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Autore: Vavi_14    26/02/2015    3 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 17
Una tempesta in arrivo








Una doccia fredda era proprio ciò di cui aveva bisogno. Ogni goccia che gli cadeva sulla pelle sembrava lavar via i brutti pensieri per portarli lontano, in un angolo sperduto della mente da cui forse, presto o tardi, sarebbero riusciti a scappare. Ma non ora, non in quel momento, non in quei cinque gelidi minuti di evasione dal mondo esterno.
Il contatto con l'asciugamano caldo lo fece tornare alla realtà più in fretta di quanto pensasse e il suo cervello riportò alla mente la misteriosa telefonata che aveva ricevuto qualche giorno prima. Uno sconosciuto aveva chiamato a sera tarda, mostrando di conoscere il suo nome e l'esistenza dell'Azienda Uchiha. Non era la prima volta che assisteva ad un episodio simile; anche Fugaku si era trovato ad affrontare situazioni del genere e il più delle volte aveva sporto denuncia contro ignoti, guadagnando soltanto decine di casi aperti e mai risolti. Pensò che anche questa volta doveva trattarsi di qualche stupido scherzo o magari di qualcuno che nutriva vecchi rancori nei confronti di suo padre. Non aveva ancora raccontato a nessuno l'accaduto ed era quasi tentato di lasciar perdere per evitare di scatenare ulteriori preoccupazioni. Decise che ci avrebbe riflettuto da solo per qualche tempo, esaminando tutte le alternative possibili ed agendo di conseguenza.
Il suo stato d'animo era in quei giorni più ansioso del solito, tanto che perfino Sasuke rinunciò al muro che aveva eretto tra di loro per capire cosa stesse succedendo.
“Nii-san...va tutto bene?” gli chiese con cautela quando lo vide uscire dal bagno con le labbra viola e il colorito più smorto del solito.
Itachi si affrettò ad annuire. “Ho solo fatto una doccia fredda. Dovevo schiarirmi le idee”
Questa volta Sasuke dovette trattenersi per chiedere che diamine di idee avrebbe dovuto schiarirsi e si limitò ad accettare quella risposta sparendo dalla circolazione così come era apparso.
Shisui invece non tardò a fiutare che qualcosa non andava ed un lunedì mattina lo costrinse a vuotare il sacco durante la pausa pranzo delle lezioni. Mitsuki era rimasta in Facoltà assieme ad Aoko, mentre loro due avevano preferito rintanarsi in un fast food poco lontano da lì.
Itachi raccontò per filo e per segno ciò che gli era successo, senza tralasciare nemmeno una parola della telefonata. Il responso di Shisui lo convinse a lasciar perdere in modo definitivo e a cercare di metterci una pietra sopra senza dargli troppa importanza. Anche il cugino convenne che non era la prima volta che l'Azienda affrontava simili “buffonate” e che di certo non avrebbe dovuto arrovellarsi il cervello per uno “stupido scherzo”. Sebbene non ne fosse ancora del tutto convinto, Itachi finì per assecondare Shisui e tornò a seguire le lezioni del pomeriggio con l'animo decisamente più leggero.
Durante le ultime ore passò metà del tempo a chiacchierare con Mitsuki, perdendosi di fatto quasi tutta la spiegazione e beccandosi due o tre occhiatacce da parte del professore. Quando finalmente poterono alzarsi per tornare a casa, Itachi si decise a fare il grande passo. La fermò prima che potesse uscire dall'aula, quando ormai la maggior parte delle sedie erano rimaste vuote.
“Mitsuki – iniziò, caricandosi lo zaino in spalla – hai da fare questo week end?”
Lei lo guardò sorpresa. “No, ma non credi sia troppo presto per iniziare a studiare? Quel tonto del professore non ci ha neanche detto la data dell'esame, ma dico, sono cose da pazzi...”
“Volevo invitarti a cena”
La ragazza rimase a bocca aperta senza riuscire a concludere ciò che stava dicendo. Spostò il suo sguardo su Itachi, poi si guardò nervosamente intorno e sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
“A cena?” ripeté, questa volta sorridendogli. “Intendi...solo noi due?”
Itachi ricambiò il sorriso ma era in imbarazzo almeno quanto lei.
“Non devi sentirti obbligata ad accett-”
“Eddai Itachi-san, non rovinare tutto!” sbottò Mitsuki all'improvviso, ridacchiando.
“Certo che accetto” aggiunse subito dopo, in tono più pacato. “Vogliamo fare venerdì?”
Di certo Itachi non si aspettava quell'entusiasmo, né una tale disinvoltura nell'organizzare il tutto. Tirò silenziosamente un sospiro di sollievo ed accettò il giorno proposto da Mitsuki.
L'accompagnò all'uscita come era solito fare ogni giorno e, prima di separarsi, la ragazza gli stampò un timido bacio sulla guancia e corse via più in fretta del solito. Non era la prima volta che si scambiavano gesti affettuosi, ma entrambi erano consapevoli che quella cena avrebbe segnato l'inizio di qualcosa di nuovo, qualcosa che era sempre stato nell'aria e che ora, finalmente, poteva palesarsi senza alcun tipo di barriera.

