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Autore: Bad Bionda Bana    27/02/2015    1 recensioni
Io e la mia migliore amica abbiamo intrapreso un percorso che molti non avrebbero mai pensato di scegliere. Ci siamo iscritte insieme all'università di lingue per studiare il coreano. Già essere li insieme per noi era un sogno, ma la nostra mente volava sempre a quel momento che sembrava così lontano, al nostro stage del terzo anno in Corea del Sud, a Seoul. Avremmo potuto sognare qualsiasi cosa, ma di certo non ciò che ci accadde.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cheondung, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Alice!- sentii Mingyu urlare, così corsi in sala computer -Chiama il signor Kim, alla zia si sono rotte le acque!- buttai per terra la bottiglietta e in fretta presi il telefono di Mingyu e cercai il numero del capo, io non avevo il suo numero di telefono. Intanto la signora Kim continuava ad urlare per le contrazioni tenendo la mano del nipote.
-Non risponde nessuno.- dissi con voce tremante, ero terrorizzata, non avevo la minima idea di come comportarmi, di cosa fare. Provai a richiamare ma vedendo quel ragazzo entrare e prendere delicatamente in braccio la signora mi fermai.
-Venite con me, la portiamo in ospedale.- disse andando a passo spedito verso l'uscita, Mingyu ed io lo seguimmo senza farci tante domande, io avevo uno strano presentimento. Salimmo in fretta nella sua macchina e l'autista capì subito quale era l'emergenza, si immise nel traffico cercando di farsi strada tra le macchine per arrivare in fretta all'ospedale. Riconsegnai il telefono al suo proprietario, il quale tentò di nuovo di chiamare lo zio. Come aveva detto il capo, l'ospedale non era troppo distante e ci arrivammo facilmente, l'autista si fermò davanti all'entrata e i due ragazzi aiutarono la signora Kim ad entrare, io ringraziai l'autista.
-È stato di nuovo un piacere signorina.- disse lui sorridendo, e fu a quel punto che lo riconobbi, era lo stesso autista di sabato sera, quindi avevo ragione, il mio presentimento era giusto, quel ragazzo era lui. Entrai di corsa nell'ospedale cercando con gli occhi uno dei due ragazzi, e non vedendoli chiesi ad un dottore dove avevano portato la moglie del capo, fu un infermiere ad accompagnarmi nella sala d'attesa, dove trovai Mingyu mentre parlava al telefono con suo zio.
-Si si, per fortuna un ragazzo ci ha accompagnato all'ospedale... ora è in sala con il dottore... ti prego zio fai in fretta, la zia ha bisogno di te.- chiuse la chiamata sospirando per poi girarsi verso di me.
-Sta andando tutto bene?- chiesi guardando la sala, lui annuì, l'unica cosa che mancava era la presenza del marito -Per caso hai visto dove è andato il ragazzo che ci ha portato qui?-
-Da quello che ho capito è andato fino al bar o alle macchinette. Senti, ma è chi penso io?- mi chiese mostrando un piccolo sorriso compiaciuto, io annuii un po' imbarazzata -Spero allora che non si ricordi del mio viso, o rischio un altro pugno.- disse ridendo.
-Tranquillo, garantisco io per te. In fondo lo hai fatto per una scommessa, e poi dopo averti conosciuto posso dire che non sei un cattivo ragazzo.- sorrisi e uscii dalla sala d'aspetto in cerca di alcune macchinette. Percorsi un paio di corridoi, i più tranquilli perché non volevo rischiare di essere d'intralcio, finché non vidi delle macchinette, mi tastai le tasche e sentii che per fortuna avevo qualche spicciolo per potermi prendere qualcosa, ma una mano mi fermò. Quando mi girai lo vidi li in piedi davanti a me. Mi porse una bottiglietta di latte alla fragola e si sedette sulla poltroncina a fianco alla macchinetta.
-Perché?- fu l'unica parola che riuscii a pronunciare in quel momento, mi sentivo agitata, ero veramente riuscita ad incontrare di nuovo quel ragazzo così misterioso.
-Quella sera- disse lui tenendo lo sguardo fisso davanti a sé -Quella sera profumavi di fragola. Ho pensavo avessi bevuto qualcosa alla fragola.- infatti aveva ragione, quella sera mi ero presa come mio solito un drink alla fragola. Mi sedetti a fianco a lui bevendo.
