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Autore: crazyfrog95    27/02/2015    10 recensioni
Naruto è partito con Jiraiya per il suo viaggio di apprendimento, e i due si dirigono alle rovine del Villaggio del Vortice, dove potranno scoprire il segreto dello sterminio del clan Uzumaki. Nel frattempo, Hinata e Sakura hanno continuato ad allenarsi per conto loro: mentre Tsunade addestra Sakura ad essere un ninja medico, Kakashi allena Hinata e la trasforma in una guerriera di prim'ordine. Cosa accadrà alle ragazze durante questo lungo addestramento? Quale straordinaria abilità svilupperà Hinata? E cosa sta succedendo, nel frattempo, a Sasuke, che ha seguito Orochimaru?
Scopritelo con me, nel sequel di "Rikudou Legacy - Fratelli Non di Sangue". Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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Irruzione!



La situazione si era fatta difficile, per la squadra di soccorso. Quel traditore della Nebbia si era rivelato un avversario degno della sua taglia, nessuno di loro riusciva a tenergli testa per più di qualche secondo.
Il suo stile di lotta era abbastanza semplice: non era particolarmente veloce, si basava sulla violenza dei colpi sferrati con la spada. Il problema era che aveva molta forza fisica, e riusciva a muovere quell'enorme arma in modo straordinariamente rapido. 
Samehada, poi, non era una semplice spada. Quell'arma possedeva una coscienza e una volontà proprie, come ogni Spada della Nebbia, ma a differenza delle altre non si trattava di una semplice spada pensante, ma di un vero e proprio essere vivente. Inoltre aveva la capacità di assorbire il chakra del nemico, cosa sperimentata dal gruppo quando Choji aveva bloccato un fendente con entrambe le mani.
Oltre all'aver rimediato dolorose ferite causate da quei denti, si era indebolito nel tenere ferma la lama, poiché aveva assorbito gran parte della sue energie.
Quell'arma permetteva anche di percepire e riconoscere il chakra nelle vicinanze, alla pari di un ninja sensitivo. Questa sua caratteristica aveva fatto in modo che Kisame, nell'Akatsuki, occupasse principalmente il ruolo di cacciatore, dato che nessuno poteva nascondersi a lui.
Quella caratteristica rendeva estremamente difficile ingaggiare in lotta Kisame, poiché avvicinarsi per colpirlo era estremamente rischioso, e nessuno di loro aveva modo di attaccarlo efficacemente a distanza.
Come risultato di quella situazione, gli unici che riuscivano davvero a contrastare l'uomo-pesce erano Yamato e Asuma, supportati da Shino e Shikamaru.
Kurenai non poteva far altro che distrarlo con delle illusioni sensoriali, ma anche questa tattica sortiva poco effetto, poiché le capacità percettive della Samehada aiutavano il suo proprietario a districarsi nei diversivi della bella mora dagli occhi rossi.
Asuma era l'unico capace di contrastare la sua spada, poiché aveva ricoperto le sue personali armi, una coppia di tirapugni affilati, con una lama di chakra di tipo Vento, allungandola fino a un metro.
Con quelle due lame di energia contrastava efficacemente l'arma del nemico, ma questo aveva anche altri assi nella manica...