 

Quella sera Shisui lo tenne al telefono per più di mezz'ora e, prima di riagganciare, gli fece giurare solennemente, croce sul cuore, che lo avrebbe chiamato il giorno dopo per raccontargli dettagliatamente com'era andata la cena e tutto ciò che ne sarebbe seguito.
Così Itachi, mentre rovistava nel suo armadio per decidere cosa mettere, aveva già esaurito la pazienza a disposizione e pensò che non fosse un buon modo per iniziare la serata.
“Dannazione!” esclamò, chiudendo entrambe le ante e accasciandosi sul futon.
Sasuke si affacciò sulla porta della camera e diede una rapida occhiata in giro.
“Non sono le ragazze ad avere problemi per cosa indossare?” domandò, leggermente sorpreso per il comportamento di suo fratello.
Itachi evitò di rispondere, anche perché il suo dilemma, in quel momento, non era certo la scelta del capo da mettere. La sua mente era semplicemente andata in tilt e le infinite raccomandazioni di suo cugino non lo avevano di certo aiutato.
“Al diavolo i vestiti” borbottò, agguantando un paio di pantaloni e una camicia dall'armadio. Sasuke osservava la scena con aria fin troppo divertita ed Itachi non tardò ad accorgersene.
“Quando toccherà a te sarò io a ridere” gli disse a mò di minaccia, allontanandosi in direzione del bagno.
Prima di uscire si accertò un'ultima volta che la casa fosse in ordine e che Sasuke riuscisse davvero a cucinarsi da solo qualcosa di commestibile.
“Se hai bisogno di qualcosa, chiama”
Sasuke gli passò il cellulare. “Tanto sai che non lo farò”
Il maggiore rispose con un sorriso preoccupato, afferrò al volo la giacca dall'appendiabiti e fece per aprire la porta di casa, quando un grugnito di disapprovazione da parte del fratello lo costrinse a voltarsi.
“Che c'è?” gli chiese nervosamente, scoccando un'occhiata all'orologio.
“Non avrai mica intenzione di uscire con quel capotto da universitario figlio di papà?”
Itachi guardò suo fratello più confuso che mai e lo seguì con la coda dell'occhio mentre si recava più in fretta che poteva al piano superiore. Qualche secondo dopo lo vide sventolare una giacca nera dal taglio corto con due cinghie ai polsi.
Afferrò il capo al volo e lo squadrò poco convinto.
“Sono anni che non la metto più...”
Sasuke lo guardò con aria saccente affacciandosi dal corrimano del piano superiore.
“E' ora che tu ti tolga di dosso quell'aria da bravo ragazzo, Itachi.” si limitò a commentare.
Il maggiore si concesse ancora qualche secondo per decidere, dopodiché si sfilò al volo la giacca beige da universitario per sostituirla con quella nera da bad boy.
“Sei sicuro?” chiese ancora, con una mano sulla porta.
Sasuke sbuffò. “Sbrigati! Ci vediamo più tardi”
Lo vide annuire finalmente convinto e scattare fuori più veloce di un fulmine.

