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Autore: eagle fire    09/12/2008    5 recensioni
"In questo posto...nessuno è al sicuro...nessuno può avere la certezza di uscirne un giorno vivo...sempre che tu riesca a uscirne...La vita non è un gioco Kai. Devi sempre essere pronto a lasciare le persone che ami." Kai Hiwatari farà il suo ritorno in Russia, al monastero, ma il nostro protagonista non avrà vita facile. Intanto nella squadra russa si aggiunge una ragazza...una ragazza che condividerà, insieme al nipporusso, tutta la sua tristezza e angoscia...la tristezza di non riuscire più a riavvicinarsi ai suoi ex compagni di squadra...ma un fitto mistero avvolge Kai...cosa sarà? Ficcy scritta a quattro mani da me e Nika_Chan! Buona lettura! "C’è uno spiraglio della tua vita che si affaccia sul passato e sull’angoscia…si riapre definitivamente lacerando il presente…vivilo annaspando solo invano nel buio…ma ricorda che non riuscirai mai a superarlo in compagnia di te stesso…"
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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BLEEDING LOVE....

Salve a tutti! Ci dispiace che i recensori manchino in così tanti...e dire che ce la mettiamo tutta per questa fic >___< ma non sempre può piacere una cosa e in questo vi capisco...ci dispiace....ma per chi piace noi continueremo muhahahaha!!! Pronti??? In questa fic avremo tanti colpi di scena!!! Via!

 

4 CAPITOLO:

 

-Io voglio salvare mia sorella...niente di più....-

Quelle parole rimbombarono nella sua testa come echi lontani. Ecco una persona che ammirava tanto: Boris. Era un tipo imprevedibile, alle volte sapeva essere freddo e distaccato, altre dimostra di avere un cuore d'oro. Sapeva uscire da brutte situazioni a testa alta. E poi...era una persona terribilmente intelliggente, calcolatrice, ma allo stesso tempo era una persona allegra e spiritosa. Forse addirittura fin troppo spiritosa. Voleva essere un pò come lui. Aveva qualcuno da proteggere. Ma lui? Si, in effetti anche lui aveva delle persone da proteggere. I suoi amici. Cosa staranno pensando adesso? Lo staranno cercando? Saranno preoccupati per lui almeno un poco? E se...si fossero dimenticati di lui completamente? Il ragazzo freddo e asociale finalmente se ne è andato..

- Stai concentrato.- Le parole di Jasmine lo riportarono alla realtà facendogli sbagliare la mira. Così non poteva continuare...sentiva una forte nostalgia ma allo stesso tempo era felice di non poter più rivedere i suoi amici...almeno in questo modo, non potevano vedere il mostro che era diventato. Lui era Kai, Kai e nessun altro. Non poteva essere Boris per la sua spiccata ironia e allegria, non poteva essere Yurij per il coraggio e la determinazione...chi poteva essere Kai Hiwatari? Kai Hiwatari e basta. Un ragazzo intrappolato dalla vita e dalle scelte.

- Non ci siamo.- " Lo so!!" Si ripeteva il nipporusso fremendo leggermente. Riprese bene la mira e sparò. Stavolta aveva centrato. - Dovevi essere più concentrato come ti ho detto prima.- Certo che Dio non era proprio dalla sua parte...Cos'altro doveva subire?