«Arte del Fuoco: Ceneri Brucianti!»
Stanco di tentare assalti rischiosi e che finivano sempre a vuoto, Asuma cambiò strategia, e attaccò con la sua tecnica preferita.
Questa consisteva nel soffiare una grande nuvola di ceneri infiammabili contro il nemico, per poi dare loro fuoco e farle esplodere grazie a una scintilla prodotta dallo sfregamento tra loro delle sue due piccole armi.
Kisame vide arrivare quell'attacco, e si preparò a contrastarlo. La strategia di attaccare dalla distanza adottata dagli avversari era buona, ma non avevano fatto i conti con la sua Arte dell'Acqua. 
Dopotutto, era uno dei Sette Spadaccini della Nebbia. Avrebbero presto imparato con chi avevano a che fare...
Contrattaccò senza neanche comporre i sigilli.
«Arte dell'Acqua: Esplosione Acquatica!»
Spalancando la bocca, eruttò un'immensa ondata d'acqua contro gli avversari, tale da mandare in fumo l'attacco precedente e far perdere l'equilibrio al jonin del Vento.
Kisame ghignò, e senza perdere tempo approfittò dell'occasione, saltando e componendo i sigilli per la sua tecnica preferita.
«Arte dell'Acqua: Tecnica dello Squalo Proiettile!»
Dalla massa d'acqua che aveva inondato il terreno di scontro si sollevò un grosso squalo d'acqua, che prese di mira il Sarutobi ancora a terra.
Questo lo vide dirigersi a grande velocità verso di lui, senza poter fare nulla per difendersi, mentre la faccia dell'avversario era piegata in un ghigno sadico.
Ma l'attacco non andò a segno.
«Arte del Legno: Paratia Lignea!»
Ricorrendo alla sua abilità speciale, Yamato eresse un grosso paramento di legno tra Asuma e lo squalo, sul quale quest'ultimo andò a schiantarsi senza provocare danni, a parte qualche scheggiatura sullo scudo appena creato.
L'ex-ANBU non perse tempo, e contrattaccò dirigendo i rami verso il nukenin nel tentativo di immobilizzarlo.
Il suo Mokuton, anche se non potente e accurato come quello di Naruto o dello Shodaime, era la miglior soluzione in quel momento, poiché il terreno inondato dalla tecnica precedente gli permetteva di attingere a una grandissima fonte d'acqua, utile per far crescere più rapidamente il legno.
Kisame però non aveva intenzione di cedere facilmente, e si spostò a una velocità sorprendente, date le sue dimensioni, tranciando con la sua arma i rami che si avvicinavano troppo, e tenendosi costantemente a distanza.

Chiyo stava per intervenire, ma due dei ragazzi la anticiparono. 
Mentre Yamato, interrotto l'attacco, aiutava Asuma a riprendersi, Shikamaru e Shino tennero a distanza Kisame con le loro tecniche: mentre Shikamaru lo costringeva a muoversi freneticamente per non essere agguantato dalla sua ombra, Shino lo bombardava con nuvole di insetti venefici, che lo costringevano a colpire con dei dardi d'acqua.
I due compagni, entrambi jonin da poco, avevano pensato a una particolare strategia d'attacco: mentre i due maestri avevano tentato, senza successo, di sfondare la sua difesa, loro adesso lo stavano inducendo a stancarsi, a consumare più chakra possibile.
La vecchia kunoichi della Sabbia rimase piacevolmente sorpresa dalla strategia che i due avevano adottato, forse la nuova generazione di ninja non era completamente una rovina, come sospettava...
Ma Kisame non era uno sprovveduto, realizzò presto quale fosse la loro strategia, e decise prontamente come contrattaccare.
Colto da un lampo di genio, usò la Tecnica della Prigione Acquatica su sé stesso,  rinchiudendosi in una bolla d'acqua, dove né l'ombra del Nara né gli insetti dell'Aburame potevano raggiungerlo.
Nessuno di solito resisteva più di qualche minuto in una prigione di quel tipo, prima di terminare l'ossigeno, ma grazie a quelle che erano, come Sakura aveva sospettato, delle branchie, lui poteva resistere quanto voleva.
Il suo ghigno svanì quando vide arrivare, in supporto ai suoi otto avversari, gli altri quattro che prima si erano scagliati su Itachi.
A quanto pare, il suo clone non aveva resistito più di tanto. Beh, poco male: il loro obiettivo era di guadagnare tempo, e ci erano riusciti.
Conscio di aver assolto al suo compito e di non essere in grado di affrontare ben dodici avversari insieme, si ritirò tramite una Tecnica del Richiamo Inverso.


All'improvvisa sparizione di Kisame, il gruppo della Foglia e Chiyo si guardarono intorno spaesati.
Temendo che si fosse nascosto per attaccarli di sorpresa, Hinata usò la sua abilità innata per cercarlo nei dintorni, ma il suo chakra era sparito. A quanto pare, si era ritirato per davvero.
Il gruppo si rimise frettolosamente in marcia, quella scaramuccia aveva fatto perdere loro circa un'ora, e la battaglia aveva cancellato parte delle tracce che dovevano seguire. Ci volle un'altra mezz'ora buona prima che riuscissero a rimettersi sulla giusta strada, e ripresero la marcia il più velocemente possibile.
Dopo diverse ore di cammino, forse cinque, giunsero a una grotta dove la traccia si interrompeva. L'ingresso della caverna era sigillato da un enorme masso, alto ancora di più delle porte di Konoha, sul quale era impresso un complesso sigillo.

