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Autore: Chaosreborn_the_Sad    28/02/2015    3 recensioni
Sono passati secoli dalla Guerra dell'Anello e la Terra di Mezzo è cambiata drasticamente. Elfi e maghi elementali, vittime delle persecuzioni razziali di Nuova Gondor, sono costretti a vivere nascosti e al di fuori della Federazione. Un mago e un'elfa millenaria prenderanno in mano la situazione, in un lungo viaggio verso il cambiamento.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio, Radagast
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 - Vino

La festa era finita da un pezzo quando scesi le scale: la Grande Sala dove avevamo cenato, ancora illuminata dai mozziconi di qualche candela, era deserta, con l'eccezione di Pan che dormicchiava su una delle panche. La gatta rizzò le orecchie al sentirmi arrivare, per poi socchiudere pigramente gli occhi.
“Ehi piccola...” feci, avvicinandomi a lei per darle una carezza. Pan rispose facendo le fusa e stiracchiandosi, strusciandosi meglio contro la mia mano.
“Ti piace qui, vero?”.
Miagolò e decisi di prenderlo come un sì.
Mi poggiai contro il tavolo, continuando ad accarezzare distrattamente la gatta, assorto nei miei pensieri.
Bene Rain. E ora?
E ora fanculo. A tutti.
La rabbia per le rivelazioni di Rhi ribolliva ancora, in un angolino del mio essere, ma ero troppo stanco per darle peso. Non avevo più forze per sfogarla e la verità era stata fin troppo per me.
Era stato il colpo di grazia.
Ora fanculo tutti. Fanculo tutto. Siamo arrivati in capo al mondo e non abbiamo risolto nulla. Sì, ho smesso di avere incubi per l'astinenza e non mi sveglio più sudando freddo, ma ciò che ho perso nel mentre...
Joder.
Avrei tanto voluto aver le forze per mentire a me stesso e decidere di non credere a quello che Langrhibel mi aveva detto, ma non potevo e non ce l'avrei fatta.
“E non abbiamo neanche fatto l'amore” mormorai, sommesso.
“Mia sorella non te l'ha data? Eppure a vedervi sembravate così affiatati”.
Mi voltai, riportato improvvisamente al mondo reale dalla voce alle mie spalle.
Maledetti elfi dei miei coglioni e la loro leggiadria e che cazzo so io del loro non fare rumore. Mai. Neanche attaccandogli dei campanellini addosso.
Quella forse sarebbe un'idea, al prossimo elfo che incontri attacchi il collarino che avevi comprato a Minas per Pan.
“Rain? Tutto bene?”. Avevo ancora il respiro affannato e probabilmente gli occhi stralunati.
Misi a fuoco l'elfo di fronte a me dall'altra parte del tavolo, che stava agitando la mano davanti ai miei occhi, riconoscendo Cristereb.
Vale, riconoscendo per modo di dire, perché aveva l'aspetto di chi ha passato una serata di troppo a bere. Gli occhi cerchiati e arrossati, i capelli spettinati, le guance imporporate e le labbra violacee gli davano in tutto e per tutto l'aspetto di un vecchio bevitore di Umbar.
“Cristereb?! Non t'avevo visto, scusa...” cominciai. L'elfo mi fece un cenno con la mano, ad indicare che non c'era problema.
“Stavo dormendo sotto il tavolo, finché non sei venuto a monologare” spiegò, con un sorriso mesto.
“Che ci facevi sotto il tavolo?”.
“Ah, non lo so. Debbo esser scivolato dalla panca a un certo punto. I ricordi sono un po' foschi” rispose.
Feci un verso d'assenso, sedendomi sulla panca di fianco alla gatta.
“Tu invece? Come mai sei sceso? Sembra tu abbia visto un fantasma” asserì lui.
“Non proprio... è una storia lunga” risposi. Mi frugai nelle tasche, cercando il pacchetto di sigarette.
“So io di cosa hai bisogno” affermò l'elfo “Seguimi”.
Confuso e curioso decisi di andar dietro all'elfo, che si avviò lungo un corridoio laterale fino a giungere ad una porta di legno in fondo allo stesso. Pan zampettò tra le nostre gambe, strusciandosi poi sulle caviglie di Cristereb.