- Vorkov aveva proprio ragione...hai perso l'abitudine a sparare, eh?- Quel tono di sfida era talmente irritante che il ragazzo la guardò attentamente negli occhi, prese la pistola e la puntò contro la ragazza. - C..che vuoi fare?? Metti giù quella pistola Kai!- - E così, io avrei perso l'abitudine?- Disse Kai con un sorrisino compiaciuto sulle labbra. Non aveva intenzione di farle del male, voleva solo vedere come reagiva la ragazza. Jasmine arretrò di qualche passo prendendo un'altra pistola e puntandola contro Kai. Ora la situazione si era capovolta. Erano pari. - Avanti...colpiscimi Kai! Non solo ti ritroveresti nei guai con Vorkov, ma io sono più veloce di te e potrei colpirti…non so quanto ti convenga.- - Fai pure...- La ragazza non sapeva che fare. Non poteva certo colpire il ragazzo, era importante per la squadra e i Mondiali si stavano avvicinando di giorno in giorno. Caricò l'arma per intimorirlo ma Kai non arretrò rimanendo nella stessa posizione di prima. Almeno in questo, Kai aveva sangue freddo e non aveva paura di nulla.

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- Allora è vero Ivan?- Yurij guardava il suo compagno pieno di bende e con lo sguardo perso in alto. Stava disteso sul suo lettino e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo. Il russo dagli occhi di ghiaccio non sapeva come aiutarlo. - Mi dispiace...- - No. Non fa nulla...- Ivan si riprese mettendosi seduto sul bordo del suo letto. - Forse è meglio che torni a vivere sulla strada Yu...non valgo nulla nemmeno qui dentro!- - Non è vero, tu vali tantissimo Ivan! è solo che...- - Io sono debole.- I due si guardarono in faccia. Ivan guardava Yurij con sguardo arrabbiato e ferito, mentre Yurij guardava Ivan con sguardo triste e compassionevole. - Non ho detto questo.- - Però l'hai pensato. Come tutti...sono stato rimpiazzato Yu. Non faccio più parte della squadra come una volta! Rimpiazzato...rimpiazzato da quel...quel...Nikita! Proprio da lui!!- - Devi ammettere che Nikita ha fatto grandi passi avanti...- No...non poteva rimanere un fallito per sempre. Essere stato rimpiazzato per lui era un insulto. Si alzò del tutto e uscendo dalla stanza. Anche se era pieno di ferite, nessuno lo avrebbe fermato. Decise di andare ad allenarsi per dimenticare quel che è successo poco prima.

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La ragazza tremava leggermente…strana quella situazione…era sicura che quel ragazzo non avesse un minimo di sangue freddo, che non avrebbe resistito con un’altra pistola davanti, per di più tenuta da lei. Aveva sbagliato a fare i conti, però…sembrava che piuttosto che cedere avrebbe preferito morire. No, lei non lo poteva fare. Ma guarda in che razza di situazione si era cacciata per colpa di uno ragazzo a cui doveva semplicemente rinfrescare la memoria in fatto di tiri. Non le rimaneva che arrendersi…buttò la sua pistola a terra, portò le mani lungo il corpo.- Cosa hai intenzione di fare, ora?-Chiese Jasmin con un velo di insicurezza. Kai abbassò finalmente la Makarov…la ragazza tirò un sospiro, cercando di non farsi sentire da lui.- Credevi forse che ti avrei fatto qualcosa?-Chiese il nipporusso.-Sono dell’idea che non si può mai sapere cosa sta pensando una persona con la pistola in mano, Kai…-.Il viso del ragazzo venne attraversato da un sorrisetto. -Bene. Vogliamo continuare?—Tanto devo…non era una domanda. -La ragazza annuì. -Per i pochi tiri buoni che sei riuscito a fare oggi, tanto valeva interrompere poco fa…ma Vorkof vuole che facciamo tre ore. -Il ragazzo la guardò, incuriosito. -Cosa intendi dire?. -chiese. -Che ormai è tutto tempo sprecato con te…-.Kai si voltò verso il suo bersaglio…in fondo non era male quella ragazza.Puntò al pistola…-Voglio cinque colpi…tutti giusti…anche se so che sto sicuramente chiedendo troppo, ma è quello che vuole Vor…-la sua voce venne interrotta dal rumore penetrante della Marakov del ragazzo.Jasmine rimase a dir poco stupefatta:i cinque colpi c’erano tutti…e tutti erano nell’esatto centro del bersaglio.-Già…ho perso l’abitudine, Jasmine.- Queste furono le uniche parole di Kai:preferiva godere dello stupore e della confusione della sua espressione…di quel viso angelico…sembrava una bambina in quel momento…che in fondo ancora lo fosse?Solo una bambina con una maschera da adulta?-Ehm…bene…direi che…devi continuare così per le prossime due ore.-disse, tornando in sé stessa.Il ragazzo annuì,e il suono degli spari si espanse per tutta la stanza, fino a dissolversi nell’alto soffitto della sala…

