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Autore: Elenami55    28/02/2015    3 recensioni
Avete presente uno di quegli incontri che avvengono per puro caso? Provate ad immaginare che il comandante della prima flotta di Barbabianca, Marco la Fenice e quello della seconda, Portgas D Ace, incontrino e costringano ad entrare nella loro ciurma due sorelle di nome Emi ed Umi, entrambe piratesse. Ipotizzate ora che Marshall D Teach alias Barbanera consegni la minore delle due, Umi, alla Marina per poter entrare nella Flotta dei Sette. Come reagirà Barbabianca? Ed il nostro caro Pugno di Fuoco riuscirà a non farsi catturare da Barbanera nonostante sia andato alla sua ricerca?
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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18. Crudeltà


…abbi pazienza Umi, presto verrò a salvarti!

- Senta, lei sa dove si trovano questi pirati?- domando al proprietario della locanda.
- Sì, la loro nave è attraccata nell’estuario del fiume Togai-
- Interessante… Ace, sai dov’è questo fiume?-
Mi volto verso il mio compagno e mi rendo conto di un particolare abbastanza irritante: sta dormendo. Quell’asino che ho come comandante sta dormendo in un momento così delicato. Faccio ricorso a quel poco di autocontrollo che mi rimane, comunque quest’ultimo non è sufficiente per salvare il ragazzo dalla mia ira. Infatti il poveretto riceve un mio schiaffone, ma nonostante ciò non si sveglia. A quanto pare la narcolessia di cui soffre è davvero forte. Noto che il proprietario della locanda mi sta osservando, forse per il mio insolito comportamento verso il “grande e potente” Pugno di Fuoco.
- Lei sa dirmi come arrivare a questo fiume?- chiedo.
- S-sì, certo signorina!- si risveglia dai suoi pensieri l’uomo.
Lo invito con lo sguardo ad andare avanti.
- Deve andare ad est di Solat, nei pressi del villaggio di Zhushi-
- Guardi, ne so più di prima. Non ha una mappa dell’isola?-
- Oh, certo! Gliela do subito!- corre dietro il bancone.
Pochi minuti dopo mi viene consegnata la mappa, alla quale do subito un’occhiata. Chi l’ha disegnata non dev’essere un bravo cartografo data l’imprecisione dei tratti e dal tipo di carta deduco che questa mappa sia di scarso valore. Lancio un’occhiataccia alla persona che me l’ha consegnata.
- Qualcosa non va?- domanda lui, intimorito.
- Se lo lasci dire: questa mappa fa schifo- faccio una pausa –comunque la prendo lo stesso-
Senza dar possibilità di replica al locandiere mi dirigo verso la porta.
- Non aspetta il suo amico?- mi domanda ancora l’uomo.
Mi ero già posta prima questa domanda, ma avevo deciso di no. So che i pirati del Nuovo Mondo sono tra i più pericolosi e forti, ma me la sono sempre cavata e me la caverò anche questa volta. Ammetto anche che questo mio comportamento potrebbe portarmi a conseguenze sfavorevoli, ma sono disposta a tutto per Umi. Lei è mia sorella, il mio vice, la mia famiglia. Non ho intenzione di perderla per un ritardo dovuto ad un idiota addormentato.
- No, non ne ho bisogno- rispondo alla domanda che mi è stata posta per poi uscire dalla locanda ed incamminarmi verso la nave di quei farabutti.
Impiego pochi minuti per giungere nella periferia di Solat. Davanti a me la strada che porta a Zhushi prosegue dritta. A volte, la poca luce che la luna emana viene bloccata da qualche albero, la cui ombra si protende sulla via, dando l’illusione che quest’ultima termini lì, in un buio fossato profondo chissà quanto. Però, una volta superato il tratto di ombra, la luce ritorna e così si ha di nuovo la certezza di essere su una strada e non in un fossato.
Tiro fuori una scatoletta di fiammiferi dalla tasca e ne accendo uno; tutto ciò per poter leggere le indicazioni della mappa, che altrimenti sarebbe illeggibile. Per un attimo mi torna alla mente la voce della mamma: “ricorda Emi, quando vai nel bosco portati sempre dei fiammiferi e delle candele, perché potresti cadere per sbaglio in una delle tante grotte sotterranee” mi diceva sempre, con il risultato che ora sono quasi sempre munita di fiammiferi. Sorrido: erano tante le volte in cui cadevo in quei buchi. Ora che ci penso se avessi prestato più attenzione avrei evitato molte cadute; infondo lo sapevo che nei pressi del monte Livrir il terreno era molto friabile e che l’acqua l’aveva eroso, creando molte grotte dagli ingressi più impensabili. Un verso acuto richiama la mia attenzione e i miei riflessi attivano la vista da tigre. Grazie a quest’ultima riesco a distinguere chiaramente la sagoma di una civetta che si è appollaiata su un albero. Appena un secondo dopo un dolore al dito indice mi fa buttare via il fiammifero che, nel frattempo che pensavo, si è consumato, permettendo alla fiammella di scottarmi il dito. Maledico mentalmente la mia stupidità: mai distrarsi quando si ha a che fare con il fuoco, e questo l’ho capito grazie ad Ace. Quello stupido ragazzo dall’aria infantile, forse dovuta alle lentiggini. Ho sempre detestato le lentiggini e mi sono sempre ritenuta fortunata a non averle, ma ora, per qualche assurdo motivo, non le detesto più, anzi quasi mi piacciono. Accendo un altro fiammifero e guardo di nuovo la carta; manca poco alla mia metà, però di questo passo non ci arriverò mai prima di notte fonda. Proprio per questo getto via il fiammifero e ripongo la cartina nella tasca dei pantaloni, per poi mutarmi in tigre e correre verso Zhushi.


