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Autore: K anonima    24/02/2015    0 recensioni
Lui ha spazzato via tutto il mio passato.
Lui mi ha fatto credere in un futuro diverso.
Lui mi fece del male amandomi.
Ed io non potei farne a meno.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Tornai a sedere all'ombra di quell'albero.

La pausa pranzo era solitaria e traquilla per me.

Aprii il mio taccuino e cominciai a disegnare lui. Disegno per non dimenticare.

Curai ogni particolare: le sopracciglia ordinate, gli occhi grandi e le ciglia scure, il naso fino e la bocca carnosa.

«Sono davvero così bello?»

Mi spaventò a morte e cambiai pagina frettolosamente.

Alex si sedette vicino a me, appoggiandosi al tronco. Cercò il mio sguardo e sorrise.

«Ah io disegno e basta. Non ne faccio nulla di personale, disegno e basta»

«Mi hai migliorato allora»

Ma non scherziamo, la mia tecnica non avrebbe mai potuto nulla sulla sua bellezza.

«Grazie, ma non sono poi così brava»

«Posso vedere?»

Mi sfilò il taccuino dalle mani e cominciò a sfogliare, pagina per pagina.

«Sono stupendi, dico davvero» disse ed io sorrisi a testa bassa.

Riuscii soltanto a fissare le sue mani maneggiare quella carta fina. Ero muscolose e le vene erano in rilievo fin su tutto l'avambraccio.

Un tatuaggio si intravedeva sotto la maglia, tirata su fino al gomito.

«Posso?» e spostai leggermente la manica.

«Certo»

Non riuscii a vedere il disegno per intero.

«Che cos'è?»

«Davvero è così brutto?» ed alzò il sopracciglio.

«No, solo che non si vede tutto» affermai con una piccola risata. Lui scoppiò a ridere in un modo così bello che avrei potuto ascoltarlo per ore.

«Un corvo... su un ramo su uno sfondo stellato. Arriva fino alla schiena, nessuno l'ha mai visto intero».

Anche io risi.

Mi immaginai il suo tatuaggio, grande e posato alla perfezione sul suo corpo. Su quelle spalle muscolose, fondendosi con la sua candida pelle... Ho caldo mannaggia.

Mi levai la felpa rimanendo con la maglietta.

Cercai di riprendere il taccuino.

«E quello cos'è?» chiese afferrandomi il polso con decisione, fissò per un minuto buono l'acchiappasogni che era tatuato sul mio avambraccio.

Non feci a tempo a rispondere e la campanella suonò.

«Acid-Anna smettila di importunarlo, è troppo bello per te» gridò qualcuno alle nostre spalle. La riconobbi subito, Francesca.

Sospirai e mi accorsi che anche lui aveva una punta di delusione negli occhi. Ne fui quasi contenta.

Alex si alzò e venne trascinato via da quella arpia e il suo parlare del nulla riempì l'aria.

«Hai fatto colpo, amica» Andrea apparì e mi spaventai.

«Dovreste smettere di arrivare di soppiatto, mi verrà un attacco di cuore» replicai seccata.

«Scusami principessa, ma ormai ha messo gli occhi su di te. Ho sempre detto che le ragazze con i tatuaggi rimorchiano».

«Cosa stai dicendo?!» chiesi con un'espressione più ingenua possibile.

«Lascia stare e andiamo».

Lasciai passare le ore, o almeno ci provai. I ragazzi nella mia vita erano stati tanti, troppi, ma lui aveva attirato la mia attenzione fin da subito.

C'era qualcosa nel profondo della mia mente che voleva scoprirlo, volevo sapere di più, volevo sapere tutto di lui.

E lui sembrava ricambiare il mio interesse, o forse io stavo immaginando tutto. Anna, tu e le tue idee strampalate.

«Finalmente, non potevo resistere un minuto in più oggi» esordì all'improvviso Andrea, risvegliandomi dal mio stato comatoso. La campanella aveva già fatto due squilli ed eravamo liberi di tornare a casa.

«Per la cronaca quel tipo non mi piace, non lo conosco nemmeno» affermai dal nulla, aprendo il discorso.

«Ma tu interessi a lui» replicò lui con troppa sicurezza.

Sbattei gli occhi più volte per potermi rendere conto se la scena davanti a me fosse reale. «Si è anche Francesca» dissi in un sospiro, nel constatare che la sua mano era rintanata nella tasca posteriore dei jeans di Alex. E che facevano ora? Si stavano baciando?

«Come ti ho detto qualche secondo fa, non è il mio genere» dissi con un tono deluso. Avevo sperato davvero che la fortuna potesse essere dalla mia parte, che magari questa volta avrei potuto provare a fare le cose bene.

«Per la Te del presente, ricordi?»

«Taci»

«Come pensavo»

Mi incamminai verso casa e potei riflettere sulle parole di Andrea.

Il nuovo arrivato era perfetto per la parte menefreghista che viveva dentro di me, forse questo era il motivo per cui mi interessava così tanto. I ragazzi così avrebbero dovuto svanire dalla mia vita, come il mio passato.

Cercai di essere il più ragionevole possibile, ma avrei comunque voluto fargli mille domande: sei così davvero o per fama? Scuola nuova e vita diversa? La persona posata che avevo percepito era vera o l'avevo solo immaginata? Tu sei vero o no?

Avrei voluto provare a salvarlo dalla fine che avrebbe fatto in poco tempo, ma sapevo bene che quando credi di avere il mondo insieme a te non vuoi essere salvato.

Entrai in casa, salii in camera e cominciai a leggere un libro dimenticando di pensare.

   
 
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