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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    23/02/2015    0 recensioni
Incredibile quanto la guerra e la perdita possano sconvolgere la vita delle persone.
Ellie Nightshade e Henry Faircross lo sanno bene.
Nella prima guerra contro Valentine entrambi hanno perso tutto: la propria famiglia, la propria casa, le proprie certezze...
Quando Magnus Bane li porta via da Idris diretto all'Istituto di New York, sono ben consci che l'unica cosa su cui potranno fare affidamento sono loro stessi.
Per questo decidono di diventare Parabatai.
Perché avere un Parabatai vuol dire proteggersi a vicenda, amarsi incondizionatamente, essere amici, fratelli ed essere pronti a sacrificare tutto per la felicità dell'altro: essere una famiglia.
Quando la guerra mortale minaccerà di distruggere ogni cosa ancora una volta, i Cacciatori dell'Istituto di New York si ritroveranno a combattere non solo contro i Demoni evocati da Valentine e Sebastian - intenzionati a creare una nuova stirpe di Shadowhunters - ma anche contro quelli che si annidano nelle loro anime e dovranno essere pronti a perdere tutto pur di proteggere coloro che amano.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love Turns to Ashes

X
La Coppa Mortale
 
 - Simon! - esclamo vedendolo in piedi. Ha recuperato la sua forma umana, finalmente. - Vedo che stai bene. -
 Lui mi sorride. - Sì. – annuisce. - Fortunatamente. Essere un topo non mi piaceva per niente. -
 Rido. - Non credo piacerebbe a nessuno. - affermo.
 Quando mi avvicino, vedo che i suoi occhi, nonostante stia sorridendo, traboccano tristezza. Anche quando Clary stava male sembravano colmi di speranza, ma adesso sembra cambiato qualcosa.
 - Ehi. Tutto ok? - domando sfiorandogli il braccio con una mano per fermarlo.
 - Sì. - afferma lui, sbrigativo.
 - Sicuro? Mi sembri giù di morale. - asserisco.
 - È solo che… - si lascia sfuggire e poi abbassa lo sguardo.
 - È per Clary? - domando. Mi sembra che, nonostante la considerasse solo un’amica, tenesse davvero tanto a lei e non come un amico tiene ad un’amica. Più come un ragazzo tiene alla ragazza di cui è innamorato. Anche se Clary non sembrava al corrente di tutto ciò.
 Solleva lo sguardo di scatto. - Come fai a saperlo? - domanda.
 Sorrido. - Si vede che ti piace. -
 - A quanto pare sembrano averlo notato tutti, tranne la diretta interessata. -
 Scuoto il capo. - Scommetto che se glielo dicessi, lei… -
 - Ha baciato Jace. - mi interrompe.
 - Cosa? Aspetta. Quando? - dico passandomi una mano tra i capelli.
 - Ieri sera. - risponde.
 - Oh, cavolo. - mi sfugge. Mi dispiace per lui. E non oso immaginare quando Alec lo verrà a sapere. - Te lo ha detto lei? - chiedo ancora.
 Scuote il capo. - Li ho visti. -
 Abbasso lo sguardo. Ancora peggio. Deve avergli spezzato il cuore. - Mi dispiace, Simon. -
 - È la vita. - dice - Credo. -
 - Se avessi bisogno di qualcuno con cui parlare… Voglio dire, so che ci conosciamo da poco, ma… -
 - Grazie, Ellie. - sorride.
 Sorrido di rimando e lo osservo. Ha indossato la sua giacca e tiene in mano la borsa contenente i suoi vestiti che Clary gli aveva portato. - Te ne vai? - domando.
 - Sì, credo sia la cosa migliore. -
 - Non sei costretto. - affermo - Sei il benvenuto qui. Sei nostro amico. - quando pronuncio quella parola, vedo un’espressione stupita attraversargli il volto. Forse credeva che tutti lo odiassero.
 - Grazie, sei molto gentile. - ripete - Ma credo che tornerò a casa. Mia madre sarà preoccupata. -
 Annuisco. - Fatti sentire. -
 - Certo. - sorride e poi mi abbraccia. Lo stringo e sorrido. - Grazie di tutto. -
 - Ti pare. – rispondo e poi lo osservo allontanarsi.
 
