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Autore: Ormhaxan    23/02/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Windsor, Luglio 1471


 
 
 
Anne sfiorò con il polpastrello del suo dito indice l’orecchino di perla che Richard le aveva regalato come dono di nozze tre giorni prima, continuando a fissare il suo riflesso nello specchi ogivale, la sua esile figura avvolta in quello splendido vestito color oro e argento fatto con le migliori stoffe provenienti dall’Italia, broccati pregiati e pizzi della migliore fattura. Nonostante le settimane passate, la giovane Neville stentava a realizzare quello che stava succedendo, il suo futuro: Richard l’aveva scelta come sua sposa, come sua regina indiscussa, ma a differenza di suo padre, che già una volta aveva cercato di crearla regina dei Lancaster, le aveva lasciato la possibilità di scelta, la decisione ultima che avrebbe per sempre segnato la sua vita. E lei aveva deciso: aveva deciso di accettare la sua proposta, non solo per il suo bene, ma anche per quello di sua madre, per il bene di ciò che restava della sua famiglia, perché una parte di lei sperava di poter essere davvero felice accanto a Richard, a quel ragazzo che un tempo era stato il suo migliore amico, il suo promesso sposo, la persona che aveva sinceramente amato.

“Siete splendida, Vostra Grazia. – disse con voce eccitata una delle sue dame di compagnia, rivelando un lieve accento francese – Sua Maestà è un uomo fortunato: oggi tutti gli sguardi saranno per voi, ma solo il suo conterà.”
“Voi siete la Baronessa Lovell, vero? – chiese a sua volta Anne, venuta a sapere tempo prima del matrimonio avvenuto in Francia, durante il suo esilio, tra Francis Lovell, suo amico d’infanzia e migliore amico di Richard, e una certa Veronique de Crècy, ultima figlia di uno dei Baroni un tempo fedeli a quello che era stato il Duca di Anjou. – Siete la moglie di Francis?”
Oui, Madame, è così.” Rispose, continuando ad apportare gli ultimi ritocchi al lungo velo bianco posto sul capo della futura regina.
“E lo amate, lo amate sinceramente?” chiese ancora una volta, e senza indugio Veronique annuì: “E lui vi ama?”
“Moltissimo, Vostra Grazia. – rispose, abbassando lo sguardo e sorridendo appena – Francis è buono con me, mi fa sentire speciale, unica.”
“Francis è sempre stato un vero cavaliere, sin da quando eravamo piccoli: sapete, siamo cresciuti insieme noi due, e anche Richard.”
“Mio marito me ne ha parlato molto, vi è molto affezionato e vi ricorda sempre – voi e Sua Maestà – nelle sue preghiere.”
“E io lo ricordo nelle mie.” Concluse Anne, tornando a fissare il suo riflesso, a sfiorare il suo viso su cui spiccavano le guance rosee, gli occhi azzurri. Sospirò, chiuse gli occhi e pregò la Vergine di darle la forza per sopportare il suo difficile ruolo di moglie, di regina d’Inghilterra, di concederle un marito affettuoso e innamorato come Francis, di darle una nuova occasione, un nuovo inizio pieno di gioia e serenità, fiducia indiscussa verso il ragazzo che stava per sposare, un amore leggendario come quello di Artù e Ginevra prima della venuta di Sir Lancillotto.


 

**
 
 
In quanto unico parente maschio ancora in vita, William Hastings, suo zio acquisito grazie al matrimonio con Katherine Neville, sorella minore del suo defunto padre, avrebbe accompagnato Lady Anne lungo tutta la navata centrale della Saint George’s Chapel sino all’altare dove, solenne e vestito con abiti lussuosi dai colori argento e oro che richiamavano sia i colori della sua casata che l’abito della sua sposa, Richard stava attendendo.
 Accanto a lui, suo fratello Edmund osservava la lenta marcia della ragazza, il suo volto coperto da un velo bianco di pizzo, e non mancava di gettare occhiate curiose in direzione di suo fratello minore Richard, visibilmente nervoso e impaziente di sposare Anne, presentarla a tutti come sua moglie. Avrebbe celebrato lui le nozze, unito in matrimonio quei due ragazzi che aveva visto nascere e crescere sotto i suoi occhi, nella speranza di dare vita ad un matrimonio benedetto da Dio, i cui frutti sarebbero presto maturati sotto forma di eredi al trono, figli e figlie che avrebbero continuato la stirpe reale dei Plantageneti e degli York, rafforzato quel legame indissolubile che da sempre univa Richard e Anne.