Per l'occasione Itachi aveva recuperato dal Garage la macchina di suo padre ed era passato a prendere Mitsuki alle nove in punto.
L'aveva vista scendere i tre scalini del portone in perfetto equilibrio sui tacchi, mentre si stringeva al petto il copri spalle nero, che lasciava intravedere un semplice vestito color daino scendere stretto in vita e morbido fin sopra il ginocchio.
Il resto della figura era esaltato dai voluminosi capelli neri, lasciati sciolti ad accarezzare la schiena sino a raggiungere la parte alta del bacino.
Non riuscì a distogliere gli occhi da lei fin quando la vide aprire lo sportello ed accomodarsi sul sedile accanto a lui.
“Hai intenzione di oscurare la luna, Mitsuki?” fu il saluto che riservò alla ragazza.
Lei gli sorrise timidamente e lo ringraziò del complimento con un bacio sulla guancia.
“Possiamo andare” disse subito dopo, allacciandosi la cintura di sicurezza.
Con venti minuti di viaggio raggiunsero il Ristorante del centro che Itachi aveva scelto come fulcro del loro appuntamento. Si trattava di un locale non troppo elegante ma estremamente curato nei dettagli e nell'atmosfera. La luce era soffusa ed il profumo delle pietanze invadeva piacevolmente l'aria attorno a loro.
Una rosa rossa aspettava Mitsuki al suo posto, assieme ad un grazioso origami realizzato con il tovagliolo di stoffa. Entrambi si sedettero e la ragazza afferrò il gambo del fiore per sentirne l'odore.
“Itachi-san, non sono abituata a tutto questo” gli confessò poco dopo, guardandolo negli occhi.
Lui le afferrò dolcemente la mano. “Ho aspettato anche troppo, Mitsuki”.
A metà serata, dopo aver assaggiato i gustosi piatti della casa, entrambi iniziarono finalmente a sciogliersi, mostrando un'intesa ed una complicità che c'era sempre stata ma che nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di accettare.
Fu così che tra una chiacchiera e l'altra si fece mezza notte passata e se Mitsuki non avesse dato un'occhiata all'orologio probabilmente sarebbe stato il responsabile del locale a buttarli fuori. Proprio mente Itachi stava aggiungendo gli ultimi spicci per lasciare la mancia al cameriere sentì il telefono squillare. Il suo istinto percepì subito guai in vista ed invitò Mitsuki ad uscire dal ristorante. Quando lesse il nome sul display ne ebbe la certezza: era successo qualcosa di grave.

 

 

- Shisui? Che succede? -
- Itachi, mi dispiace. So che mi odierai per aver interrotto un momento così importante, ma devi raggiungermi subito in Azienda.-
- A quest'ora?-

Mitsuki guardò Itachi, preoccupata. Riusciva a sentire il tono di voce allarmato di Shisui all'altro capo del telefono e, contemporaneamente, leggeva anche negli occhi di Itachi una tragedia imminente.
- Il piano inferiore e i magazzini sono in fiamme. Raggiungimi il prima possibile.-

 

 







****
Salve a tutti!
Volevo solo informarvi che da questo momento in poi pubblicherò un capitolo a settimana, non più due come facevo ultimamente.
Non credo ci sia un giorno preciso, perchè tanto poi so che non riuscirò a rispettare la scadenza e me ne dispiace!
Ringrazio infinitamente coloro che stanno continuando a leggere questa storia, perchè senza di voi non sarei arrivata fino a qui! Grazie! :)



A presto,


Vavi

 

 

  
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