 - Ellie! - mi sento chiamare. Stavo leggendo il Codice comodamente seduta su uno dei divani della biblioteca. Sollevo lo sguardo dalle pagine ingiallite e osservo Henry entrare di corsa e avvicinarsi. - Abbiamo scoperto dov’è la Coppa. - ansima.
 Scatto in piedi e lascio cadere il pesante tomo sul divano, sollevando una nuvola di polvere. -Dove? - chiedo. Valentine, che a quanto pare sta tornando all’attacco, sta cercando la Coppa per creare una razza pura di Shadowhunters, ma possiamo impedirglielo, se riusciamo a trovarla per primi.
 - È a casa di Clary. -
 - Scusa? - domando perplessa. Era a casa di Clary e lei non lo sapeva?
 - Nascosta in una delle carte da chiromante che sua madre aveva dipinto. - afferma e mi fa segno di seguirlo - Andiamo in armeria. Gli altri ci stanno aspettando lì. Vogliamo andare a prenderla. - spiega.
 Annuisco e lo seguo attraversando di corsa i corridoi dell’Istituto.
 
 Quando arriviamo con il furgone di Simon davanti a casa di Clary, scendiamo tutti dalla porta laterale. Tom mi porge una mano e io la afferro per tenermi in equilibrio. Controllo di avere tutte le mie armi: la Spada Angelica, l’arco, la faretra e la scure.
 - Mondano, rimani qui. - dice Jace, rivolgendo un’occhiataccia a Simon, ancora seduto al posto di guida.
 - Ho un nome, belloccio. - ribatte lui.
 Io scuoto il capo e quando Jace mi passa accanto, gli tiro una gomitata. - Vedi di essere più gentile, Jace. - lui sorride e mi supera. Scuoto il capo e Tom sorride rassegnato. Mi sporgo all’interno del furgone. - Grazie del passaggio, Simon. - affermo sorridendo - Rimani qui e chiuditi dentro. -
 - Entro quanto tornerete? - domanda spingendosi gli occhiali sul naso, scivolati sulla punta a causa del sudore.
 - Non molto. - rispondo.
 - Se tutto va bene. - aggiunge Tom.
 - Se le cose dovessero mettersi male che devo fare? Chiamare qualcuno? - azzarda.
 Tom scuote il capo. - Non credo che dei poliziotti con delle pistole potrebbero fronteggiare un eventuale Demone nascosto in quella casa. Siamo cinque Shadowhunters, credo che siamo in grado di farcela da soli. - conclude.
 Annuisco.
 Almeno lui è stato gentile con Simon.
 Chiudiamo il portellone e ci avviamo all’interno della casa.
 Intreccio le mie dita a quelle di lui. - Grazie. - sussurro.
 Lui mi sorride. - Per cosa? -
 - Per essere stato gentile con Simon. - spiego - Non merita di essere trattato come uno zerbino. -
 Lui annuisce e mi sfiora le labbra con le sue prima di varcare la soglia.
 
 - Le carte le ha Madame Dorothea. - afferma Clary bussando insistentemente alla porta bianca nell’ingresso.
 Noi attendiamo.
 Ad un tratto, questa si apre e vediamo il volto della donna spuntare dallo spiraglio.
 - Dorothea, dobbiamo parlarti. - dice Clary.
 La donna ci studia tutti quanti e poi indicando le nostre armi parla. - Qui non si può entrare con quelle. -
 Ci scambiamo sguardi preoccupati. Entrare in un posto sconosciuto senza armi sarebbe azzardato.
 - Jace, perché non entri tu? Noi ti aspettiamo qui. - propone Alec.
 Il biondo annuisce e dopo aver riposto le armi sul portaombrelli nell’ingresso entra seguendo Clary e si richiude la porta alle spalle.
 - Avremmo dovuto entrare con lui. - sbotta Izzy, sedendosi sulle scale.
 - Sa cavarsela anche da solo. - afferma Henry.
 Lei gli rivolge uno sguardo carico d’odio e torna ad osservare il lampadario sul soffitto.
 
