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Autore: Alaska64    28/02/2015    2 recensioni
heila, questa è la mia prima ff, spero vi piaccia.
DAL TESTO:
"E d'improvviso, non vidi più Percy.
La ragazzina stingeva un piccolo pugnale di bronzo celeste sporco di sangue e terra come lei, mentre i suoi occhi, d'un verde mare brillante, scrutavano velocemente il panorama attorno, non con paura, ma eccitazione.
Notai anche una macchia di sangue che colorava i pantaloni strappati sulla gamba destra, ma sotto nessuna ferita.
- Percy! Bentornato al campo! E lei signorina, chi è?- disse Chirone. Non mi ero neanche accorto che c'era anche lui.
- Oh, io sono Sara. - si presentò. "
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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QUESTO CAPITOLO CONTIENE SPOILER! (io vi ho avvertiti)
NICO
All'inizio andai veramente alla cabina di Ade. Solo che non riuscivo a dormire.
Mi sembrava di aver preso quattro lattine di Red Bull tutte d'un fiato, e dovevo muovermi perchè se no sarei impazzito sul serio.
Quindi, dopo due minuti che mi sembrarono due ere geologiche rimisi scarpe e felpa, ed uscii per prendere una boccata d'aria. Chissà, magari aiutava.
Andai verso il lago, forse perchè mi ricordava la figlia di Poseidone, o forse solo perchè ero completamente suonato, e Jason aveva messo qualche sostanza stupefacente nella diet cola.
Ripensai a Talia ed alle cose che mi aveva detto nella cabina uno.
Falla soffrire e ti uccido.
E pensare che credevo fossi io quello iperprotettivo quando avevo minacciato Frank di mandarlo ai campi delle pene, dopo che Hazel mi aveva confidato che la loro relazione stava diventando qualcosa di più serio.
 —Hai appena rovinato la mia fantastica idea di trascinarti in un emozionante bagno notturno con gli squali bianchi. — disse una voce cristallina che proveniva dal lago.
Credevo fosse una nereide di passaggio che voleva fare colpo su qualche mezzosangue trasgressivo come me, ma meno male che mi fermai dietro un albero.
Per un attimo non ebbi un infarto. Che cavolo ci facevano Leo e Sara vicini sulla spiaggia?!
Strinsi i pugni fino a sentirmi le unghie conficcate nei palmi delle mani.
—Meno male. —sentii rispondere Valdez che era vicinissimo a lei —Hei ma, non ci siamo ancora presentati! Io sono Leo Valdez. Il più Hot di tutto il campo. Chiedi a chi vuoi, ti diranno tutti così. — e ci mancò davvero poco perchè non scattassi da dietro l'albero e gli spaccassi la faccia a forza di pugni.
—Sara Jackson. — disse mentre quell'idiota si stendeva decisamene troppo vicino a lei.
—La sorella di Percy vero? Cavolo mi dispiace un sacco per essermi perso la sua faccia quando Sally gli ha detto che c'eri anche tu.. —Sentii Sara ridacchiare — Dev'essere stata epica. —
—Oh, non sai quanto— disse la figlia di Poseidone. 
—A che pensi ragazzina? —chiese dopo un po' Leo.
 Sara sospirò —Al fatto che mi devo rassegnare una volta per tutte sul fatto che sarò soggetta per tutta la vita a nomignoli assurdi, e— chiuse gli occhi per un secondo in più del dovuto —A quanto qui sembrate tutti una famiglia. —
Leo sospirò. —Ti accorgerai presto che qui al campo siamo più a meno  tutti imparentati. Cioè insomma, seguendo la logica, tu saresti— arricciò le labbra —La figlia del cognato di mia nonna. Una specie di pro-pro-zietta o qualcosa del genere. — Strano come Leo mi facesse venire ancora più voglia di ucciderlo quando faceva l'intelligente.
—Nah, non potrei mai essere tua zia. Che razza di zia non porta i regali al suo nipotino? Cioè, sono una parente terribile.. — Non riuscii a non lasciarmi scappare una risata. Secondo la logica di Valdez, io e Sara saremmo dovuti essere cugini, e be', era la cugina migliore che mi potesse capitare.
