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Autore: lamalinconiadiroberta    26/02/2015    2 recensioni
SCRITTURA INTERATTIVA/ISCIZIONI CHIUSE(leggete la parte finale del capitolo e capirete)
Una ciurma formata da otto membri ma i personaggi sono nuovi...seguiteci nelle nostre avventure!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Mugiwara
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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~~‘Doveva essere di qua! NONONO!- si passò una mano tra i capelli, lasciando che le ciocche violastre lasciassero la loro posizione di quieta razionalità.’DOVE CAZZO E’ QUESTA BASE MARINA DI MERDA?!’
‘Calma, calmati. Sei una ragazza, e le ragazze non parlano in questo modo.’
Leo spuntò da un angolo, camminando tranquillamente nel suo cappotto nero e nei suoi jeans aderenti.
‘Senti tu, ma non hai caldo con quel coso?Comunque non m’interessa.’ May cominciò a parlare tra se e se. ‘Dovrebbe essere a destra; o forse era verso ovest….oppure era più indietro a sinistra?!- si grattò il capo- Nono sono sicura sia a destra.’ Fece per andarsene, ma  Leo gli intralciò la strada.
‘Levati di torno!! Devo andare a salvare Max!’ Urlò May, cercando di sorpassarlo.
‘Usa i tuoi poteri per evitarmi, no?’
Lei alzò una mano,indecisa se seguire il suo incitamento o meno, ma capendo che non era il momento adatto, gliela appoggiò sulla spalla dandogli delle leggere pacche. ‘Fammi passare  e basta, ok?’
‘Ma non credo che quella sia la direzione giusta..’ Blaterò lui, spostandosi per lasciarla passare.
May si fermò, ragionando sull’utilità di quel tipo piuttosto ambiguo e poi prese una decisione. ‘Allora tu mi dici dove andare!’
‘Non puoi ordinare tutto alle persone, lo sai?’
‘…Perfavore.’ Implorò, guardandolo negli occhi.
‘Perché ti dovrei aiutare? Sei un pirata, no? Ti potrei consegnare alla Marina, lo sai?’
‘Ma non lo farai! Hai detto che non vuoi soldi…’
‘Sei molto sicura di te e hai ragione. ’ Leo sorrise.
‘Il tuo sorriso è a dir poco inquietante.’
‘Dici tutto quello che ti passa per la testa?!’
‘Portami dalla Marina e poi ti pagherò!’
‘Ho detto che non voglio soldi.’
‘E allora cosa vuoi?’
‘Perché vuoi fare il pirata?’
May lo guardò. Quel ragazzo era proprio strano, e spaventoso, ma allo stesso tempo molto interessante.
‘Perché è il mio sogno.-rispose lei- e tu lo hai un sogno?’
Leo si fermò, colpito dal modo semplice in cui lo aveva detto. Era convinta di quello che voleva e nessuno l’avrebbe fermata.
‘Vieni, seguimi. Il tuo amico è da questa parte.’
Prese a camminare con May che lo seguiva.
Era proprio un tipo strano.


Il contatto del sole fece tranquillizzare i muscoli del suo corpo, mentre le guardie lo trascinarvano all’esterno. Da quel posto poteva vedere l’acqua della cascata scorrere da vicino, poteva sentire le gocce sulla propria pelle risvegliarlo da quel coma vivente.
Poi davanti a se il patibolo, accanto tutte le sue cose. ‘I miei nunchaku…’
‘Vedi, sono clemente!- Parlò l’uomo della gabbia- Ti faccio dare un ultimo saluto alle tue cose.’ Sghignazzò e cominciò ad accarezzare con le sue mani enormi e luride le armi.
‘NON TOCCARLI!’
Max si stava infuriando. Poteva farlo pure a pezzi se voleva, ma non doveva assolutamente toccare le sue cose. I suoi ricordi. Uki.
‘Io faccio quello che cazzo mi pare. Mettetelo sul patibolo!’
Le guardie lasciarono le braccia di Max, liberandolo dalla loro presa e accasciandosi al suolo rigidi. E così fecero tutte le altre sentinelle presenti nell’arena.
Restò solo lo schifoso, impaurito mentre cercava di risvegliare gli uomini, trovandoli freddi e spenti.Un pensiero attraversò la mente di Max che capì subito: May.
E così anche quell’uomo, il quale prese uno dei due fucili, cercando lungo l’arena il volto che era impresso sui volantini dei ricercati. ‘Eccola!’urlò, prima di sentire una morsa gelata attaccargli il collo e percorrergli lentamente le vie sanguigne-passando di organo in organo- fino ad arrivare al cuore, congelandolo.
Max guardò felice il corpo freddo e pietrificato del vecchio; poi vide una cosa strana. In un attimo l’uomo si era ridotto in mille pezzi, e così tutti gli altri. Qualcosa di appuntito li aveva colpiti, tutti. Ma era una specie di lama, lontanamente simile ai ghiaccioli che produceva May.
Cominciò a suonare la sirena, mentre Max guardava all’orizzonte cercandola.
‘BU!’ gli urlò all’orecchio. ‘Non si lasciano i compagni di ciurma in difficoltà- sospirò- siamo una famiglia.’
Max rise, guardando quella testolina buffa comparire sotto il suo naso. ‘Sei proprio una bambina cretina!’
‘Vedi che ti lascio qui, sai?’
‘Fai pure…’
Qualcuno lo prese alle spalle, caricandoselo addosso,-assieme a tutte le sue cose- correndo verso il cancello.
Aveva i capelli molto scuri, color pece; il suo collo era sottile e le spalle squadrate erano abbastanza forti da reggere il suo peso.
May era accanto a lui, correndo.
‘Non sono un bambino come quella!- la indicò, urlando al suo trasportatore- Puoi lasciarmi!’
Il tizio che lo trasportava fece come Max gli aveva detto e finalmente poté guardarlo in faccia, ammutolendo osservando i suoi occhi grigio chiarissimo.
‘Bene, muori qua con le tue catene!’ Replicò lui.
Max si guardò la caviglia ancora intrappolata, che poco dopo il tizio pallido prese. Alzò una manica del suo cappotto, scoprendo un braccio meccanico che terminava con dita di metallo. Girò una manopola al gomito e le dita diventarono matite; poi pennelli; poi coltelli e poi chiavi. Ne infilò una nella serratura, aprendola e Max si rialzò in piedi.
Intanto gli uomini si facevano sempre più vicini.
May allora creò un enorme bolla di ghiaccio, che intrappolò i marines come topi, e poi corsero via, lasciandoli perire in quella sfera mortale.

 
   
 
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