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Nei lunghi corridoi del monastero il silenzio regnava incontrastato. Solo alcuni passi erano causa di un qualche piccolo rumore…i passi di Boris. Si guardava attorno attento, cercando di non farsi notare troppo…e ad ogni voce che sentiva un nascondiglio. Finalmente giunse ad una porticina in legno, quasi nascosta in un angolo. La aprì appena, per poi constatare che la via era libera, e che poteva entrare tranquillamente, senza rischiare di essere visto dai monaci. Si addentrò furtivo nella sala:era enorme, il colore dominante era il bianco. Una grande distesa di computer si stendeva per tutta la stanza, fino ad arrivare ad una grande mobile…probabilmente un archivio. Boris passò davanti ad ognuno di quegli attrezzi elettronici, sbirciando sugli schermi accesi e tra le scartoffie che trovava sul pavimento e accanto alle testiere, ma non trovò niente di interessante. Giunse in fondo alla stanza: il mobile che aveva notato, da lontano sembrava più piccolo…invece quello occupava quasi metà della parete. Aprì velocemente un cassetto, e iniziò a frugare, cercando di non portare troppa confusione, in modo da non far notare che qualcuno era penetrato in quel luogo. Purtoppo improvvisamente una voce giunse ale sue orecchie:chiuse frettolosamente i cassetto, e si nascose in un cantuccio abbastanza riparato, dove probabilmente non l’avrebbero notato. La voce di uno scienziato finalmente lo raggiunse. Non riusciva a capire cosa stesse dicendo, ma l'importante era non farsi beccare.

Dopo un pò lo scienziato uscì dalla stanza e Boris uscì allo scoperto. Cercò ancora andando a frugare nei dati della Borg. Nessun computer conteneva quello che cercava. A un certo punto apri un file. Era quello giusto. C'era scritto tutto...persino l'esperimento attuato su Kai. Con quel file, avrebbe potuto sconfiggere per sempre Vorkov, lo avrebbe incastrato alla grande e tutti nel Monastero, sarebbero stati liberi. Per sempre, questa volta. Ma...- Che ragazzo cattivo che sei Boris...- Questa volta non c'era nessun scienziato. Questa volta...Boris era davvero nei guai, nei guai fino al collo.

Non si girò dalla parte del monaco. Rimase nella stessa posizione senza nemmeno rivolgergli la parola. Sentì una risatina da dietro...una risatina fredda, compiaciuta. Per liberare tutti i ragazzini del Monastero, ora lui, si trovava a doverla pagare. Ecco il ringraziamento per tutto. - Che ne dici di un bel giretto nei sotterranei, Boris?-

- Vuoi rimanere per sempre in questo posto senza vedere la luce del sole, Boris?-

" Volevo solo...aiutare tutti quanti.."

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Per Kai era finito l'allenamento. Il giorno dopo lo avrebbe aspettato un allenamento più duro. Ma ora non voleva pensarci, era troppo stanco. Stanco di tutto. Si aggirò per i corridoi bui del Monastero per poi incontrare davanti a lui una ragazzo. Non lo aveva mai visto prima d'ora...aveva i capelli corti color del cioccolato, gli occhi verdi dal taglio orientale. Aveva una fascia nera sulla fronte e  in mano il suo bey. No...non lo aveva proprio visto....