“Le piaci” dissi. L'elfo mi sorrise, frugando tra le chiavi del mazzo che aveva estratto da una tasca occulta della toga.
Aprì la porta, rivelando una scalinata che andava verso il basso, e mi fece cenno di scendere con lui.
“Per caso hai un accendino?” mi domandò, prendendo una candela da un sostegno alla sua destra. Annuii, porgendoglielo.
“Ottimo” fece, accendendo la candela e cominciando a scendere la scalinata, fermandosi di tanto in tanto ad accenderne altre, appese lungo il muro.
Giungemmo in fondo alle scale, dove l'elfo finì di accendere le candele, illuminando la stanza e rivelando file di botti e bottiglie.
“Benvenuto a Valinor, Rain” disse.
“È la cantina” affermai, incredulo. Ed io che pensavo che la sorella avesse problemi. O il cugino. Ma ce n'è uno normale in quella famiglia?!
Parrebbe di no.
“Bravo Rain, osservazione azzeccata. Dalla tua faccia sembrava proprio tu avessi bisogno di un bicchiere di vino”.
“Anche due...” feci. L'elfo rise.
“Anche due, sì. Beh, come puoi vedere non ne manca, e poiché la stiva della nave è già piena mi ero ripromesso che sarei riuscito a svuotare la cantina prima della partenza. Magari puoi darmi una mano” propose.
No. Decisamente non ce ne sono di normali.
“Mi stai proponendo di sbronzarci?” domandai.
L'elfo alzò le spalle ed allargò le braccia, come a dire Beh, a me sembra una buona idea.
Non ci credo. In realtà anche questo è tutto un sogno dovuto all'astinenza, al vino elfico e probabilmente allucinogeno che ci hanno dato a cena o a che cazzo so io. Forse sto semplicemente impazzendo e sono ancora chiuso in una stanza d'albergo a Umbar, in tour con gli Squall, e non ho mai conosciuto nessun elfo.
Magari Rain, magari.
“Rain?” fece l'elfo. Mi resi conto di essermi bloccato di nuovo, osservando le bottiglie disposte in file ordinate lungo i muri.
“Sì, ci sono”. Cristereb annuì, andando a frugare in un angolo e riemergendo con una coppia di calici e una bottiglia.
“Cominciamo con un bianco più leggero, che magari hai anche voglia di parlare, nel mentre” disse. Annuii, ancora confuso da tutta la situazione.

“Dunque” cominciò, porgendomi uno dei calici “Cosa è successo?”.
Sospirai, ancora incredulo.
Cos'è successo? È successo che tua sorella m'ha rivelato d'essere la responsabile della morte di un sacco di maghi, tra cui i miei genitori, ed ora tu -suo fratello- mi stai consigliando di ubriacarci per rallegrarmi un po'.
Qualcosa non va in quella famiglia, ne sono certo.
“Rhi...” cominciai. Non riuscii a continuare, ma vuotai il bicchiere, accasciandomi poi sul pavimento. L'elfo prese il bicchiere vuoto dalle mie mani per porgermelo nuovamente pieno, un minuto dopo.
Si sedette poi al mio fianco.
“È sempre stata una persona difficile, lo so”.
“Sei suo fratello, dopotutto” asserii, laconico.
“Mah... è vero, ma alla fine il nostro rapporto è stato sempre bizzarro. Sì, sono suo fratello minore, ma sono rare le volte che mi abbia trattato come tale. Solitamente ero più vicino ad un compagno di bevute, un suo amico e un suo pari. Vuoi per il suo rango e vuoi per il suo carattere, Rhi ha sempre avuto difficoltà nel trovarsi degli amici. Ha sempre avuto il rispetto dei suoi soldati e dei suoi pari, questo sì, almeno fino al momento del suo esilio, e anche una schiera non indifferente di pretendenti -sai, essendo la figlia del vicegovernatore dei Porti è normale- ma amici sempre pochi. Anche per questo è sempre stata affezionata a Zaal, uno dei pochi che non avesse mai paura di dirle le cose con chiarezza e senza abbellimenti. Dev'essere una cosa di famiglia, forse, perché alla fine dei conti siam sempre stati alquanto solitari, tutti e tre”.
