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Autore: ClairllMayne    23/02/2015    1 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fregatura, quando compri una moto, è che nonostante continui a ripetere a tutti che sarai prudente, menti. 
Menti, perché la moto diventa parte di te, ti asseconda, e le marce si cambiano con naturalezza mentre il contachilometri pericolosamente sale, e tu stai nascosto dentro quel casco nero con la visiera oscurata e il giacchetto di pelle, e ti senti invincibile, su quella moto.
E corri. Corri per scappare da qualcosa o forse per inseguirne un'altra, ma la cosa importante è farlo velocemente, mentre i pensieri ti esplodono nella testa e le lacrime sono taglienti come lame. 
Corri tra le file di macchine accalcalte, tra il coro fuori tempo dei clacson, e forse più semplicemente stai scappando. Ma scappare si sa, non serve a niente, mai. 
Liam spenge la moto e si sfila il casco, rimane così, in sella alla sua Ducati, le punte dei piedi a terra per sostenerne il peso, il casco tra le mani, le guance umide schiaffeggiate dal vento freddo della notte. 
Rimane così, immobile, le labbra socchiuse, il respiro profondo, un brivido lungo la schiena, sotto la pelle, gli occhi fissi sul grande cancello elegante di ferro battuto. 

"Sono io, apri." Risponde Liam alla voce metallica che esce dal citofono.
"Sono le quattro di notte, che cosa ci fai qui?" Risponde ancora la voce. Quella voce. La sua voce.
"Ho bisogno di capire."

Il grande cancello automatico si apre lentamente, mentre le luci nel vialetto si accendono. 

"Ciao." è tutto quello che riesce a dire di fronte alla sua estenuante bellezza. 
"Credevo fossi andato alla festa per Louis." risponde, mentre si sistema una ciocca dei lunghi capelli dietro l'orecchio.
"Sono andato ma, sono arrivato tardi, era già tutto finito, lo vedrò domani" spiega Liam, evitando di menzionare l'incontro con Niall e le sue parole taglienti.


SI È INNAMORATO DI UN BASTARDO. 




"Pensi che io sia un bastardo Giuls?" Le chiede Liam mentre la osserva guardare dritto davanti a se, le gambe tra le ginocchia, si dondola piano. È così piccola in confronto a lui. 

Sono seduti sulle scale d'ingresso della grande villa appena fuori Londra, illuminati dolcemente dal bagliore della luna quasi piena. 

"No Li, non penso che tu sia un bastardo, penso piuttosto che tu sia troppo buono. Non vuoi ferire i sentimenti di nessuno ma così distruggi te stesso, ogni giorno vedo un pezzetto di Liam sgretolarsi, del mio Liam." aggiunge con un filo di voce, gli occhi chiari in quelli tristi di lui, che non può far altro che rifugiarsi nel suo abbraccio delicato.
Tra loro è sempre stato semplice. 
Nonostante ormai siano diventati adulti e Liam sia diventato il doppio di lei, sembra farsi piccolo piccolo tra le sue braccia sottili.




Ha conosciuto Giuls una sera di 9 anni fa al locale dei suoi genitori, a Londra. 

Liam passava le giornate a studiare per l'audione in quel periodo, con le cuffie alle orecchie ed un quadernino per gli appunti sul tavolo nell'angolo, in disparte. 
Quello è sempre stato il suo tavolo preferito, in una posizione perfetta per vedere ogni parte del bar ed osservare i clienti confondersi tra loro, e giocare al suo gioco preferito. 
Riusciva a passare ore a fantasticare sulla vita di un uomo qualunque seduto sullo sgabello al bancone del bar, immaginando dettagli di una vita spregiudicata di un seriale killer che sorseggia lentamente il suo cappuccino prima di commettere il prossimo omicidio. 
E poi un giorno è entrata lei. Era al suo tavolo preferito con le cuffie e la matita tra i denti e lei aveva un cappello di lana bianco e i capelli nascosti dentro.

