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Autore: DulceVoz    23/02/2015    7 recensioni
Che ne sarà di noi? Questa non è una vera e propria domanda, è piuttosto una frase vaga che si ripetono tre fratelli, da quando la loro vita è stata sconvolta da una disgrazia più grande di loro, un uragano di sofferenza che ha stravolto duramente le loro giovani esistenze. Che ne sarà di noi? Si chiede una zia amorevole, che potrebbe trovarsi costretta a vivere con loro a causa di un testamento sorprendente, il quale la vedrebbe obbligata sotto lo stesso tetto anche con il suo peggior incubo, ovvero l’uomo che si interrogherà con la medesima questione, nascondendosi dietro ad una maschera di indifferenza. Dal dolore puo’ nascere amore? E, soprattutto… l’amore puo’ aiutare a superare un dramma tale? Questo e molto altro, lo dovranno scoprire i nostri protagonisti… perché a sanare le loro profonde ferite, dovrà pensarci proprio questo potente sentimento.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, Diego, Leon, Pablo, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un’altra possibilità. Cap.18
 
Nicolás Galán era seduto sul divano nel salotto di casa La Fontaine e provava con difficoltà a lavorare al computer per controllare ancora una volta che i conti delle sue imprese in Sud America funzionassero, a differenza di quelle che riguardavano l’Europa nella quale, purtroppo, erano già in fase di fallimento. C’era un modo per rimettere in sesto almeno quelle Argentine? Non lo sapeva, ma voleva sperarci o sarebbe stato tutto finito, ogni cosa. Con stizza appoggiò il portatile sul tavolinetto di fronte a sé e si portò la testa tra le mani: la sua vita in quel periodo non era di certo tutta rose e fiori e, se pensava di aver ritrovato la felicità con Jade dopo la morte, anni addietro, della sua amata Caroline per un brutto male, ormai non aveva più alcuna certezza in nessun campo. Il lavoro andava in frantumi, sacrifici di anni che si sgretolavano come neve al sole per aver giocato troppo male e in maniera eccessivamente azzardata in borsa e la vita sentimentale non se la passava di certo meglio… l’unica soddisfazione di sempre era il suo rampollo, Clement, a cui sperava di riuscire a lasciare almeno una parte del patrimonio, a patto che avesse prima risollevato e salvato qualcosa. L’uomo stava permettendo, nonostante la sua crisi economica personale, al ragazzo di studiare presso una prestigiosa università francese alla facoltà di economia d’impresa, desideroso che, un giorno, il figlio fosse riuscito a farsi valere in quel campo, magari non commettendo i suoi stessi errori che lo avevano quasi portato sul lastrico. “- Nicolas ho appena fatto il caffè, te ne porto una tazza?” Marcela, con gentilezza, apparve sull’uscio e fino all’ultimo tentennò per non disturbarlo: era chiaro che l’uomo stesse lavorando e che le cose andassero anche abbastanza male ma, alla fine, aveva deciso di interpellarlo per capire dalla sua reazione se avesse ragione e se la sua ipotesi riguardante il suo disastro fosse reale. “- Sì grazie… lo prendo amaro.” Sentenziò l’uomo, sorridendole mestamente e vedendola scomparire nella stanza accanto, per poi ritornare con un vassoio e due bevande fumanti su esso. Se Jade e Clement erano altamente irritanti al pari di una pianta di ortiche, la Parodi intuì subito che Nicolás, per quanto poco lo conoscesse, non era come loro, anzi. Aveva sempre avuto un’aria elegante e raffinata, il classico Parigino ricco ed ben educato, erede della fortuna di suo padre. “- E’ così irreparabile?” Chiese la donna, sedendosi accanto a lui e osservandolo annuire mestamente. “- Vedrai che si risolverà in qualche modo… non puo’ piovere per sempre!” Sentenziò solenne la bruna, mentre lui prendeva a sorseggiare piano il suo caffè, ancora bollente. “- O comunque bisognerà imparare a ballare sotto la pioggia... in qualche modo.” Ribatté lui, vedendola