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- Senti, mocciosetta, è da tre ore che siamo in questa stanza e la mia pazienza sta per esaurirsi. Dimmi immediatamente dove si trova Pugno di Fuoco!- mi urla nuovamente in faccia il capitano dei pirati.
Io non rispondo e per questo ricevo l’ennesimo calcio nelle costole da un suo sottoposto. Altre lacrime mi scendono dagli occhi, però mi sforzo di non emettere il minimo lamento. Non ho capito bene perché voglia sapere dove sia Ace, ma con lui c’è Emi e temo che questo tizio potrebbe tender loro un agguato se rivelassi la loro posizione, cosa che nemmeno so. Ammetto che preoccuparsi per mia sorella in questo momento è una cosa veramente stupida, dato che lei sa cavarsela benissimo da sola mentre io no, però non posso fare a meno di preoccuparmi per quella stupida che mi fa sempre arrabbiare e che in questo momento vorrei tanto vedere qua.
- Stupida ragazzina! Rispondi!- urla di nuovo l’uomo che ho di fronte, ottenendo lo stesso risultato di poco fa.
Esasperato si volta verso il tavolo sistemato dietro di lui e ci appoggia le mani sopra. Per un attimo penso di aver vinto io, però subito sono costretta a cambiare idea, infatti, con uno scatto fulmineo, l’uomo mi tira un calcio nello stomaco. Mi lascio andare sul pavimento; mi sento il corpo a pezzi e non ho nemmeno più la forza di reagire.
- Ti ostini a non rispondere, vedo- torna all’attacco il mio persecutore.
- Capitano, per favore, si fermi! Quella bambina non ha nemmeno più la forza di rispondere!- si intromette un pirata.
Sinceramente spero che il suo capitano lo ascolti perché penso che un altro colpo mi manderebbe all’altro mondo. Vorrei tanto vedere chi ha avuto il coraggio di parlare, tuttavia non riesco ad alzare la testa e la posizione in cui sono non mi permette di vedere. Sento uno sparo e poi il rumore di un corpo che cade.
- Chi è il prossimo?- ringhia il capo.
Il silenzio è la risposta che gli viene data. Se solamente potessi, credo che gli sputerei volentieri in un occhio per poi riempirlo di pedate, come lui e i suoi sottoposti hanno fatto con me. Socchiudo gli occhi e sento i suoi passi avvicinarsi e la sua mano afferrarmi per i capelli, costringendomi a far ricorso alle mie ultime forze per alzarmi. Subito dopo vengo trascinata fuori dalla cabina in cui ero e portata sul ponte. Alzo gli occhi verso il cielo; è buio ma le stelle e la luna splendono. A quanto pare è già notte fonda.
- Sai, spero vivamente che tu non sappia nuotare- mi dice Ragno Rosso o come viene soprannominato questo idiota.
Comunque credo che la sua speranza sia ben riposta, infatti io non so nuotare.
Vengo fatta salire sulla balaustra e, a questo punto, mi ritengo già spacciata: quando lui mi spingerà, cadrò in acqua. Mi immagino già il contatto con l’acqua fredda quando un ruggito proveniente da quella macchia nera che, se non erro, dovrebbero essere i canneti che ho visto oggi, blocca Ragno Rosso. Subito una belva feroce salta sul ponte della nave attraccata vicino alla riva, provocando il panico tra i pirati. Io, invece, non ho paura, anzi sono felice perché so che quella “bestiaccia”, come la definiscono loro, è in realtà mia sorella.
La tigre salta addosso ad un pirata e di lui si sente solo più l’urlo e il rumore prodotto dal suo corpo che cade a terra privo di sensi infatti, conoscendo Emi, so che lei ferisce solo, ma non uccide mai. Altri uomini fanno la fine del primo e, in un batter d’occhio, anche il loro capo viene ferito e scaraventato dall’altra parte del ponte. Finalmente mi sento al sicuro, finalmente la mia sorellona è arrivata; ora non devo più preoccuparmi. Mi lascio andare indietro e cado tra le braccia di un’Emi ormai umana.
- Umi, Umi! Rispondi! Ti prego, apri gli occhi!- mi dice lei.
- Hehe… ciao Emi…- mi sforzo io.
- Porca vacca, guarda come sei ridotta!- mi tocca l’occhio gonfio.
Se non sbaglio il colpo in faccia l’ho ricevuto dopo il mio terzo rifiuto di rispondere.
- Cavolo… Umi, mi dispiace. So che il mio dispiacere non basta a farti star meglio ma vedi che adesso ti porto da un dottore, abbi un attimo di pazienza!- continua lei accomodandomi meglio tra le sue braccia.
- E così sono arrivati i rinforzi- ghigna Ragno Rosso, lasciandoci sorprese.
Le artigliate di Emi sono sempre micidiali: se vieni colpito stai pur certo di non alzarti più; allora com’è possibile che sia in piedi? Sono più che sicura di aver visto Emi colpirlo! La mia sorellona si incammina verso dei barili e mi posa dietro ad essi.
- Rimani qui- dice dandomi una delle sue pistole per poi andare incontro al nemico.


