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Autore: ExLuna    02/03/2015    5 recensioni
Tre anni dopo la fine della guerra, sconfitta la minaccia del crollo della luna sulla terra, un misterioso personaggio, in un villaggio sconosciuto, sta creando un esercito di super ninja con l’intento di conquistare l’intero mondo ninja. Per farlo però, ha bisogno di catturare e studiare, tramite crudeli esperimenti, il chakra di tutti i più forti e dotati ninja del paese.
Una di questi è Sakura, accusata di omicidio, durante una missione, viene privata del suo chakra e di tutta la sua forza fisica attraverso un sigillo e rinchiusa in un carcere di massima sicurezza, dove neppure i Kage hanno giurisdizione. Sakura si troverà a dover affrontare il peggiore incubo della sua vita, ma non è da sola; fuori dalle mura del carcere qualcuno ritorna e farà l’impossibile pur di salvarla.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Cap.2

(Nota dell’Autrice: un grazie a coloro che hanno letto e recensito il primo capitolo di questa storia a cui tengo particolarmente. Non posso svelare subito i particolari della trama, ma nei prossimi capitoli ogni mistero verrà svelato.)

 

CAP.2 Tenebra
Arrancava nel buio e nel fango, l’odore era insopportabile, ma doveva fare in fretta; poteva sentirli, erano dappertutto. Se fossero arrivati, sarebbe stata la fine.
La luce era in fondo al tunnel, poteva vederla, ma aveva gli occhiali appannati ed era troppo buio.
Poteva toglierli, ma non poteva vedere bene senza, ed era buio. Cosa poteva fare? Li avrebbe tolti ma poi avrebbe potuto perderli.
Ancora minuti preziosi trascorsi a riflettere, loro erano nel tunnel e non poteva nascondersi; doveva raggiungere la luce, poteva farcela.
Caddero gli occhiali, difficile vederli nel buio e nella melma puzzolente; troppo tempo perso ancora per recuperarli.
Erano già arrivati…
Era troppo tardi…
La luce scomparve…
 

Quando il messaggio arrivò al destinatario, Sakura, Sai e Choji erano già partiti da almeno due giorni; ce ne sarebbero voluti almeno 4 in tutto, da Konoha al Villaggio della Notte, un villaggio moderno e piuttosto caratteristico, con alti palazzi e come unica via di accesso un canale che percorreva il centro cittadino. I lati del canale erano percorsi da due larghi marciapiedi, barche di ogni forma e dimensione passavano per quel canale; barche di contadini, barche di ricchi mercanti o nobili cittadini, ce n’era per tutti i gusti.
Locali, ristoranti e negozi erano aperti fino a tardi, l’intero villaggio era illuminato a giorno per più di 20 ore al giorno. Il sorge sorgeva alle 11 di mattina e tramontava alle 14 del pomeriggio; questo deficit aveva dato al villaggio l’insolito nome di Villaggio della Notte, ma non aveva intaccato gravemente la sua economia.
Sakura ed i suoi amici si guardavano intorno, osservando ogni minimo dettaglio, la gente sembrava cordiale e di indole pacifica; da una prima visita insomma, non c’era da preoccuparsi molto riguardo a questo villaggio.
Quando raggiunsero il palazzo del capo, Sai rimase fuori, approfittando per andare in ricognizione e trovare un posto tranquillo dove inviare un dispaccio all’Hokage con le prime notizie.
Choji entrò insieme a Sakura ma fu invitato ad accomodarsi in un salotto adiacente la Sala Consigliare; Sakura doveva entrare da sola.
La giovane assicurò il compagno che non c’era nulla da temere, in ogni caso lo avrebbe chiamato se avesse avuto dei problemi.
Quando varcò la soglia dell’immensa stanza, si trovò davanti un piccolo gruppo di cinque persone, riunite intorno ad un tavolo rettangolare, tutti e cinque seduti rivolti verso di lei; l’uomo al centro non era coperto dalla penombra, a dire il vero tutta la stanza era avvolta da una luce soffusa, i pochi lampadari accesi erano regolati apposta per non emettere troppa luce, cosa alquanto strana.
Le altre quattro persone, tre uomini ed una donna, erano abbastanza illuminati ed erano piuttosto avanti con l’età; non troppo vecchi ma neppure giovanissimi. Il capo Villaggio si profuse in una valanga di complimenti, inclusi anche gli altri membri; non finivano più di elogiare Konoha per la sua temperanza, forza, dotava del migliore sistema medico esistente, del migliore programma di addestramento ninja, i suoi ninja erano i migliori del mondo… bla bla bla… andarono avanti per almeno 20 minuti.
Sakura dovette dare fondo a tutto il suo autocontrollo, alla sua pacatezza, imponendosi di sorridere sempre ogni qualvolta le rivolgevano la parola; ma stava iniziando a venirle l’emicrania con tutte quelle sviolinate, anche se erano indubbiamente gradite, ma un po’ troppo eccessive a suo parere.
Finalmente, il Capo si decise a chiedere in consegna il rotolo che Sakura aveva con sé; si scusò con lei per la poca luce presente nella stanza, ma soffriva di una rara forma di disturbo alla vista per cui non gli era concesso l’eccessiva esposizione alla luce, sia a quella del sole che a quella artificiale.
Aprì e lesse il rotolo velocemente e lo richiuse, invitando Sakura e i suo compagni di viaggi ad alloggiare nella più rinomata locanda del villaggio, naturalmente le spese erano a carico del Consiglio; in qualità di ospiti non avrebbero dovuto preoccuparsi di alcuna spesa.
Sakura ringraziò per la gentile offerta, ricordando a sé stessa di fare aggiungere da Sai anche quel particolare nel suo rapporto; era alquanto inusuale per un piccolo Villaggio costiero, farsi a carico di ospitare tre ninja stranieri per due giorni ed occuparsi di tutte le spese.
Sapevano che era un Villaggio fiorente, ma vantava così tanta ricchezza da accollarsi ogni loro esigenza e necessità? 