Il ragazzo guardò Kai con curiosità. Sorrise. - Tu devi essere Kai...- La cosa che colpì di più Kai era la sua voce limpida ma allo stesso tempo triste. - E tu chi saresti?- -Io sono Nikita Petrovic Syumshev...sono nuovo del Monastero.- Ecco il perchè non lo aveva mai visto prima d'ora...- Ora faccio parte anche io della Neoborg, sto rimpiazzando il tuo amichetto Ivan...- Ivan...era stato rimpiazzato da quel Nikita...Beh, non ci voleva nulla per battere Ivan, ma...Kai si chiedeva fin dove poteva spingersi quel ragazzo. Forse aveva persino un Bit power...- Sono entrato in questo Monastero per un nuico scopo...vendicarmi...- Kai stava decisamente perdendo il filo del discorso, non capiva cosa volesse dirgli. - Tu conosci bene Takao Kinomiya, giusto?- Il nipporusso guardò Nikita attraverso i suoi occhi verdi. - Che cosa vuoi?- Stava ormai perdendo la pazienza con quel ragazzo. - Lo ucciderò. Io ucciderò Takao Kinomiya...-

*************************************************

Sentiva il sangue scorrergli lungo un braccio...Fitte lungo le gambe e la schiena. Non riusciva a muoversi, l'unico suono che riusciva a sentire in quel momento era il suo respiro affannoso farsi sempre più irregolare. Le ferite gli bruciavano, il freddo lo aveva completamente paralizzato...come quella volta...quando era rimasto lungo disteso sul suolo innevato...non sentiva nulla...solo il freddo pungente che lo trafiggeva facendolo diventare tutt'uno con la neve.

Un'altra fitta gli attraversò lungo la schiena. Vorkov con la punizione ci era andato giù pesante questa volta. Tentò di rialzarsi ma cadde subito dopo. Non aveva più forze...

All'improvviso sentì un rumore di chiavi. Rumore di passi  sui freddi mattoni di pietra del pavimento...bisbigli leggeri...La cella dove stava Boris si aprì violentemente. Il ragazzo in quel momento provò paura. Qualcuno lo prese per le braccia mettendolo seduto e fermo, immobile. - L'hai voluto tu Boris'ka...tu sei uno dei miei allievi più bravi...ti farò ritornare il freddo calcolatore di una volta...- Boris sbarrò gli occhi cercando di dimenarsi. Due monaci lo stavano tenendo fermo mentre Vorkov si avvicinò al ragazzo con una siringa in mano. - Stai tranquillo...è solo questione di un attimo...non posso certo perderti. - Il russo sentì un'altra fitta, ma non lungo la schiena...lungo il collo...a un certo punto tutto cambiò. Vedeva tutto bianco...era come se la sua testa fosse stata svuotata tutta in un colpo. - Non ti preoccupare Boris. Per te, comincerà una nuova era...anzi, per la Neoborg inizierà una nuova era...-

-Boris’ka vuoi venire a vedere fuori dalla finestra com’è il paesaggio?C’è tanta neve!!-

- E tu, caro Boris...mi aiuterai...-

- E tu, vuoi rimanere per sempre in questo posto senza vedere la luce del sole, Boris?-

No...stava perdendo tutto....

- Ormai non posso più farci nulla...- - Non ti capisco-

Ogni ricordo...parola....

- Questo Monastero...

I due monaci lasciarono le braccia del ragazzo, facendolo rimanere a terra con lo sguardo perso nel vuoto.

 ...in confronto...

- Ci rivediamo Boris...domani ti voglio in forma. Chiaro?- Detto questo il monaco lasciò la cella del ragazzo.

...è il paradiso per me...-

Una lacrima silenziosa attraversò la guancia del russo per poi lasciarsi abbandonare del gelido freddo invernale....