"Salve vorrei una cioccolata calda, con la panna sopra per favore." aveva chiesto alla madre di Liam che armeggiava con la macchina del caffè.
"Certo cara, siediti pure te la porto al tavolo." le aveva risposto dolcemente.

Liam l'aveva osservata dirigersi verso un piccolo tavolo tondo al centro del locale, le guance arrossate dal freddo invernale di Londra. 
Ma con lei il suo gioco non funzionava, non era una principessa scappata dal regno di un padre troppo severo ne una figlia ribelle con una storia di droga alle spalle, era soltanto una ragazza infreddolita con il capello bianco ed i capelli raccolti dentro, e lui doveva conoscerla, subito. 

"Gliela porto io questa." Liam è in piedi difronte al bancone e indica la cioccolata calda fumante ricoperta da uno strato abbondante di panna. 
"Ecco la sua cioccolata signorina." le dice poggiando la tazza sul tavolo, mentre lei distratta sta cercando qualcosa nella grande borsa colorata, quasi ci scompare dentro.
"Hai perso qualcosa?" la incalza Liam con il sorriso curioso sul volto giovane. 
"È lei che scappa di continuo." risponde lei da dentro la borsa, un ciuffo ribelle scappato fuori dal cappello.
"Lei?" Liam è curioso, quella ragazza e il suo ciuffo ribelle le piacciono subito. 
"Sì lei, la mia agenda, sparisce sempre e poi riappare dopo qualche giorno." spiega lei sorridendo a quel ragazzo con i capelli troppo lunghi ed il nasino perfetto. 
"Beh, allora dovresti smettere di cercarla, magari adesso non vuole essere trovata." le sorride Liam, seduto di fronte a lei mentre con lo sguardo le indica la cioccolata. 
"Dovresti berla prima che si raffreddi."

Ha un bellissimo sorriso Giuls, una fila di denti bianchissimi e le labbra carnose, le sopracciglia dritte incorniciano dei grandi occhi verdi. 

"Wow! È la migliore cioccolata che abbia mai assaggiato questa!" sentenzia lei con il naso sporco di panna.

E Liam ride, mentre la guarda tentare di catturarla con la punta della lingua, gli occhi incrociati per lo sforzo.


"Tu non sei di Londra vero?" Le chiede Liam curioso, le gambe distese sotto al tavolo e la schiena rilassata contro la grande poltrona. 
"Mi sono trasferita qui da qualche settimana, i miei si sono separati e mia madre ha pensato che cambiare città l'avrebbe fatta sentire meglio." spiega lei tranquilla mentre con il cucchiaio raccoglie le ultime gocce di cioccolata dal fondo della tazza. 
"E funziona?" 
"L'ultima volta ha funzionato per un paio di mesi, e quella prima per solo qualche settimana, quindi no, direi che non funziona, scappare non serve a niente." 
"Quindi non sai quanto ti fermerai a Londra."

 Liam si sente stranamente a disagio, come avesse appena ricevuto una brutta notizia.


"Non lo so, magari un mese, magari per sempre."

Qualche settimana dopo la madre di Giuls, Alice, conobbe un uomo londinese di buona famiglia e decise di restare. Per sempre, questa volta.

Liam e Giuls passavano molto tempo insieme, i pomeriggi al bar e la sera a casa di Liam guardano serie tv, finché lei non si addormentava sulla sua spalla e lui rimaneva fermo per non svegliarla.

Sono cresciuti insieme, giorno dopo giorno, condividendo sogni e delusioni. 
Come quando Liam non venne preso all'audizione di XFactor e lei bocciò il suo primo esame in biologia. 