Mi voltai verso l'elfo, mentre questo vuotava il fondo della bottiglia nel suo bicchiere e tracannava quest'ultimo in due sorsi.
“Insomma, mia sorella è sempre stata un boccone difficile, specialmente per voi maghi” concluse.
“Alludi al fatto che c'è mancato poco fosse la mia antenata?” gli chiesi, caustico.
“A dire il vero no, ma penso che tu lo sappia: fu una scelta di Zèfiro quella di lasciarla”.
“Perdonami, anche tu hai ragione”.
“Ti sta proprio sul cazzo, eh?” domandò, e sapevo con certezza che non si stesse riferendo a lei.
“Sai com'è, quando tutti, da tuo padre alla donna di cui t'innamori, non fanno che paragonarti a lui, penso sia normale” risposi, allungando la mano verso la bottiglia per poi ricordarmi che fosse già vuota.
Cristereb si alzò, andando a prenderne un'altra.
“Ti capisco Rain. Anch'io non ho avuto quello che si dice un rapporto roseo con mio padre” fece l'elfo, stappando la nuova bottiglia.
Cristereb riempì un'altra volta i bicchieri, tornando a sedersi, mentre Pan si avvicinava, nuovamente incuriosita dall'elfo.
Hola pequeña” fece questi, porgendo la mano aperta verso la gatta. Pan l'annusò e decise anche stavolta che le piaceva, cominciando a strusciarcisi contro.
“Non sapevo tu parlassi l'haradrim” dissi, osservando l'elfo accarezzare la gatta che, per l'occasione, aveva cominciato a fare le fusa.
“Ho passato gli ultimi secoli nell'Harad” rispose lui. Non ne ero certo, vuoi per il vino, vuoi per le rivelazioni di Langrhibel, ma mi parve che l'elfo si fosse rabbuiato un'altra volta, come al sentir me e Rhi imprecare.
“C'è qualcosa che non va?” gli domandai. Cristereb bevve qualche sorso di vino prima di rispondermi.
“Diciamo che gli ultimi ricordi che ho di quella terra non sono dei migliori” fece.
Vuoi vedere che... eppure mi aveva dato un'altra impressione. Chissà.
Osservai il profilo dell'elfo che beveva.
Potrebbe essere, ma ancora non son sicuro.
Certo che stiamo abbassando la guardia Rain, guardalo meglio, è quasi palese.
Ma mi pare strano che non fosse stato così visibile già da prima.
Forse perché prima eri ancora destabilizzato dai Porti, dal vino e soprattutto da sua sorella?
C'è qualcosa che non mi quadra in tutto ciò. Probabilmente hai ragione, ma vorrei evitare gaffe.
Come vuoi, io continuo a credere che la gaffe sia la domanda che hai scelto di fare.
Accantonai i deliri della mia mente da un lato per poi rivolgermi di nuovo a Cristereb.
“Donne?” chiesi. L'elfo ridacchiò.
“Non propriamente”.
Uno a zero per me Rain, te lo dicevo io che era abbastanza palese, quando smetti di pensare a lei per un momento.
“Ah” feci, incerto su cosa dire.
“Aye Rain. Maghi, nello specifico. Vale, un mago se vogliamo essere precisi”.
Improvvisamente ebbi un brutto presentimento. Eppure mi sembrava finalmente di averne trovato uno che non adorasse religiosamente quell'infame.
Vidi Cristereb studiare la mia espressione -probabilmente per l'ennesima volta confusa- con vago divertimento.
“T'assicuro che per una volta non si tratta del tuo antenato. Era un mago d'Acqua” disse, mesto. Notai un apparente disprezzo sulle parole tuo antenato, ma decisi di non indagare oltre. Si vedeva lontano un miglio che il discorso non era uno dei suoi preferiti.