annuire. “- Se proprio non dovesse smettere, puo’ andar bene anche la tua soluzione…” Scherzò, facendolo ridacchiare, seppur continuasse a mantenere la sua aria tesa e malinconica. “- Jade? Sai dove si è cacciata mia moglie?” Chiese d’un tratto l’uomo, vedendola sollevare le spalle. “- Non ne ho idea ma ho sentito che stava fissando un appuntamento con un suo vecchio parrucchiere di fiducia…” Spiegò, alludendo ad uno stralcio di telefonata carpito mentre preparava la colazione per quella marea di persone che si era ritrovata in casa da un momento all’altro. Come mai, la cognata, neppure aveva informato il marito? Prontamente la donna pensò che fosse strano, eppure rimase comunque in silenzio a riguardo. “- Sì, allora probabile che sia lì.” Concluse lui, prendendo un profondo sospiro per poi riappoggiarsi il pc sulle gambe e tentare di finire i suoi incarichi. “- Io vado…” Lo salutò la bruna, vedendolo di nuovo preso dallo schermo del portatile, osservandolo però scuotere il capo con sguardo vuoto. “- Aspetta, Marcela… come te la cavi con i numeri?” Chiese spiazzandola, lasciandola perplessa per quella domanda così particolare. “- Non male… ti serve aiuto?” Esclamò, riavvicinandolo e sedendosi accanto a lui nuovamente. Era sempre stata molto brava a scuola, esattamente come Francesca, ma era sempre stata, allo stesso modo, umile… così si mantenne vaga. “- Beh, quattro occhi sono meglio di due in ogni caso...” Iniziò l’uomo, riaprendo un file ricco di numeri tanto da far sgranare gli occhi alla Parodi. “- Wow… beh, ci posso provare… ma non assicuro nulla!” Sorrise lei, cominciando a scorrere tutte quelle cifre, ascoltando le parole di Nicolás che le spiegava cosa fare: “- Non si tratta di matematica in realtà, io ti leggerò questi moduli e devi solo controllare che sia tutto trascritto bene, d’accordo?” Le chiese Galán, osservandola prendere il pc in grembo, annuendo. Se poteva aiutarlo in qualche modo l’avrebbe fatto, gli dispiaceva vederlo così afflitto… e sperava anche con tutto il cuore che le sue imprese si fossero riprese quanto prima, ma non tanto per riavere la sua casa di nuovo come prima, soprattutto perché vederlo così doveva ammettere che le mettesse malinconia. Iniziarono presto quel lavoro e, nel giro di un’oretta erano già quasi alla fine, soddisfatti della velocità con cui avevano proseguito sino al termine quel controllo. “- Già abbiamo verificato questa voce!” Indicò la signora La Fontaine, su uno dei moduli che impugnava il cognato, osservandolo annuire. “- Credo proprio che abbiamo concluso! E tra una lettura e l’altra ho controllato i conti e ti posso assicurare che mi trovo con ogni tuo calcolo!” Sorrise Marcela, lasciandolo di sasso… sul serio era stata in grado di scorrere tutte quelle somme così in fretta? “- Come ci sei riuscita?” Le chiese infatti, sorpreso. “- …Mi sa che non te la cavi ‘non male’ in aritmetica come hai detto! Sei geniale!” Sorrise, facendola scoppiare a ridere, divertita e imbarazzata. “- Non erano poi così complessi…” Si giustificò, facendogli scuotere il capo in segno di disapprovazione. “ - ’Non erano poi così complessi?’ Io sto già seriamente pensando di assumerti come mia commercialista! Ecco da chi ha preso mia nipote…”  Continuò lui, sorridendo sollevato e alludendo all’intelligenza della figlia della donna, per poi continuare: “- …Beh, in effetti mi chiedevo da dove fosse venuta fuori la sua genialità… e direi, senza offesa, che fosse chiaro che dal padre non avesse di certo preso!” Rise ancora Nicolás, facendo sogghignare anche la bruna che però, rimase un po’ piccata… sapeva che il suo Mati non fosse un cervellone, ma solo lei poteva dirglielo! “- Se è per questo neppure la zia è una grande mente!” Sbottò di rimando, riferendosi a Jade e vedendolo annuire, cupo in volto al solo sentire il nome della moglie, nonostante, però, si sforzasse di sorridere. “- Beh, siamo pari, allora!” Commentò sghignazzando, per