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Autore: _ThisIsOverdose_    23/02/2015    2 recensioni
[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

-Questo è il famoso progetto “0120A”, comunemente chiamato “Connection”, iniziato circa 100 anni fa e abbandonato dalla stessa persona che l'aveva creato-
Luhan guardò i numerosi fogli sparsi su quella superficie fredda e metallica, analizzando attentamente i vari disegni e le varie formule riportate accuratamente su quei pezzi di carta giallastra, mentre le parole dell'uomo davanti a lui continuavano a vagare nelle sua testa.
-Non sappiamo nulla riguardo il motivo per cui questo progetto è stato interrotto, non sappiamo neanche che fine abbia fatto il suo creatore, ma si tratta di uno dei progetti più incredibili mai sperimentati nel corso dell'esistenza. Voglio dire, non parliamo di poco, quella struttura alle tue spalle potrebbe creare un collegamento con altri mondi! Potremmo allargare le nostre conoscenze ed estendere i nostri poteri in altre parti dell'universo, non possiamo lasciarlo da parte, capisci cosa intendo?-
Luhan scosse la testa poco convinto.
-Ammetto che è qualcosa di davvero interessante, ma è pericoloso. Ci deve essere stato per forza una ragione di non poco conto se è stato abbandonato, per di più l'uomo che l'ha inventato è scomparso. Nessuno ha mai avvertito alcun potere provenire da lui da quando si è disperso, e sai benissimo che noi tutti possiamo avvertire i poteri dei nostri simili. Qualcosa deve essere andato storto, quindi perché rischiare di sfaldare l'equilibrio del nostro pianeta?- la risposta del ragazzo sembrò non soddisfare l'altro.
-Per questo dobbiamo riprenderlo a mio parere, bisogna solo individuare e correggere il difetto, e poi fare un giro di prova. Inoltre, non possiamo non tenere in considerazione la possibilità che quell'uomo si sia teletrasportato-
Luhan guardò il suo interlocutore, sentendo qualcosa di fastidioso insediarsi dentro di lui.
-Il teletrasporto è una delle abilità più difficili da gestire, pochissime persone ci riescono al momento, e pur ammettendo questa cosa, è impossibile che quell'uomo si sia trasportato così lontano, in un altro pianeta per l'esattezza-
Non riusciva a capire il perché di così tanta insistenza verso quel progetto, ce n'erano a decine da sviluppare e valutare, non poteva dunque essere messo da parte, considerando il pericolo a cui si andava incontro?
E' vero, era allettante la prospettiva di poter entrare in contatto con altri mondi, ma di sicuro c'era ben poco. L'uomo che aveva creato quel progetto era scomparso. Non era rimasta una singola traccia di lui.
Inoltre durante il periodo di creazione di quel progetto, l'equilibrio del loro pianeta non era stato stabile. Questo implicava un qualche legame tra le due cose. A lungo ci avevano riflettuto sul da farsi, decidendo per il bene del loro mondo di metterlo da parte.

Il ragazzo mantenne fisso lo sguardo sulla persona davanti a sé. Doveva convincerlo a lasciar perdere. Ma prima di tutto doveva convincere se stesso a non accettare questa collaborazione, il che non era facile. Aveva lavorato tantissime volte con lui, quell'uomo era una delle persone più affidabili e importanti per quanto riguardava l'evoluzione e lo sviluppo del loro pianeta. Possedeva una grande capacità, poteva infatti levitare in aria, spostarsi, volare, e aveva grandi esperienze lavorative, più successi che fallimenti.
Luhan stava pensando di lasciar perdere quel lavoro, e per la prima volta stava rifiutando di affiancare quell'uomo geniale, in fondo si trattava solo di una piccola percentuale di riuscita. Ma se quella piccola percentuale si sarebbe rivelata esatta, allora Luhan avrebbe escluso se stesso da un importante passo verso il progresso. E sapeva bene quanto fosse importante la sua parte in quel progetto.
Luhan possedeva il dono della telecinesi, aveva cioè la capacità di far muovere qualsiasi cosa o persona senza alzare un dito, solo attraverso la forza del pensiero. Era un'abilità che pochi possedevano, ma si trattava di una forza fondamentale per mantenere le cose al loro posto.
Per questa sua capacità egli era sempre messo al centro di importanti questioni, e in quel grande processo meccanico che regolava la sua terra, lui poteva considerarsi uno degli ingranaggi principali.