“No, Rain, non mi sta così tanto sul cazzo. Beh, sì e no. Nonostante Zèfiro abbia salvato il culo a tutti noi -e per questo gli sono sempre stato immensamente grato- non ho mai capito questo culto che la gran parte della gente avesse per lui. Era un brav'uomo, sì, e un amico, ma a differenza di altri non ho mai visto la luce brillargli dal culo” rispose. Gli rivolsi un sorriso mesto, sollevato di aver trovato finalmente qualcuno che la pensasse come me.
“Ma...” cominciai poi.
“No Rain, ti prego di non domandare di più riguardo il mio compagno” m'interruppe Cris. In quel momento fu palese il dolore e la rabbia che a stento tratteneva, al ricordo di tale mago.
“Perdonami, non ti chiederò di più” gli dissi, poggiando una mano sulla sua spalla.
“Tranquillo Rain. Immagino che con mia sorella tu abbia imparato a non fare troppe domande” mi disse, rasserenandosi un minimo.
Sospirai, annuendo. Vuotai il mio bicchiere ed allungai la mano verso la bottiglia.
Devo ammettere che l'idea di Cristereb stava funzionando, già cominciavo a sentire il vino ed i suoi effetti.
Magari se mi sbronzo abbastanza potrei perdonarla.
Mi sembra difficile.
Sicuro?
Secondo me ti ritrovi semplicemente ancor più incazzato, ancor più triste e per di più con i postumi.
E se agissi prima dei postumi?
Stronzate.
Hai ragione, forse.
Ho sempre ragione. E dammi della nicotina, una buona volta.
Mi accesi la sigaretta, sotto lo sguardo attonito di Cristereb.
“Tutto bene?” domandò, un'altra volta.
“Eh?”.
“Ti sei incantato di nuovo”. Gli rivolsi mezzo sorriso.
“Non ti preoccupare, mi capita spesso”.
“Dunque... vuoi dirmi finalmente che cosa è successo con mia sorella o aspettiamo ancora una bottiglia di vino?” chiese l'elfo, cercando di sdrammatizzare. Ridacchiai, anche se c'era poco di cui ridere.
Presi un altro respiro e mi versai un altro bicchiere.
“Tu prendi un'altra bottiglia ed io vedo di trovare le forze per parlare, finalmente, che mi farà bene”.
“Aye”.
“O almeno spero mi farà bene”.
“Animo Rain” fece l'elfo, osservando le bottiglie sulle mensole per poi sceglierne una.
“Niente frase rassicurante su come tutto si può risolvere?” gli domandai.
“Oh, volentieri, ma stiamo parlando di mia sorella e mi pare di capire che siamo entrambi ormai alquanto disillusi per credere in frasi fatte del genere” rispose lui, tornando a sedersi e stappando il vino.
“L'hai detto” asserii, alzando il calice verso di lui.

Nella mezz'ora che seguì ripercorsi la gran parte di quello che era successo da quando avevo conosciuto Rhi, o meglio da quando avevo conosciuto Claudia e di come si fosse rivelata essere Rhi. Non fu facile e glissai su molti dettagli, primo su tutti la notte prima della nostra partenza. Arrivai finalmente alle rivelazioni di quella notte e del passato di sua sorella e potei notare come l'espressione di Cristereb era sempre più inorridita. Anche lui, come me, non voleva crederci, ma sapeva di doverci credere.
“Insomma” continuai, cercando di mantenere ferma la voce “puoi capire perché tu mi abbia trovato nella sala in stato confusionale”. L'elfo annuì, senza parlare, forse perché neanche lui più ci riusciva.
Restammo in silenzio per un lungo momento, continuando a bere vino.
Fu Cristereb a parlare per primo, alla fine.
“Vacca Varda” mormorò.
Joder” gli risposi.
Altro lungo silenzio.
Forse non è stata una buona idea mettersi a parlarne con suo fratello, ubriacandosi.
“Almeno” mormorò l'elfo, assorto in chissà quale pensiero “Lei ha avuto il coraggio di parlare e di affrontarti. Poteva... poteva lasciarti una nota e sparire”. Mi voltai a guardarlo, notando di nuovo la vena di dolore che aveva accennando al suo compagno. Rispettai la sua precedente richiesta di non insistere e tornai a concentrarmi sul mio bicchiere.