provare ad allentare quell’improvvisa tensione creatasi al solo nominare la sua consorte, dettaglio carpito prontamente dalla poliziotta che rimase un po’ perplessa ma che tentò di non darlo a vedere, sorridendo a sua volta. Proprio in quel momento di allegria, la porta si aprì e il padrone di casa fece il suo ingresso impugnando un mazzo di chiavi e una busta della spesa nell’altra: Matias rimase un po’ sorpreso nel notare tutta quella ilarità di sua moglie, comodamente seduta vicina al cognato… di solito il posto di Nicolás era il suo, ma non vi diede troppo peso… e per quanto riguardava le risate della sua amata Marcela era così, tanto severa quanto allegra, soprattutto con lui e i ragazzi. “- Buonasera…” Salutò un po’ a disagio il biondo, squadrando la situazione e cercando di capire cosa stessero facendo i due con ancora davanti tutti quei fogli. “- Cognato! Tu hai una moglie geniale, sul serio! Mi ha aiutato un sacco con dei calcoli complessi…” Spiegò prontamente il padre di Clement, vedendolo annuire convinto. “- Sì… so che è geniale, lo so bene. Siamo sposati da anni! La conosco…” Rispose un po’ confuso lui rimanendo impalato davanti al divano e vedendo la donna alzarsi per allacciargli prontamente le braccia al collo, depositargli un bacio a fior di labbra, tutta sorridente. “- Jade non c’è? E i ragazzi?” Chiese lui, come se con quel gesto la moglie lo avesse tranquillizzato senza sapere da cosa di preciso e la strinse a sé circondandole la vita con un braccio, lasciandola un po’ perplessa da cotanta possessività, per quanto sapesse che il marito fosse estremamente geloso in presenza di qualunque altro uomo, di famiglia o no che fosse. “- No, è dal parrucchiere, o almeno così supponiamo! Clement è in camera sua e Leo e Fran sono in garage… stasera mangeranno qui anche i tre fratelli Castillo.” Rispose la donna, prendendogli la busta dalla mano e avviandosi in cucina, venendo seguita da lui che, dopo aver lanciato un'altra occhiata al francese, le andò dietro, ancora turbato… di cosa si preoccupava? Aveva avuto un senso di fastidio solo nel vederla seduta accanto al marito della sorella… che non fosse abituato a vederla affiancata da altri uomini in casa sua? Sì, doveva essere per quello: Marcela lo amava alla follia e quei pensieri confusi dovevano finire lì… anche perché, un invitante profumino proveniente dal forno, riuscì a placarlo come la migliore delle terapie: pollo con le verdure.
 
 
Il garage dei La Fontaine, quella sera, era in piena attività dopo tanto tempo di inutilizzazione da parte dei ragazzi. Leon e Violetta, avevano invitato lì Seba, Camilla e Francesca, e tutti e tre attendevano Diego, il quale, come al solito, si faceva attendere, lasciandoli con il panico che non si sarebbe neppure presentato. I due giovani che avevano visto il volantino riguardante la Fiera di Madeira, non avevano pensato due volte a convocare il batterista per riferirgli la notizia di ricomporre la band e ovviamente lui, favorevolissimo alla cosa, si era portato lì anche la Torres, la quale apparve subito anche lei entusiasta all’idea che i giovani potessero riprendere a provare per inseguire il loro sogno musicale. La sorella di Leon invece, era stata invitata a partecipare sia per badare ad Ambar, che stava letteralmente, pur se con un solo braccio avendo l’altro ancora fasciato, smontando dei suoi vecchi giocattoli in uno scatolone, sia per un motivo ancor più importante: era l’unica che riusciva ad interagire con Diego come nessuno e solo lei lo avrebbe potuto convincere a ritornare a suonare con i suoi amici. “- Dite che verrà? Quando io e Ambar siamo uscite per venire qui lui è rimasto chiuso in camera, stizzito del fatto che zia Angie avesse un appuntamento di lavoro e anche Pablo… manco se fossero usciti insieme!” Sbuffò Violetta, seduta pigramente su uno sgabello alto, vedendo il fratello di Francesca scrollare le spalle. Angie aveva