Ritrovatisi faccia a faccia, Richard alzò il velo di Anne, rivelandone il viso purpureo, gli occhi azzurri grandi e leggermente lucidi per la tensione e la pressione di avere gli occhi di tutti i lord su di lei, su di loro. Anne non era mai stata una stolta, sapeva che quel matrimonio non era ben visto da molti lord – primo tra tutti da suo zio, William Hastings, che per il suo sovrano aveva desiderato qualcosa di meglio, una sposa straniera, una principessa – e che nei mesi avvenire tutti loro l’avrebbero tenuta sottocchio, analizzando ogni suo più piccolo movimento, pronti a criticarla e deriderla al primo segno di cedimento, ad ogni minimo passo falso che avrebbe fatto.
Avvertendo la sua tensione, immaginando i suoi pensieri, Richard richiamò la sua attenzione prendendole una mano, sorridendole dolcemente, sorriso che anche lei contraccambiò seppur con nervosismo, e spostata l’attenzione verso colui che tutti vedevano come l’Arcivescovo di York, il Lord Cancelliere, ma che per loro era semplicemente Edmund, un fratello ed un amico, la solenne cerimonia matrimoniale iniziò e si concluse poco dopo con lo scambio delle promesse, l’anello nuziale, dono di Richard per la sua sposa, e un casto bacio come simbolo del legame appena creato.
 
Alla cerimonia seguì un suntuoso banchetto di cinquanta portate, musica e danze, giocolieri e saltimbanchi arrivati da tutta l’Inghilterra per allietare il matrimonio del loro sovrano e della sua nuova regina.
Molti furono i volti noti presenti, non solo William Hastings con sua moglie Katherine, ma anche Anthony Rivers, Francis Lovell con sua moglie, Robert Percy di Scotton, appena creato Conte di Aumele, titolo un tempo appartenuto al nonno di Anne, Richard de Beauchamp, e persino Cecily Neville, Duchessa di York, la quale vedeva in quel matrimonio un nuovo inizio, una nuova occasione per i due novelli sposi e per il regno tutto.
Richard ballò solo e soltanto con Anne, aveva occhi solo per lei, e anche se tanto tempo prima si era lui stesso ritrovato a criticare suo fratello Ned per l’atteggiamento poco consono ad un sovrano, si ritrovò a sussurrare all’orecchio di Anne più volte, scambiarsi battute che solo loro due avrebbero potuto capire e baciare con devozione le sue sottili e piccole mani, le sue guance arrossate e candide che gli ricordavano due pesche mature. Calò il sole, arrivò la sera e il chiarore della luna alta nel cielo, e con esso il momento tanto atteso da Richard e temuto da Anne: la messa al letto.
Anne aveva assistito altre volte a quel rituale barbarico e mortificante per la giovane sposa, lei stessa lo aveva subito in una gelida sera di Dicembre, e la sola idea di essere nuovamente portata in braccio da nobili mezzi ubriachi, udire le loro battute rozze e irrispettose, ritrovarsi mezza nuda davanti a loro, la fece rabbrividire.