“Ti ringrazio” disse Cristereb, dopo un po'.
Alzai di nuovo gli occhi su di lui, non capendo.
“Per... per come hai reagito. Lo so che non è la cosa migliore da dire, ma resta comunque mia sorella”.
“Non penso riuscirei ad alzare le mani su di lei. Non di nuovo” risposi, abbassando di nuovo lo sguardo.
“Quella volta... beh, so che sa difendersi e m'hai detto che l'ha fatto. Acqua passata. Ma in questo caso t'avrebbe lasciato ucciderla, se tu avessi deciso di farlo, e ti sono grato per come hai deciso di reagire” disse.
Sospirai, e decisi di narrargli anche il dettaglio che avevo tralasciato.
“Sai” cominciai, mentre l'elfo si alzava a prendere l'ennesima bottiglia, “mi ha salvato la vita”.
Cristereb mi osservò, mentre prendevo un altro respiro.
Dovevo decidermi.
No, ti sei già deciso.
Lo so.
Ma comunque devi raccontarglielo.
Lo so.
Almeno qualcuno deve sapere di tale decisione, e Cristereb mi sembra un'ottima persona.
Lo so.
E allora cosa aspetti?
“Salvato la vita?” ripeté l'elfo, versando il rosso Rohirrim nel mio calice vuoto.
Aspettavo questo.
Cristereb si riempì il bicchiere a sua volta, attendendo che smettessi di discutere con la mia mente.
“Sì...” mormorai, accendendomi quella che era l'ennesima sigaretta. Le fusa di Pan, accoccolata contro le mie gambe, furono per un momento l'unico rumore, finché non ripresi finalmente a parlare.
“È stato qualche settimana fa, la notte prima che lasciassimo Minas” dissi.
Joder se non avevo voglia di parlare di quella notte, joder!
“Cos'è successo? Da quello che mi ha raccontato vi siete salvati le penne a vicenda parecchie volte, da quando vi siete conosciuti” disse l'elfo, sedendosi accanto a me. Gli offrii una sigaretta, spegnendo la mia.
Cristereb guardò incerto la sigaretta che gli stavo porgendo, combattuto, per poi accettarla. Lo osservai accendersela e scoppiai a ridere poco dopo, mentre l'elfo si soffocava tra i colpi di tosse.
Ti sei abituato così tanto a vedere Rhi fumare che un elfo non fumatore ti diverte?
Ah, sta buono, che ho bisogno di un po' di leggerezza.
“Non avevi mai fumato?” chiesi, ancora ridacchiando.
“No” boccheggiò lui, tra un colpo di tosse e le lacrime “Non ho mai capito questa passione di voi mortali ad avvelenarvi i polmoni, ma volevo provare almeno una volta prima di partire”.
Attesi in silenzio che Cristereb smettesse di tossire, voltandomi poi a guardarlo. L'elfo incrociò il mio sguardo e scoppiammo entrambi a ridere.
Vacca Varda, 'sto vino funziona mi dissi.
“Bevici un sorso, ti farà meglio” gli consigliai, alzando il calice a mimare un brindisi.
“Sappi che toccherà fumarti anche questa” disse Cristereb, dopo aver bevuto un paio di sorsi “Io non rischio una seconda boccata”.
Risi di nuovo, accettando la ormai mezza sigaretta che avevo offerto all'elfo.
Okay, ora il siparietto comico è finito. Torniamo al punto.
“E non hai tutti i torti, ci siam salvati l'un l'altra un paio di volte, ma questa era una situazione diversa” asserii, riprendendo il discorso interrotto dalla tosse dell'elfo.
“Avevo tentato di suicidarmi” conclusi, laconico.
Joder.
Il silenzio calò sulla cantina dopo la mia ultima affermazione.
Joder, lo dicevo che non volevo parlare di quella sera.
“Posso domandarti perché?” chiese l'elfo.
Vale, continuiamo a rivangare. Forse è questo il mio giro di boa.
