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Autore: MelimeJH    28/02/2015    1 recensioni
Michael ha diciotto anni ed è un liceale come tutti,ha degli amici,va bene a scuola, ha una vita tranquilla. Tuttavia,non è sicuro sulla sua sessualità ma non ne parla con nessuno. Cosa succederebbe se il ragazzo più popolare della scuola gli chiedesse un aiuto?Cosa succederebbe se i due si innamorassero?
Questo è come mi sono immaginata l'avvio al debutto di Mika e la storia con il suo compagno. Ci sono dei riferimenti a fatti realmente accaduti,ma molti di questi li ho cambiati secondo la mia immaginazione e li ho adattati alla storia.
Spero che vi piaccia!
Melime
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Credo di aver battuto la testa, io non-”
 “Hai battuto la testa?”

Karen, Michael e i suoi genitori stavano aspettando in una stanza larga i produttori della casa discografica. Sembrava di essere in un catalogo immobiliare, ogni cosa era perfettamente a suo posto e i mobili moderni non avevano nemmeno una striscia di polvere.  La donna che li aveva accompagnati lì sembrava essere uscita da una sfilata, il suo tailleur doveva essere di alta moda.
“Vi prego di attendere qui i signori Spencer, arriveranno fra cinque minuti” disse per poi  lasciare la stanza.
La tensione era talmente alta che l’unico rumore che si riusciva a sentire era quello dei passi dei vari dipendenti che passavano davanti alla stanza dove si trovavano Karen, Michael e i suoi genitori.
Passarono poco più di dieci minuti ad aspettare quando due uomini sulla quarantina si presentarono davanti a loro.
“Sono Alan Spencer, piacere di conoscerla” disse quello più alto stringendo la mano di Michael.
“Io sono Philip Spencer” ribatté l’altro stringendo la mano di Karen.
Brevemente, i due produttori si erano presentati a tutti con una gentile stretta di mano. Erano entrambi vestiti in modo formale ed elegante, quasi mettevano soggezione. Erano molto gentili però, i genitori di Michael avevano avuto una buona impressione.
“Allora, signor Penniman, posso chiamarla Mika anch’io?” sorrise Philip rivolgendosi al riccioluto e iniziando ufficialmente il colloquio.
“Certamente” ribatté lui ancora un po’ spaesato, non riusciva a credere di essere davanti alle persone che gli avrebbero aperto le porte verso il suo sogno.
“Caro Mika, come le abbiamo già scritto nella mail, pensiamo che abbia molto talento. La nostra proposta era quella di farle girare un video con la nostra compagnia e vedere come vanno le cose.”
Michael quasi non riuscì a rispondere dalla felicità, sbarrò gli occhi e per poco non saltò dalla sedia. Avrebbe voluto urlare un “Cazzo, sì” ma si doveva contenere, dopotutto non poteva di certo mostrarsi così davanti a due produttori di quella portata.
“Certamente, mi sembra una buona proposta…” si limitò a dire facendo qualche colpo di tosse per cercare di mascherare la sua contentezza. Inutile dire però, che se ne accorsero tutti.
“Vorremmo fare i complimenti anche per quanto riguarda le riprese Mika, sono davvero buone” affermò poi Alan, sorridendo per la reazione del riccioluto. Karen, sorrise sotto i baffi.
“Beh, di quelle se n’è occupata lei, Karen” esordì Joanie.
“Oh, signorina lei ha davvero molto talento. Che ne dice se entra anche lei nel progetto di Mika?”
La ragazza ebbe più o meno la stessa reazione del suo migliore amico, solo che lei riuscì a trattenersi di meno rispetto a lui. Il colloquio continuò per altri venti minuti, dove si accordavano sul video che avrebbero dovuto girare, sulle scene, riprese e anche costumi. Parlarono anche di pagamenti, di cifre che sembravano enormi agli occhi dei due giovani ragazzi.
Usciti di lì, si sentivano come se avessero il mondo in tasca, come se ne fossero i re e la regina. Nulla avrebbe potuto distruggere quella situazione… o forse no?
 
“Non sarebbe dovuta andare così. Mi dispiace tanto”
“K-Karen, ma perché piangi? Non capisco...”