-Luhan- lo chiamò l'altro. Teneva le braccia incrociate al petto, sostenendo il busto contro la parete dietro di lui. Indossava sopra gli abiti scuri un camice bianco, che slanciava ancora di più la sua figura, nonostante fosse molto alto. Di tanto in tanto passava una mano sulla folta chioma scura. Gli occhi erano fissi sul ragazzo, e non trasmettevano alcuna emozione -Niente è impossibile, ricordalo. Sembra che questa volta dovrò fare a meno del tuo appoggio, ma ti suggerisco di ripensarci e cambiare decisione. Conosci ormai il modo in cui lavoro, e sai perfettamente che è mia intenzione prendermi la responsabilità di tutto, che abbia buon fine o non, perciò riflettici, il tuo potere è vitale per la riuscita di questo progetto-.
Luhan sospirò.
-D'accordo, prenderò una decisione Kris-
Fece per andare via, ma la voce dell'altro arrestò i suoi passi.
-Indipendentemente dalla tua scelta, io inizierò comunque a lavorarci, ti informo del fatto che Tao, Chen, Lay e Xiumin mi hanno dato il loro appoggio-.

 

 

Luhan si alzò di scatto, ansimante e con un espressione stralunata sul volto.
Aveva ricordato!!
Era solo qualche frammento, ma aveva appena ricordato alla perfezione ciò che era successo quel giorno, quando ancora era sul suo pianeta! Per la prima volta in tre mesi era riuscito a ricordare qualcosa che collegasse la sua situazione attuale agli accadimenti precedenti!
E poi? Cos'era successo poi? Perché i suoi ricordi si erano interrotti?
Mise una mano sul cuore, cercando di calmarsi, e solo in quel momento si accorse di avere la fronte grondante di sudore. Quelle minuscole goccioline scendevano lentamente, percorrendo il viso e insinuandosi sotto il leggero tessuto della sua maglietta, appiccicandosi alla sua pelle. Odiava quella sensazione, tuttavia questo fastidio passò in secondo piano, in quanto tutti i suoi pensieri erano rivolti verso quel giorno, il giorno in cui Kris gli aveva comunicato di voler portare avanti quel fantomatico progetto, e il giorno in cui, probabilmente, erano iniziati i suoi guai, in quanto quella storia centrava sicuramente qualcosa.
Chiuse gli occhi cercando di focalizzare la sua attenzione nuovamente su quelle scene, con la speranza di ottenere più informazioni e magari di ricordare altre cose, ma dopo alcuni minuti passati ad analizzarle e a tornarci su più e più volte, ottenne come risultato solo un mal di testa incredibile.
Arreso, si gettò un'altra volta sul letto, trovando interessante guardare per un po' di tempo il soffitto. Era come se stesse risolvendo un enorme rompicapo, e chissà quanto sarebbe servito per trovarne la soluzione.
Ma il fatto di aver rivisto quei momenti gli aveva donato speranza, e forse, anzi no, ne era sicuro, col trascorrere dei giorni i suoi ricordi sarebbero tornati tutti.
Si stiracchiò accennando un sorriso, e guardò il display della sua sveglia: segnava le 5.40. Conscio del fatto che non avrebbe più preso sonno, si diresse verso il bagno con l'intento di farsi una bella doccia.
Più tardi avrebbe raccontato tutto al signor Kim.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sehun si sentì scuotere più volte, ma non ne voleva proprio sapere di alzarsi dal letto quella mattina. Mugugnò qualcosa di incomprensibile quando si sentì chiamare da qualcuno.
-Forza Sehun, devi svegliarti!- un ragazzo dalla bionda capigliatura e dalla statura non molto alta iniziò a tirare le coperte dal suo letto, ingaggiando una lotta con il bello addormentato, che continuava a fare resistenza.
-Andiamo Sehun, è ora di alzarsi!- esclamò quasi con tono disperato, voltando poi lo sguardo verso l'altro letto, a un paio di metri di distanza.
Sbatté una mano sulla faccia, emettendo un enorme sospiro, quando constatò che anche Jongin stava ancora dormendo.
-Sto impazzendo. Kyungsoo, per favore vieni a darmi una mano, questi due non vogliono sapere di alzarsi dal letto!!- urlò per farsi sentire dal compagno, che stava sistemando le sue cose nella stanza accanto.
Entrambi dovettero lottare altri buoni dieci minuti per svegliarli, ma alla fine riuscirono nell'impresa.