“Che si proceda con la messa al letto!” esclamò Lord Rivers, ghignando divertito in direzione dei novelli sposi, dopo aver chiesto il consenso del suo sovrano, il quale aveva acconsentito con un semplice cenno del capo.
Aye, che si proceda! – concordò Richard, il quale aveva alcuni cambiamenti da attuare – Ma che nessuno di voi sfiori la mia bella sposa con un dito: saranno le sue dame a scortarla nella sala da letto, e sarà sempre mio fratello, l’Arcivescovo di York, a benedire il talamo nuziale com’è consuetudine.”
Richard guardò Anne, ignorando le proteste dei nobili, cercò il suo sguardo e si rasserenò nel vederla sorridere, meno agitata di com’era stata quando Anthony Rivers aveva annunciato la messa al letto.
“State tranquilla, non permetterò a nessuno di toccarvi, di umiliarvi in qualsiasi modo. -  Sussurrò all’orecchio di lei, baciandole una guancia prima di alzarsi dallo scranno ligneo e dare inizio all’ultimo atto di quella interminabile giornata – A tra poco, mia adorata.”


 

**
 

“Mia adorata, state tremando!” Richard, rimasto solo nella camera da letto che da quel giorno avrebbe condiviso con Anne, tentò di circondare le spalle scoperte della giovane, ma in risposta lei si scostò e si portò le ginocchia al petto, continuando a tremare lievemente.
La messa a letto era avvenuta al cospetto di testimoni fidati, così come voleva la tradizione, e Edmund aveva benedetto il letto e l’unione prima di ordinare a tutti di uscire e lasciarli soli. Per Anne, vestita con solo una semplice camicia di lino lunga fino alle caviglie, era stato umiliante stare mezza nuda davanti a tutti quegli uomini, farsi ammirare da loro e da suo marito per secondi che erano sembrati eterni, e ora che era sola con Richard tutto ciò che desiderava era tirarsi le coperte fino al mento, raggomitolarsi su se stessa e dormire, dormire per settimane, nella speranza di non dover incontrare nuovamente quegli sguardi lascivi che, sapeva, i lord le avrebbero lanciato di sottecchi per settimane, forse mesi, ricordandola mezza nuda in quella stanza da letto.
Come se tutto ciò non fosse bastato, la messa a letto, seppure meno barbarica rispetto a quella subita la prima volta, le aveva fatto tornare alla mente immagini che avrebbe voluto dimenticare, sensazioni orribili, ricordi fatti di candele che bruciavano copiose in una stanza satura d’incenso, baci impacciati dal retrogusto di vino e irruzioni da parte di una madre dispotica che, incurante della sua nudità e delle circostanze, ordinava ad un figlio di allontanarsi dal corpo della giovane sposa e proibiva qualsiasi tipo di intimità tra i due.
“Anne, cosa vi turba? – chiese Richard, questa volta mantenendo le distanze – E’ per la messa a letto, vero?”
La giovane lo guardò con la coda dell’occhio ma non disse nulla: era così logico che fosse per quello, per l’umiliazione subita, per i dolorosi ricordi che ne erano scaturiti, per ciò che ancora l’aspettava in quella notte appena iniziata.
“Mi dispiace, mia cara, ma non ho avuto scelta: siamo i loro sovrani, e la messa a letto è qualcosa a cui neppure io posso sottrarmi. I nobili dovevano assistere, così da non aver alcun dubbio sulla legittimità del nostro matrimonio, sulla sua consumazione. So che avreste preferito diversamente, che dopo il vostro primo matrimonio speravate di non provare mai più una cosa del genere ma comprendetemi.”
Anne rimase in silenzio, ancora, e Richard sospirò frustrato: “Capitemi, dopo il matrimonio di Ned con Elizabeth questa cosa andava fatta, e se state cercando delle scuse allora non le avrete. Ho fatto quello che ritengo giusto per preservare la nostra unione, per evitare che chiunque possa mettere in discussione la sua validità, chiamare i nostri figli bastardi come hanno fatto non troppo tempo fa con le figlie di mio fratello. L’ho fatto per noi, mia adorata, e anche se ora è difficile comprenderlo, so che un giorno capirai e saprai che ho fatto la cosa giusta.”