 —Mica così tanto sai? zietta. — Rise Leo. —E nella vita cosa ti piace o piaceva fare? —
—Mi piaceva leggere. Non avevo a disposizione molti libri ma riuscivo a leggerne molti. E tu? — Wow, bella ed anche intelligente. Mi chiesi per la seconda volta se i figli di Annabeth e Percy sarebbero usciti così, e che se si, avrebbero avuto dei figli fantastici.
 —il balletto classico. Oh non sai quanto lo venero. Insomma, sono un figlio di Efesto. Amo i tutù. — Ma dove sono gli eserciti di zombie quando servono?
—scherzi vero? — chiese Sara strizzando gli occhi.
 —Certo.. io adoro la meccanica. Aggiustare cose, costruirne...  è la mia vita. —
 —Deve piacerti molto la tua vita. — Mormorò lei giocherellando con una pietrina verde che aveva in mano.
—A te no? — chiese Leo guardandola.
 Sara sospirò come se si fosse fatta quella domanda un milione di volte. —A volte mi ritrovavo a chiedermi cosa avevo di sbagliato. Sai com'è.. orfanotrofio, le coppiette felici che ti sfilano davanti senza neanche guardarti manco avessi il vaiolo, i compagni di dormitorio che non si ricordano neanche il tuo nome, le suore che ti trattano come una specie di pallina da tennis. Non piaccio ai mortali. — concluse la frase meccanicamente, e pensai che probabilmente se lo era ripetuto più volte. Questo mi fece arrabbiare ancora di più, perchè una persona dolce come lei non dovrebbe meritare tutta quella sofferenza. Come Hazel, nessuno poteva farle del male senza prima passare sul mio cadavere.
 —Piaci ai mezzosangue. — disse Leo. Il mondo in torno a me cominciò a sfumarsi di rosso intenso, ed avevo una grandissima voglia di prendere il figlio di Efesto a pugni. Ancora più di quando mi aveva rovesciato addosso l'impasto per la torta di compleanno di Percy ed Annabeth ci aveva scacciati dalla cucina.
Mi sentii un po' meglio quando sentii Sara ridere. Cavolo, se c'era suono più bello e dolce della sua risata, probabilmente sarebbe stato letale quanto una scodella di nettare per un semidio.
—A me piaci. — Leo doveva morire male.
 Sara smise di ridere.
Anche io le avevo detto che mi piaceva ad obbligo o verità. Probabilmente la cosa l'aveva spiazzata abbastanza. Insomma, due volte in due ore. Della serie dart fener che ti dice di essere tuo padre e Voldemort che ti rivela di essere tua madre tutto nella stessa vita.
—Oh, be' scusa. Probabilmente tutta questa aria pulita mi fa dire cose che non dovrei dire.. ma comunque è vero. Mi piaci ragazzina. — come potevo ucciderlo senza farmi vedere? Passiamo al calcolo delle probabilità!
—Anche a me piaci Torcia-umana-valdez. — No. non poteva averlo detto. Non lo aveva detto. Non.. Non anche lei.
Cominciai a vedere tutto nero mentre quelle quattro parole mi fluttuavano in testa come una cantilena assurda, perdendo qualsiasi significato concreto, come quando ti chiedi se hai detto una cosa o se l'hai solo pensata molto forte.
Ecco, ora ci mancava solo che svenivo.
Miracolosamente mi ripresi.
—Si, va bene. Che ne dici di un combattimento notturno? — Mi ero perso qualche battuta probabilmente, perchè Leo si alzò in piedi dandomi le spalle.
—Andata. — disse lei sorridendo. Mi fece pensare a come mi aveva guardato mentre combattevamo. Gli occhi famelici che ti scrutano da cima a fondo senza darti il tempo di capire se sta tentando di attaccarti o se se ne starà a guardarti per il resto del tempo.
—Hai una spada? — chiese Leo aiutandola ad alzarsi in piedi dandole per le mani.
