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Autore: TotallyOwl    25/02/2015    2 recensioni
-Tu sei un mago, Harry.-
-Un mago? No, non posso essere...un mago. Cioè..io sono Harry, solo Harry.-
Tutti conosciamo il momento in cui Harry Potter ha scoperto la sua natura, ma come sono stati i primi atti di magia degli altri personaggi della saga?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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31 Ottobre 1964.

Frrit.
Flacc.
Frritt, flacc, frritt, flacc.
Frritt, flacc, frritt, flacc, frritt, frritt, flacc.
Frritt, flacc, frritt, flacc, frritt, frritt, flacc, frritt, flacc.
 
-Aaaaaaargh!-
-Cos..Aia!-
 
La sorellina aveva insistito così tanto che dirle di no era stato praticamente impossibile, quindi si erano vestite ed erano uscite, scordando persino il parapioggia, nonostante il fatto che la mamma e papà avevano insegnato a sua sorella e a lei quanto la leggera nebbiolina fosse patognomonica per un terribile temporale autunnale.  Anche quel gioco, poche ore dopo la comparsa della coperta biancastra a nascondere qualsiasi cosa al di là del proprio naso, non uno degli stretti viottoli di ciottolato del paesino di Cokeworth era stato risparmiato dalla non tanto lieve pioggia. Tutto, a Cokeworth, era stato costruito con grossi lastroni di granito: le case, i marciapiedi, i ponti, i recinti, forse proprio perché nessun altro materiale sarebbe potuto resistere per tanti anni nonostante tutta quell’acqua, che fosse vaporizzata in innumerevoli goccioline aeree, cascasse dalle nuvole a secchiate liquide o in piccole sfere di ghiaccio o soffici fiocchi di neve. Il fatto che tutto, tutto fosse stato costruito in pietra, beh, non aveva mai aiutato i cittadini di quel villaggio perso nelle Midlands come mantenere l’equilibrio e non scivolare rovinosamente in terra.
 
-S-scusa, Nia. Io..io..è tu-utto bagniato!
-Va bene, però adesso guarda dove metti i piedi o finiamo di nuovo in terra tutte e due. E non ti aggrappare a me di nuovo, eh!-
-Nebbia! Non vedo.-
-Lily! Non dare la colpa alla nebbia adesso. È tutta colpa di questo stupido cappello che ti sei messa.-
-È Halloween ed io sono una strega, oggi.-
-E non potevi essere una strega senza cappello, allora?-
 
Lily Evans guarda profondamente sua sorella e scuote rapidamente la testa. Petunia sorride, sì, dopotutto Lily sta proprio bene in quel vestito nero, col cappello a punta, una ragnatela disegnata sulla guancia e i capelli rossi: è proprio una streghetta coi fiocchi. Quello sarebbe dovuto essere il suo vestito, quest’anno, mentre Lily si sarebbe dovuta coprire con un lenzuolo e andare in giro a raccattare caramelle sotto forma di fantasma, ma il mostriciattolo si era messo a strillare non appena aveva visto il cappello e tutto, quindi la mamma aveva dovuto restringere il vestito alla bell’e meglio e cederlo alla più piccola. “Sarai una strega l’anno prossimo, Petunia”, aveva detto il papà, e la più grande delle sorelle Evans sapeva che una promessa di loro padre sarebbe stata sempre mantenuta, quindi aveva alzato le spalle, si era asciugata quelle poche lacrime di rabbia e gelosia che le avevano solcato il viso, aveva deciso di aiutare la mamma e si era rassegnata ad essere lei, il fantasma, quell’anno. Dopotutto, Lily sapeva essere una vera strega quando ci si metteva ed, in cuor proprio, Petunia sapeva che non le avrebbe rivolto la parola per mesi se non si fosse personalmente complimentata con lei per quanto le stesse bene quel cappello a punta e tutto il resto.
 
-Piccola smorfiosetta.- sbotta Petunia, sorridendo a quella streghetta immersa nella nebbia e nella pioggia. Lily si sistema un poco il cappello, si liscia il vestito ormai zuppo di pioggia e guarda con occhi grandi e perplessi la sorella maggiore.
-Co-osa vuol dire, Nia?-
-Vuol dire che ti piace guardarti allo specchio.- risponde l’altra, con un sorriso.
Per un attimo i suoi occhi verdi si incupiscono, poi tornano a brillare come al solito. Lily sorride di rimando e nel suo sorriso c’è una piccola finestra tra i denti perché ha perso da poco un incisivo e questo rende quel visetto pallido ancora più sbruffone.
-Allora sei una smorfiosetta anche tu, Nia!-
-Non dire scemenze, Lily! Io ho ben sette anni, quindi non posso essere smorfiosa.-
-Ooooh! Allora quando anche io ho sette anni non sono più smorfiosetta!-
-Quando anche tu avrai sette anni non sarai più una smorfiosetta. Forse.-  
Il papà ha sempre detto che Dio ha diviso le doti in Petunia e Lily e che loro potranno sempre essere buone sorelle proprio perché l’una, in un certo senso, completa l’altra. L’una il brio, l’altra la compostezza. A Petunia non dispiace, anzi, un poco è esaltata dall’atto di correggere, irrimediabilmente, la sorella minore. La fa sentire grande, ecco. E pazienza se Lily è una forza della natura e non sta ferma un attimo! Lei è quella composta, quella seria, quella che i grandi chiamano sempre quando c’è qualcosa da fare.
 
