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Autore: Ormhaxan    01/03/2015    2 recensioni
Inghilterra, 1471. Dopo la sanguinosa battaglia di Barnet, in cui Edward IV ha perso la vita, la corona passa a suo fratello minore Richard. Re severo ma giusto, Richard prende in moglie - sotto consiglio del fratello Edmund, Arcivescovo di York - Anne Neville, vedova del suo nemico Edouard di Lancaster, Principe del Galles.
Il matrimonio, però, non sarà inizialmente felice e Richard dovrà fare i conti con una giovane e fredda sposa, un regno in tumulto e dimostrare che anche un "sole di mezzanotte" può essere caldo e luminoso come un sole splendente.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Edmund Plantagenet, Elizabeth Woodville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Londra, Novembre 1471
 
 
 

“E quindi, come ultimo decreto, propongo la costruzione di una nuova cappella nella Cattedrale di York, in cui potranno officiare almeno altri cento prelati e in cui le ossa di mio padre saranno riseppellite una volta terminata la costruzione. – Richard osservò il suo consiglio leggere il decreto con attenzione, e portate le mani intrecciate sotto il mento sorrise – L’arcivescovo di York qui presente ha già dato la sua benedizione, ora sta a voi: so che prenderete la decisione giusta approvando tale proposta.”
“E’ un’idea ottima, Vostra Maestà. – disse Hastings, mostrando come sempre il suo lato accondiscendente – Ampliando la chiesa ci sarà più spazio anche per i fedeli, e qui leggo anche la costruzione di un orfanotrofio adiacente.”
Aye, Milord, proprio così: è bene per un re pensare a tutto il suo popolo, specialmente ai più piccoli, a coloro che un giorno prenderanno il nostro posto, e quale idea migliore se non un orfanotrofio?”
“Vostra Maestà è misericordioso, ed io stesso, essendo un assiduo pellegrino che sta progettando il proprio pellegrinaggio verso la Città Santa non potrei esserne più lieto.” Disse Lord Rivers, approvando indirettamente il decreto.
“Bene, miei lord, allora è deciso: che si proceda alla costruzione. Mi aspetto di essere aggiornato man mano che l’opera andrà avanti, fratello.”
“Lo sarete, Maestà: io stesso controllerò i lavori e mi assicurerò che tutto sia fatto nel migliore dei modi, come Vostra Maestà desidera.”
“Non ho alcun dubbio, fratello, alcun dubbio. – Richard sorrise, spostando nuovamente l’attenzione verso i lord seduti attorno al tavolo – Per oggi è tutto, miei lord, potete andare!”


