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Autore: tini fray    23/02/2015    4 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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~~"Scusami se ti ho disturbato mentre eri.. Impegnato." Disse Jonathan con un leggero cenno di stizza.
Alec si chiese cosa avesse, e si chiese per quale motivo era lui seccato e non Alec che era stato interrotto mentre...
Beh, non sapeva neanche lui cosa stesse facendo.
"No, non ti preoccupare, probabilmente l'hai fatto per qualcosa per la quale valga la pena dedicarle tempo" disse Alec passeggiando nel corridoio accanto a Jonathan.
Il ragazzo biondo lo osservó con la coda nell'occhio.
"Comunque, come facevi a sapere dove mi trovavo?" Chies Alec incrociando le braccia dietro la schiena e guardando in avanti, mentre continuavano a camminare.
Jonathan prima di rispondere si prese qualche secondo per trovare la spiegazione che l'avrebbe fatto sembrare meno strambo.
Non poteva dire ad Alec che l'aveva visto come proiettato da una telecamera segreta in una delle dua facce del medaglione.
E non poteva dirgli che aveva girato per tutto il castello prima di trovarlo.
E non poteva neanche dirgli che era sicuro al cento per cento che lui fosse lì perchè amava i libri, e non c'era alcun'altro posto in cui si potesse trovare.
Anche perchè probabilmente sarebbe stato vero, ma poi Alec si sarebbe chiesto come facesse Jonathan a sapere così tanto su di lui.
E Jonathan non avrebbe potuto dirgli di aver fatto delle ricerche, nonostante quelle ricerche le avesse fatte realmente nei giorni antecedenti all'attacco dei demoni.
Perció scelse una scusa molto scontata, ma per questo Jonathan pensò che potesse essere efficace.
"Ho chiesto in giro, mi hanno detto di averti visto entrare in biblioteca" disse Jonathan, cercando di apparire convincente, guardando di fronte a sè.
Alec posó fugacemente lo sguardo su di lui per qualche secondo, poi lo posó sul grande portone d'entrata, erano arrivati all'ingresso camminando.
"Cosa volevi dirmi?" Gli chiese dopo un pó, avvicinandosi a lui, nel buio del corridoio.
Jonathan si sentì sempre più a disagio, mano a mano che il Lightwood si avvicinava, nonostante sapesse che il ragazzo non aveva nessuna cattiva intenzione.
Jonathan indietreggó meccanicamente e inciampó, molto probabilmente in un tappeto.
Mentre stava per crollare a terra sentì una mano afferrare il suo polso, tirandolo su.
Nello stesso momento in cui la mano di Alec aveva sfiorato il suo polso aveva sentito una scossa risalirgli su tutto il braccio.
Alec si stupì da solo dei suoi riflessi mentre aiutava Jonathan a rimettersi in piedi, afferrandolo per i fianchi.
"G-grazie..." Balbettó Jonathan visibilmente a disagio, mentre guardava Alec negli occhi.
Vide per un attimo un'ombra oscura passare negli occhi di Alec.
"Sai, per un attimo ho visto i tuoi occhi diventare verdi, ma probabilmente sarò io che vedo quello che non dovrei vedere" disse sovrappensiero Alec, stringendo di più Jonathan.
Il biondo si accorse che la stretta di Alec era aumentata ma non cercó di allontanarsi, non riusciva a reggersi in piedi.
"I tuoi per un attimo mi sono sembrati... Neri" disse Jonathan guardando Alec e poi fissando il pavimento imbarazzato.
"Neri? Sicuro? " chiese conferma Alec, stupito , mentre Jonathan si allontanava leggermente e si appoggiava al muro dietro di lui.
Alec si avvicinó a lui e gli alzó il mento con due dita guardandolo negli occhi.
"Sono ancora neri?" Chiese Alec mentre Jonathan si ritrovava costretto a guardarlo.
Sentì il biondo sobbalzare, e poi lo vide scuotere impercettibilmente la testa.
"Cosa? John... Sono neri?" Chiese nuovamente Alec, cercando di essere più calmo e paziente.
Jonathan lo guardó negli occhi e, prima che Alec potesse rifargli la stessa domanda, lo bació.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La porta della sala del Consiglio sbattè forte, mentre Jia e David ne uscivano fuori.
David quasi correva, apparentemente impaziente e nervoso, Jia cercava di inseguirlo ma, nonostante i suoi allenamenti da Nephilim, non riusciva a stare al suo passo.
"David! Fermati! Parliamone!" Urló Jia, sperando che lo stregone si fermasse.
David, inaspettatamente, si fermó e si giró verso di lei.
"Fermarmi?! L'ho sentito Jia! L'ho sentito! Non posso aspettare ancora!" Esclamó David cercando di calmarsi per non urlare nel corridoio.
"David potresti rovinare tutto, rilassati, dovresti aspettare almeno un altro po’.. Non è il momento, sarebbero scandalizzati, devi fare solamente un altro, piccolo, sforzo" disse Jia raggiungendolo finalmente e prendendo la mano destra di David nelle sue, piccole e graziose.
Jia guardó il volto di David e, successivamente, le sue mani.
"Ti conviene andare David, sono passate 28 ore" disse Jia, scostandosi per permettergli di passare.
David annuì e si allontanò ma, arrivato ai piedi delle scale, si fermò e si giró.
"Come faró adesso? Sapendo che lui è di nuovo qui?" Chiese quasi con voce disperata.
Jia gli sorrise tristemente.
"Sai cosa devi fare, l'hai sempre saputo" disse Jia, mentre David le sorrideva amaramente salendo le scale che portavano al dormitorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


