«Beh, non è
niente male.» bofonchiò Amon mentre si infilava l'ennesima forchettata
di
insalata di patate in bocca.
Almeno, non
era stato ancora preso dalle convulsioni, il che voleva dire che Akira
non
aveva tentato di avvelenarlo. Per ora.
«Vedo che la
tua fiducia nelle mie doti culinarie non è molto elevata.» rilevò la
donna,
aggiustando la tovaglia a quadri sulla quale erano accovacciati.
Kaneki fece
saettare lo sguardo dall'uno all'altra, grattandosi il retro del collo
con aria
imbarazzata.
Era finito
in quella situazione per caso, visto che i due gli avevano chiesto
informazioni
su un posto per fare pic-nic al parco. E non era più riuscito a
scollarseli di
dosso.
«Kaneki-kun,
tu non mangi?» soffiò Akira, assottigliando gli occhi come un rettile.
Ken
sentì i brividi corrergli lungo la schiena mentre cercava di sfoderare
il
sorriso più credibile che aveva in serbo.
«A dir la
verità sono a dieta.»
«Neppure a
te piace la mia cucina, Kaneki-kun~?»
il suo tono si era fatto più minaccioso.
A Kaneki
sarebbero venuti i capelli bianchi se non ce li avesse già avuti.
Si agitò sul
posto, a disagio, notando gli sguardi in cagnesco che i due ispettori
si
stavano lanciando.
Amon
sembrava il più disposto al dialogo. Akira un po' di più verso la
carneficina.
Quei due non
erano sicuramente in buoni rapporti. Per niente.
«Capisco.»
Akira alzò le spalle «Non vuoi ancora accettare l'idea che io stia per
sposarmi, vero?»
Amon quasi
soffocò con l'insalata di patate. Iniziò a tossire convulsamente, il
volto
vermiglio per l'imbarazzo o più probabilmente per l'assenza d'aria.
«Il fatto è
che tu non tenti neppure di ascoltarmi...»
«Ma il
nostro è amore puro e sincero.»
Kaneki arricciò le labbra, osservando i
due
umani litigare animatamente tra loro. Ed uno show vagamente comico.
«Akira,
cerca di capire il mio punto di vista.» mormorò l'uomo.
«Non sei tu che
devi
scegliere. Io sono sicura che con il Signor Rex avrò una vita felice.»
«E allora vi
auguro una vita piena d'amore e piccoli tirannosauri colorati.» sbottò
Amon in
tono sardonico. Akira incrociò le braccia sul petto, lanciandogli uno
sguardo
freddo.
Rapidamente,
entrambi si voltarono verso il ghoul albino.
«Kaneki-kun,
chi ha ragione?» domandarono in coro, lanciandosi sguardi glaciali
sopra ai
rispettivi piatti.
Ken si morse
il labbro, sobbalzando.
«Io...»
masticò «Forse è meglio... Ho un appuntamento molto importante. De-devo
andare.»
Scattò in
piedi sulla tovaglia, cercando di non inciampare in qualche piatto.
Era talmente
preoccupato di andarsene che non notò il gigantesco oggetto che stava
cadendo
dal cielo.
Almeno
finché non gli arrivò addosso, schiacciandolo come uno scarafaggio; era
un'enorme ciambella ricoperta da zuccherosa glassa rosa e canditi di
ogni
genere che erano andati a sparpagliarsi trai fili d'erba. Sembrava
stranamente
americana in un ambiente così asiatico. Akira ed Amon la scrutarono per
qualche
secondo, troppo allibiti per dire una parola. Poi, lentamente, Amon
aprì la
bocca per parlare.
«Comunque,
lasciatelo dire.» disse cautamente «La tua insalata di patate fa
decisamente
schifo.»
whatever.
come al
solito dovrò commentare velocemente, perché le solite produzioni di
tedesco al
perfekt/praeteritum mi annebbiano il cervello e perché devo avere la
febbre e
mia madre non riconosce questo fatto, lol.
che dire,
there you go(?). questo è uno dei capitoli più assurdi. mi chiedevano
chi tra
amon, akira o kaneki sarebbe stato colpito da una ciambella gigante
caduta dal
cielo.
ho optato
per kaneki perché, insomma, quel ragazzo è più sfigato di fantozzi, lol.
mi spiace un
sacco di non essere riuscita a rispondere alle vostre gentilissime
recensioni
;; appena avrò tempo forse riuscirò a leggerle
e risponderci ma dubito visto che
ho test ogni giorno fino a metà marzo.
comunque
sia, vi informo che a partire dal 13 al 21 marzo sarò in germania, per
la
precisione a heidelberg con la scuola, quindi non so quando aggiornerò
;;
detto
questo, torno a sbattere la testa contro il muro per far andare via il
mal di
testa. quanto sono presa male.
rie