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Autore: ThreeTacosForSweetRevenge    28/02/2015    2 recensioni
Tutti dicono che esiste un’anima gemella per ognuno di noi, ma non è così. O almeno, non per me. Non una reale. L’unica anima gemella per me è un ragazzo che ormai mi perseguita ogni notte nei miei sogni. E’ perfetto: ha i capelli corvini, gli occhi verdi smeraldo e un naso leggermente all'insù che gli da l’aria di un elfo. Il suo corpo ha delle linee magnifiche, e per fortuna non è troppo alto per me che sono una specie di Hobbit con i tatuaggi.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Ray Toro, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi sto finalmente bene e ogni traccia di influenza è sparita, così posso tornare anche alla vita di tutti i giorni e al lavoro.
Quando passo davanti alla camera di Ray per andare in cucina a fare colazione mi accorgo che sta ancora dormendo, cosa stranissima per lui, perché di solito si sveglia prima di me e si mette subito in moto, insomma non sta un attimo fermo al contrario di me.
Busso due volte alla porta e in risposta ottengo solamente un grugnito.
“Tutto okay?” Chiedo, aprendo la porta e rimanendo stupito davanti all’aspetto di Ray: i suoi capelli ricci sono ancora più spettinati del solito, il viso è pallido, gli occhi sono lucidi e cerchiati da profonde occhiaie e sta tremando sotto le coperte, proprio come me quando stavo male.
“Non mi sento molto bene … credo di … etciù … essermi attaccato l’influenza.” Mi risponde a bassa voce, starnutendo due volte. Quasi mi viene da ridere, anche se so che è colpa mia. Voglio dire, non ce lo vedo proprio Ray a rimanere chiuso in casa per qualche giorno aspettando di stare meglio, in realtà non credevo proprio che si potesse ammalare!
“Io ora vado al lavoro, se hai problemi chiamami.” Non ottengo risposta, ma so che il riccio mi ha sentito ugualmente, probabilmente si è leggermente arrabbiato con me perché gli ho passato l’influenza costringendolo a letto.

Arrivo al negozio stranamente con un po’ di anticipo perché per la prima volta non ho perso quel maledetto autobus, e ci trovo Jamia già al lavoro che mette apposto dei cavi per amplificatori di chitarra e basso in vetrina, sistemando i cartellini del prezzo in maniera quasi maniacale, tutto in perfetto ordine, proprio come vuole lei.

“Ehy come va Jam?” La saluto, entrando e levandomi la giacca, che poi poso sull’attaccapanni lì vicino sotto lo sguardo attento della ragazza, che controlla che non lo lasci in disordine da qualche parte come faccio spesso.

“Beh tutto okay ma … devo dirti una cosa. Mi devo trasferire a Londra con i miei purtroppo, e oggi è il mio ultimo giorno di lavoro.” Lascia per un attimo i cavi e mi guarda, sinceramente dispiaciuta.

“Davvero?Mi mancherai tantissimo.” La abbraccio stretta, senza dovermi nemmeno abbassare tanto dato che è alta praticamente quanto me, forse poco di meno. Mi dispiace veramente molto, perché ad Jamia mi ci ero affezionato:mi ha insegnato come cavarmela in questo negozio, mi ha insegnato come entrare nelle grazie del capo, mi ha coperto quando sono arrivato in ritardo a lavoro e ha sempre pensato che questo fosse il lavoro ideale per me. Alla fine le voglio bene anche se ha i suoi difetti, è veramente troppo fissata con l’ordine e la pulizia.

“Comunque verrà una mia amica al posto mio. Si chiama Kristin Colby e dovrebbe arrivare fra qualche minuto. Vedrai che è molto simpatica e ti aiuterà nel lavoro, però dovrai prima insegnarle bene il mestiere, come ho fatto io a te.” Dopo aver detto questo prende il cappotto e se lo infila.

“Già vai via?” Le domando dispiaciuto, e lei annuisce tristemente, prendendo anche la sua borsa, quella da cui tira fuori sempre qualcosa di strano, da plettri per la chitarra a spazzole, da profumi a panini per il pranzo.

“Devo. Ma ci rivedremo te lo prometto.” Mi sorride e si avvia verso la porta del negozio, facendo tintinnare la campanella che suona quando qualcuno entra o esce.

“Ci vediamo Frank, a presto!” Mi saluta con la mano e mi sorride, allontanandosi per la strada con l’enorme borsa sottobraccio e lo sguardo un po’ triste.

“Ciao Jam!” Gli urlo dietro in modo che mi senta, e lei si gira salutandomi di nuovo. Non so perché sono così triste che se ne vada, ma lo sono. Mi mancherà davvero, è stata una delle poche amiche che ho avuto, perché apparte i fratelli Way e Ray non conosco tanta gente io.