- Boris?- Nessuna risposta. - Boris...sono Yurij..mi senti? Boris'ka...Bor'ya....- Il rosso cercava di chiamarlo più volte, in tutti i modi. Il suo amico non reagiva, incapace di muoversi. Era come una bambola. - Ma cosa ti hanno fatto...-

****************************************************

Quando tornò in camera non c'era nessuno. Si avvicinò alla piccola finestra chiusa a guardare il panorama fuori. Il Cremlino, quella struttura alta e imponente, era così lontana da loro...La libertà...era così lontana...Invalicabile e irraggiungibile..Questa era la loro prigione. La loro punizione.

All'improvviso la porta della stanza si aprì ed entrò Yurij. Il suo sguardo non era per nulla felice, sembrava quasi distrutto. I due ragazzi si scrutarono a vicenda senza proferire parola...quando a un tratto...- Boris...- Il nome del russo risvegliò l'attenzione di Kai. - Che è successo?- - Kai...dobbiamo andarcene di qui...-

- Andare dove Yurij?- I due russi si voltarono entrambi verso la porta. Vorkov era lì, appoggiato contro al muro. - Voglio che sia chiaro...che chiunque oserà opporsi a me, verrà eliminato senza pietà. Il caso del vostro amico Boris è un conto, ma...utilizzerò tutti i mezzi necessari perchè tutti voi non usciate fuori di qui..avete capito? Nessuno scavalcherà la soglia di questo Monastero! Nessuno...-

 

Ma cosa cercavo in realtà dalla vita? Non volevo nient’altro che l’amore di una famiglia. Volevo che Jasmin fosse felice. Volevo creare un mondo tutto mio, in cui nessuno soffriva. Ma evidentemente…mi sbagliavo… Chi sono io, Boris Huznestov, per creare un mondo? Perché noi esseri umani siamo così deboli di fronte ai nostri problemi? Perché, io, non sono mai riuscito a risolverli?

In certi momenti mi viene da pensare….perchè non sono tornato indietro quella volta? Perché sono scappato? Avevo così tanta paura? Forse…non ero pronto o non ero troppo forte per guardare in faccia mio padre. Sono stato un debole. E debole lo sono ancora…Sono stato troppo debole…

Non riesco ancora a risolvere i miei problemi…

Forse è arrivata l’ora della resa dei conti. Almeno per me stesso. Ma…non ci sono riuscito ancora… Che sia una maledizione? Ho perduto davvero tutto? Sono ancora prigioniero di catene troppo pesanti per me…?

Si…

***

 

-Continui a non essere concentrato, Kai.

Le parole di Jasmin erano seguite da un eco di lunga durata nella palestra. I suoi capelli, una chioma fluente alla quale sicuramente quella coda strettissima che li tratteneva non rendeva giustizia, accompagnavano ogni sua frase con un loro lieve movimento. Era una figura interessante, la sua…ma in quel momento Kai non riusciva che a trovarla irritante e sciocca.

Come poteva riuscire a concentrarsi…ci stava mettendo tutta la buona volontà, ma il pensiero di Boris in quelle condizioni riusciva a distrarlo appena prima di premere il grilletto. Colui che considerava più che un semplice compagno un amico, vero, uno dei pochi che riuscisse davvero a concepire cosa gli passava per la testa…

-Mettiti in posizione, e riprova.-

Passò le dita sulla superficie fredda dello strumento che aveva fra le mani.

…che per colpa sua…

Pochi secondi per mettersi in posizione…

…era finito, come lui…

Tre…due…uno…premi il grilletto, Kai, avanti…

…per colpa sua!

Lo sparo non partì, il proiettile non fuoriuscì dalla sua canna. L’argenteo imprecò, e gettò a terra la pistola con tutta la forza che aveva in corpo, scaricando l’adrenalina che fino a quell’istante gli aveva permesso di non accasciarsi a terra privo di forze in quello scatto improvviso. Quel movimento risultò d’effetto alla ragazza.