detto loro che avrebbe dovuto incontrare dei fornitori per il Restò Bar che loro pensavano chiuso da un po’ per lavori in corso come da lei riferitogli, mentre Pablo aveva ammesso che avesse un impegno con una vecchia amica. “- Se non viene ci mandiamo la mia gemellina a prenderlo!” Esclamò con tono ovvio, vedendo la bruna sgranare gli occhi con stizza… probabilmente anche Seba era stato informato della “terapia calmante” che la La Fontaine avesse come effetto su Castillo e quindi nessuno si sconvolse per quella frase. “- Non posso mica trascinarlo qui con la forza?!” Sentenziò seria, lanciando una bambola semidistrutta di nuovo nella cassa in cui era prima che la piccola Castillo la lasciasse sul pavimento, sul quale continuava a giocare silenziosamente. “- Beh, tu lo puoi convincere… magari con un bel bacio!” Ghignò Camilla, osservando prima l’espressione dell’amica e poi quella seria e quasi sconvolta dell’altro La Fontaine che contrasse la mascella. “- Non esageriamo, Torres!” Sbottò nervoso… già era geloso di sua sorella, se poi immaginava una scena del genere sentiva una strana sensazione di rabbia montargli dentro ma si controllò: in fondo con Diego era meglio non scherzare, e poi lui con Violetta non stava forse facendo lo stesso, ovvero frequentarla per conoscerla meglio? Non poteva dire nulla se non tenere a bada il suo senso di protezione nei confronti di Francesca… e comunque si fidava di lei e del suo migliore amico, quindi doveva solo essere felice per loro due… e se la gemella fosse davvero riuscita a farlo stare meglio davvero ne era entusiasta. “- Eccolo!” Ambar, voltandosi verso l’uscita del garage, vide apparire sul viale il fratello maggiore e gli corse incontro facendolo sorridere teneramente. “- Ma tu guarda che riunione! Aspettavate solo me?” Chiese, avvicinandosi a Francesca che annuì, allegra. “- Sì e dobbiamo parlarti…” Esclamò la ragazza, facendogli posto su una vecchia panca sulla quale si era accomodata poco prima. “- Leon e Vilu hanno visto la locandina della Fiera di Madeira e pare che quest’anno ci sarà una gara di musicisti esordienti…” Iniziò subito Francesca, osservando come lui l’ascoltasse con aria attenta. “- E quindi? No… non penserete che…” Il ragazzo capì al volo cosa volessero gli amici da lui e scosse il capo, credendo che lo stessero prendendo in giro… davvero pensavano che avrebbe di nuovo preso parte alla band per una stupida sottospecie sagra del borgo? “- Sì… vogliamo ricomporre il nostro gruppo ma senza di te… senza di te non sarebbe lo stesso.” Commentò Leon, vedendolo abbassare il volto con aria cupa. “- Ma siamo scarsi… sarebbe una perdita di tempo inutile!” Sbottò lui, rialzando gli occhi e fissando prima Seba e poi La Fontaine. “- E lo sarebbero ancor di più senza di te.” Rispose all’improvviso sempre la gemella di Leon, spiazzandolo. Era sempre così diretta, così… tremendamente diretta ma allo stesso tempo dolce… e la cosa lo confondeva e destabilizzava alquanto. “- Non è vero… se vi impegnaste sareste bravi anche senza il vostro chitarrista…” Commentò lui, meno teso di qualche istante prima, riabbassando gli occhi afflitto. Far parte di un gruppo era sempre stato un suo sogno e quando aveva incontrato Leon con la sua idea di formarne uno era subito stato d’accordissimo, al settimo cielo. “- Si vince un contratto discografico per l’importante casa di “YouMix”… e voi potreste farcela sul serio, iniziando a prepararvi, però, già da adesso…” Aggiunse Francesca, mordendosi poi il labbro, visibilmente tesa. Diego rimase sorpreso da quella notizia: doveva ammettere che non si sarebbe mai aspettato un premio di quella portata! Per un secondo si perse negli occhi della sorella che lo supplicavano di accettare e poi passò in rassegna tutti i presenti: Seba era dietro alla batteria e sulle sue gambe era seduta la fidanzata… quello era il suo mondo, la musica di quello strumento e la giovane Torres. Poi