26/02/2015
1 recensioni12. Making out
Saruhiko scrive sul suo computer portatile, l’espressione seria e imperturbabile, professionale. Quasi lo diverte, Yata, quell’inespressività, spezzata solo da un sopracciglio alzato che esprime la più usuale sensazione provata da Saruhiko: l’irritazione. Yata tamburella o cammina con l’indice e il medio sul braccio di Saruhiko, che solleva di più il sopracciglio come a chiedergli: “Davvero, Misaki? Davvero? Questo?”, mentre cerca di reprimere l’istinto omicida.
«Ne hai ancora per molto, Saru?»
Yata gli punzecchia una guancia con un dito.
«Piantala. Comunque ho quasi finito.»
Yata mormora in risposta. È senza la divisa, non è più abituato a vederlo così, ed è strano soprattutto considerando che sta lavorando. Scrive veloce, analizza file con espressione concentrata, e Yata si chiede davvero come faccia a stare con uno così. Passano cinque minuti, e Misaki si stufa in fretta. Saruhiko ha già finito il suo lavoro, ma ha iniziato a svolgere degli arretrati. Yata non ha più voglia di aspettare, chiude il portatile e gli si siede in braccio.
«Ebbene?»
«Non devi dare più importanza al tuo lavoro che a me. Io sono più importante di un sacco di cose.»
«Ma mi pagano per farlo. Nessuno mi paga per fare te»
Yata sbuffa, mette il broncio per un attimo e si appoggia sulle spalle di Saruhiko, che gli avvolge la schiena tra le braccia. Misaki è sempre stato molto più importante del suo lavoro. Yata cambia posizione, per essere davanti a lui, e gli dà un bacio. Fushimi si sfila gli occhiali e glieli mette, ma lui ridendo dice che gli fanno girare la testa, e li posa sul tavolo. Ha le gambe intorno alle sue e i piedi poggiati sulla sbarra della sedia. Saruhiko lo bacia e con la mano lo spinge sulla schiena verso di sé. A Misaki piace baciarlo, perché sente sul viso la sua pelle morbida e tiepida, gli piace schiudere gli occhi ogni tanto, guardarlo senza essere guardato. Saruhiko, sorprendentemente, ha i capelli spettinati, e gli solleticano la faccia. Yata li tira indietro con le mani e inclina il viso per poterlo baciare meglio. Saruhiko si inclina in avanti per fargli appoggiare la schiena contro il tavolo. Un leggero gemito esce dalle labbra di Yata mentre Saruhiko preme le dita sui suoi fianchi.
«Dai, Saru, così non è giusto» sussurra, anche se sta sorridendo.