—No. Io e Nico abbiamo cercato in armeria per tutto il giorno, ma non abbiamo trovato niente di adatto. — Nico. La vidi sussultare quando disse il mio nome, come se le avessi scaricato un barile d'acqua gelida addosso solo con quello.
—Se.. se ti va posso fartene una io.. — disse sottovoce quel maledetto spagnolo, che come sempre deve rovinare i momenti migliori.
—Sarebbe fantastico. — cominciarono a camminare, ed io li seguii.
Okay che mi prende?
Ero passato di qui perchè volevo prendere una boccata d'aria e mi ero fermato a sentirli parlare per un attimo, ma ora li stavo pedinando.
Non è che ora mi metto anche io a fare lo stalker come mio padre faceva con Persefone qualche milione di anni fa  vero?
Ed invece credo proprio di si visto che mi ritrovo nascosto dietro ad un albero, a notte fonda, a spiare la ragazza che mi piace con a fianco quell'idiota di Valdez.
Peccato che l'elmo dell' "sono invisibile e do i brividi a tutti" i ciclopi non lo danno in dotazione a chiunque, e quindi dovevo cercare di fare lo scemo il meno possibile, e non inciampare nel primo rametto che mi spunta sotto i piedi.
—Okay allora. Mi serve solo qualche misura. — Si fermarono vicini ad un albero, mentre facevano attenzione a non farsi sentire, e Leo cominciò a girarle attorno come se stesse guardando i particolari d'un opera d'arte, fermandosi dietro di Sara ed accarezzandole la schiena, in un modo che mi gridava "dammi un pugno Di Angelo!"
—Come la vuoi? — chiese in modo troppo sensuale per i miei gusti.
Sussultò. —Nel senso.. ci vuoi qualche iscrizione, il colore della lama, la forma dell'elsa.. —
 —Questi quattro simboli. —rispose Sara così sottovoce che quasi feci fatica a sentirla.
Gli  mostrò la collana che teneva appesa al collo e dovetti mordermi l'interno della guancia per non sporgermi da dietro il mio nascondiglio improvvisato.
Leo avvicinò le dita, e decisi con dei pensieri non molto razionali per la testa, che l'indomani lo avrei infilzato per bene ed offerto in sacrificio agli dei come regalo di miliardesimo compleanno o qualcosa del genere.
—Allora ci vediamo domani ragazzina. — le sussurrò. —Cioè oggi. cioè tra qualche ora. cioè quando avrai finito di dormire. Cio--
—Buonanotte torcia-umana-valdez. — E un po' la sua risata, un po' Leo che se ne andava mi fecero rilassare.
—Notte ragazzina. —
Vidi Leo allontanarsi da Sara con la solita aria che ha quando sta progettando qualcosa che c'entra con la meccanica, tecnica ed altre cose del genere.
Poi la figlia di Poseidone si voltò verso di me sospirando, mentre si ficcava le mani nelle tasche della camicia, probabilmente per il freddo.
Ed ecco che, come sempre, devo fare qualcosa di sbagliato. Ovvio, se no non sono io.
Mi mossi per sbaglio da dietro la mia postazione segreta schiacciando un rametto, e, credo che lei mi abbia sentito, perchè si gira verso di me ed impallidisce.
—Oh Dei ma cos' avete tutti? —La sentii borbottare mentre alza gli occhi.
—Ehm.. Ciao Sara. — dissi sottovoce venendo fuori dal nascondiglio.
—Non dirmi che mi stavi spiando.
—Okay, non te lo dico.
Sospirò scuotendo la testa.
—Ma hey, guarda il lato positivo.. Almeno non sono spuntato fuori da una voragine nel terreno con un crocchio di cavalli demoniaci e ti sto rapendo per portarti negli inferi. — Rimasi dov'ero ringraziando gli dei perchè al buio non potesse vedermi arrossire come un dannato.
—Almeno. —
—Ti va una passeggiata senza alcun fine di cattura? — proposi mettendomi le mani in tasca.