Lo vide spaesato, sorpreso anche lui del gesto appena compiuto, pienamente consapevole del fatto che nulla in quel luogo era cancellato dalle circostanze. Con la speranza che nessuno li stesse guardando, lo osservò cedere alla stanchezza, lasciandosi cadere sul pavimento scuro.

Un impulso che ormai lei non sentiva da molto tempo, un brivido lungo la schiena che non immaginava avrebbe potuto provare ancora…perché da tempo le emozioni, i sentimenti delle persone, gli sguardi…non la sfioravano. Si sentiva prigioniera in uno spettacolo teatrale, in cui l’unica cosa a contare è l’interpretazione, l’espressione…ma non la propria. Quella del personaggio in cui ci si esibisce.

E Jasmin era uguale alla più brillante attrice di una commedia…ma, prima o poi, anche le grandi stelle si lasciano andare a ciò che sentono, che vedono…e lei, in quelle iridi ametista, aveva scoperto un mondo di orgoglio e forza, ma anche di dolore, rassegnazione…un insieme di ferite non ancora rimarginate.

Kei era raggomitolato sul pavimento, il respiro affannoso e la fronte imperlata di sudore appena visibili fra i capelli che ricadevano disordinatamente sulla fronte. Gli occhi colmi di sofferenza…come aveva potuto resistere fino a quel momento senza dare alcun segno di cedimento e di stanchezza era per la ragazza un vero mistero.

Si avvicinò, lentamente, muovendo dei passi incerti verso quel corpo che tremava impercettibilmente sul marmo ghiacciato.

Non appena la sua ombra sottile oscurò la sua vista, Kai alzò lo sguardo per controllare, badando di non incrociarlo con il suo. Quando Jasmin cominciò ad avvicinarsi troppo, iniziò ad indietreggiare, facendo leva con le braccia per spostarsi e tentare vanamente di alzarsi in piedi.

-Aspetta, fermo…fermati.- parole che lei pronunciò in un soffio, che come tale lo colpirono al petto, dapprima gelandolo, poi  facendo sciogliere la lastra che si era creata in una cascata limpida e gradevole.

Lui si bloccò immediatamente.-Io…non è aria…oggi…-disse, tentando di recuperare il fiato che quel respiro pesante gli negava.

Lei si chinò davanti a Kai, e fece per avvicinarsi, quando un nuovo scatto da parte sua la colse alla sprovvista, facendola sbilanciare leggermente sulle sue gambe piegate.-Non devi..non devi toccarmi…lo sai…-aggiunse lui. Jasmin fece un’espressione curiosa, per poi prendere a cercare il suo sguardo. –Se sei troppo stanco possiamo smettere per oggi.-

Ok, letteralmente uscita fuori di testa in due secondi…se Vorkov la avesse sentita dire quelle cose, avere certi atteggiamenti con il ragazzo che aveva dinanzi, sicuramente l’avrebbe punita a dovere. Ma ormai non rifletteva più, le sue azioni erano guidate solo da una forza che non sentiva da così tanto che le dispiaceva doverla lasciar andare via proprio in quel momento che l’aveva riscoperta, ritrovata.

-No…ce la faccio…-. Tentò di nuovo di fare perno sugli avambracci per alzarsi in piedi,  ma sentiva solo i muscoli affaticati tendersi inutilmente, il sudore scendergli lungo il collo candido.

 

E quando ti rendi conto di non farcela…che ti manca l’aria nei polmoni e ti senti soffocare…

Liberatemi…

Liberatemi o finirò con l’impazzire….

 

L’angolino delle autrici:

Ola a tutti, siamo tornate!!! Contenti?....no…..mi sa di no XD Bene bene…questo chappy risale a…giugno? Luglio? Boh…abbiamo perso il conto, ma dopo mesi e mesi puff! Siamo rispuntateXD Ringraziamo coloro che ci avevano recensito, grazie mille per il vostro appoggio!!!!

 

 

  
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