c’era Leon, su uno sgabello accanto a Vilu, che giocherellava con un microfono… aveva una bella voce, forte e graffiante, e sapeva che non avrebbe voluto perdersi quell’occasione per nulla al mondo. Rimase un po’ sorpreso nel notare che sua sorella fosse seduta vicino a lui e si perdesse di tanto in tanto a fissarlo, con aria sognante… sapeva che fossero usciti insieme e sapeva anche che, prima o poi, avrebbe dovuto chiarire con l’amico: o faceva il bravo con la sorella o gliel’avrebbe fatta pagare di brutto… però se si comportava bene con la sua Violetta non gli sarebbe dispiaciuto che i due si frequentassero, anzi. Capiva quanto la giovane meritasse un po’ di felicità e sperava che Leon avrebbe potuto regalargli tutta quella che doveva ricevere, se si fosse impegnato ad amarla sul serio. No, non credeva fossero solo amici, leggeva nei loro occhi che ci fosse qualcosa di più, che forse neppure loro sapevano provare ancora chiaramente… ma, presto o tardi, era sicuro che quel sentimento sarebbe sbocciato. In ultima, analizzò l’espressione di Francesca, accanto a lui: era fiduciosa, quasi sapesse per certo che lui, alla fine, avrebbe accettato di riprendere a suonare. “- Ci vediamo domani… tu fa’ venire Andres al più presto che gli faremo l’audizione…” Sorprendentemente Diego scattò in piedi e, senza neppure rendersene conto, si ritrovò stritolato nell’abbraccio della sorella castana. “- Domani? A me mi sa che ci toccherà metterci al lavoro sin da subito… quindi… ragazze, gentilmente portateci la cena qui che abbiamo tanto lavoro da fare!” Sbottò Leon, vedendo annuire Seba e lo stesso chitarrista il quale, dopo essersi staccato dalla stretta di Violetta lanciò una rapida occhiata verso Francesca che sorrise, soddisfatta del fatto che avesse preso la giusta decisione. “- D’accordo, lasciamo i Beatles alle loro prove!” Borbottò la Torres, depositando un rapido bacio a fior di labbra al batterista che rimase a fissarla allontanarsi con un sorriso imbambolato, mentre la secondogenita Castillo, prese la manina ad Ambar che si portò dietro almeno una dozzina di giocattoli vecchi dei gemelli La Fontaine. Mentre le quattro salirono in casa dalla scaletta interna, Leon si alzò e diede una pacca sulla spalla al figlio di German, felicissimo di riaverlo a bordo nel gruppo. “- Senza di te non saremmo andati da nessuna parte.” Commentò il gemello di Francesca, per poi abbracciare il moro, vedendo anche Seba raggiungerli da dietro alla batteria. “- Già, il cofondatore non poteva abbandonarci!” Esclamò, stringendo anche lui forte a sé l’amico che sorrise. “- Comunque non fare il finto tonto, La Fontaine! Noi due dobbiamo fare un discorsetto riguardante mia sorella!” Sbottò, di nuovo cupo in volto, Diego, osservando l’altro inarcare un sopracciglio, stizzito. “- Ah, certo! E chi è che frequenta Fran in segreto? Mio nonno Giacinto?” Ribatté piccato, mentre Calixto si interpose tra i due che si stavano scherzosamente avvicinando con aria minacciosa. “- Ehi, voi! Vediamo di non sfasciare già la band! L’abbiamo appena rimessa in piedi con fatica…” Li redarguì, facendo scoppiare entrambi in una fragorosa risata, lasciandolo basito. “- Scherzavamo, amico! A me basta che questo qui prometta di fare il bravo con la mia Vilu… o se la vedrà con me!” “- E tu con la mia gemella o te la farò pagare!” Sbottò subito di rimando Leon, allungandogli la mano per stringergliela, cosa che Castillo prontamente fece. “- Oh, ed ora… al lavoro! Quell’Emilio Marotti che manderà la casa discografica non sa che qui, in questo piccolo borgo, troverà i nuovi One Direction!” Esclamò soddisfatto il fratello di Andres, facendo annuire fieri gli altri due, seppur molto poco convinti dal paragone. Adesso dovevano solo impegnarsi e sperare… se volevano vincere ce la potevano fare, niente e nessuno avrebbe ora potuto impedirgli di raggiungere il loro obiettivo: vincere la gara della Fiera di Madeira.