— Perchè no. Infondo, questo pomeriggio ti ho trascinato sott'acqua. Credo di doverti un favore. — Disse tenendo la voce mentre si metteva accanto a me.
Sentii dei rumori strani dietro di noi e qualche mormorio sinistro del tipo "finalmente si mangia" e "al tartaro la dieta". Non promettevano nulla di buono.
—Oh no. — sussurrai.
Sara si irrigidì accanto a me mentre i mormorii diventavano piccoli urletti.
—Corri. — dissi a denti stretti mentre l'adrenalina mi si insinuava nelle vene.
La presi per mano e la trascinai nel primo posto che mi venne in mente.
La Cabina tredici non era tanto lontana. La raggiungemmo quasi subito.
—No! Piccoli pasticcini, non scappate! — dissero le furie dietro di noi frustrate.
No grazie. pensai aprendo la porta e chiudendomela alle spalle, con Sara accanto con il fiato corto per la corsa improvvisa.
—C'è mancato poco. —
—Già. — Rispose lei accasciandosi contro la parete.
—Se vuoi puoi.. puoi rimanere a.. dormire qui ecco.. — mi sentivo come se le avessi chiesto di levarsi tutti i vestiti.
Mi sorrise nel buio della stanza. —Grazie Nico. Credo che l'altra opzione sarebbe stata la spiaggia. —
Incarnai un sopracciglio —La cabina tre odora troppo di salsedine per i tuoi gusti? — chiesi.
—No, è che.. Sai, Percy, Annie.. Un letto.. Credevo, insomma, che volessero essere lasciati un po' da soli.. — me la immaginai arrossire e non potei fare a meno di sorridere.
La presi per mano guidandola silenziosamente nella cabina buia che ormai conoscevo a memoria.
—Nico? — mi chiamò mentre la facevo sedere sul letto fasciato dalle lenzuola nere.
—Si?
Incespicò un po' nelle parole —Davvero io ti.. insomma, piaccio?
Persi un battito. —Si. —Sorrisi, sollevato per una volta che non potesse vedermi.
—Sara?
—Si?
—Cosa sono i quattro simboli che vuoi sulla tua spada? —
La sentii sussultare mentre accendevo la piccola lampada a forma di teschio che mi aveva regalato Persefone per la mia ultima visita agli inferi.
—Questi. — mi mostrò la collana che portava al collo. Quattro piccole perline d'argento una accanto all'altra. —Ero vicino a Los Angeles quando l'ho presa. — Sorrise immersa nei ricordi mentre accarezzava i ciondoli. —Era appesa ad un cartoncino scolorito, fra un sacco di altre collane. Mi piaceva, e mi ricordava me stessa. Una in mezzo a tante. Non troppo vistosa, ma incredibilmente unica rispetto a quelle che la circondano. — si mise a giocherellare con la prima. —L'ancora rappresenta il mare, che mi è sempre stato vicino. la mia ancora, il mio ancora. —
Ridacchiò— la civetta è fondamentalmente Atena, e visto che leggevo continuamente libri in greco capendo parola per parola, ero molto legata a lei. Ho persino creduto di poter essere sua figlia una volta.. Il teschio.. be' quando l'ho presa non c'era. E neanche il martello a dirla tutta. Comunque, le ho trovate in riva alla spiaggia. Mi piacevano e così le ho prese. — liquidò l'argomento con una scrollata di spalle, come se improvvisamente non ne volesse più parlare.
—Il teschio è il simbolo di Ade lo sai? — chiesi. —Ed il martello..
—Quello di Efesto, grazie. Lo so. — borbottò —Scusa.. sono stata scortese.. mi dispiace. — disse come se si fosse appena accorta di quello che aveva detto.
Silenzio imbarazzato.
—Non capisco perchè fai così. —
Mi guardò inclinando la testa. —Così come?