Aye, lo so – Anne gli accarezzò una guancia, sorrise – So che pensate sempre di fare la cosa giusta per voi, per chi amate, ma…” avrebbe voluto dirgli che quella sua decisione non era stata la cosa giusta per lei, che aveva profondamente intaccato il suo pudore e il suo animo, eppure non disse nulla di tutto questo: “Vi prego, non ne parliamo più.”
“Come desiderate, mia cara.” Richard strinse la mano sinistra di lei, baciò con devozione l’anello nuziale, il palmo della sua mano, accarezzò i lunghi capelli buondo-ramati lasciati liberi e sparsi sul cuscino: “Siete bellissima, Anne, i vostri capelli sono morbidi come la seta, la vostra pelle candida e il vostro profumo mi inebria e mi rende ubriaco di voi.”
Anne, profondamente onorata di tutte quelle belle parole, allungò una mano verso il suo viso, accarezzò una guancia, affondò le dita in quelle onde nere: “Io, invece, ho sempre avuto un debole per i vostri capelli. E i vostri occhi, anche, gli unici che un tempo erano capace di farmi battere forte il cuore.”
“Solo un tempo?” chiese lui, ben sapendo che i sentimenti di Anne per lui non erano più forti e chiari come una volta: “In questo caso, dovrò fare del mio meglio per far tornare a battere il vostro cuore forte come quando eravamo due ragazzi che si baciavano di nascosto come due amanti sotto l’ombra degli alberi del cortile di Middleham.”
“Tornare a quei giorni sarebbe un sogno: a quei tempi era tutto così semplice, il futuro sembrava roseo…”
“Può esserlo ancora, Anne, farò in modo che lo sia. Vi renderò felice, mia cara, da questo giorno e per tutti quelli che verranno.”
“Aye, lo so… so che è quello che desiderate, e….”
Richard la baciò nuovamente, con più irruenza e spavalderia, e solo in quel momento, per la prima volta, nella mente di Anne balenò un pensiero: lui la reputava una donna fatta e finita, una donna che aveva già provato le prime esperienze, avuto intimità con un uomo. Lui non la considerava più una casta vergine come un tempo, ma una donna completa.
“A-aspettate… - disse a corto di fiato lei, posando una mano sulla camicia di lino di lui allontanarlo – Aspettate, vi prego.”
“Cosa c’è, sono stato troppo brusco? Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No, no… voi… - scosse la testa, sorrise algida e si diede della sciocca – Voi non potete saperlo, come potreste? Dopo tutto, sono una vedova…”
“Di cosa state parlando, Anne, non capisco?”
“Sto cercando di dirvi, mio caro, che sono sì una vedova ma non ancora una vera donna… sto cercando di dirvi che…”
“Non è stato consumato! – esclamò sbalordito lui, concludendo la frase al posto della ragazza – Il matrimonio con Lancaster… voi…”
“No. – rispose, confermando la sua teoria – Margherita D’Anjou non lo ha permesso, non ha permesso alcuna intimità tra me ed Edouard. Voleva prima essere sicura che mio padre uscisse vincitore dalla guerra contro vostro fratello e gli York, così da non correre rischi e poter annullare il matrimonio nel caso in cui…”
“Nel caso in cui vostro padre fosse morto. – ancora una volta fu lui a concludere la frase per lei, ancora una volta lei annuì – Dio, Anne, perdonatemi!”
Richard prese la mano di lei tra le sue, la baciò: “Non ho pensato neanche per un attimo che… Dio, sono stato uno sciocco.”
“Non c’è nulla da perdonare, Richard, nulla. Spero solo che questo non vi abbia deluso, deluso voi e le vostre aspettative.”
“Le mie… - Richard sorrise, baciò il suo capo – No, Anne no. Sapere di essere il primo, realizzare che sarò l’unico uomo per voi riempie il mio trionfante ego maschile di gioia; il pensiero che nessun altro vi ha sfiorato, che non siete mai stata davvero sua ma che sarete solo mia…” lasciò la frase in sospeso, circondò il suo sottile viso con le mani, la baciò con trasporto, e stretta a lui Anne si sentì sollevata e ricambiò a sua volta il bacio.