“Beh... era andato tutto a puttane. La mia ragazza non ha voluto accettare che fossi un mago -sì, sono stato abbastanza coglione da rivelarglielo- e ha avvertito le milizie. Questi hanno fatto due più due ed il mio migliore amico...” sospirai, interrompendo il discorso per un momento “Stavano attraversando la frontiera, lui e Romeo, il nostro batterista... Romeo l'hanno preso vivo, Dan non ce l'ha fatta”.
“Mi dispiace Rain” rispose Cristereb, appoggiando la mano sulla mia spalla. Poggiai il bicchiere in terra, facendo poi ciondolare la testa tra le ginocchia. Ero vagamente conscio dello sguardo dell'elfo, che attendeva senza fretta che riprendessi a parlare.
Ancora uno sforzo, Rain.
“Dopo... è tutto un casino, è tutto confuso. Rhi ha capito subito chi avesse fatto la soffiata e da lì è stato facile per gli altri maghi attribuirmi la responsabilità delle cose. E non avevano torto, bada bene. Daniel era un fratello per me e sarebbe ancora vivo se non avessi deciso di rivelarmi ad una donna a cui mettevo le corna quasi regolarmente”. Sospirai di nuovo, allungando una mano a fare una carezza a Pan.
Ci siamo.
“È finita che son andato verso il letto, chiedendo a Rhi di seguirmi, e nella manciata di secondi prima che entrasse in camera ho ingoiato un'intera boccetta di sonniferi. Non volevo più svegliarmi, ma addormentarmi l'ultima volta con Rhi tra le braccia e l'odore dei suoi capelli”.
“Se n'è accorta, vero?” disse Cristereb, con un sorriso mesto.
Non risposi subito, ma lasciai passare un lungo momento, inspirando per ridare fermezza alla mia voce.
Un respiro.
Due.
Tre.
Respira Rain.
Quattro.
Da quando ti emozioni così tanto, Rain?
Vorrei vedere te dopo quello che ho passato, joder.
“Certo” riuscii a dire, finalmente, “Me lo ha raccontato dopo, ma a quanto pare s'è resa conto di come fossi crollato innaturalmente e mi ha infilato due dita in gola, facendomi vomitare tutte le pillole. Ha dormito tenendo la mano sul mio petto, quasi avesse paura potessi morire comunque”. Cristereb non rispose, ma mantenne quel mezzo sorriso osservandomi.
“Sai, penso mia sorella si sia innamorata di te, Rain”. Abbozzai un mezzo sorriso a mia volta, nonostante gli occhi velati al ricordo di quella notte.
Innamorata? Potrebbe essere. E tu Rain?
Stronzate.
Dunque? Siamo arrivati al punto.
Vero. Il punto.
“Non ne sono poi così certo” dissi “Ma ho deciso una cosa, dopo quella notte”.
“Ovvero?”.
“Ovvero che ho messo la mia vita nelle sue mani. È stata lei a riportarmi indietro, a salvarmi. Non intendo sprecare questo suo dono”.
“Che cosa intendi? Pensavo tu non volessi più avere a che fare con lei”.
Non voglio o non posso?
Mi sembra tu abbia già deciso la risposta a questa domanda.
Era...
Diverso?
Sì.
Stronzate. Avevi deciso di fidarti di lei.
Come posso fidarmi di lei?
È questo il bello della fiducia.
Sospirai ancora una volta.
“Questo è certo” affermai “Come è certo che dovrei smettere di mentirmi ed accettare ciò che provo per lei”.
Non sarebbe una cattiva idea. O dobbiamo fare l'uomo incazzato?
Senti, incazzato è una parola che non rende minimamente ciò che provo ora.
Lo so.
Ma non credi, ciò nonostante, che ne abbia un po' -giusto un po', eh- il diritto?
Te puoi fare il cazzo che vuoi Rain, ma stai discutendo con la tua mente.
Lo so. Quindi sai anche quanto mi senta un coglione in questo istante.
Senti, lascia a me le decisioni sullo stato d'animo per il momento e dedicati a quelle pressanti, che Cristereb sta ancora aspettando che tu finisca di parlare.