—Chiedi sempre scusa per tutto quello che fai, come se stessi sempre sbagliando. E lo fai anche quando non è colpa tua. —
—Lo so.. è solo che credo che chiedere scusa sia la cosa migliore da fare. Affoghiamo tutti in questo maledetto orgoglio, e nessuno ha il coraggio di ammettere i propri errori. — si morse il labbro inferiore e poi mi sorrise.
La guardai per un po' cercando di cacciare tutti i pensieri degni d'un diciassettenne in fondo nella mente, in un piccolo angolino buio. —Dovresti dormire. — le dissi.
Sara guardò il letto con nostalgia. —Okay, ma svegliami tra qualche ora, che se Percy non mi trova domani mattina, ci sarà un duplice omicidio di semidee al campo. — Si tolse le converse a fiori e si stese sulle lenzuola nere, senza neanche scostarle dal materasso.
La guardai addormentarsi mentre mi sedevo anche io sul letto e mi sfilavo i vestiti per mettermi in fretta il pigiama.
Per la prima volta mi sembrò di avere davanti la ragazzina di quindici anni che era veramente.
Per tutto il giorno si era mostrata forte ed autorevole, pronta a tutto; ma appena crollata nel sonno pareva dolce ed indifesa come ci sarebbe aspettato.
Mi chiesi come avevano potuto fare Poseidone e Sally a lasciarla in un orfanotrofio. Era così bella.
Era così facile volerle bene.
Aveva detto che non piaceva ad i mortali, lo avevo sentito dalla sua conversazione con Leo.
Chiusi gli occhi, e rividi i suoi. Vedi e limpidi come la superficie dell'oceano illuminato dal sole. Poi mi addormentai.

Ero negli inferi, nel giardino di Persefone, dietro ad un albero di melagrane.
"Allora? L'avete trovata?" chiese una voce imponente ma coperta da uno strato di preoccupazione.
"No mio signore. Tutte le ricerche sono state vane. Nemmeno la divina Demetra è riuscita.."
"DEMETRA È SOLO UNA BUONA A NULLA." tuonò la prima voce facendo tremare i pavimenti e gli alberi.
Era successo qualcosa, ne ero sicuro, oppure mio padre non sarebbe stato così furioso e preoccupato allo stesso tempo.
"ERA IL SUO TURNO PER TENERLA AL SICURO, ED HA FALLITO MISERMENTE." continuò.
"Ma mio signore.."
"Ed ora scommetto anche che ricomincerà a frignare come l'ultima volta, andrà in giro a sgolarsi per tutto il tempo e farà di nuovo sfiorire le messi." sospirò.
"Mio signore, Zeus ha detto.. "
"Ah, e poi c'è anche Zeus! Quel'buon a nulla non avrà mosso nemmeno una nuvola per cercare sua figlia. Figurasi. Non l'ha fatto l'ultima volta, e non lo farà neanche questa. Ma sai che cosa? ADESSO TI FACCIO VEDERE COSA SUCCEDE QUANDO IO NON FACCIO NIENTE!" urlò guardando in alto rivolgendosi a Zeus.
Un lampo si liberò tutt'intorno, e  la terra cominciò a tremare.
"Mio signore cosa..?" chiese lo scheletro indietreggiando di qualche passo.
Mio padre sembrò come ringiovanire d'un paio di anni, ed un attimo dopo indossava dei jeans neri strappati, una t-shirt scura ed una giacca di pelle piena di borchie.
Sembrava uscito da una di quelle riviste Heavy metal che vendevano negli anni settanta -ottanta.
"Bene, ed adesso" alzò una mano fasciata dal guanto da motociclista, scoprendo una porzione di pelle sul polso, facendo intravedere un tatuaggio che probabilmente si estendeva su tutto il braccio. "Vediamo se il mio caro fratello rompiscatole si decide a darsi una mossa." sulle labbra adornate da un piercing gli si dipinse un ghigno.
Poi tornò a guardare il basso con un espressione sia afflitta che scocciata. "Adesso vattene." disse liquidando il servo scheletro con una mano.
L'immagine si dissolse, lasciando spazio ad un altra.
Una ragazza alta venti centimetri meno di me con un giubbetto argentato e i capelli neri raccolti in una treccia di lato ordinata si guardava intorno spaventata.