Quel pomeriggio, James era passato a prendere Karen per uscire insieme. Era tutto preparato, per la prima volta non indossava T-shirt stupide e felpe troppo larghe. “Scusami, per la prima volta ho fatto tardi io” disse imbarazzato poco dopo aver lasciato la casa della ragazza.
“Beh, se per cinque minuti di ritardo ti presenti in questo modo, allora puoi fare tardi tutte le volte che vuoi” rispose lei ridendo e facendolo ridere. Si sentiva così felice.
“Come mai oggi non ti ho vista a scuola? Mi sono preoccupato”
“Oh, scusami! Non te l’ho detto, ma sono andata ad un colloquio di lavoro molto ma molto importante e--“
“Aspetta, cosa? Un colloquio? Ma non avevi mandato una richiesta per il college?” L’espressione di James apparve per un minuto distrutta.
“Beh, non mi hanno ammessa, l’ho saputo da poco” a quel punto fu Karen quella con la l’espressione afflitta.
“Oh, mi spiace tanto, perdonami, non lo sapevo…” strinse forte la sua mano, anche se avrebbe preferito abbracciarla.
“Non preoccuparti, va tutto bene. Questo colloquio ha riparato tutto”
“Ma davvero? E cos’ha di così speciale?”
“È una casa discografica! Mi hanno preso come cameramen vicino al mio migliore amico, Michael Penniman, hai presente?”       
Ecco: l’argomento che James aveva cercato di evitare fino a quel momento. C’era poco da fare, non poteva fare a meno di essere geloso di lui. Ultimamente non aveva potuto non notare che quel dannato riccioluto passava un sacco di tempo anche con il suo migliore amico Mark. Erano giorni che ormai non usciva più con lui perché “doveva studiare con Michael”, non lo riusciva più a sopportare.
Cercò di cambiare discorso più volte con Karen, parlare di lui anche con la sua ragazza lo avrebbe reso pazzo. Fortunatamente lei non sembrò accorgersene e la serata filò liscia.
Andarono al cinema a vedere un film di paura, anche se James lo passò tutto a cullare la sua ragazza e sussurrarle che era tutto finto.
“Mai più.” urlò quando uscirono da quel cinema, facendo ridere ancora di più il suo ragazzo.
Tornarono a casa a mezzanotte, ma la serata non era ancora finita.

“Io… non posso”
“Non puoi cosa? Dannazione, Karen sii chiara!”

 
Quel pomeriggio, Mark aspettava con ansia il suo ragazzo a casa sua. Avrebbero passato tutto il pomeriggio lì e la sera avrebbero fatto un giro al parco, quando non c’erano troppe persone in giro.
Era ansioso, voleva sapere tutto su quel colloquio. Sapeva che era andato bene, se lo immaginava. Tutti quei commenti lasciati sotto ai suoi video erano positivi, non poteva che avere avuto proposte positive.
Proprio mentre stava per prendere il cellulare, qualcuno bussò alla porta. Mark corse verso l’ingresso come una donna verso un negozio nel primo giorno di saldi.  Aprì la porta ed eccolo lì, Michael gli sorrideva con tutta la contentezza che poteva esprimere.
Ebbero giusto il tempo di entrare in casa e chiudere la porta per poi chiudersi in una morsa che normalmente si definisce “abbraccio”. Ma quella era qualcosa di più. Si tenevano praticamente stretti l’uno all’altro sussurrandosi frasi sconnesse tra loro.
“Lo sapevo che ce l’avresti fatta”
“Non me lo sarei mai immaginato”
“Il tuo sogno si avvererà”
“Solo se sarai con me”
Ed eccoli lì, ripresero quella calda sequenza che a loro piaceva così tanto. Si baciavano, si abbracciavano, si accarezzavano.
Ogni bacio era come un’esplosione nel cuore, che lo faceva battere all’impazzate sempre più, sempre più. Erano presi come da un vortice, gli occhi erano chiusi, non si sentiva nulla, solo le esplosioni dei loro cuori.
Ed era bellissimo.
Si accarezzavano, si scoprivano, non erano imbarazzati perché era come se già si conoscessero da tanto. Sorridevano, perché non potevano fare altrimenti. Non ci sono sempre parole per tutto, ci sono volte in cui semplicemente di manca il fiato. E beh, loro di fiato ne avevano ben poco.


 
“Io… Michael… quel biglietto…”
“Non mi dire che…”



 
 
Erano le undici e mezzo di sera, Michael e Mark si erano permessi una passeggiata lungo il parco vicino casa Jones. Era deserto e nessuno poteva vederli, quindi non si facevano il minimo problema a tenersi la mano e a sussurrare cose dolci come fa una normalissima coppietta innamorata.
Si sedettero su una panchina, nascosta dietro un cespuglio, a vedere le stelle. Mark era un appassionato di astronomia così mostrò tutte le costellazioni che riusciva a vedere al suo ragazzo.
“Quello è il grande carro” disse, tracciando con il dito la linea che seguivano le stelle.
“Wow, è bellissimo” pian piano, poggiò la testa sulla spalla del suo ragazzo.
“Già, quand’ero piccolo le studiavo con papà” circondò con un braccio Michael.
“Ti manca tanto?” gli accarezzò una mano.
“No, adesso ho persone più importanti che mi sono intorno.” Gentilmente, si girò verso il suo ragazzo e lo baciò dolcemente.
Poco lontano da lì, stava passando un ragazzo. Anche lui stava tornando da una serata con la sua ragazza, era stanco e un po’ distratto. Ma notò bene i due ragazzi sulla panchina, riuscì a metterli a fuoco quasi subito.
Non fu difficile, perché quel ragazzo era proprio James.

“Michael, io—“
“Sei all’ospedale, vero?”
“Sì”
“Sto arrivando.”
Click.

 


Saaaaaaaalve!


Sì, lo so. Torno dopo un mese e vi lascio anche con un finale super-aperto. Lo so. 
Ma voi mi volete bene giusto? Dai, almeno un pochino. 

Beh, il mio amore per voi invece è enorme. Vi adoro tanto e continuerò a dirvelo. 
Grazie per tutte le visite, recensioni e storie tra preferite/seguite/ricordate. 

Melime





 
  
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