 Forse è il loro modo di essere gentili 

Sentenziò Choji, ma Sakura non si sentiva del tutto tranquilla; forse dopo un bagno, una buona cena ed una sana dormita avrebbe avuto una visione più chiara.
Stava piovendo a di rotto quella sera, le stanze della locanda messe a disposizione per loro erano accoglienti, e il ristorante al pian terreno era molto grande e quel giorno era abbastanza affollato.
In ogni caso quando anche Sai li raggiunse, trovarono subito un tavolo libero dove accomodarsi ed ordinare qualcosa di buono; erano affamati, Choji specialmente, per cui si fecero portare un po’ di tutto dal menù, così da accontentare gli appetiti di tutti.
Sakura però non aveva particolarmente fame, cos’ lasciò Choji ad ingozzarsi e Sai a godersi la sua parte; era da tanto che non partecipava ad una missione, dopo la crisi della luna contro la terra aveva dovuto occuparsi di altro e non le erano state più affidate.
Sentiva la mancanza di Naruto, sperava di poter tornare in tempo per assistere Hinata la parto come medico; non poteva credere che quella testa quadra stesse per diventare padre, ne era felice, ma allo stesso tempo si sentiva triste.
Sakura in fondo aveva solo la sua carriera lavorativa, ed un forte attaccamento ad un uomo che non aveva la più pallida idea di dove fosse; la notte sarebbe stata davvero lunga in quel posto, fu il barista a farle una proposta che le avrebbe risollevato il morale. 

Ha davvero l’aria di una che ha bisogno di un sakè caldo. Che ne dice, le andrebbe un bicchiere? 

Sakurà lo guardò con espressione interrogativa, non aveva mai bevuto alcolici e di certo non era intenzionata ad iniziare proprio quella sera in un luogo sconosciuto, ma non se la sentì di rifiutare l’offerta. 

Ma sì perché no. Non ho mai bevuto il sakè, magari un sorso, tanto per provare. Di certo non mi farà male. 

Il cameriere arrivò immediatamente con un piccolo bicchiere ed una bottiglia di sakè fumante; Sakura ingurgitò il primo sorso alla goccia, abbandonandosi al tepore del liquido caldo che le invase le viscere. 

Alla tua salute Sakura. Ed anche a te Sasuke! 

***

Quanto sei stupida, credi davvero che tutto questo basti a farti stare meglio? Tanto vale strapparsi via il cuore e serviglielo su un vassoio per cena. Lo gusterebbe meglio! 

“Chi ha parlato!!” 

Sakura si svegliò di soprassalto, il rombo di un tuono e la pioggia incessante le martellava in testa così forte che era convinta di aver sentito una voce nella stanza, eppure osservando meglio nell’oscurità capì che era completamente sola, forse era stato soltanto un brutto sogno; fuori dalla finestra lampi e vento imperversavano sulla città, Sakura dovette alzarsi per andare a controllare che tutte le porte e finestre fossero completamente chiuse, pareva una tempesta in piena regola.
Non potè fare altro che tornarsene a letto, ficcandosi sotto le fredde coperte,  cercando di dormire ancora un po’, fino alla sveglia del mattino.
Quando si addormentò di nuovo, la pioggia cadeva incessante e in quella stanza non era completamente sola…

   
 
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