Sehun imprecò a bassa voce mentre si dirigeva verso il bagno ancora mezzo addormentato. Era riuscito a prendere sonno neanche tre ore fa, e già era in piedi. Già, facendo un breve resoconto, quella notte aveva chiuso occhio si e no per tre fottutissime ore. Si guardò alla specchio mentre apriva il rubinetto per far scorrere l'acqua: uno zombie, era questo ciò che vedeva riflesso. Venne affiancato da un Jongin ancora nel mondo dei sogni, intento a spazzolarsi i denti.
-Si può sapere che avevi stanotte? Diamine, per colpa tua non riuscivo a prendere sonno- chiese irritato, dopo aver finito di risciacquare la bocca.
Aveva passato gran parte del tempo a sentirlo sbuffare e rigirarsi nel letto, per poi mettersi le cuffie nelle orecchie ed ascoltare musica ad alto volume.
-Taci- fu l'unica risposta che ricevette da Sehun, intento a fissare l'acqua che continuava a scorrere, perso in una specie di trance.
Jongin gli riservò uno sguardo sarcastico, mentre si infilava dei jeans chiari poco dietro di lui.
-A quanto pare questa mattina il nostro maknae sembra essere di cattivo umore, insomma, se il buongiorno si vede dal mattino...- il moro fece un sorrisetto divertito, per il solo gusto di vederlo irritarsi ancora di più.
-Perché non provi anche tu a dormire per meno di tre ore? Poi vediamo se riesci a fare il simpatico- era incredibile come Sehun riuscisse a trasmettere acidità e irritazione puntandogli addosso sempre quello stesso sguardo atono e disinteressato, ma Jongin lo conosceva abbastanza bene da sapere che il suo carattere era tutt'altro che distaccato, si comportava in quel modo solo perché in quel momento aveva la luna storta.
Incrociò le braccia, appoggiandosi alla parete, e lo fissò nel riflesso dello specchio davanti a lui.
-E sentiamo, per quale motivo hai dormito così poco?- fece una nuova domanda, realmente interessato a sapere perché quella notte scalciava nel suo letto peggio di un puledro. Non aveva provato neanche a chiedergli cosa avesse, quando si comportava in quel modo era meglio lasciarlo un po' per conto suo, inoltre era davvero stanco anche lui per intraprendere una discussione.
Sehun finì di lavarsi la faccia, e alzando la testa incontrò lo sguardo del suo amico fermo su di lui, in attesa di una risposta.
-Insonnia- fu l'unica parola pronunciata, mentre afferrava un panno per asciugarsi il viso.
Non poteva mica dirgli la vera causa per cui non era riuscito a dormire. Avrebbe iniziato a rompere e a sparare cavolate.
Perché si, il vero motivo era stato quella specie di cerbiatto, che senza permesso si era intrufolato nei suoi pensieri. Neanche il tempo di appoggiare la testa sul cuscino che aveva iniziato a pensare al suo viso perfetto, a quel sorriso dolce e ingenuo, a quegli occhioni scuri ma vivaci, a quei miseri minuti di contatto che aveva avuto con lui, ma che lo avevano lasciato abbastanza esterrefatto. Aveva aperto quella carrellata di immagini e attimi senza volerlo. Era stata la sua mente a fare tutto. E più imponeva alla stessa di non pensarci e dormire, più tutto questo lo tormentava. Era arrivato a chiedersi se lui in quel momento stesse bene e si fosse ripreso. Poi senza volerlo una voce dentro di lui ripeteva quel nome. Luhan. Gli stava addosso perfettamente, doveva ammetterlo.
Poteva capire benissimo il punto di vista di Jongin, doveva apparire un pazzo ai suoi occhi mentre sbatteva la testa contro il cuscino, o mentre si rigirava da un lato all'altro sbuffando. In fondo quei pensieri erano del tutto inusuali per uno come lui, era davvero scocciato da quella situazione, irritato fino alla punta dei capelli. Perché la sua mente si ostinava a vagare su quel ragazzo che non conosceva per niente, e che oltretutto era... strano?
E nel mentre ingaggiava questa lotta interiore, gli era venuta la brillante idea di mettersi le cuffie alle orecchie e ascoltare musica. In questo modo avrebbe fatto il vuoto e avrebbe rilassato i suoi muscoli da quello stress che gli aveva consumato ogni briciola di vitalità.
Invece era tornato punto e a capo. Vedeva ora quegli occhi diventare malinconici, la sua candida espressione lasciare il posto ad una sofferente.