“Sai, fratellino, in questi giorni ho sentito alcune voci circolare, voci di cui vorrei accertare la veridicità.” Edmund era rimasto da solo con Richard, e come sempre dopo la riunione del Consiglio i due stavano impiegando del tempo a parlare di questioni personali e giocare a scacchi.
“E quali sarebbero tali voci, se posso saperlo?” domandò Richard, guardandolo sottecchi.
“E’ vero che hai convocato la tua ex amante, Kathryn, a Londra? E’ vero che arriverà in giornata con vostra figlia?”
Aye, è vero. – rispose Richard, calmo e tranquillo – Domani mia figlia compirà tre anni, e vorrei passare del tempo con lei. Non la vedo da prima della morte di Ned, prima dell’esilio, e voglio recuperare il tempo perso.”
“E dunque è vero anche che hai disposto il loro alloggio a Crosby Place, che d’ora in avanti vostra figlia risiederà nella tenuta situata a Bishopsgate Street?”
“Voglio tenere la piccola Kate il più vicino possibile: è la mia sola figlia a momento, e non ho intenzione di perdere momenti importanti della sua vita. Quindi sì, anche questo è vero.”
“E Anne, la vostra regina, lo sa? Hai parlato con lei della tua decisione, della decisione di avere figlia e amante vicino a voi?”
La voce di Edmund si era fatta più severa, era palese che non approvasse tale decisione, - come avrebbe potuto? Era pur sempre un uomo di chiesa, l’uomo che lo aveva sposato, benedetto la sua unione e il suo letto, un letto che in quei mesi si era dimostrato freddo come la pioggia inglese – e da un lato Richard lo capiva, comprendeva.
“No, Anne non sa nulla. A dire il vero, in questi mesi passiamo poco tempo insieme, lei è molto… come dire… fredda e distante, ed io ho necessità di trovare calore altrove, nell’affetto di mia figlia, in quello di sua madre se sarà necessario!”
“Oddio, Richard! - Edmund sospirò e scosse la testa con disappunto – Non capisci che così facendo rischi di perderla per sempre? Certo, lei continuerà ad essere la tua regina, se Dio vorrà ti darà eredi legittimi, ma mai amore, non l’amore che hai sempre desiderato di avere con lei.”
“E cosa ho ottenuto con pazienza, fedeltà e amore? Mi dici cosa ho ottenuto Ed? – Richard si alzò dalla sedia, iniziando a camminare nervoso – Niente, niente! Quella sciocca ha preferito compatire Lancaster, la sua anima, piuttosto che comparire e comprendere suo marito, il suo sovrano! Come solo ha potuto pensare che io sia un mostro, che avessi ucciso il suo caro promesso a sangue freddo, come?”
Edmund non aveva mai visto suo fratello in quello stato, così scosso e nervoso, deluso e amareggiato. Sembrava ferito, ferito nel profondo, e ora stava iniziano a capire cosa lo aveva spinto lontano da Anne, quanto la solitudine e lo sconforto fossero diventati fardelli troppo pesanti anche per lui, per quel ragazzo appena diciannovenne che nella sua breve vita ne aveva viste troppe, passate tante.
“Magari potrei parlare con la Regina, persuaderla a confessarsi con me: dopo tutto sono un uomo di chiesa, e una confessione potrebbe farle bene.” Propose Ed, che più di ogni altra cosa avrebbe voluto vedere suo fratello felice.
“Così da venire a spifferare tutto a me? – Richard scosse la testa e sorrise algido – No, no, non funzionerebbe: Anne mi conosce, ci conosce, troppo bene e si insospettirebbe di sicuro. E poi se non è riuscita sua madre a persuaderla durante la sua visita a corte il mese scorso dubito che ci riuscirai tu. No, Ed, è lei che deve venire da me, lei che deve cambiare e capire, crescere: i suoi sedici anni non possono essere una scusa, la sua inesperienza un alibi.”
“Quindi qual è il tuo piano, Maestà, cosa proponi?” chiese ancora una volta il maggiore, cercando lo sguardo del minore.
“Non lo so, fratello, non lo so. Vorrei tanto saperlo, ma non lo so…”



 
**



Richard aveva deciso di mettere al corrente Anne dell’imminente arrivo della piccola Kate e di sua madre il giorno successivo. Sperava anche di poter passare la notte con lei, così si avviò verso le stanze della moglie non appena le sue dame la lasciarono sola.
Trovò Anne seduta sul bordo del letto, – le dava le spalle, era assorta nei suoi pensieri – sembrava non aver percepito la sua presenza, udito la porta aprirsi e i suoi passi avvisarla del suo arrivo; i capelli sciolti le ricadevano come onde sulle spalle coperte da una camicia da notte di cotone pesante e le sue piccole mani dalle dita affusolate stringevano i lembi della coperta di pelliccia.