Era Bianca.
Volevo chiamarla, urlarle che ero li, andarle in contro correndo e abbracciarla forte come non facevo da tempo, ma non riuscivo a parlare, non producevo alcun suono.
"Cosa sta succedendo?" chiese Bianca ad un anima vicina a lei.
La riconobbi. Era Silena Beauregard, la figlia di Afrodite che aveva fatto la spia per Crono nella battaglia contro i titani, e ci era morta, combattendo contro un drago.
"Non lo so.. " rispose Silena "Non trovo più Charles. Dicono che alcune anime si sono riuscite a liberare."
"Vuoi dire che.." ebbe un attimo di esitazione.
"I morti stanno tornando dai mortali." confermò Silena.
Sussultai.
"Bianca! " chiamò una ragazza che sembrava avere solo nove anni, con le braccia fasciate nel giubbetto argentato. "Bianca! Tuo padre ha chiesto.. un udienza.. " sembrava spaventata. Come se lo avesse visto di persona.
Bianca impallidì "Un udienza?"
"Vuole parlarti. E visto che potresti tornare nel modo mortale da un momento all'altro, chiede di te con urgenza."
Volevo urlarle di non andare. Volevo fermarla. Volevo urlarle che ero li.
Ma prima che qualcuno potesse dire qualsiasi cosa, anche quest' immagine si dissolse.

Mi svegliai di soprassalto, trovando Sara seduta accanto a me sul letto, che con la testa copriva il sole che faceva capolino da fuori la finestra.
—Tutto okay? — mi chiese.
Mi sembrò di rivedere Bianca. Come una vecchia fotografia sbiadita. I modi gentili e preoccupati mentre si accertava che stessi bene. La sua stessa voce morbida, come se avesse paura che stessi ancora dormendo.
—Io.. si.. Ho solo fatto un brutto sogno.. — dissi.
—Urlavi un nome.. —
—Bianca era mia sorella— mormorai cercando di focalizzare le immagini del sogno, solo che più cercavo di ricordarle più mi sfuggivano.
—Mi.. mi dispiace.. — si morse il labbro. —Percy mi ha raccontato.. —
—Non fa niente, sul serio. Mi capita spesso.. —
Mi sorrise, e desiderai soltanto poter prolungare quel momento all'infinito.
Poi mi accorsi d'essere senza maglietta del pigiama, ed arrossii come un semaforo.
—Be' io devo andare.. — Mormorò.
Mi accorsi che aveva rifatto il letto sul quale aveva dormito, e si era rimessa le scarpe. —Oh.. okay. Allora ehm, ci vediamo a colazione. — bisticciai mentre Sara apriva la porta.
Tre, due uno. Mi lasciai cadere sul letto chiudendo gli occhi.
Solo che c'era qualcosa di nuovo. Un rumore in sottofondo.
In un angolo della cabina c'era una fontanella in marmo bianco dalla quale l'acqua che sembrava brillare di luce propria era tinta di celeste e gorgogliava piano, quasi non volesse attirare l'attenzione.
Proprio come Sara.
Sorrisi tra me e me, con la consapevolezza che mi stavo di nuovo lanciando nel baratro della depressione post-innamoramento, e che non me ne fregava proprio niente.
E per la prima volta dopo anni, fui felice per davvero. Così, senza un motivo.

ANGOLINO AUTRICE:
*sbuca fuori dal tartaro*
heila lettori! si lo so, sono crudele, ho postato l'ultimo capitolo mezzo secolo fa, perdonatemi, ma la scuola mortale-babbana mi uccide!
Ringrazio Maggyfagiolina per la recensione, e anche tutti gli altri che leggono senza farsi sentire.
Quindi.. detto questo, se il capitolo viiace fatemi sapere nelle recensioni, perchè ora che abbiamo fatto le basi, la storia si farà intrigante *MUHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA* 
Ora mi congedo, -may the odds be ever in your favor-

Baci Alaska64
  

   
 
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