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Autore: ClairllMayne    28/02/2015    1 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina la pioggia picchia prepotente alla finestra, le lunghe tende blu raccolte ai lati con dei lacci azzurri, Zayn distende le gambe in cerca di sollievo, rotolandosi dalla parte immacolata del letto matrimoniale, scivolando delicatamente tra le lenzuola di seta azzurre.
Rimane tra il sonno e la veglia ancora per qualche minuto, limitandosi a respirare dolcemente, giù fin nel basso ventre, lasciando i pensieri concretizzarsi, liberi.

Sono passati quasi sei anni da quando la sua vita l'ha letteralmente travolto, come le montagne russe in un parco giochi, te ne stai seduto al tuo posto, bloccato senza poterti muovere, e gli occhi ti lacrimano tanto vai veloce e vorresti urlare ma la voce non esce, e allora puoi fare la tua scelta, avere paura e rimanere aggrappato con le unghie conficcate nel seggiolino oppure alzare le mani al cielo, con le braccia distese ed il sorriso sulle labbra. 
Ed era stata quella la sua scelta, mani alzate e gran sorriso in sella alla montagna russa senza fine che era diventata la sua vita. 
Una delle sue più gradi soddisfazioni, oltre quella di aver realizzato il suo sogno di cantare ovviamente, era stata quella di poter far qualcosa per la sua famiglia, di poter in qualche modo ripagarli per tutti i sacrifici che i suoi genitori avevano sempre fatto per lui, era esattamente questo che lo rendeva speciale, il suo cuore grande. 

Zayn venne riportato alla realtà dallo squillo prolungato del citofono e si costrinse ad alzarsi dal letto,
anche se sarebbe volentieri rimasto a fantasticare ancora un po' si trascina avvolto nel lenzuolo fino alla porta d'ingresso. 
Apre il citofono senza chiedere niente, sicuramente Liam ha dimenticato le chiavi, non era di certo una novità. 
Lascia la porta socchiusa e si trascina in cucina trascinando dietro di se il lenzuolo come fosse il velo di un abito da sposa, sorride compiaciuto a quel pensiero. 
Rufola nel ripiano sopra il lavello per cercare i cereali quando sente la porta aprirsi. 

"Dovresti legarti le chiavi al collo." dice mentre afferra la scatola di cereali e si volta verso il bancone della grande cucina con un bel sorriso assonato sul volto per Liam.

Sorriso che svanisce immediatamente dal suo volto alla vista di Sophia, in piedi difronte a lui, gli occhi nascosti dietro una paio di grandi occhiali da sole scuri come il vestito elegante che le arriva alle caviglie, tra le braccia stringe un borsone nero.

"Ciao Zayn." saluta sicura di se, i lunghi capelli le cadono morbidi sulle spalle.

Zayn sbatte le palpebre più volte, come per assicurarsi di non avere le allucinazioni, la scatola di cereali accartocciata nella mano destra, tanto la sta stringendo forte, con la sinistra tiene il lenzuolo all'altezza della vita, il petto nudo percorso da un brivido che gli lascia la pelle d'oca ed una spiacevole sensazione di gelo allo stomaco. 
Non dice niente mentre osserva Sofia tirarsi gli occhiali sulla testa per guardarlo dritto negli occhi, un sorriso nervoso sulle labbra carnose. 

"Spero di non averti svegliato." si scusa mentre poggia il borsone sul bancone della cucina.
"Sono venuta per portare questo." continua.

Zayn sposta lo sguardo da lei al borsone infinite volte, le labbra dischiuse, un respiro profondo.
Dicisamente troppo per una persona che si è svegliata da solo cinque minuti.

"Puoi smetterla di torturare quei cereali adesso." scherza lei indicando con un cenno del capo la scatola accartocciata. 
"Dammi un minuto." è tutto quello che riesce a dire Zayn, la gola secca, mentre si precipita in camera da letto, tenendo il lenzuolo decisamente troppo ingombrante adesso con entrambe le mani. 

