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Autore: bad93    25/02/2015    1 recensioni
In una chiesa, un personaggio misterioso, inginocchiato davanti all'altare, stava facendo una promessa. Accanto a lui, in silenzio, il parroco.
-Ho un desiderio e sono disposto a rinunciare a tutto pur di realizzarlo.-
-È davvero così importante questo tuo desiderio?-
-È la mia priorità assoluta. -
-E sei davvero convinto che rinunciando a ogni cosa lo realizzerai?-
-È l'unica via che posso prendere, non mi è concesso di scegliere. Anche se sarà doloroso, devo farlo e resistere. Sicuramente verrò odiato e qualcuno soffrirà molto a causa mia.- e sospirò amaramente.
"Già soffrirai parecchio, mi ero ripromesso di non fare nulla che potesse recarti dolore, ma purtroppo nella vita non sempre le scelte sono come le vorremmo; il mondo è cambiato rispetto a dieci anni fa. "
-La persona di cui parli è molto importante per te, non è così?
-Che intende dire? Io non intendevo riferirmi a una persona precisa.-
-Non è difficile da capire, mentre dicevi l'ultima frase ti sei rattristato, come se davanti a te ci fosse la persona di cui parlavi. Ti stavi già immaginando la sua reazione di fronte alla tua scelta. Quando ha iniziato ad essere importante per te? -
Tratto dal primo capitolo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel/Shuuya, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15: Dimissioni.
 
 
 
Il giorno seguente Angie si svegliò di buon ora, non aveva dormito molto per via della situazione appena accaduta con Axel. Circa un'ora dopo arrivarono i dottori con gli esiti degli esami; non c'era nulla di anomalo, per cui l'avrebbero dimessa per le dieci, ma le raccomandarono di restare ancora qualche giorno a rioposo.
 
Come se ne furono andati, Angie avvisò Axel, era indecisa se farlo o meno, ma se non gli avesse mandato quel messaggio, avrebbe peggiorato la situiazione; dopo iniziò a prepararsi di modo che lui non dovesse aspettare. 
 
Nel frattempo Axel aveva ricevuto il messaggio e si stava apprestando ad uscire di casa.
 
-Dove vai?-
 
-In ospedale, a prendere Angie.-
 
-Allora aspettami, vengo anche io; devo andare a lavorare.-
 
-Oggi non è il tuo giorno libero?-
 
-Si  ma hanno avuto un paziente che ho seguito e ha chiesto di me. Quindi non posso rifiutare.-
 
-Capisco, solo per curiosità, tu sapevi già che Angie era in ospedale?-
 
-Sì, ma l'ho saputo solo dopo il suo ricovero, non l'ho visitata personalmente. Se ne è occupato un mio collega, che sapendo la relazione che ho con lei, mi ha informato.-
 
-Che rapporto avresti tu con lei? Semmai sono io che ho una relazione con lei.-
 
-Ma tu sei mio figlio e il collegamento è presto fatto. Cos'hai in mente di fare ora che la dimettono? Non è saggio lasciarla da sola. Non credi che sia il caso di tornare da lei per un po' ?-
 
-Lo sai che non posso, ci siamo lasciati. Che senso avrebbe la nostra separazione allora? -
 
-Semplicemente non sono convinto della tua scelta.-
 
-Quando mai una mia scelta ti è andata bene? -
 
-Fai quelle sbagliate. Comunque tornando al nostro discorso, cosa pensi di fare? -
 
-Ho chiesto a Byron se può tenerla a casa sua per un po' di tempo.-
 
-Sicuro che sia il caso di disturbare una persona esterna alla famiglia per questo? -
 
-Non sono tranquillo a lasciarla da sola.-
 
-Allora falla venire qui, sarebbe più comodo e tu saresti più tranquillo.-
 
-Ti ricordo che ci abito anche io qui, cos'hai  in mente? -
 
-Io niente, ti sto solo facendo notare che gli affari di famiglia si risolvono in famiglia e non altrove. E poi un paio di mesi li puoi fare in sua compagnia,  visto che ci hai passato dieci anni della tua vita assieme.-
 
Axel sospirò, -Sarà meglio andare, continueremo la nostra discussione in macchina.-
 
 
 
Uscirono entrambi all'appartamento, per poi prendere la macchina e dirigersi verso l'ospedale.
 