 
 
“- Ora mi puoi spiegare che cosa vuole da me Priscilla Ferro, per favore?” Pablo, in un elegantissimo completo nero, parcheggiò la sua auto davanti a quella rossa di Angie la quale, scesa di fretta, lo interrogò ancora su quella misteriosa cena con la datrice di lavoro dell’uomo. “- Te ne parlerà lei, io sono solo un mediatore tra due belle bionde!” Spiegò con un ghigno Pablo, bloccandosi sul marciapiede di fronte al ristorante in cui avrebbero cenato, ad osservarla: indossava un abito blu notte corto e molto semplice, ma era di una bellezza strabiliante, tanto che Galindo non poté fare a meno di farglielo notare. “- Wow, sei… sei favolosa.” Balbettò, rendendosi conto di essere a disagio come non gli capitava quasi mai con una donna… doveva far parte di quelli che aveva catalogato come: “Effetti Saramego”, ovvero una lista di cose che accanto ad Angie provava ma che con le sue ex avventure non aveva mai sentito: imbarazzo, tremore alle gambe, nervosismo, battiti accelerati… o era sul serio innamorato o stava per avere un qualche infarto, ne era ormai certo. Lei abbassò gli occhi e sentì le guance andarle a fuoco: doveva provare a stargli lontana, ma più ci provava e più l’uomo l’attirava a sé come una calamita, non poteva farci nulla. “- Andiamo che Priscilla sarà già dentro…” Balbettò, stringendo nervosamente una pochette nera, cercando di non guardare negli occhi il suo accompagnatore per tentare di mantenere il controllo della situazione. Quando però Pablo le porse il braccio da buon cavaliere, lei, con riluttanza, lo accettò dopo alcuni secondi, e camminarono così, senza proferire parola per il percorso, sino alla sala in cui la stessa signora Ferro aveva prenotato un tavolo per tutti e tre, cosa che lasciò sorpresa la Saramego… allora non era una sciocchezza! L’uomo sul serio aveva pensato di aiutarla per il suo amato Restò Bar… continuò a non dire nulla ma ne rimase colpita, seguendo l’amico di German fino ad un enorme terrazza dove, ad uno dei tavoli più vicini alla ringhiera che dava sul mare, era già seduta la direttrice di ‘Top’. “- Buonasera, mia bella datrice, scusa il ritardo…” Pablo, le sorrise, ma la donna lo ignorò, puntando i suoi gelidi occhi azzurri subito su Angie che la fissava nervosa: il loro primo e unico incontro era stato poco prima del processo per l’affido, quando lei era disperata e nemmeno si era gustata come avrebbe voluto la visita in quella redazione del magazine che amava tanto, seppur all’epoca non l’avrebbe mai ammesso perché ci lavorava in parte anche quello che era il suo peggior incubo. “- Salve, Angeles… allora ricordavo bene chi fossi…” Sibilò fredda Priscilla, indicandola con un cenno del capo e facendola sciogliere in un sorriso, tuttavia ancora teso. “- …Sei quella che voleva uccidere Galindo e sappi che mi sei già simpatica solo per questo!” Sentenziò poi, alludendo alla volta in cui si erano conosciute, quando entrambe volevano fare la festa all’uomo, seppur per due motivi ben distinti. “- Eh già… per fortuna alla fine ha capito cosa dovesse fare…” Esclamò un po’ a disagio Angie mantenendosi sul generico, mentre il moro le scostava la sedia per farla accomodare, da perfetto gentleman. “- Questo qui capisce sempre e solo alla fine… sempre che comprenda, sia chiaro!” Ridacchiò Priscilla, beccandosi un’occhiata torva da Galindo mentre prendeva posto accanto alla zia dei ragazzi, di fronte alla Ferro. “- Quando avete finito di sparlare di me, potremmo per favore spiegare alla mia ‘quasi cognata’ perché l’abbiamo fatta venire qui?” Sbottò Pablo, giocherellando con una forchetta. Priscilla lo fissò un po’ sconcertata: come osava interrompere la sua ilarità? In effetti però dovette ammettere che Galindo avesse ragione: chiaramente la Saramego non sapeva nulla dei suoi piani e quindi, rimandando uno sguardo raggelante al fotografo, la bionda riprese la parola. “- Quindi deduco che non