(Nota
dell’autrice: storia inizialmente scritta e pubblicata anni fa per Final
Fantasy VII, dopo parecchio tempo che non veniva più aggiornata, la cancellai
insieme ad altre storie e al vecchio account. Avevo ancora il file nel computer,
così ho deciso di riprenderla e riadattarla ai personaggi di Naruto. Spero di
riuscire nell’impresa e di portarla avanti fino in fondo al suo lieto fine.
Piccola precisazione; il nome “Villaggio della Notte” è liberamente ispirato
alla saga “Cronache del Mondo Emerso” di Licia Troisi.)
CAP.1 Pioggia
Tutto iniziò una notte fredda e piovosa… ma
sarebbe meglio dire che tutto “terminò” in quella notte fredda e piovosa; lei
era in piedi, immobile, in un vicolo buio, l’acqua gelida che cadeva copiosa le
aveva inzuppato così tanto i vestiti che le si erano praticamente incollati al
corpo, aderendo perfettamente alla sua figura sinuosa, come una seconda pelle
che metteva ancora più in risalto ogni parte delle sue forme toniche… I suoi
occhi vitrei osservavano il vuoto, oltre il fiume d’acqua che scorreva nelle
crepe dell’asfalto, oltre il corpo esanime disteso a terra ai suoi piedi; il
suo respiro era regolare, a tratti soffocato dall’ansia e dalla tristezza…
nessun pensiero e nessuna emozione, solo un vago senso di liberazione. Eppure
non rammentava nulla di come era arrivata fino a quel vicolo, ancora non capiva
come era giunta a quell’ultimo atto estremo; il suo stesso corpo era sdraiato
lì per terra, il suo sguardo osservava se’ stessa e il suo stesso volto, ora
contrito nel freddo abbraccio della morte… aveva appena ucciso se’ stessa ed
era consapevole di aver ucciso anche la sua anima; ad un tratto i suoi occhi si
alzarono lentamente verso il cielo: uno spazio ristretto ed oscuro in cima alle
alte mura dei palazzi che sorgevano intorno al vicolo… quel vicolo dove tutto
ebbe inizio e dove tutto sarebbe finito.
La sveglia suonò rumorosa come tutte le mattine
e Sakura si alzò di buona lena, come ogni mattina, così come ogni mattina
svolgeva il medesimo rituale; doccia, cambio vestiti, colazione, riordino della
casa e poi in strada verso il palazzo dell’Hokage per consultare gli ultimi
rapporti aggiornati delle squadre ninja. Dopodichè l’intera giornata era
dedicata al suo lavoro in ospedale; dopo che Tsunade aveva lasciato la carica
di Kage in favore di Kakashi,
quest’ultimo le aveva affidato la completa direzione dell’Ospedale. Sakura ne
era stata grata, come allieva ed erede
di un ninja leggendario, doveva tutto alla sua maestra e non poteva certo
rifiutare un tale incarico.
Ma nonostante la giornata piena di impegni, non
era ancora riuscita a smettere di pensare a lui, a Sasuke; la sera, prima di
andare a letto, il suo sguardo si perdeva nel vuoto e la sua mente si infittiva
di pensieri ed illusioni sempre più frequenti. A volte le capitava anche
durante il giorno di rimanere imbambolata ad osservare il nulla, mentre il suo
cervello vagava dove più gli pareva; l’unica ad essersene accorta era stata
Ino, una volta dovette persino darle una sberla per farla rinvenire; da allora
la sua amica non perdeva occasione per prenderla in giro e da una lato Sakura
le era grata, almeno lei era l’unica in grado di capirla e che riusciva in un
qualche modo a distrarla e a farla ridere, così non era costretta ad
abbandonarsi tutte le volte ai suoi vaneggiamenti mentali.
Fin da quando lui aveva abbandonato il
villaggio diventando un nukenin, fin da allora aveva sempre pensato a lui, a
come farlo tornare a casa, al suo villaggio e ai suoi amici: sembrava che ci
fossero riusciti alla fine della guerra, ma lui aveva scelto di partire di
nuovo, non si sentiva ancora degno di tornare a far parte del villaggio. E
questo lei lo aveva capito.
Ma negli ultimi tre anni, i suoi pensieri verso
di lui erano diventati ancora più forti e negli ultimi giorni, stavano quasi
assumendo la forma dell’ossessione.
Era così deprimente e squallido, ciò che le
mancava più di tutto non era la sua effettiva presenza, era l’affetto intimo
tra uomo e donna, era l’amore vero, era la condivisione di ogni cosa, pensieri,
baci, abbracci dolci ed appassionati; le si riempiva il cuore ogni volta che ci
pensava, ma era chiaro che non avrebbe mai potuto pretenderlo da lui ed anche
se fosse tornato, se fosse cambiato, non era certa che sarebbe stato
intenzionato ad avvicinarsi a lei… o a qualcun’altra.