-Volevo..- abbassai lo sguardo imbarazzata -Volevo ringraziarti per il passaggio, se non ci fossi stato tu probabilmente saremmo ancora per strada a cercare un taxi.- sorrisi appena, lui non disse nulla -Ci hai aiutati, mi hai aiutata di nuovo, grazie.- tornai a bere finendo il latte alla fragola. La mia curiosità stava per uccidermi, avevo il bisogno di sapere chi era, di vedere il suo viso, ma ogni volta che tentavo, le parole mi morivano in gola per la timidezza. Ero curiosa si, ma sapevo anche che quello non era ancora il momento, che se avessi avuto un po' di pazienza sarei lo avrei incontrato un'altra volta, e a quel punto avrei saputo chi era quel ragazzo così misterioso. In fondo, era stato agli studi, sapeva dove trovarmi ora, e sapeva anche dove vivevo, il problema era che io non sapevo nulla di lui, solo che aveva l'impressionante abilità di essere nel posto giusto al momento giusto -Forse ora è meglio che torni da Mingyu.- mi alzai.
-Te lo avevo detto che ci saremmo rivisti, ma ancora non è il momento giusto.- disse lui all'improvviso, quando mi girai per guardarlo lui aveva ancora lo sguardo basso e il volto coperto, a percepii un piccolo sorriso attraverso quella sciarpa leggera. Poi si alzò anche lui e mi scompigliò i capelli prima di andarsene verso l'uscita, nel momento in cui sentii la sua mano tra i miei capelli un brivido mi attraversò la schiena. Rimasi a guardalo finché non scomparve oltre la soglia d'uscita, poi tornai in sala d'attesa accompagnata da una strana sensazione, da uno strano presentimento simile a quello che avevo prima di scoprire che effettivamente era lo stesso ragazzo che mi aveva aiutato sabato. Una volta entrata vidi Mingyu seduto su una sedia con uno sguardo molto più rilassato.
-Alice, dove eri finita? Oh giusto, eri con il tuo misterioso principe azzurro.- sorrise stiracchiandosi un po' -La zia ha partorito, è un maschietto.- il suo sorriso si allargò -Ora lo hanno portato nella sala dei neonati, e hanno detto che la zia dovrà rimanere qua in ospedale almeno per oggi per riprendere un po' di forze.-
-Il signor Kim è arrivato alla fine?- chiesi, mi dispiaceva non essere stata presente una volta nato il bimbo.
-Si si, è arrivato un paio di minuti dopo che te ne sei andata. Ti porto da lui, così vedi anche il piccolino.- mi disse e dopo essersi alzato mi condusse verso la stanza con tutti i neonati. Entrammo in un lungo corridoio, sulla sinistra c'erano delle finestre che davano sui bambini che dormivano, finestre piene di genitori e parenti che osservavano i propri figli e nipotini.
-Signor Kim, non sa come sono felice di vederla.- dissi vedendolo in fondo al corridoio, appiccicato al vetro.
-Alice! Vieni vieni.- mi prese per mano e mi trascinò alla finestra -Guarda, il primo della seconda fila da destra è mio figlio.- disse con voce emozionata, sentivo che avrebbe potuto anche piangere per la gioia, sempre se non lo aveva già fatto.
-Vostro figlio è bellissimo.- dissi guardando quel bimbo così piccolo -Come lo avete chiamato? Ha funzionato la vostra tecnica.- ridacchiai al pensiero di ciò che mi aveva detto giorni fa.
-Ha funzionato si, nel momento in cui lo abbiamo preso in braccio ci siamo guardati negli occhi e abbiamo trovato il nome perfetto per nostro figlio, come per magia.- sospirò ancora emozionato, lo guardai con occhi sognanti, sono certi momenti che mi facevano capire quanto la vita sia meravigliosa e piena di sorprese, e di magia -Lo abbiamo chiamato Sanghyun.- disse voltandosi verso di me e sorridendo un po' complice, io sgranai gli occhi sorpresa.
-Come mai proprio Sanghyun?- chiesi, se c'era una cosa che mi piaceva dei nomi coreani erano le varie combinazioni possibili con due semplici sillabe, ma perché proprio quelle due sillabe? Al sentirle pronunciare persi un battito, e la mia mente iniziò subito a pensare a lui, ma tornò presto sulla terra ferma.
-Perché ieri sera ho fatto leggere la storia che mi hai tradotto anche a mia moglie. Io lavorando per la televisione conosco abbastanza gli idol, mentre mia moglie no, e le è piaciuto moltissimo come descrivevi questo Sanghyun, come hai plasmato il suo carattere, le sue azioni.- in quel momento arrossii, ero felice che anche la moglie aveva letto quella piccola storia e che le era piaciuta, la mia scrittrice interiore era orgogliosa di me -Sapevo che ti sarebbe piaciuta la notizia del nome, piccola Soonja.- mi scompigliò i capelli teneramente mentre dentro di me volevo morire per l'imbarazzo -Oh, Mingyu mi ha detto che è stato un tuo amico ad accompagnarvi qui in ospedale. Vorrei tanto ringraziarlo.-
-Più che un mio amico è un mio conoscente, o forse nemmeno quello. L'ho incontrato la prima volta sabato e oggi per la seconda volta, e non so nulla su di lui, solo che nemmeno oggi era il momento giusto per conoscere il suo nome o il suo viso.- abbassai lo sguardo un po' dispiaciuta.