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Ricordo perfettamente il mio principio: non uccidere. Purtroppo questa volta dovrò andarci contro perché ho una grande voglia di far fuori questo lurido verme. Già l’aver rapito Umi lo fa rientrare nella mia lista nera, ma dopo aver visto in che condizioni l’ha ridotta la rabbia mi ha invasa. Un solo pensiero mi preoccupa ora: farlo fuori.
- Deduco dal tuo sguardo che non sei venuta per offrirmi i tuoi servigi…- ghigna lui.
- Esatto- sfodero gli artigli.
- Ma dimmi: cosa pensi di poter fare contro di me? Tornatene dal tuo amichetto Pugno di Fuoco, magari lui ti aiuterà-
- Per ridurti in brandelli basto ed avanzo io- dico per poi trasformarmi in tigre.
Con le fauci spalancate gli balzo addosso e gli mordo la spalla. Riesco a sentire le ossa spezzarsi sotto i miei denti, ma qualcosa non quadra: quello che sento non è il sapore del sangue, o almeno non di quello umano.








Nota dell’autrice
Salve gente!! Cosa mi dite su questo capitolo? *un pomodoro sfiora la guancia dell’autrice* Ok, ho afferrato il concetto. Vabbeh, ora farò un inutile (?) commento sul capitolo. Allora… forse, e dico forse perché la mia memoria fa pena, avevo detto che ci sarebbe stata una battaglia descritta abbastanza bene e sorpresa, sorpresa non c’è. Ma tranquilli, ci sarà nel prossimo capitolo! Mi scuso per questo mio “non inserimento di battaglia lunga” ed anche per il ritardo della pubblicazione di questo capitolo che avrebbe dovuto essere pubblicato ieri. Ancora scusa! Spero che qualcuno recensisca. Alla prossima!!
   
 
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