Chiude piano la porta e getta con tutta la sua forza il lenzuolo a terra.
Sofia in casa sua, casa di Liam per la precisione, ma comunque casa sua. 
Cammina avanti e indietro per la stanza mentre cerca di mantenersi lucido e ritrovare la calma.
Sofia in casa nostra. 
Prende una maglia nera e un paio di jeans dalla sedia nell'angolo e si pianta davanti allo specchio, gli occhi accessi, come spie luminose, le labbra serrate in una linea dritta.
Adesso vai di la e fai l'uomo.
Prende un altro lungo respiro e torna in cucina dove Sophia lo sta aspettando seduta su un sgabello, le gambe accavallate in modo sensuale, mentre gioca con gli occhiali che tiene fra le mani.

Zayn la raggiunge e le volta le spalle mentre accende la macchinetta del caffè.

"Ne vuoi uno?" Le chiede cercando di essere gentile, la voce sorprendente calma. 

"Si, ti ringrazio Zayn." 

A Zayn non piace neanche un po' il suono del suo nome sulla voce di lei. Forse non gli piace più neanche il suo nome adesso. 

"Prego." dice voltandosi a guardarla, la schiena contro il frigo, una distanza esagerata per due persone che stanno avendo una conversazione di prima mattina in cucina.
"Allora che cosa ci sarebbe lì dentro?" Chiede Zayn indicando il borsone con un cenno del capo.

"Beh, ecco io ho pensato di portare la roba che Liam aveva lasciato a casa mia, ho provato a chiedergli di venirsela a prendere ma non mi risponde ne alle chiamate ne ai messaggi, mi evita da quando... Insomma, non mi andava di tenerla in casa, vedere i suoi vestiti nel mio armadio non è d'aiuto." dice, la voce triste. 

Zayn non sa cosa dire, vorrebbe dare fuoco a quel borsone con tutto quello che c'è dentro. 
Rimane in silenzio qualche secondo, salvato dal bip della macchina per il caffè.

"Quanto zucchero?" chiede Zayn sempre senza guardarla, lo stomaco sottosopra.

"Niente zucchero, grazie, io..."
"...lo prendi amaro, certo."

Come Liam, ovvio. Stesse abitudini del cazzo. 
Zayn le porge la tazzina stando bene attento a non sfiorare la sua mano e si siede sullo sgabello di fronte a Sophia.

Sopha soffia sulla tazzina, lo sguardo malinconico, deve essere strano fare la parte dell'ospite nella casa dove aveva vissuto, anche se per poco. 

"Mi dispiace essere piombata qui senza preavviso, so che probabilmente mi odi e sono l'ultima persona che vorresti vedere." 
"Non ti odio. Ed immagino sia lo stesso anche per te, che sono l'ultima persona che vuoi verdere intendo." Dice Zayn, mentre gira il caffè più del necessario. 

Sophia accena un sorriso "Sarei un ipocrita se dicessi il contrario, non sei la mia persona preferita, ma neanche io ti odio. 
Tu non hai colpe, Liam ha fatto la sua scelta da solo, ed ha scelto te. Non posso avercela con te per questo."
"Immagino di no. Vorrei che fosse stato più semplice, per tutti." aggiunge Zayn, sincero.
"L'amore non è mai semplice." Dice Sophia, e sembra dirlo più a se stessa che a Zayn.

Sopha finisce il suo caffè e poggia la tazzina sul bancone.

"Grazie per il caffè, e scusami ancora per l'intrusione in casa... in casa vostra." dice mente si avvia alla porta, e sembra fare tutta la fatica del mondo per pronunciare quelle parole, mentre una lacrima sfugge al suo controllo.


Sophia tende una mano curata a Zayn per salutarlo, gli occhi lucidi carichi di pianto.
E Zayn non prende la sua mano, l'abbraccia forte invece, strofinando una mano sulla sua schiena lunga, come per consolarla. 
Zayn non sa perché lo fa, ma sente che è la cosa giusta, sente che quella ragazza tra le sue braccia non ha colpe, non è altro che l'altra versione di Zayn, un cuore innamorato che è stato cullato da un uomo meraviglioso e poi spezzato con la facilità con cui si strappa un foglio di carta. 
Zayn non può avercela con lei, non più.
Si staccano piano da quell'abbraccio sincero, entrambi gli occhi lucidi.