"Andrà meglio la meglio la prossima volta." le aveva detto Liam mentre lei scriveva sulla sua agenda, la testa sulla sua coscia. 
"Sì lo so." buttò lì lei senza crederci neanche un pò. 
"Dico sul serio Giu, sei un piccolo genio incompreso, ma per tua fortuna io lo so." aveva scherzato lui, la mano destra affondata nei suoi capelli morbidi mentre con l'altra cercava l'ultima puntata da vedere di Lost con il telecomando masticato dal cane di lei. 
"Forse ho sbagliato tutto Li." Giuls si era fatta piu seria, l'agenda aperta abbandona sul verde piatto.
"Giuls hai solo bocciato un esame, capita a tutti, io non smetterò di cantare solo perché sono stato rispedito a casa"
"Non parlo della biologia." gli occhi chiusi, il modo migliore per evitare di incontrare il suo sguardo. 

Liam si abbassa piano e le lascia un bacio delicato sul naso.

"Cosa c'è che non va?" le bisbiglia tra i capelli, prende l'agenda e la lascia cadere a terra e la tira su di peso mettendola a sedere sulle sue gambe, mentre lei continua a tenere gli occhi serrati, la fronte aggrottata in una stana smorfia. 
"Non voglio più essere tua amica Li." dice tutto d'un fiato, una lacrima le sfugge incontrollata e rilassa un pò le sopracciglia che tornano dritte, perfette.

Liam le poggia entrambe le mani sulle spalle e la scuote piano, per farle aprire gli occhioni verdi. La fissa deciso negli occhi, aspettando che la sua migliore amica torni in se, le sistema il ciuffo dietro l'orecchio. 

"Ho sbagliato tutto con te Li, e adesso non posso più essere tua amica. Non posso più esserlo perché so che ti piace dormire con la maglietta degli AC/DC e se è a lavare dormi senza piuttosto, perché so che dormi dalla parte desta del letto, che ti piace il latte freddo scremato con i cereali al cioccolato senza zucchero, che ogni volta fai un sacco di storie perché hai paura dei cucchiai ma il latte ti piace di più. Che quando inizi un libro sbirci sempre l'ultima riga dell'ultima pagina. Che ti piastri i capelli e ti guardi due ore allo specchio ogni mattina, che quando ti accarezzano il collo chiudi gli occhi e schiudi un pò le labbra, so che quando scrivi le tue canzoni ti mordi il labbro dal lato destro tanto forte da lasciarti il segno per giorni.
E poi ho scritto il tuo nome, accanto al mio, dentro un cuore, nella mia agenda." Aggiunge infine con la voce bassa, gli occhi aggrappati a quelli dell'amico che le ha rubato il cuore, senza che lei se ne accorgesse, fino ad oggi almeno.

Liam rimane in silenzio per qualche minuto, con la sua migliore amica in lacrime sulle sue ginocchia, e stavolta non perché sua madre le ha probito di andare al concerto che voleva vedere da anni o per la biologia. 

Piange perché Giuls adesso è una donna, una donna che si è innamorata per la prima volta, di lui. 
Apre la bocca e la richiude più volte, mentre cerca di metabolizzare la notizia, la voce nascosta da qualche parte infondo allo stomaco. 

"Non dire niente Li, è giusto così, non è colpa di nessuno." gli accarezza una guancia e gli lascia un bacio sulle labbra, un bacio per dirgli addio. 


Non si sono visti per settimane, nonostante Liam passasse intere giornate attaccato al telefono ad ascoltare la sua voce registrata nella segreteria. 

Non sapeva bene cosa le avrebbe detto, ma lei gli mancava come l'aria, era la sua amica da così tanto tempo che neanche sapeva quanto, era la sua certezza, il suo porto sicuro. 

"Giuls per favore rispondi al telefono so che ci sei."
"Giuls sono sempre io, Liam, per favore rispondi."
"Giuls ti prego mi manchi."

Non si sono visti per settimane, non si sono parlati per quasi due anni. La sua seconda audizione era ormai vicinissima e lei gli mancava, nonostante si fosse abituato alla sua assenza. 
Perché si sa, alle cose ci si abitua, anche se fa male.

"Ciao stupido." Giuls sorride dietro una tazza di cioccolata calda con doppia panna sopra. 