Messe da parte le parole, Richard continuò a baciare Anne con dolcezza, iniziando ad accarezzare pigramente la sua schiena, avvicinandola sempre di più fino a scontrare i loro corpi. Lei non si ritrasse, sapendo che il momento era arrivato, che era solo questione di minuti: quella notte sarebbe diventata sua moglie sotto ogni aspetto, e seppur intimorita sperava di non deluderlo. Le labbra di Richard sulla sua pelle erano appena umide, il suo fiato caldo, il suo tocco gentile la faceva rabbrividire di anticipato piacere. Anne sapeva che per lui non era la prima volta, sapeva delle sue scappatelle con le servette, della ragazza, Katheryn, che era stata per quasi un anno la sua amante e che gli aveva dato una figlia illegittima, ma ora che lui era solo e soltanto suo, le piacque immaginare che, prima di lei, non aveva mai rivolto quel tipo di attenzioni simili ad adorazioni per nessun’altra donna.
Affondò le mani nei capelli ricci di lui, inarcò la schiena quando per la prima volta sentì le sue labbra e le sue mani sui suoi seni, e per un istante pensò di aver dimenticato tutto, – le accuse e le maledizioni di sua sorella, gli sguardi dei lord, le loro risatine, la sua prima notte di nozze conclusa miseramente – tutto ciò che l’aveva ferita e l’aveva fatta dubitare di Richard, di suo marito. Poi, però, nell’oscurità della stanza Anne sentì nuovamente quegli occhi su di lei, le risate delle nobildonne, i commenti maliziosi dei loro mariti, le parole di sua sorella Isabel. Le mani che la stavano toccando erano veramente lorde di sangue come le aveva detto più volte Izzy, macchiate del sangue di George?
Da un altro angolo della stanza, Anne percepì su di lei uno sguardo nuovo, quello di una giovane donna dai capelli ramati che teneva in braccio una bambina – Kathryn, era quella la famosa Kathryn, la sua amante? – la quale la guardava con un ghigno malvagio e le diceva che Richard non l’avrebbe mai amata, non nello stesso modo in cui aveva amato lei, amava lei.
Accanto alla donna, bello come un fiore che stava per sbocciare e immortale nella sua giovinezza, Edouard la stava guadando con occhi vitrei e pieni di odio, occhi freddi come il ghiaccio che l’accusavano di averlo dimenticato, di essere una traditrice, di avere oltraggiato la sua memoria, le loro promesse, sposando il suo acerrimo nemico, l’uomo che era causa delle sua morte, il mandante dei suoi assassini.
“Anne, amore, state bene?” Richard, sentendola nuovamente fredda, scostante, alzò lo sguardo e la guardò preoccupata: “Va tutto bene, mia cara, non dovete temere: sarò dolce, non vi farò male. Non potrei mai farne, non di proposito.”
“S-sto bene, Richard, davvero.” Mentì Anne, guardando nuovamente verso l’oscurità della stanza, nel punto in cui un attimo prima aveva giurato di vedere lo spirito di Edouard. Sorrise nervosa, lo baciò in modo frettoloso, incitandolo a continuare, a far finire al più presto quel loro primo rapporto: “Abbracciatemi, Richard, fatemi sentire amata.”
“E’ tutto ciò che voglio.” Rispose lui, tornando a baciarla, accarezzarla, stringerla forte tra le sue braccia.
Alla fine la fece sua, e nonostante il forte dolore Anne si morse un labbro e non protestò, non emise neanche un suono. Seguendo i comandi di Richard, legò le sua gambe attorno ai suoi fianchi, strinse forte la sua mano con quella del suo sposo e pregò che l’amplesso finisse subito. Dalle sue labbra uscirono dei gemiti – un suono che fondeva piacere e dolore – e lacrime rigarono il suo viso: perché, anche in quella occasione, doveva tormentarsi in quella maniera, essere perseguitata dai fantasmi di persone che non aveva mai conosciuto, che facevano parte del passato, i cui animi erano colmi di gelosia e cattiveria? Perché non poteva semplicemente giacere con suo marito, l’uomo che aveva sempre amato, e dimenticare tutto e tutti? Lei voleva solo essere amata, essere felice, eppure la felicità sembrava esserle preclusa dal sospetto e dalla diffidenza, da un muro invalicabile persino per Richard, il ragazzo che aveva sposato, che tre settimane più tardi l’avrebbe resa regina d’Inghilterra davanti a tutto il loro popolo.