-Secondo me non ti conviene mandare Angie da estranei, è meglio se la fai venire a casa. Poi fai come vuoi.-
 
-A quanto pare non posso smuovere. -
 
-Non ti sto obbligando, ti sto solo facendo notare che hai altre possibilità.-
 
-Ci penserò, magari da te ci viene senza opporre tanta resistenza. E non si impunta a voler stare da sola, devo valutare e parlarne con lei, spero che accetti senza tante storie. Poi avviserò Byron; nel caso in cui lei cambi idea.-
 
-Come preferisci. Fammi sapere cosa decidete.-
 
-Va bene, per il momento gliene parlo, perché non vieni anche tu? Almeno ti fai un'idea di come sta.-
 
-Mi basta leggere la sua cartella clinica, comunque un salto potrei farlo. Se ci sono anche io magari si convince di più a venire a stare da me. Se non vuoi dormire con lei, la faccio stare in camera con Julia. Non credo che tua sorella abbia problemi, infondo le è sempre piaciuta.-
 
-Non è questo il punto, non ho certo problemi di questo tipo. Inoltre penso che sarebbe più tranquilla con me accanto, invece di Julia. Visto quello che le è successo, non credo che dorma tanto serena la notte, in più avrebbe paura di coinvolgere Julia se dovesse riaccadere, per cui non riposerebbe come dovrebbe.-
 
-Anche questo è vero, potrebbe far finta che vada tutto bene, quando in realtà si sente in pericolo. Spesso molte vittime di stupro si convincono che quanto è successo sia colpa loro.-
 
-Perchè Angie dovrebbe sentirsi in colpa? Lei non ha fatto niente, anzi è stata costretta dal suo aggressore. Quindi è una vittima e non una colpevole.-
 
-Questa è  la  tua visione, in quanto uomo, e persona esterna ai fatti. Però lei non si considera una vittima, lei si sente colpevole, perché ha permesso al suo aggressore di violare la sfera privata che vi legava.-
 
-Non ti seguo.-
 
-Lei è ancora profondamente legata a te, in quel letto ci siete stati solo voi due, e in quel frangente un altro uomo vi è entrato, spezzando così il filo sottile che vi legava, in cui lei credeva ancora. Capisci ora? Dentro di sé lei è convinta di aver sbagliato, soprattutto di aver fatto un errore irrimediabile e di averti fatto un torto, in pratica sente di averti mancato di rispetto.-
 
-Ma sbaglia, io non ce l'ho affatto con lei. Non deve pensare queste cose; inoltre con me si è comportata normalmente, puoi chiedere anche Julia, te lo confermerà.-
 
-È normale, non sono discorsi che puoi affrontare tranquillamente con un'adolescente, è già difficile con sé stessi e con un adulto in cui sei in stretta confidenza. Cerca di starle vicino e non fare cazzate.-
 
-Non preoccuparti, se accetterà la tua offerta, per un po' starò tranquillo.-
 
-Bene. Io vado al lavoro, visto che siamo arrivati. Tu nel frattempo va da lei e accennale la proposta. Vedrò se riesco a raggiungervi in tempo.-
 
-Va bene, comunque con Byron ero d'accordo di trovarci di sera, per cui in giornata dovremmo riuscire a vederci.-
 
-Ok, allora aspetto tue notizie.- scese dalla macchina.
 
-Va bene.- scese anche lui, attivando la chiusura centralizzata.
 
Entrambi si diressero all'ingresso dell'ospedale, entrando nell'edificio, poi si separarono salutandosi.
 
 
 
Axel arrivò davanti alla camera di Angie, bussò e poi entrò.
 
-Ciao, sei già pronta? Pensavo di doverti aspettare.-
 
-Come puoi vedere ti ho anticipato.-
 
-Eh, già. Ascolta avrei un'altra proposta della farti.-
 
-Spara.-
 
-Se non vuoi andare da Byron, non ti costringere. -
 
-Come mai questo cambio improvviso di idea?-
 
-Perchè mi è stata avanzata un'offerta, che prima non avevo preso in considerazione.-
 
-Quindi non vuoi lasciarmi da sola?! Non ti arredi! -
 
-No, se significa proteggerti. Al posto di Byron c'è mio padre, andrai a stare da lui. Ti può andare bene?-
 
-Mmh... Non lo so...-
 
-Scegli! O Byron o mio padre.-
 
-Va bene, allora andrò da tuo padre. Di sicuro sarò di meno disturbo e fastidio.-
 
-Bene.-
 
 
 
 
 
Continua...
 
  
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