«Ci siamo, le tracce che abbiamo seguito portano qui... Hinata, puoi controllare la situazione?»
All'ordine del maestro Kakashi la corvina attivò il suo Byakugan, guardando in tutte le direzioni. Non percepiva alcuna forma di vita nell'ambiente circostante, erano soli in quella vallata, fatta eccezione per delle fiammelle di chakra che rilevava all'interno della grotta.
Si concentrò meglio su quel punto, e vide dieci persone: nove in piedi sulle mani di un'immensa statua, una distesa a terra, dalla cui bocca usciva un flusso di chakra diretto verso la bocca della statua.
Ma il chakra di quegli shinobi non era normale. Solo due di loro avevano un flusso regolare, mentre gli altri erano molto più piccoli, quasi trasparenti, come fossero dei fantasmi, ancora meno che cloni.
Guardando meglio, notò che in realtà le figure erano degli ologrammi, e che tutti erano in una stessa posa. Al centro di loro, disteso a terra, Gaara rantolava debolmente, il suo chakra era quasi completamente esaurito.
«Sono lì dentro, e con loro c'è anche Gaara!»
Alla sua esclamazione tutti si avvicinarono, pronti a lanciarsi contro quella parete di roccia, ma Yamato li fermò.
«Aspettate! Non possiamo entrare così facilmente: questa è una barriera a cinque sigilli, per poter rimuovere l'ostacolo dobbiamo prima eliminare i cinque kanji che lo mantengono stabile. Se provassimo ad attaccarlo, la potenza dei nostri colpi si ritorcerebbe contro di noi.»
Quella infatti era una soluzione molto efficace per tenere lontani gli ospiti indesiderati. Era un sigillo molto complicato, ma la grande difficoltà di esecuzione era giustificata dall'eccellente funzionalità. 
Se nel gruppo non c'era un ninja sensitivo, era un compito estremamente lungo e difficile trovare i sigilli sparsi per l'ambiente e rimuovere la barriera. Ma loro fortunatamente non ne erano sprovvisti.

Compreso che non si poteva fare altrimenti, Kakashi elaborò un piano.
Grazie al Byakugan di Hinata, individuarono cinque talismani nelle vicinanze, e verso ognuno di loro si diresse un membro del gruppo. Andarono Shikamaru, Shino, Choji, Kiba e Sai, e insieme ai maestri rimase Ino, che con le sue abilità sensoriali permetteva a tutti di restare in contatto telepatico.
Per rimuovere la barriera, infatti, era necessario disabilitare tutti i sigilli contemporaneamente.
Ci misero una buona mezz'ora per raggiungerli tutti, e quando furono in posizione Kakashi diede loro il segnale.
«Ok ragazzi, al mio tre: uno, due, tre!»
Al via di Ino, tutti e cinque rimossero nello stesso istante il loro sigillo dal punto sul quale era piazzato, e quando li staccarono la barriera tremolò leggermente, ma non ebbe alcun effetto, se non che il sigillo sul masso svanì.
Un altro pericolo causato dalla barriera erano infatti le sue difese, se si tentava di rimuoverla.
Infatti, se i sigilli venivano rimossi uno alla volta, si attivavano trappole esplosive di tipo elementale. Ma se, come nel loro caso, i sigilli venivano rimossi tutti nello stesso momento, la rete di allarme collassava senza che scattasse alcuna trappola.
In pochi minuti si raggrupparono tutti lì di fronte, avevano perso quasi un'altra ora.
Ma le cose adesso andavano male...
Sempre grazie al Byakugan, Hinata aveva scrutato nuovamente all'interno della grotta, e ciò che aveva visto non era nulla di buono...



Con un ultimo rantolo, Gaara esalò il suo ultimo respiro, mentre uno degli occhi della statua si apriva, rivelando una pupilla gialla su fondo nero: l'occhio di Shukaku.
«Bene, fuori uno, ne restano otto.»
A quella frase del capo, tutti si rilassarono, abbandonando la loro posizione di assoluta immobilità.
Erano fermi da 72 ore, non ne potevano più. Ma il loro riposo avrebbe dovuto aspettare...
«Deidara, Sasori, i vostri inseguitori ci hanno raggiunto. Sono qui fuori, e stanno per rimuovere la barriera. Dato che le vostre tracce li hanno condotti qui, tocca a voi occuparvene.»
Deidara ghignò a quell'ordine, facendo scricchiolare le nocche.
«Bene, avevo proprio bisogno di muovermi un po', dopo questo supplizio... Mi divertirò a farli saltare tutti in aria!»
Sasori invece mantenne un tono più contenuto.
«A quanto pare mia nonna ha deciso di mettere fine ai suoi giorni... Bene, se ha così tanta fretta di morire, l'accontenterò.»