Chi diamine era quell'individuo? Perché cavolo lo stava pensando? Come diavolo aveva fatto ad attirare la sua attenzione?

Si era chiesto questo, era un fascio di nervi mentre buttava noncurante l'mp3 sul comodino. Sentiva che stava per impazzire, anche perché fra poche ore avrebbe dovuto alzarsi per via degli impegni, ed era ancora in piedi.
Solo verso la mattinata, scarico come una vecchia batteria, era finalmente riuscito a chiudere occhio. Ma il leader, Suho, puntuale alle sei era piombato in quella stanza, pronto per buttarlo giù dal letto. Senza contare che quel giorno l'agenda era strapiena, tanto che si chiedeva se sarebbe riuscito anche solo ad andare in bagno tra un impegno e l'altro.
Tutto questo era si o no un motivo valido per essere incazzato con il mondo intero? A quanto pare per Sehun si.
Sentì un sospiro dietro di lui, e la mano di Jongin posarsi sulla sua spalla.
-Ehi, sei sicuro sia per questo?- chiese con sguardo interrogatorio.
All'altro dispiaceva mentire, però su quale base poteva dirgli “No, stavo pensando al cerbiatto”?. In fondo credeva anche lui che ci fosse un principio di insonnia.
-Si, quante volte te lo devo ripetere?- mostrò un'aria scocciata, ma comunque il ragazzo dalle labbra carnose sembrò crederlo.
-Mi dispiace Sehun, è un periodo difficile per tutti noi, ma tra poco i nostri sforzi saranno ricambiati, devi resistere fino a quel momento, d'accordo?- Jongin fece un sorriso sincero, e Sehun lo ricambiò. Cosa avrebbe fatto senza i suoi amici? Annuì.
-Adesso sbrighiamoci o saremo rimproverati- aggiunse, riprendendo a sistemarsi.
Che questa lunga giornata abbia inizio”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Luhan aveva appena finito di raccontare quei frammenti di ricordi al suo mentore.
Il signor Kim aveva ascoltato, rivolgendogli di tanto in tanto degli strani sorrisi, che tuttavia non riusciva a comprendere. Sapevano di mistero, e la cosa lo incuriosiva sempre di più, tuttavia rinunciò a chiedergli il perché, avrebbe ottenuto solo risposte vaghe, lo conosceva bene e sapeva che quando utilizzava quell'atteggiamento sornione non avrebbe ricavato nulla.
Però era rincuorato dal fatto che quell'uomo lo credesse.
-Sono sicuro che col tempo riuscirai a ricordare altre cose, non devi arrenderti!- gli aveva detto accarezzandogli dolcemente la testa, ma con espressione seria e decisa, partecipe alle sue emozioni.
Già, era incredibile come quella parte, relegata sul suo pianeta, qui invece avesse preso il sopravvento; ogni giorno avvertiva sempre di più quei sentimenti, di cui una volta avrebbe conosciuto solo la definizione, condizionare se non completamente, quasi, la sua libertà d'azione e di pensiero. Sulla sua terra natale i rapporti e le interazioni tra persone era solo fonte di necessità e interesse, nessun sorriso, nessuna smorfia, una faccia costantemente impenetrabile e atona. Un po' come quella di Sehun, si ritrovò a pensare. E sorrise, perché infondo non era vero, anche lui cambiava espressione, qualche volta, ma lo faceva. Inoltre le sue espressioni non erano vuote, raccontavano sempre qualcosa.
Ad esempio, quando si erano incontrati per la prima volta, la sua espressione trasmetteva stanchezza, poi irritazione e rabbia. Invece il giorno prima, la stessa espressione trasmetteva preoccupazione, poi ancora irritazione, poi era riuscito a leggervi anche un velo di divertimento.
Ma un attimo... perché si era ritrovato a pensare a lui? Forse in qualche modo quegli atteggiamenti gli facevano ricordare casa sua, altrimenti non c'era altra spiegazione, ma era turbato dal fatto di aver concentrato la sua attenzione su qualcun altro. “Interessarsi a qualcuno che non sia io”. Suonava strano, abbastanza insolito per lui.
Però ricordava di essersi sentito così felice, così grato nel vedere che quel ragazzo l'aveva aiutato quando stava male. Si era preoccupato per lui, non l'aveva ignorato. Sarebbe stata la stessa cosa se avesse saputo che lui era un alieno? Oppure avrebbe avuto paura, o invece l'avrebbe deriso? Quella diversità sarebbe stata un ostacolo?