“Intendo dire che mai prenderò di nuovo la decisione di togliermi la vita” continuai, finalmente “Non chiedermene le ragioni perché non le so, ma sono certo che non sarà suicidandomi che me ne andrò da questo mondo. È una promessa che ho voluto farmi e che faccio a te in questo momento”.
Dopo una breve pausa decisi di fare un'aggiunta:
“Avrei voluto dirlo anche a Rhi, ma visto come stanno le cose magari potresti accennarglielo tu”.
Cristereb rimase in silenzio, vuotando il fondo della bottiglia nei due calici poggiati sul pavimento.
“Ammiro la tua determinazione, Rain, e brindo a te” disse poi, alzando il suo bicchiere.
“Ti ringrazio, figlio di Ornhir” risposi, facendo cozzare il calice contro quello dell'elfo.
Meglio?
No.
Pazienza.
Bevvi un paio di sorsi e riappoggiai il bicchiere in terra, rendendomi conto finalmente del brindisi.
Figlio di Ornhir? Veramente, questo vino e questo posto mi stanno facendo più effetto di quanto credessi.
Mi accorsi di star ridacchiando sommessamente.
“Che?!” fece l'elfo, dopo aver vuotato il bicchiere in due sorsi, con fare da beone affermato.
“Era strana l'assenza di pomposità, mi chiedevo quando sarebbe spuntata” risposi, mimando di nuovo il brindisi con il calice.
“Ehi, resto comunque un Noldo! E non sono io quello che ha tirato fuori i patronimici!” rispose Cristereb, piccato.
“I patronimici, addirittura! Non giochi a tuo favore se continui ad usare questi termini” continuai, ormai ridendo apertamente. Devo ammettere che la sua irritazione era parecchio divertente.
In risposta Cristereb ruttò sonoramente, provocandomi un ulteriore scoppio di risa.
“Va meglio ora? Joder, talvolta mi scordo quanto cafoni possiate essere voi haradrim!”.
“Senti” dissi, dopo essersi calmato “avrei un altro favore da chiederti”.
“Dimmi pure”.
“Pan. Io partirò, a breve, non so ancora verso dove, ma le Terre Selvagge non sono il posto migliore dove portarla, specialmente se viaggio a piedi. Vorrei ti prendessi tu cura di lei, visto che le piaci”.
“Posso ribattezzarla Pervinca III?”.
Scoppiai a ridere un'altra volta.
“E tuo padre quanto ci avrebbe messo a rendersi conto che sei omosessuale?!”.
Cristereb rise a sua volta, incassando la frecciata.
“Penso lo abbia sempre saputo, ero io quello che non poteva accettare di essere accettato. Ma questa è un'altra storia” rispose “In ogni caso sì, mi prenderò volentieri cura di Pan, a patto che tu mi faccia un'ulteriore promessa”.
“Dimmi”.
“Non abbandonarla. So che è molto e non dovrei arrogarmi il diritto di chiedertelo, ma ti prego non abbandonarla. Lo facemmo tutti, a nostro tempo, Zaal, mio padre, Zèfiro, io...”. L'elfo s'interruppe, perdendosi per un momento in ricordi di tempi lontani.
“Cris, ne sono innamorato” risposi. Mi bloccai, accorgendomi delle mie parole.
Abbiamo deciso di accettarlo?
Parrebbe. “Ma” continuai “il colpo che mi ha dato è stato troppo, anche per me. Non posso prometterti ciò, ma posso prometterti che ci penserò”.
Mi accesi l'ultima sigaretta del pacchetto e accartocciai quest'ultimo con la mano.
“Sei una brava persona Rain. È stato un piacere poterti conoscere, prima di andarmene” affermò Cris, porgendogli la mano. Gliela strinsi, guardandolo negli occhi.
Y tu también, Cris. Ha sido un placer”.






Note d'autore
E finalmente quattordici. La scena è diventata più lunga di quanto credessi e quindi niente iene e ancora Porti, ma poco male, ci va bene così. Speriamo arrivi presto il prossimo con il ritorno di un po' d'azione dopo tutti i dialoghi degli ultimi due.
Ah, neanche vi faccio il disclaimer ufficiale, ma comunque andateci piano con il vino. =D
Adiòs
  
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