ne sappia nulla… beh, Angie cara, sappi che il qui presente idiota, mi ha parlato di te e del fatto che cercassi lavoro, che avessi bisogno di soldi… e come tu hai bisogno di lavoro e soldi, io ho bisogno di te.” Sentenziò seria e pacatamente la direttrice di ‘Top’, vedendo l’altra accigliarsi e Pablo studiare la situazione: Priscilla a lui aveva già spiegato tutto ma non voleva assolutamente che aprisse bocca con la donna, doveva parlarle solo lei riguardo alla questione. “- Sì, è vero che sto cercando un impiego… non so se sa che ho perso da poco il mio amato bar, sto pensando di venderlo e… non è un periodo facile per me…” Sussurrò amaramente la Saramego, abbassando gli occhi, venendo subito risposta dalla Ferro. “- No, no… dammi del tu, chérie, tra poco potresti collaborare con me e guadagnare molto di più di quanto non abbia mai fatto con il tuo piccolo locale…” Ribatté, vedendo Galindo alzare gli occhi dal menù al sentire parlare con tanta dolcezza Priscilla: non era tipico del suo capo avere tanto riguardo per un’altra persona, o almeno con lui non ne aveva mai avuto. Non che avesse fatto mai nulla per farsi apprezzare da lei la quale, se non lo cacciava, era solo perché lo reputava nonostante il suo carattere discutibile, un ottimo fotografo. “- Io… io non capisco cosa intenda… voglio dire, intendi…” Si corresse subito la sorella di Esmeralda, vedendola sogghignare con tutta l’aria di chi sapesse bene il fatto suo. “- Ecco vedi… ho litigato con l’ennesima agenzia di modelle… quei tizi pensano che senza di loro il mio giornale perda di ogni collaborazione con le grandi case di abiti firmati, patetici...” Sbottò storcendo il naso la donna e assumendo un’aria disgustata, vedendo annuire l’altra, interessata e sperando di capirci ancor di più. “- …E, siccome Pablo mi ha fatto ricordare chi fossi tu, ho pensato a te per il prossimo numero…” Spiegò, ancora misteriosamente, la bionda, scuotendo la chioma dorata soddisfatta e analizzando l’espressione tuttavia perplessa della Saramego. “- Aspetti… vuole che io le faccia da modella?” Chiese, confusa, Angie, lanciando prima un’occhiata a Pablo che scrollò le spalle e poi prendendo di nuovo a fissare la donna che annuì con un sorriso fiero. “- Esattamente. Ho bisogno di una donna semplice, bella e con degli occhi che illuminino la copertina… e già quando ti vidi la prima volta, devo ammetterlo, pensavo ti avesse mandato una qualche agenzia…” Spiegò con tono fermo e serio Priscilla, facendo restare a bocca aperta Angie. Una modella per “Top”? Lei? Pensò per un secondo che la stessero prendendo in giro, che dopo quelle parole, la Ferro sarebbe scoppiata a ridere dicendole che era tutto uno scherzo e che doveva andarsene da quel ristorante di lusso della capitale in cui erano seduta stante… ma lo sguardo freddo dell’altra non fece altro che darle la certezza che non stesse sognando e che fosse la realtà. “- Lei crede, cioè tu credi che io…?” “- Non lo credo, tesoro. Ne sono sicura.” Sbottò quasi con noncuranza e tono ovvio la madre di Ludmilla, vedendo avvicinarsi un cameriere che prese subito le ordinazioni, interrompendo la loro conversazione. Quando l’uomo si allontanò verso la sala interna, potettero continuare a parlare tranquillamente. “- Ma io non ho mai fatto la modella, non ho un’agente, un book e… non lo so, mi sembra una cosa… strana, ecco!” Priscilla ridacchiò di gusto a quelle parole, osservando i due di fronte a lei: era strano vedere Galindo che se ne stesse buono e in silenzio… poteva quella donna essere così importante per lui, tanto che preferisse tacere pur di far andare in porto quel lavoro per lei? Sì, probabile. “- Strana? Mia cara ma tu come minimo mi faresti impennare le vendite! La gente è stufa di vedere sempre le solite modelle famose… e tu, la sconosciuta Angeles Saramego, del piccolo borgo di Madeira, stravolgeresti il mondo della moda e, cosa più