"Grazie Zayn, sei un bravo ragazzo."
"Liam non vuole che tu soffra, ne sono sicuro." le dice guardandola negli occhi.
"Vorrei poter decidere di smettere di farlo." sospira piano lei, lancia un ultimo sguardo a quella casa che non le appartiene più e chiude piano la
porta alle sue spalle. 

Zayn rimane con la schiena contro la porta e lentamente si lascia scivolare a terra, sfinito, come avesse corso una maratona. 
Gli pulsano le tempie, allontana un po' il collo della maglietta con la mano cercando aria. 
Ha abbracciato Sophia, l'ha fatto davvero. 
Guarda il borsone sul piano della cucina come si guarda un nemico in guerra. 
Le cose di Liam nel suo armadio. 
Zayn si alza aiutandosi con le mani e si avvicina al borsone fissandolo, quasi intimorito da quell'oggetto inanimato. 
Si lascia sfuggire un lungo sospiro ed apre piano le cerniera.
Magliette, pantaloni, camicie, ogni indumento è stato lavato e stirato, perfettamente impilati gli uni sugli altri.
Zayn tira fuori tutto, con cura, attento a non spiegarli, quasi come maneggiasse una bomba a mano pronta ad esplodere. 
Riposta tra le pieghe di un maglione di lana scuro trova una foto.
Liam e Sophia che si abbracciano, i sorrisi felici e gli sguardi complici, imprigionati per sempre in quella foto, tra le sue mani.

Succede tutto in un secondo, Zayn scaraventa a terra la foto con tutta la sua forza e quella va letteralmente in frantumi schizzando vetri dappertutto, il tonfo non udibile, sorpassato dal grido di Zayn, un grido di dolore e liberazione, accompagnato da calde lacrime che gli rigano il volto e spariscono nella barba incolta. 

Cerca di tornare lucido mentre scoppia in una fragorosa risata e si asciuga le lacrime con la maglietta, scoprendo il ventre piatto. 
Si lascia cadere sulle ginocchia e raccoglie i vetri con le mani nude senza preoccuparsi di tagliarsi, la foto abbandonata vicino al divano. 

"Zayn?" Liam rimane qualche secondo sulla porta con le chiavi in mano prima di realizzare cosa sta accadendo, vede il borsone vuoto, i vestiti impilati, Zayn in ginocchio che ride e piange e raccatta i vetri da terra. 

Zayn. 

Liam si inginocchia accanto a lui e gli blocca le mani.

"Zayn smettila."


Zayn non lo guarda, continua a ridere e piangere e scuotere la testa, le mani in una danza frenetica sul pavimento.

Liam ci prova ancora, più forte questa volta, gli stringe forte i polsi e lo costringe ad incrociare le braccia al petto, affonda la faccia nei suoi capelli, mentre lo immobilizza tra le sue braccia forti. 
Zayn rimane rigido in quell'abbraccio potente, non si oppone nè si abbandona, rimane teso, le lacrime silenziose inarrestabili, i denti scoperti in un ghigno. 

"Liam lasciami andare." soffia. 
"No."
"Sì." alza la voce Zayn.
"Ti ho detto di no." insiste Liam.
"Ok, la smetto." dice Zayn, rilassando leggermente le spalle.