Liam spalanca la bocca per un tempo indefinito, in un espressione parecchio stupida in effetti.

"G-Giuls." balbetta poi.
"Liam." dice lei in un sorriso che sa di estate.

"Tu, che cosa ci fai qui? Ti ho chiamata un milione di volte, avevo bisogno di te, avevo bisogno di parlarti e avevo bisogno di abbracciarti e adesso ho bisogno di darti un cazzotto nello stomaco e dovresti essere grata di essere una donna perché è l'unica cosa che mi frena." 
"Anche per me è un piacere rivederti, paura per l'audizione eh? Mi sembri un tantino isterico." scherza lei mentre si mette comoda sulla poltrona del tavolo tondo, al centro del bar. 
"Mi sembrava di ricordare che il tuo tavolo preferito fosse quello laggiù nell'angolo" 
"Si beh, ho cambiato.. Aiutami con questa roba." dice mentre il nodo che ha nello stomaco da settimane si dissolve e le porge il quaderno dove sta appuntando dei suggerimenti per l'audizione. 
"Mi dispiace essere scappata Li, scusa. Avevo bisogno di tempo per capire, per trovare il modo di esserti amica di nuovo."
"Immagino tu ci sia riuscita piccolo genio."
"Più o meno, ho imparato a convivere con l'amore che provo per te, un giorno svanirà da se, forse..."








"Perché sei arrivato tardi alla festa di Louis?" Gli chiede lei mentre gli accarezza un braccio.

"Ero da Sophia." confessa lui a voce bassa, perso in quell'abbraccio che lo fa sentire a casa.
"Capisco. E Zayn si è arrabbiato? No, Zayn non lo sa." Giuls si risponde da sola.
"Di cosa hai paura Li?"
"Ho paura di deluderlo, ho paura di non essere all'altezza Giu. Questa soria della Modest! mi distrugge, e poi c'è Sophia, che non c'entra nulla ed è una brava ragazza davvero, lei mi ama e non si merita che io la tradisca e poi, poi c'è Zay. "

Giuls si alza di scatto e gli tende una delle sue manine da bambina.

 "Vieni, voglio farti vedere una cosa."


Liam Stringe forte la sua mano e la segue giù per le scale, nel retro della grande villa del compagno della Alice. 
Sono sdraiati sul prato curato, l'erba umida per la guazza, le teste vicine. 
Le stelle sembrano incredibilmente vicine, la luna piena fa da regina.

"Wow!" 
"A volte devi solo guardare le cose da un'altra prospettiva Lì." 
"Mi sono innamorato di un uomo, mi sono innamorato di un mio amico e non so come gestirla questa.. cosa. Non riesco a guardarmi allo specchio e accettare il fatto che sono Gay, sono gay Giuls, sono un mezzo uomo, faccio sesso con una donna e mi piace e poi all'improvviso vedo la sua faccia, i suoi occhi nocciola, i suoi capelli neri. Vorrei solo guardarmi allo specchio e sentirmi -giusto-."

Giuls si accoccola tra le sue braccia, la mano in quella di lui.

"Conosci Zayn da anni ormai, conosci il suo corpo, il suo modo di sorridere.. Sei felice quando sei con lui Liam? Hai voglia di ridere? Hai voglia di chiudere gli occhi e ascoltarlo respirare? Di guardarlo mentre dorme e cercare di indovinare cosa sta sognando? Perché se è così, ed io lo so che lo è, non sei gay, sei soltanto un uomo che ama un altro uomo, le etichette lasciamole agli altri, non scappare dall'amore solo perché si presenta in una forma che non comprendi, vivilo, devi viverlo, fallo per me, per la nostra amicizia, fallo per Sophia, se è vero che le vuoi bene rendila libera di proseguire per la sua strada, di trovare qualcuno che possa amarla con tutto se stesso, tutti ci meritiamo di essere amati completamente, senza dubbi o esistazioni, senza forse e senza ma. 
Fallo per Zayn, ma soprattutto Liam, fallo per te. Non perdere l'amore, fidati di me"

Liam ascolta la sua più cara amica mentre gli parla con il cuore in mano, sa che le sue parole sono sincere e sa che lei è stata capace di lasciare libero lui, invece di ostinarsi ad amarlo. 
Si fida di lei. 