importante, ti avrò inventata io e me ne prenderò, ovviamente, i dovuti meriti!” Esclamò soddisfatta Priscilla, continuando a sorriderle gentilmente, leggendo però lo sconcerto negli occhi della bionda. Il primo pensiero della donna volò subito ai nipoti… come avrebbero preso quella sua decisione? Beh, Diego di sicuro non bene… e pensare che si fosse inventata mille scuse per giustificare la chiusura del Restò Bar, pregando gli stessi Olga, Beto e Libi di non dire nulla sul fallimento per non far trapelare quello che per lei era un vero e proprio scandalo. Voleva riaprirlo, le mancava troppo e sapeva anche che, per farlo, avrebbe dovuto per forza accettare l’incarico della signora Ferro. “- Io vorrei solo riaprire il mio locale, saldandone i debiti… non voglio diventare una diva da copertina…” Spiegò timidamente la Saramego, vedendo annuire l’altra con sicurezza. “- E così lo farai. Credimi, con quello che guadagnerai con un paio di foto per qualche numero potrai aprirtene tre di bar e in zone decisamente chic, oserei dire!” A quelle parole, la direttrice di ‘Top’ estrasse dalla sua borsa super chic una cartelletta rossa con il marchio del giornale e l’allungò alla sua interlocutrice che la fissò, ancora sconcertata. “- Qui ci sono tutti i dettagli… saresti un volto da copertina stupendo, non ho dubbi!” Esclamò euforica Priscilla, senza staccare lo sguardo da Angie che prese a sfogliare quei moduli con interesse: ancora non riusciva a credere che fosse tutto vero e, mentre girava quelle pagine, pensava a cosa dire ai ragazzi per giustificare la sua scelta… “- Beh, io… non so che dire! Prima di tutto ti ringrazio…” Sorrise la Saramego, alzando gli occhi da quelle scartoffie e vedendo annuire soddisfatta l’elegantissima Ferro. “- …E, suppongo debba ringraziare anche te…” Sussurrò in imbarazzo, incrociando per un secondo gli occhi neri del silenzioso Galindo, il quale si perse nel verde che tanto amava di quelli di lei. “- Accetto.” Balbettò nervosamente la donna, sentendo poi una voce, non proveniente dal loro tavolo, bensì dalle sue spalle, che la fece sobbalzare. “- Pablo! Allora sei ancora nello Stato! E vedo che alla fine hai trovato una modella a Priscilla… che non sono io, però!” Jackie Saenz, vestita da cameriera di sala, si avvicinò all’uomo ad ampie falcate, facendolo sbiancare: lavorava lì? E da quando? Rimase scioccato e non era in grado nemmeno di proferire parola: era stata una sua avventura di poche settimane e, dal processo in poi, aveva cambiato numero per rendersi irrintracciabile, preferendo dormire in auto dopo aver perso il suo piccolo appartamento che stare con lei. “- Jackie che… sorpresa!” Balbettò a disagio, mentre le due bionde al suo tavolo la fissavano un po’ interdette. “- Anche per me… credevo ti fossi trasferito in Alaska sotto falso nome!” Ironizzò lei, vedendolo accigliarsi: la Saramego sbiancò… che quella fosse la sua fidanzata? Che fosse stata scaricata come di solito finiva per lei? “- Signora Ferro, è un piacere per me fare la sua conoscenza!” Esclamò poi con un sorriso entusiasta, quasi non notando l’aria sconvolta e un po’ disgustata di Priscilla. Galindo non sapeva cosa diamine fare… e ora? Avrebbe rovinato tutto solo per vendicarsi di lui? E Angie cosa avrebbe pensato di quella donna?
 
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 Eccoci al 18! Capitolo di gelosie! Eheheh Leon e Diego finalmente sanno delle rispettive sorelle e si danno a vicenda una sorta di “benedizione” a modo loro! XD E la Band riparte! Olé! :3 Poi passiamo a Nicolás… ahahah Mati geloso è il top! :P Ma che cosa nasconde Galán senior? E Clement che non compare da un po’? Beh, purtroppo riapparirà prestissimo… D: Alla fine proposta di lavoro per Angie… qualcuno faccia fuori la cornacchia molesta di Jackie! -.-“ Grazie a tutti e alla prossima, ciao! :) DulceVoz. :)
  
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