-Scherzetto o dolcetto!-
- Lily! Si dice: dolcetto o scherzetto!-
-O-ops, dolzetto o schecetto! No! Dolcetto o scherzetto! Ecco, si!-
 
Per esempio, quell’anno la mamma ed il papà hanno detto a Petunia che Lily e lei avrebbero potuto fare il giro delle case da sole perché ormai erano grandi e, per Petunia, quella è una grande prova di responsabilità. La bimba mora sente l’onore brillare nel petto come una lieve fiammella: farà di tutto per mantenerla accesa. Morirebbe di vergogna se solo scoprisse che i due genitori le controllano da qualche decina di metri più indietro, ma le sorelle non se ne accorgono neanche quando suonano all’ultimo campanello del quartiere e si voltano per tornare a casa.
 
 Il temporale autunnale si trasforma in una tempesta con i contro fiocchi non appena si sono ritrovate con il tetto di casa sopra le loro testoline bagnate.
-E..e..etciù!-
Petunia si è ammalata. La mamma le ha asciugato i capelli, l’ha aiutata a infilarsi il pigiama e le ha rimboccato le coperte rosa. “Buonanotte” le ha sussurrato, dopo averle dato un bacio sulla guancia, ed è uscita dalla stanza, socchiudendo la porta dietro di sé.  
-Salute, Nia.- ha risposto Lily, da sotto alle coperte verdi del proprio letto, proprio affianco a quello di Petunia, con un grosso sorriso.
-È tutta colpa tua, Lily.-
-Mia?-
-Sì. Tua e del tuo stupido costume da strega.-
Petunia guarda Lily così intensamente che gli occhi di giada della bambina dai capelli rossi si riempiono di grossi lacrimoni. Lily distoglie lo sguardo e tira su con il naso.
-Oltre ad essere smorfiosa sei pure orgogliosa.-
-Co-osa vuol dire, Nia?-
-Vuol dire che adesso hai un rospo in gola che non riesci a mandare giù, vero?-
Lily abbassa lo sguardo e annuisce muovendo la chioma rossa.
-Vuoi sapere come si fa a farlo andare via?-
-Bevo acqua?-
-No, Lily. Siccome è colpa tua che mi sono ammalata, tu devi rimanere sveglia tutta la notte e coprirmi se per caso mi muovo e le coperte si spostano.-
Lily sembra pensarci sù un momento. Petunia ogni tanto è severa con lei, certe volte molto più della mamma e del papà. Eppure, nel corso dei pochi anni della sua vita, Lily Evans ha imparato che sua sorella non è affatto la sua peggior nemica e che, anche se spesso litigano e si tirano i capelli, Petunia è sempre pronta a dirle cosa deve fare per rimediare a qualsiasi torto che ha provocato. Com’era? Ah, si, due metà che si completano. Una il brio senza gli incisivi, l’altra la ragione dai capelli mori. Lily trova quello che stava cercando e allegra risponde.
-E se lo faccio mi prometti che questa rana va via?-
-Sì, questo rospo andrà via.-
-Allora buonanotte, Nia.-
-Buonanotte, Lily.-
Entrambe le sorelle soffiano sulla candela sul proprio comodino, ed è subito notte.
 
Lily si è addormentata per prima. Ha tentato di tutto per rimanere sveglia, davvero. Si è pizzicata le guance, si è tirata su le palpebre con le ditina e ha persino tenuto un piede scalzo fuori dalle coperte perché il freddo la infastidisse. Eppure, Lily si è addormentata per prima.
Quando Petunia si sveglia, nel cuore della notte, per andare al bagno, non appena sposta le coperte queste ritornano magicamente al loro posto, rimboccate alla perfezione, attorno al suo piccolo corpo. La bimba sbadiglia e le tira giù di nuovo, ma le coperte ritornano al loro posto ed è allora che Petunia  decide che non ha molto bisogno di andare in bagno, dopotutto.
Finchè Petunia non guarisce dal brutto raffreddore e libera la sorella da quell’impegno faticoso, le piccola grande magia involontaria di Lily la tiene al caldo e le rimbocca le coperte, per tutta la notte, per tutte le notti.


Salve a tutti, spero che questa sia stata una lettura piacevole. Qualche considerazione sul debutto magico di Lily: il "frritt flacc" non mi appartiene, ma è stato da me spudoratamete preso in prestito da un breve racconto di Jules Verne. Inoltre, non sono sicurissima che in Inghilterra, negli anni 50, si festeggiasse Halloween, ma così ho voluto e quindi così è stato :D (dopotutto ricordavo dei banchetti di Halloween ad Hogwarts, quindi mi sono detta: perchè no?). Ironico ma vero, ho voluto vestire Lily da strega e questa è una delle mie scelte preferite di tutto il racconto, ad essere onesta! In ogni caso, ho voluto dedicare il suo debutto magico al suo rapporto con Petunia perchè ho sempre immaginato che le due fossero particolarmente unite prima che si mettesse in mezzo Piton a dire la verità sull'essere una strega a Lily e tutto il resto della storia. Ultima considerazione: ho sempre immaginato che i debutti magici dovessero necessariamente essere correlati ad un qualche tipo di emozione forte, che sia rabbia come per Tom Riddle, oppure senso dell'onore misto a puro amore familiare per Lily. Se qualcuno di voi nota qualche errore concettuale o meno in questo o nei precedenti e prossimi capitoli, vi invito come sempre a farmelo notare al fine di migliorarmi e migliorare il mio elaborato (:
grazie a tutti
-A.

 
  
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