 Sentiamo un grido provenire dell’interno dell’appartamento di Dorothea e scattiamo in piedi.
 - Cosa diavolo è stato? - chiede Tom.
 - Qualcuno che gridava? - azzarda Henry, sarcastico.
 Tom scuote il capo, rassegnato alle battutacce del mio parabatai.
 - Sembrava Clary. - dico preoccupata. È una Shadowhunter, ma non è allenata e se fosse successo qualcosa a Jace non saprebbe come difendersi.
 Sentiamo qualcosa andare in frantumi e senza attendere oltre, lasciamo che Alec apra la porta con un calcio. Jace è steso a terra e un enorme demone sta tenendo Clary tra i tentacoli sollevata a un metro da terra.
 - Oh, per l’Angelo! - si lascia sfuggire Isabelle.
 Henry avanza e colpisce il Demone con la Spada Angelica, ma questo lo scaglia contro il pianoforte semplicemente muovendo un tentacolo.
 - Henry! - esclamo e tento di raggiungerlo, ma Tom mi trattiene per le braccia.
 Il demone scaglia Clary dall’altra parte della stanza e lei cade a terra gemendo dal dolore. Io prendo il mio arco e incocco una freccia, colpisco il demone dritto all’occhio e questo grida in preda al dolore.
 - Bel colpo! - si complimenta Tom e scaglia un fendente.
 Dandomi la spinta contro la parete, amputo il tentacolo che spunta dal collo del demone con la mia scure. Questo cade a terra contorcendosi e il demone grida.
 Izzy e Alec intanto, alle spalle del demone, tentano di scagliare fendenti con le Spade Angeliche, ma il demone sembra immune, non gli fanno neanche il solletico.
 Prima che possiamo intervenire, si muove verso Clary, che, solo ora l’ho notato, ha in mano la Coppa.
 Ecco cosa vuole quel mostro.
 Do una gomitata a Tom. - La coppa! - esclamo.
 Lui annuisce e si prepara ad attaccare, ma prima che muoversi, lo fa Alec. Con il suo pugnale trafigge il demone tra le scapole e poi si rivolge a Clary. - Vattene! - grida.
 Scaglio un’altra freccia all’altezza del cuore, ma il demone allunga un tentacolo verso di noi e scaglia me e Tom contro la parete. La urtiamo violentemente e poi cadiamo a terra gemendo dal dolore.
 - Stai bene? - mi domanda lui appena si rialza.
 Io annuisco e tento di rialzarmi. Sollevo lo sguardo appena in tempo per vedere un tentacolo del demone colpire Alec all’altezza del collo. Il suo corpo si irrigidisce e vedo i suoi occhi farsi vuoti e vitrei. Cade a terra sulla schiena.
 - Alec! - grido e scatto in piedi.  
 Isabelle grida, rabbiosa, e trafigge il demone all’altezza del cuore con la Spada Angelica. Lo stesso fa Tom, incrociando la sua lama con quella di Izzy.
 Il mostro rimane immobile e poi si dissolve in una nuvola di fumo nero.
 Vedo Izzy immobile, sconvolta, osservando Alec, ancora a terra privo di sensi.
 - Oh, mio Dio. - sussurro. Corro verso il mio amico e lo scuoto leggermente. - Alec… - lo chiamo con un filo di voce. - Alec, ti prego… - una lacrima mi solca la guancia.
 Non può morire, non posso perderlo.
 Tom mi si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla.
 - Ho bisogno di uno stilo. - dico e mi volto verso il mio parabatai - Henry, lo stilo. - vedendo che ha gli occhi fissi sul corpo di Alec, ripeto quello che ho detto - Henry! Lo stilo! -
 Lui, come se fosse un automa, allunga una mano, la infila in tasca e poi mi passa lo strumento che gli ho chiesto.
 Lo afferro e comincio a tracciare un iratze sul collo di Alec, accanto alla ferita.
 Izzy si inginocchia di fronte a me. È pallida. - Le rune non ce la fanno. - afferma con voce rotta.
 Dietro di me ci sono Tom, Clary e Henry e anche Jace è in piedi che osserva la scena. Sono tutti pallidi e spaventati. Perché tutti si fanno prendere dal panico in situazione come queste?
 - Andiamo all’Istituto. – sbotto. - Jace, Henry prendetelo. - ordino dato che non sembrano in grado di fare nulla da soli.
 Si muovono entrambi e dopo averlo sollevato da terra escono dalla palazzina di corsa. Lo caricano sul furgone e poi salgono. Lo seguono Isabelle e Tom e poi io e Clary che saliamo davanti.
 - Simon, vai! Alec sta male. - dico e lui annuisce sgommando. Ormai è una corsa contro il tempo.
 