Uno a uno, i sette ologrammi cominciarono a svanire. Anche Itachi e Kisame, che si erano uniti nuovamente al gruppo tramite i loro ologrammi per velocizzare il processo, dopo essersi ritirati dallo scontro di prima, tornarono ai loro corpi. Grazie al loro supporto avevano terminato il rituale in poco più di sei ore, piuttosto che nelle otto previste.
Alla fine, l'unico ologramma rimasto fu quello del loro capo.
«Stavolta non fate errori. Uccideteli fino all'ultimo.»
E con quell'ordine, anche il suo ologramma si dissolse.
Deidara allora generò un piccolo uccello d'argilla, che si ingrandì e prese tra le fauci il corpo senza vita del Quinto Kazekage.
«Bene, che si facciano avanti: se è questo cadavere che vogliono, che vengano a prenderselo!»
E i due rimasero così in attesa, mentre il gruppo di assalitori stava per fare irruzione.



«Maestro Kakashi...»
La voce tremante e l'espressione funerea di Hinata fecero allarmare tutti.
«All'interno della grotta sono rimaste solo due persone. Sono Deidara e Sasori, li riconosco dalle foto che abbiamo visto sul Bingo Book. 
Ma... con loro c'è... il cadavere di Gaara...»
Nel pronunciare le ultime parole, una lacrima scese sulla sua guancia, erano arrivati troppo tardi.
Il suo pensiero andò a Matsuri, al dolore che avrebbe patito nello scoprire che il suo amato era morto...
Come avrebbe reagito lei a ricevere una notizia simile? Se fosse stato Naruto la vittima?
Non voleva nemmeno pensarci, sarebbe impazzita dal dolore, ne era certa. 
In quella ragazza vedeva le sue stesse emozioni, il pensiero di ciò che avrebbe provato a quella notizia la terrorizzava...
«Sei sicura che sia davvero morto? Non c'è più nulla da fare?»
Kakashi voleva essere sicuro, prima di dichiarare la missione fallita.
Hinata annuì debolmente, non potendo fare altro.
«Mi dispiace, non ha più neanche una goccia di chakra...»
Un attimo di silenzio, carico di tristezza, seguì alla sua affermazione, rotto dopo pochi secondi da Sakura.
«Adesso basta! Non ce la faccio più a stare con le mani in mano! Se siamo arrivati tardi per salvare Gaara, vorrà dire che lo vendicheremo!»
La sfuriata di Sakura incontrò il favore di tutti, che estrassero le armi e assunsero la posizione di combattimento, pronti ad entrare, dopo aver capito cosa aveva in mente di fare la rosa che aveva preso una leggera rincorsa.
Ormai nessuno di loro pensava più alla missione, adesso ciò che cercavano era sangue, vendetta, giustizia.
Sakura caricò quanto più chakra possibile nella mano destra, stretta a pugno, e si avventò saltando contro quell'enorme masso, decisa a polverizzarlo.
«SHANNAROOOOO!!!!»
Con quell'urlo di battaglia, Sakura abbatté la devastante potenza del suo pugno su quell'enorme pietra, che finì ridotta in briciole da quell'impatto. 
L'onda d'urto fu terribile, i detriti causati dalla distruzione di quel masso arrivarono a decine di metri di distanza, mentre la squadra superava l'ingresso ora libero.
Tutti e dodici i ninja fecero irruzione all'interno della grotta, facendo fronte comune, mentre i loro avversari li guardavano con aria di scherno e di sfida.
Se sul viso di Deidara si leggevano sfida e altezzosità, il volto di Sasori sembrava una maschera, non lasciava trasparire alcuna emozione.
Ma non fu la loro visione a gettare il gruppo nello sconforto, bensì ciò che scorgevano dietro di loro.
Dietro Deidara, un grosso uccello d'argilla teneva nel becco il corpo di Gaara...




   
 
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