Lei avrebbe potuto riprovarci, ma aveva il
terrore di essere nuovamente respinta e di farsi più male di quanto già non se
ne stava facendo, martoriandosi la mente con quelle fantasie inutili e finiva
sempre con l’andare a dormire in compagnia di una tazza di camomilla fumante e
talvolta anche una sana dose di sonnifero.
Il sollievo arrivò solo qualche giorno dopo;
Kakashi, il Sesto Hokage, l’aveva mandata a chiamare nel suo ufficio, lo stesso
che un tempo era stato di Tsunade e di tutti i Kage prima di lei; durante la
ricostruzione era stato progettato e ristrutturato alla vecchia maniera, lo
stesso Consiglio aveva stabilito che tutto, nel villaggio, ritornasse allo
splendore che aveva prima della distruzione da parte di Pain.
Kakashi la salutò cordialmente, come aveva
sempre fatto, come se nulla fosse cambiato, quando era il maestro del Team 7…
il loro maestro.
Eppure Sakura potè scorgere nel suo sguardo una
nota di preoccupazione, e prima ancora che lei potesse ricambiare il saluto, le
pose sul tavolo di fronte a lei due rotoli, in uno era elencato in maniera
dettagliata il piano della sua nuova missione.
“Che
cos’è?” chiese la rosa a Kakashi.
“La tua
prossima missione. E’ da tanto che non vieni impiegata sul campo e preferirei
che continuassi a dedicarti al tuo incarico di dirigente dell’ospedale, ma è
necessario che ti occupi tu di questa missione.”
“E perché
proprio io?”
“Come ben
sai, al confine tra il paese del Fuoco e il paese del Vento c’è il paese dei
Fiumi, un territorio neutrale che fa da cuscinetto tra i due paesi. C’è un
villaggio a sud, chiuso tra le montagne e la costa, un villaggio che oserei
dire “insolito”; dalle informazioni che abbiamo è chiamato Villaggio della
Notte; un villaggio che vanta la luce del sole solo per pochissime ore al
giorno, il suo capo viene eletto ogni 5 anni con regolare elezione popolare e
di recente c’è stato un cambio al vertice e il nuovo leader vuole riformare
l’intera sistema giudiziario, sanitario ed amministrativo prendendo come
riferimento il sistema di Konoha. Non è un villaggio di ninja, non sappiamo
esattamente se questa serie di riforme prevedono anche l’istituzione di un
corpo attivo di ninja, al momento ci è stato espressamente richiesto che tutta
la documentazione che necessitano sia consegnato dal migliore ninja medico
donna del nostro villaggio. Richiesta che ho trovato alquanto bizzarra dato
che, attualmente, sei “tu” il nostro migliore ninja medico... e sei una donna.
Non mi sono sentito di rifiutare la richiesta, ma non avendo molte altre
informazioni riguardo a questo villaggio, voglio che tu ti rechi lì come
ambasciatrice e che con te vengano anche Sai e Choji; Sai adesso è un Anbu e si
occuperà di esplorare il campo raccogliendo tutti i dati possibili per nostro
conto. Choji invece dovrà guardarti le spalle.”
“Il
livello di questa missione non è considerato ad alto rischio. Ritiene davvero
necessario che debba avere delle guardie del corpo a farmi da balia?”
Sakura rispose con un sorriso ironico; aveva
ereditato il sigillo sulla fronte da Tsunade era stata la sua allieva ed era
abbastanza forte da poter affrontare qualunque pericolo. A Konoha era
considerata come nuovo ninja leggendario. Epiteto che non se lo era mai sentito
pienamente adatto a lei, ma aveva sempre sorvolato sull’argomento.
Kakashi però non sembrava del tutto concorde
con lei.
“Preferisco
non mandare allo sbaraglio nessuno dei miei ninja e tu in particolare. Voglio
essere sicuro che tutto proceda per il meglio.”
Per Kakashi, Sakura non era solo la sua
allieva, con il tempo era diventata come una figlia per lui, così come Naruto e
Sasuke erano diventati come dei figli e si sarebbe sempre sentito in obbligo di
guidarli e proteggerli, così come aveva fatto in tutti quegli anni.
“D’accordo
allora. Vado subito a preparare il mio equipaggiamento e raggiungerò Sai e
Choji al punto di incontro”
Sakura tenne con sé il rotolo della missione e
l’altro rotolo sigillato, quello da consegnare al capo del Villaggio della
Notte e si apprestò a lasciare la stanza.
“Portati
anche l’impermeabile. Pioverà molto nei prossimi giorni, in particolare nel
luogo dove andrete.”
Terminò Kakashi prima di vederla scomparire con
un cenno di assenso oltre la porta. L’Hokage provava uno strano senso di
inquietudine, il suo sesto senso gli suggeriva che qualcosa non andava in tutta
quella faccenda, ma era deciso a non lasciarsi sopraffare dai dubbi. Sapeva che
Sakura se la sarebbe cavata, ed era in ottima compagnia.
All’ultimo però decise comunque di mettere le
mani avanti, prese carta e penna ed iniziò a scrivere il suo messaggio.