Haymitch deve saltellare come un cucciolo di daino per stargli dietro.
Ogni suo movimento trasuda sicurezza mentre ci si avvicina.
Abbraccia Thom e stringe la mano di Peeta mentre a me riserva un sorriso.
Sento il nervosismo nella voce di Gale e vorrei abbracciarlo, vorrei che tornassimo come eravamo prima, ma non tutti i vorrei si esaudiscono e io mi posso dire più che soddisfatta anche così come sono.
E poi, questa situazione è una bomba a orologeria, io, la panetteria distrutta e Gale, tutti insieme, Peeta sta dando prova di una forza assurda ed è per questo che mi stringo di più a lui sempre di più-
-Hey Evans, che ne dici dell'ospedale?- chiede Haymitch scoccandomi un occhiata.
Thom si inumidisce le labbra.-Il progetto è fattibile, ma dovrà passare i controlli del comune, gli uomini che abbiamo qui non bastano per costruire un ospedale intero, dovremmo far venire qualcuno qui da altri distretti, il che non sarebbe male, ma non c'è la possibilità di ospitarli...non possono fare avanti e indietro.-
Gale si sistema la giacca della divisa, è marrone, piena di monete luccicanti.-I controlli al comune sono passati, ora bisogna solo trovare il problema degli uomini non siamo poi così pochi al dodici, tutti i vecchi minatori potrebbero collaborare.-
Haymitch fa una risata amara.-Per un motivo o per l'altro quei minatori non sono attualmente disponibili.-
Gale gli scocca un occhiataccia scocciata.
-Siamo rimasti in pochi.-sussurra Peeta.
Questa frase mi mette sugli attenti e prima che qualcuno possa muovere un dito le mie labbra sono su quelle di Peeta, e le mie mani tra i suoi riccioli pe fargli sentire che io sono con lui.
-OKAY. Basta.-dice Haymitch dopo pochi secondi mettendosi in mezzo a noi.
-Abbiamo capito, niente discorsi tristi altrimenti questi consumano qui.-
-Che ne dite di ospitarli nelle ville al villaggio vincitori?-propongo aggrappandomi al passante dei pantaloni di Peeta.
-Come?-
Si girano tutti verso di me quardandomi ad occhi sgranati.
-Si, insomma, ci sono un sacco di case disabitate, potrebbero alloggiare li, temporaneamente. Magari anche a gruppi di tre o quattro. Così avrebbero, alloggio e lavoro e non dovrebbero pagare.-
-è una fantastica idea Katniss!.- esclama Thom.
-Si Dolcezza non male per la tua testa.-
Dopo aver chiacchierato ancora un pò sul progetto e le relative difficoltà Thom e Gale si dirigono verso l'altra parte del distretto, a casa di Thom e noi invece verso il villaggio vincitori.
-Scommetto che questo progetto aiuterà un sacco di persone, è molto comodo avere un ospedale così vicino...-mormora Peeta mentre mi passa un braccio attorno alle spalle.
Haymitch sogghigna in mia direzione.-Già Peeta, molto comodo.-


Oh Jesus, perdonatemi bimbe ma non è stata colpa mia, ma del mio Wifii...beh almeno vi risollevo un pò il Lunedi...
Voglio farvi notare che sono le 6:25 di Lunedi mattina e io sono qui a correggere questo stupido capitolo.
Perchè io mi sveglio sempre alle 5! Li avete visti ieri gli Oscar? Io ancora no, quindi pleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeease niente spoiler!
UHM, bene. Allors, che dicevamo? Ah si...no...no...no.... LA SCUOLA: Devoandareascuolanonvoglio!!! Buhuuuuu!!!!!!
OKAY....scleri di prima mattina, Oh che bello.
1) Vi voglio bene
2) Recensite perchè vi voglio bene.
3)Abbattiamo la scuola? ALL'ATTACCO MIEI PRODI!
un bacio,
-Sam

 

  
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