"Mi fido di te." sussurra mentre la stringe un pò di più contro al suo petto.
"Grazie Giuls, grazie di esserci sempre stata, non lasciarmi mai, ti prego."
"Mai. Adesso sali sulla tua moto infernale e va da Zayn."
"TI VOGLIO BENE GIUL!!" grida Liam con il casco sulla fronte prima di sfrecciare via in una corsa contro il sole. 
"Ti amo stupido Liam." sussurra piano lei contro il cancello chiuso, il rombo della Ducati già lontano. 

Liam è in piedi di fronte alla porta di casa di Zayn, il casco in mano, le parole di Giuls che gli rimbombano nella testa, e non si decide a suonare quel campanello.

"Cristo Liam Payne suona quel dannato campanello." si incita Liam, cercando di farsi coraggio da solo. 
"Magari non c'è." e quasi ci spera.
"Beh ti è andata male, direi che ci sono."

Zayn è seduto sul muretto dietro di lui, il fumo della sigaretta gli incornicia il volto, le labbra in una linea sottile.

"Oh." Liam si volta per guardarlo meglio occhi.
"Oh." ripete Zayn, i gomiti sulle ginocchia, i piedi penzoloni.
"Sei qui da molto?" 
"Giusto in tempo per sentirti litigare con il mio citofono." Zayn salta giù dal muretto e apre il portone d'ingresso.
"Sei venuto qui per salire o preferisci continuare a fissarti i piedi?" Chiede serio Zayn tenendo il portone aperto per lasciarlo passare. 
"Per salire, sono venuto qui per parlarti." dice Liam con un filo di voce. 
"Ok." 
"Ok."

Zayn è seduto sul grande divano di pelle, lo sguardo fisso su Liam in piedi al centro della stanza, il casco ancora tra le mani. 

"Sono gay." dice, la voce più sicura adesso.
"Ah si?" Lo prende in giro Zayn, la testa curva all'indietro, lo sguardo al soffitto.
"Sono stato da Giuls, avevo bisogno delle sue parole, avevo bisogno di capire." continua Liam, più coraggioso adesso, poggia il casco a terra e si inginocchia difronte a Zayn, gli prende le mani.

"Guardami per favore." lo implora.

Zayn fissa i suoi occhi in quelli di Liam, un brivido gli scorre lungo tutto il corpo.

"Sono pronto adesso, sono pronto e sono tuo, voglio esserlo e voglio che tu sia mio. Voglio poterti guardare dormire e non sentirmi sbagliato. E non voglio farti soffrire, non voglio essere la causa delle tua sofferenza. Voglio renderti felice Zay, voglio farlo davvero. Posso renderti felice Zay?" Gli occhi di Liam sono lucidi, sinceri, innamorati. 

"E tutte queste cose glie le hai dette a Sophia?" Zayn toglie le mani dalle sue. 
"Domani."
"Dormi sul divano stanotte."
"Ok."
"Ok."
"Mi piace Giuls." 
"Piace anche a me, è speciale."

Zayn si alza in piedi e tira su Liam, lo stringe forte a sè ed è felice, e non vorrebbe lasciarlo andare mai più.

"Grazie di avermi aspettato." Liam sussurra tra i suoi capelli.


"Fa in un modo che ne sia valsa la pena, solo questo." sussurra a sua volta Zayn, il petto contro quello più forte di Liam, le braccia muscolose intorno al suo collo.

Gli da un bacio forte, profondo, di quelli che ti tolgono il fiato e le mascelle ti fanno male, di quelli con gli occhi chiusi e nessun pensiero nella testa. 
Uno dei loro baci.

"Buona notte."

"Buona notte Zay."
   
 
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