Luhan non aveva mai provato a farsi amici al di fuori del signor Kim, un po' perché non sapeva a pieno cosa significasse il concetto di amicizia -anche se lo stava imparando-, un po' perché era incerto sul suo futuro, non voleva soffrire e far soffrire. La tristezza, il dolore erano sentimenti che aveva capito di voler tenere lontani il più possibile. Eppure come stava imparando ad essere felice, allo stesso tempo stava imparando ad essere triste. Non che lo volesse, ma ogni giorno se da una parte si riteneva fortunato, gli andava bene condurre quella vita e stare al fianco di quel vecchio signore, dall'altra sentiva sempre di più la mancanza del suo pianeta, si sentiva solo in un mondo che non era per lui; non riusciva a spiegarlo bene ma quelle gocce salate, si, proprio quelle che aveva visto scendere dai suoi occhi, rappresentavano una liberazione. Piangeva senza accorgersene, eppure quando chiedeva di poter piangere non succedeva nulla. A lui il dolore non piaceva. Si chiedeva come gli umani facessero a sopportare il dolore, e non quello fisico, ma quello dell'anima. Una volta l'aveva chiesto al signor Kim.

-Come fate voi umani a sopportare la sofferenza, e a passarci anche oltre?- gli aveva domandato una sera, seduto accanto a lui, guardando il cielo stellato fuori dalla finestra.
-Vedi Luhan, la sofferenza è uno stato d'animo, proprio come la felicità. Semplicemente siamo esseri che possiamo ridere un giorno, e il giorno dopo essere tristi. Possiamo fare i salti di gioia se succede qualcosa che ci fa stare bene, come possiamo piangere se arrivano brutte notizie o se le cose non vanno come noi vorremmo che andassero. Sai però perché poi torniamo ad essere felici?- chiese l'uomo a sua volta sorridendogli dolcemente. Luhan scosse la testa in segno di diniego.
-Perché troviamo la forza di guardare al futuro e di andare avanti. Questa forza possiamo trarla da noi stessi, o anche da chi ci sta intorno. Nella vita non va sempre tutto come tu lo desideri, purtroppo gli ostacoli sono all'ordine del giorno, ma noi umani abbiamo la forza necessaria per superarli, dobbiamo solo volerlo, crederci-.
Il ragazzo sospirò deluso.
-Come faccio io a trarre la forza se guardando al futuro non vedo nulla? Non so perché sono qui, non appartengo a questo posto, sono un estraneo, e se non trovo una soluzione probabilmente scomparirò, è solo questione di tempo- sentì quelle gocce salate fare capolinea dai suoi occhi. Ci passò sopra il palmo della mano per asciugarle.
-Oh accidenti, perché mi sento così scombussolato adesso?! Perché il mio cuore deve fare così male?!- imprecò innervosito, mentre le lacrime continuavano a scorrere contro il suo volere.
Il signor Kim lo abbracciò comprensivo.
-Comprendo le tue paure e le tue incertezze, ma tu inizia a guardare. E' facile dire di non vedere nulla. Perché non provi a vedere cosa vuoi tu? Qual è la cosa che desideri di più?-
Luhan lo guardò sorpreso, non aspettandosi quell'abbraccio, poi parve rifletterci.