Terminato l’amplesso, Richard la strinse nuovamente, accarezzò i suoi lunghi capelli e cercò di farla rilassare. Non era uno stolto, sapeva bene che qualcosa in lei aveva preso il sopravvento, che non aveva tratto alcun piacere dal loro rapporto, eppure decise di non fare domande, di darle il tempo di calmarsi, di riprendersi da tutte quelle sensazioni più grandi di lei.
“Mi dispiace, Richard – disse singhiozzando, allontanandosi dal suo corpo e, date le spalle, raggomitolatasi in posizione fetale – Sono una tale delusione.”
“No, mia cara, no! - le baciò una spalla, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio per poter vedere il suo viso - Sono io, la colpa è mia: avrei dovuto essere più attento, invece mi sono lasciato andare alla passione e non ho compreso che qualcosa vi turbava, che non eravate pronta…”
“Ma io lo ero, lo giuro! - Anne si girò di scatto, fronteggiandolo - O almeno pensavo ma… m-mi dispiace, non ci sono riuscita, non...”
“Va bene, va bene. Non piangete! – le asciugò gli occhi con i polpastrelli dei pollici, baciò entrambe le sue guance – Era la vostra prima esperienza, e questo è stato un giorno lungo: inoltre, temo che la messa al letto vi abbia traumatizzato più di quello che pensassi, ed io sono l’unico da incolpare per questo. Mi dispiace, Anne, non avrei mai voluto rendervi triste, riportare a galla ricordi dolorosi del vostro passato.”
“Promettetemi che sarò l’unica, Richard. – Anne si strinse al suo corpo, sorprendendolo con una tale richiesta – Promettetemi che non ci sarà mai più un’altra Kathryn nella vostra vita, solo io.”
“Ma certo che ci sarete solo voi, mia amata! – esclamò piccato, anche un po’ offeso dalla sua mancanza di fiducia, capendo solo dopo quanto lei fosse insicura, il suo bisogno di essere rassicurata, di tale promessa – Lo prometto, Anne, lo giuro: d’ora in avanti ci sarete solo voi nella mia vita, voi sarete la sola con cui dividerò il mio letto, la sola madre dei miei figli.”
In risposta Anne nascose il viso nell’incavo del suo collo, lo abbracciò stretto e baciò le sue labbra per sancire tale promessa, pregando affinchè lui la ricordasse sempre e la mantenesse nei giorni che sarebbero venuti.
“Ed ora mia cara, stringetevi a me e permettetemi di mostrarvi una posizione alquanto piacevole per dormire. – riprese lui, cingendole la vita e baciandole una spalla – Poggiatevi sul mio petto, così da poter avvolgere le mie mani attorno a voi in questa maniera.” Richard avvolse le sue gambe con le sue, lasciò un altro bacio sulla sua spalla, sulla sua guancia: “Ci incastriamo perfettamente come due cucchiai, non trovate?”
Aye, non avrei potuto trovare un paragone migliore.”   
 
La sua vicinanza la rassicurò, il calore del suo corpo stretto al suo fu ugualmente piacevole e confortante, riuscì a far scomparire ogni paura, ogni brutto ricordo legato alle parole velenose di Isabel, al suo defunto marito. Si raggomitolò meglio contro di lui, sul suo viso comparve un sorriso, e quando sentì il petto di Richard muoversi regolarmente capì che si era addormentato; poco dopo anche lei chiuse gli occhi e scivolò lentamente in un sonno tranquillo.



*




Angolo Autrice: E, niente, questi due si son sposati ma come da prima stesura la notte di nozze non è stata molto rose e fiori e rispetto alla prima versione c'è stato molto più Edward di Lancaster presente a creare problemi. E, boh, non so bene cosa dire quindi al solito ringrazio chi segue la storia e le meeeeravigliose ragazze che recensiscono.
Alla prossima,
V.
  
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