"Jace io non posso più continuare così" esclamó Isabelle buttandosi sul letto della camera del biondo, mentre quest'ultimo si appoggiava alla scrivania e giocherellava con un pugnale.
"Alec è TROPPO strano, non so più cosa fare. Non riesco a capire quello che gli succede, quello che sente, nulla. Poi dopo quella volta durante l'allenamento... Oh Jace, tu sei il suo parabatai! Non puoi cercare di capire quello che gli succede?" Esclamó Isabelle esasperata senza prendere neanche una pausa per tutto il discorso.
Jace guardó la lama del pugnale, assorto nei suoi pensieri, ma diede modo per far intendere di aver ascoltato il discorso di Izzy: impallidì e divenne quasi inespressivo.
"Non è più così" disse, con voce incrinata, Jace.
Isabelle si sedette improvvisamente sul letto, guardandolo e cercando il suo sguardo.
"Jace..." Disse decisa, senza esitazioni "cosa vuoi dire?".
Jace finalmente  la guardó  e, posando il pugnale sulla scrivania, abbassó leggermente lo scollo a V della maglietta che indossava, abbastanza per far vedere le rune che decoravano la clavicola e il collo.
Ci sono tutte, pensó Isabelle, tranne una...
La runa parabatai era scomparsa.

 

 

 

 

 

 

 


David cercò con le poche forza che aveva in quel momento di salire qualche altro gradino, per arrivare al piano dove si trovava la sua stanza.
Si aggrappò al corrimano con tutte le sue forze e quasi lo staccò, non riuscendo più a controllare l’energia che scorreva incontrollata nelle sue vene.
Era stato uno stupido ad oltrepassare le 24 ore così incoscientemente, non riusciva più a controllare i suoi poteri: stava succedendo.
Aveva aspettato più di 100 anni quel momento, era comprensibile lo shock.
Riuscì ad arrivare al piano ma, dopo qualche passo, le gambe vennero meno e si ritrovò a sbattere contro la porta di una delle stanze.
Sentì un brusio dentro di essa e cercò di alzarsi aggrappandosi in qualche modo al muro.
Nessuno doveva vederlo in quello stato, la copertura sarebbe saltata.
Sentì le mani intorpidirsi e congelarsi.
Le osservò e le vide diventare bianche, quasi trasparenti.
Sentì la nuca bruciare e pizzicare, la pelle che quasi friggeva, le gambe tremare.
Si accasciò contro il muro e mentre, con le ultime forze che aveva, cercava di andare via di lì, la porta su cui aveva sbattuto si aprì.
Jace Herondale e Isabelle Lightwood lo guardarono, e quella fu la prima volta che li sentì urlare di terrore.

 

 

 

 

 

Angolo crazy:
Perdonateci, penso sia la… 30esima volta che iniziamo l’Angolo Autrici in questo modo.
Tini ha avuto (e ha) la febbre, kiakkiera invece interrogazioni e compiti in classe.
Il capitolo probabilmente è stato scritto in fretta e furia nonostante siano le parti più importanti della storia.
Speriamo solamente di riprenderci, anche se non siamo così sicure.
Aspettiamo qualche recensione, per sapere che ne pensate, poiché siamo molto, molto indecise se continuare o meno.
Alla prossima
-Tini e kiakkiera

  
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