-Vuol dire che non lo hai nemmeno visto in faccia? Che strana storia. Forse vuole che prima tu conosca il suo carattere perché si sente insicuro del suo aspetto fisico, o forse semplicemente perché è un idol e non deve mostrarsi molto in pubblico.- disse il signor Kim ridacchiando -Mi sembra di vedere un drama.- ridemmo anche Mingyu ed io, perché in fondo aveva ragione, era una situazione troppo particolare per essere vera -Visto ciò che è successo, per oggi sono state cancellate le registrazioni e spostate a venerdì.-
-Dovremo appendere un fiocco azzurro fuori dagli studi.- dissi ridacchiando, i due mi guardarono non capendo. Non ci avevo pensato che forse quella era una tradizione occidentale -In Italia, e penso anche in altri paesi occidentali, quando nasce un bambino si appende un fiocchetto azzurro fuori la porta di casa, se invece nasce una bimba il fiocchetto deve essere rosa.- spiegai sorridendo.
-Ma è una cosa tenerissima, facciamolo anche noi zio.- disse Mingyu, io sorrisi fiera del mio paese e delle poche tradizioni, anche quelle più piccole, che conoscevo.
Diedi uno squillo a Jessica per spiegarle in poche parole quello che era successo, accennandole solamente del fatto che avevo rivisto quel ragazzo, rivisto per modo di dire, sapevo che una volta a casa avrei dovuto raccontarle tutto per filo e per segno. Poi andammo a trovare la signora Kim, ripensando al nome del bimbo, mi chiese se potevo tradurle un'altra delle mie storie, quella che aveva letto le era piaciuta molto, e le sarebbe piaciuto raccontarla un giorno al suo bambino. Rimanemmo li per poco, la signora Kim aveva bisogno ancora di riposo, il capo si propose per riaccompagnarmi a casa, ma non volevo disturbare, così presi un taxi e mi adoperai per prepare qualcosa di buono per la cena, dovevo buttarmi avanti, perché una volta a casa la mia migliore amica sarei stata inondata di domande e tutto.
-Bene, ora raccontami tutto.- disse ingoiando l'ultimo boccone di carne.
-Non mi lasci nemmeno il tempo di digerire o di lavare i piatti?- scoppiai a ridere e mi alzai portando i piatti al lavandino per pulirli.
-Mentre pulisci puoi parlare, e anche mentre digerisci. Forza che sono curiosa!-
-In realtà non è accaduto molto di più rispetto alla prima volta, mi ha offerto del latte alla fragola.-
-Latte alla fragola?- mi chiese interrompendomi.
-Si, sabato aveva sentito un profumo di fragola, era quello del drink, così ha pensato che mi sarebbe piaciuto, ma questi sono dettagli. L'ho ringraziato per la seconda volta e vedendo che lui non rispondeva mi sono alzata per andarmene, poi d'un tratto mi ha detto che quello non era il momento, ma che ci saremmo di sicuro rivisti, e prima di andarsene mi ha scompigliato i capelli.- ricordando la scena arrossii lievemente.
-Ma che carino, ti ha conquistata senza nemmeno farsi vedere in volto.- mi pizzicò il fianco facendomi il solletico.
-Dai smettila, non so nulla di lui, come può avermi conquistata con così poco? Comunque il capo e sua moglie hanno chiamato il figlio Sanghyun perché ieri sera hanno letto la mia storia.- mi affrettai a cambiare discorso -E vogliono che gli traduca anche l'altra storia.-
-Sanghyun? Dici sul serio? Allora è destino.- disse lei ridacchiando -Sbrigati a tradurgliela allora.-
-Ho già in mente quale potrebbe essere un bel regalo per il bimbo.- dissi sorridendo e mettendo via i piatti -Spero solo di avere tempo e di trovare qualcuno di specializzato che mi aiuti. Ma per il momento devo pensare alla traduzione.- andammo in camera e iniziammo a fare ognuna le proprie cose. Iniziai a tradurre la seconda storia ma poi mi fermai per una piccola pausa e continua la storia che stavo scrivendo, quelle giornate piene erano perfette per la mia ispirazione.

 

  
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