Liam molla la presa e un secondo dopo si ritrova a terra, colpito da una raffica di cazzotti al petto, sulle spalle, allo stomaco, sono colpi forti, violenti, che fanno male.
Zayn non si ferma neanche quando lo colpisce al naso e le sue mani si macchiano del sangue dell'uomo che ama.
Liam non si para più, stende le braccia sulle mattonelle fredde e chiude gli occhi, arreso alla furia di Zayn.
Sente il sapore del ferro sulla lingua, il naso gli brucia e il petto gli fa male, il fiato corto.
Rimane così, arreso, e aspetta, aspetta che Zayn si liberi di quel peso che lo schiaccia da tanto, troppo tempo, aspetta e continua a tenere gli occhi serrati.
Zayn non sa per quanto tempo continua quella lotta a senso unico, non gli importa che il suo avversario sia indifeso, non gli importa che il suo avversario sia l'uomo che ama, non gli importa neanche del sangue che gli macchia le nocche di entrambe le mani, gli importa solo delle due facce felici che continua a vedere nella sua testa, Liam e Sophia. Sophia e Liam. Sofia tra le sue braccia. Sophia come Zayn.
Dopo un tempo indefinito Zayn si alza da terra e rimane in piedi a fissare Liam disteso a terra, distrutto. 
Quell'immagine si sostituisce a quella di lui e Sofia stretti in un abbraccio, riportandolo bruscamente alla realtà.
Zayn indietreggia, il terrore negli occhi mentre guarda le mani sporche di sangue, il volto di Liam ammaccato.
Liam si alza da terra, si asciuga il sangue con il dorso della mano tremante.
Cammina verso il divano e si china a raccogliere la foto che ha scatenato l'ira di Zayn.
La guarda per un istante, con l'altra mano prende l'accendino dalla tasca posteriore dei jeans e le dà fuoco.
Guarda la foto surriscaldarsi e l'immagine scomparire tra le fiamme, distruggendo quell'abbraccio per sempre.

"Vattene." dice, mentre tiene la foto per un angolo con due dita.

Zayn rimane immobile, le braccia distese lungo il corpo, impietrito.
Sente ogni parte del suo corpo andare in frantumi, ogni cellula ribellarsi a quelle parole. 

"Zayn Malik vai via da casa mia." insiste Liam, il tono della voce più alto, lo sguardo perso nelle fiamme.

Zayn indietreggia continuando a fissarlo, incapace di pronunciare parole, incapace di fare qualunque cosa.
Chiude piano la porta alle sue spalle, scosso da un tremito che gli percorre tutto il corpo, le labbra socchiuse, le mani sporche di sangue.
Liam rimane a guardare la foto bruciare finché, semplicemente, non esiste più.
Prende la pila di vestiti con entrambe le braccia e struscia i piedi fino nel bagno, dove getta tutto nella lavatrice, avviando il lavaggio.
Apre l'acqua della doccia e si abbandona sotto il getto dell'acqua fredda, la mente sgombra da ogni pensiero, il dolore al naso sembra essere scomparso.
Si insapona e lascia che il getto delicato dell'acqua porti via tutta la schiuma profumata.
Indossa una tuta, la visiera del cappellino abbassata a coprire il volto.

"Harry ho bisogno di un passaggio al pronto soccorso, puoi venire a prendermi?" chiede esausto, il telefono in vivavoce poggiato sul letto disfatto.

Harry dall'altra parte della cornetta non fa domande, il tono desolato di Liam è sufficiente a rendersi conto che qualcosa non va, che il suo amico ha bisogno di lui.
Da un bacio sulla fronte a Louis che sta leggendo un libro seduto accanto a lui sul divano, e con le labbra mima -Liam-.
Louis fa cenno di si con il capo, gli da un leggero bacio sulle labbra.

"Sto arrivando."

Harry arriva poco dopo sotto casa di Liam che lo aspetta seduto sullo scalino fuori dal portone, i gomiti puntati sulle ginocchia, lo sguardo perso.
Si alza lentamente quando riconosce la la macchina di Harry che si allunga per aprire la portiera del passeggero.
Liam chiude piano la portiera e si volta a guardare Harry che gli solleva la visiera del cappellino e osserva il volto tumefatto.

"È stato Zayn?" Chiede, incredulo.

Liam fa di sì con il capo, gli occhi lucidi, lo sguardo assente.
Harry gli accarezza piano una guancia prima di azionare la freccia ed immettersi nel traffico.
Viaggiano in silenzio fino al pronto soccorso, una mano di Harry sulla coscia di Liam, come se il contatto potesse alleviare il suo dolore.
   
 
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