Mi ritrovo solo nel negozio deserto con i miei pensieri, così comincio a mettere apposto delle bacchette per le batterie, sovrappensiero. Come mi piacerebbe vedere Gerard in questo momento, con il suo sorriso mi tirerebbe su il morale, ma non posso, devo lavorare e smettere di pensare a lui. Dopo qualche minuto di solitudine arriva Kristin, la ragazza che sostituirà Jamia. Voglio vedere se sarà in grado, se sa cavarsela in un negozio del genere e se è simpatica quanto lei. In realtà è abbastanza carina con i suoi capelli castani con qualche ciocca bionda, gli occhi grandi e marroni truccati perfettamente, un piercing al naso e le labbra lucide grazie al rossetto.
“Ciao!Tu devi essere Frank, Jamia mi ha parlato tanto di te. Io sono Kristin.” Appoggia la sua borsa sul bancone e si guarda intorno, ammirando tutti gli strumenti di ogni genere che abbiamo qui.
“Ciao, si sono io! Vedrai che ti piacerà lavorare qui.” Gli mostro tutto il negozio, che è molto grande e diviso in base sezioni per i vari strumenti:ci sono le chitarre (classiche, elettriche e acustiche), i bassi, gli strumenti a percussione, gli strumenti a fiato, i pianoforti e le tastiere e infine tutti gli oggetti che potrebbero servire agli strumenti, come i cavi, le corde, i tasti, gli amplificatori, i plettri, le bacchette, i microfoni. Lei segue ogni mia spiegazione in silenzio, sorridendo ogni tanto, e subito comincia ad aprire scatole contenenti plettri di ogni tipo e mettendoli in appositi contenitori.
Devo ammettere che è abbastanza simpatica, lavora in silenzio senza rompere le scatole come faceva Jamia e sorride ai clienti, incantandoli completamente.

Nel pomeriggio lascio a Kristin il compito di badare al negozio perché mi sembra abbia capito tutto e si sia adattata bene e torno a casa mia per riposarmi un po’ e controllare se Ray è ancora vivo e non gli è venuta una crisi isterica.
Arrivato in camera mia mi sdraio sul letto e decido di ascoltare un po’ di musica per rilassarmi, così mi metto le cuffie e cerco qualche bella canzone nel mio lettore musicale, optando poi per delle canzoni di gruppi che sentivo al liceo. Metto la playlist dei Black Flag, uno dei miei gruppi preferiti che però non ascoltavo da tempo, non so perché in verità, e metto la riproduzione casuale.

Ascoltando la canzone però, provo qualcosa di strano, come una strana sensazione al petto e allo stomaco, questa musica, questo testo … Ora ricordo quando avevo sentito l’ultima volta questa canzone!Avevo quattordici anni e frequentavo il primo liceo, ma in classe mia non mi trovavo molto bene … Man mano che la canzone procede varie immagini della mia vita dimenticata di quell’età mi passano per la testa:vedo me e Gerard sdraiati sul letto che ascoltiamo questo gruppo … poi si avvicina a me e mi bacia per la prima volta, il mio primo bacio … Ma aspetta, al liceo io stavo con Gerard?!Mi sforzo di ricordare, ma proprio non ci riesco, so solo che al secondo liceo non lo conoscevo, come facevo a starci insieme a quell’età? Mi alzo dal letto e comincio a girare in tondo da una parte all’altra della camera, improvvisamente la stanchezza è passata.
Cosa significa tutto questo?Perché ho queste immagini nella mia testa?Improvvisamente ho nella testa anche com’era fatto Gerard quando aveva diciannove anni, ricordo il suo volto che non è invecchiato per niente … aveva i capelli castani però. Ma come faccio a sapere tutte queste cose?Io la prima volta che ho visto Gerard è stata in metro. Come posso aver avuto prima una relazione con lui?Questo spiegherebbe perché Gerard sapeva che sono vegetariano, ma non sapeva come … Immediatamente prendo il cellulare e compongo il numero di cellulare di Gerard, che dopo qualche squillo risponde.
“Pronto Frank?” Mi risponde la sua voce calma e rilassante dopo due squilli.

“Gerard, ma noi stavamo insieme al liceo?” Sbotto, con voce un po’ agitata.

“Cosa?!Se fossi stato con te me lo ricorderei.” Risponde dopo poco, un po’ stupito di questa domanda.

“Sì ma non ti ricordi di un pezzo della tua vita no?”

“Beh sì ma …”

“Gerard, ho sentito una canzone dei Black Flag e mi sono passate di mente un sacco di immagini di noi due al liceo ad ascoltare quella canzone.” Lui rimane in silenzio per un attimo, come per elaborare quello che gli ho appena detto, poi sospira.

“Anche io ascolto i Black Flag.”

“Senti, io voglio scoprirne di più di questa storia.” Ed è la verità. Mi sono stufato di non ricordare nulla, mi sono stufato di non sapere se Gerard ha fatto parte della mia vita anche molto tempo fa. Voglio ricordare!

“Ma come facciamo?A chi lo chiediamo?Nessuno vuole dircelo.” Su questo ha ragione lui, Mikey non vuole dircelo. Ma farò di tutto pur di scoprire quello che tutti sanno tranne me e Gerard.

“Senti domani mattina prima che io vada al negozio vieni qui e pensiamo a come costringere tuo fratello a dircelo.”

“Okay, ma sappi che anche se non scopriremo nulla noi saremo sempre gli stessi, noi staremo sempre insieme. E anche se scopriremo qualcosa di brutto non ci separeremo. Okay?” La sua voce ora si è raddolcita un po’ e capisco che sta sorridendo mentre parla.

“Certo. Allora appuntamento domani mattina alle otto da me?”

“D’accordo.”
   
 
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