-Io non voglio scomparire, io voglio tornare sul mio pianeta, ma non voglio neanche abbandonare lei-
L'uomo sorrise.
-Vedi? Questo deve essere il tuo futuro. Pensi che stare qui a piangere risolva qualcosa?-
Luhan scosse nuovamente la testa per dire 'no'.
-Allora non arrenderti e continua a cercare una soluzione. E ricordati che hai qualcuno al tuo fianco che ti aiuterà-
-Lei... mi aiuterà?- chiese perplesso.
-Esatto, non devi fare tutto da solo, io sarò al tuo fianco, fidati di me-
Guardò la sua faccia ancora più perplessa e sorrise ancora. Aveva tanto da insegnargli.
-Vuol dire che puoi raccontarmi tutto, puoi venire da me che tu sia felice o triste o arrabbiato, puoi sfogarti e dare voce ai tuoi pensieri. Io ascolterò senza giudicare-
Il ragazzo finalmente sorrise, e in un gesto quasi meccanico avvolse le sue braccia intorno alla schiena dell'uomo. Non sapeva perché, ma quel gesto lo faceva sentire bene, al sicuro, compreso.
-In questo momento sono felice. Stare in questo modo mi fa sentire bene-
-Si chiama abbraccio, è un modo per dimostrare l'affetto che provi verso una persona, un modo per consolarla, per farla sentire protetta , per fargli capire che non è sola- spiegò l'altro diligentemente.
-Mi piacciono gli abbracci-

 

 

Luhan trascorse fra questi pensieri una lunga e ordinaria giornata.
Aveva appena salutato l'ultimo cliente del locale, quando il signor Kim l'affiancò. Gli sorrise, finendo di rimettere alcuni ingredienti nei loro rispettivi scaffali.
-Luhan- l'anziano signore richiamò la sua attenzione. Il moro girò il capo, pronto ad ascoltare cosa aveva da dire.
-Si?-
-Ti piacerebbe andare al parco?- chiese l'altro sorridendogli.
-Al parco... si! Certo che mi piacerebbe!!- esclamò Luhan, mentre i suoi occhi gradualmente si illuminavano sempre di più.
-Bene, allora questo sabato ci andremo- affermò l'uomo aiutandolo a rimettere le ultime cose al loro posto.
-Ma... il locale?- chiese Luhan dubbioso. Se andavano al parco chi si occupava del locale?
-Questo sabato rimarrà chiuso, ci concediamo un giorno di ferie- il signor Kim fece l'occhiolino abbandonandosi ad una risatina, poi scomparve dietro la porta che immetteva alle stanze della casa.
Un giorno di vacanza. Luhan non vedeva l'ora.


















 













Ciao a tutti! ^^
Dopo un bel po' riesco a pubblicare un nuovo capitolo!
Come potete notare gli EXO-M appartengono allo stesso mondo di Luhan, ci ho riflettuto abbastanza prima di decidere questo, e anche se al momento non appariranno molto, in seguito si! XD
Luhan ha iniziato a ricordare qualche frammento, ma non basta per ricostruire ciò che è successo.
E Sehun... beh, i primi sintomi iniziano a farsi sentire ehehe ^^
Comunque, passo a ringraziare BAMBI_EEVEEUS e KpopBias per aver letto e recensito la storia, e sono felice che vi piaccia!! :) E ringrazio anche tutti quelli che la seguono!!
Alla prossima!!
Saluti! ^^
Ele

 

  
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