 Henry e Jace adagiano Alec su uno dei letti dell’infermeria e io e Tom gli togliamo la giacca della divisa da Cacciatore. È sempre più pallido ed è bollente.
 Clary è immobile ai piedi del letto e sta osservando i nostri movimenti con attenzione.
 - Io… - comincia - Mi dispiace, non avrei mai voluto che succedesse qualcosa ad Alec. Se posso fare qualcosa… -
 - Hai già fatto abbastanza. - esclama Izzy, scontrosa, dandole una spinta per scostarla.
 - Isabelle! - esclamiamo io e Jace in coro, per interromperla prima che urti nuovamente la sensibilità di Clary. Non è colpa sua se quel demone era là ad aspettarci.
 Clary muove una mano per fermarci ed esce.
 Cominciamo a disinfettare la ferita e ad apporre altre rune, ma nessuna è abbastanza potente.
 Quando sollevo lo sguardo vedo che Jace sta osservando la porta dell’infermeria. Mi chino su Alec, in modo da essere più vicina, così che possa sentirmi solo lui. - Vai da lei. - sussurro, riferendomi a Clary - Trovala, era sconvolta. -
 Lui sembra esitare. - Alec ha bisogno… -
 - Ci siamo noi, qui. - lo rassicuro.
 Lui alla fine annuisce e la segue.
 
 Dato che le rune non funzionano, ho chiesto a Hodge di chiamare Magnus. Lui sa sicuramente come aiutarlo. Non voglio che Alec muoia, il solo pensiero mi distrugge.
 Quando lo stregone arriva, ci fa uscire tutti in modo da potersi concentrare.
 Io, Izzy, Henry e Tom siamo immobili nel corridoio, in attesa che esca e ci dica che Alec sta bene, che si riprenderà.
 Mi volto verso il mio parabatai, è ancora sotto sotto shock, si capisce dal pallore cadaverico del suo volto. Alec è anche suo amico e vederlo in quello stato a causa di un demone…
 Mi avvicino e mi siedo accanto a lui, poggiando la schiena alla parete. - Ehi. - lo chiamo, sussurrando dolcemente - Stai bene? -
 Lui si ridesta, sobbalzando. – Sì. – dice.
 Gli prendo il volto con una mano e lo volto delicatamente verso il mio. Vedo che un rivolo i sangue gli sta colando lungo il collo. - Sei ferito. - constato.
 Lui scuote il capo. - È solo un graffio. - afferma.
 Lo ripete ogni volta. Anche se fosse in punto di morte e l’avessero trafitto al cuore con una Spada Angelica direbbe lo stesso.
 - Fammi dare un’occhiata. - insisto.  
 Lui annuisce rassegnato e si volta.
 Osservo il suo collo e la sua testa. I capelli sono macchiati dal sangue ormai rappreso. Prendo lo stilo che mi ha prestato a casa di Clary e traccio un iratze sulla pelle del suo collo.
 Quando ho finito rimetto a posto la sua divisa e sorrido quando si volta verso di me e i nostri sguardi si incrociano. - Ecco fatto. -
 Lui mi sorride debolmente.
 Quando sfioro il suo braccio, sento che è gelido, così mi alzo in piedi e gli porgo una mano. - Vieni. - dico dolcemente.
 Lui afferra la mia mano e si mette in piedi.
 Mi volto verso Tom e gli sussurro che porto Henry in camera sua per metterlo a letto.
 Lui annuisce e mi sfiora le labbra con le sue. - Ci vediamo dopo. - mi dice.
 Isabelle sorride debolmente e mi saluta tentando a fatica di trattenere le lacrime.
 
ANGOLO DEL MOSTRICCIATTOLO CHE  SCRIVE
Ciao!
Ok, lo so, questo capitolo procede molto velocemente e molti elementi sono condensati tutti insieme, ma doveva essere solo di passaggio, perciò…
Fatemi sapere. :)
A Lunedì prossimo, Eli
      
 
   
 
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