“Anne?” Richard la chiamò, trovando il coraggio di interrompere quel momento di pace, e quando lei si girò di scatto le sorrise.
“R-Richard, cosa ci fate voi qui? Nessuno mi ha annunciato il vostro arrivo, l’intenzione vostra di farmi visita questa sera.”
“Lo so, mia cara, ma spero ugualmente di essere ben accetto nelle vostre stanze e nel vostro letto.”
Anne si morse un labbro e sospirò: era così amareggiata in quel momento, non solo da lui e dall’ennesima esclusione da parte sua, ma anche da lei stessa, dal suo fallimento come moglie e madre. Anche quel mese di Novembre aveva fallito la sua missione, dare al Re un figlio ed erede, e la macchia rossa trovata quella mattina sulle lenzuola, sulla sua veste, le avevano provocato un attacco isterico, un pianto che si era calmato solo molte ore più tardi.
“Sono impura, Richard, non posso farvi entrare nel mio letto, non stanotte, non se siete venuto qui per concepire un figlio.”
Richard assottigliò le labbra e trattenne un respiro: la delusione negli occhi di lei era chiara, il suo sconforto era dipinto sul bel viso di porcellana. Probabilmente pensava di averlo deluso, cosa non vera, ma Richard non riuscì a non pensare che, se fosse stata più accondiscendente e meno fredda e distaccata durante i loro amplessi, forse quella delusione sarebbe stata risparmiata.
“Non importa, non fa nulla: ci riproveremo, e sono certo che presto il bambino che tanto desideriamo arriverà. - disse, avvicinandosi cauto a lei e posando una mano sulla sua spalla – Siamo ancora giovani, voi avete appena sedici anni, e abbiamo tutta una vita davanti per avere figli e figlie.”
“Però la vostra amante è riuscita subito nell’intento di darvi un figlio, non è così? Anche se non voluto, la vostra bambina è stata concepita in breve tempo, nei primissimi mesi del vostro amore proibito.”
Richard non rispose, limitandosi ad abbassare lo sguardo e annuire, così Anne continuò il suo discorso senza aspettare oltre: “Magari sono io il problema, magari è il mio corpo. Sono io ad essere difettosa, rotta, marcia, sono io che…”
“No, no, no! – Richard posò le mani sulle sue spalle e strinse leggermente la presa – Non voglio sentire più tali sciocchezze, chiaro? Voi non siete difettosa, non c’è nulla di sbagliato in voi. Mia madre ha avuto la sua prima gravidanza dopo sei anni dall’inizio delle visite di mio padre al suo letto, e come ben sapete ci sono voluti sette anni prima di avere una figlia sana e forte, mia sorella Anne. Ma dopo di lei ha avuto sei figli in salute, perfetti.”
Aye, ma vostra madre ha dato alla luce anche altri bambini nati prematuri, morti alla nascita, molti aborti, e io non so se potrei sopportarne, se… - si asciugò una lacrima dispettosa, si morse un labbro – Avreste dovuto sposare qualcun’altra, una principessa, una come Kathryn; io sono solo una scelta sbagliata, lo avete detto anche voi!”
“Ma cosa dite, siete impazzita?” Richard aggrottò la fronte, non riuscendo a concepire quel discorso senza senso, ingiustificato.
“Forse, forse lo sono, ma forse no: dopo tutto, non sono io quella che ha convocato a corte la sua amante, la sua figlia bastarda! Perché è questa la ragione per cui siete venuto qua stasera, per dirmi di Kathryn e della vostra piccola bastarda!”
“Badate, Anne! – Richard si alzò di scatto e le puntò un dito contro – Badate a come parliate di mia figlia.”
“Perché mai dovrei? – chiese retorica, anche lei in piedi e furente – Non è quello che è, una piccola bastarda nata da un amore clandestino? Una bastarda che voi avete deciso di riconoscere e allevare nello sfarzo di Londra, una piccola…”
Anne non finì mai la frase: uno schiaffo poderoso si infranse sulla sua guancia, facendo girare di scatto la sua testa, facendole perdere l’equilibrio e per poco cadere rovinosamente a terra. Richard non aveva mai picchiato una donna, mai nella sua vita, eppure quelle parole erano state pronunciate con tale cattiveria che non aveva potuto fare altrimenti; la sua mano si era ribellata alla sua mente muovendosi senza che se ne rendesse conto.
“V-voi…” Anne lo guardò con occhi sbarrati, terrorizzati, colmi di lacrime.
“Mi dispiace per avervi colpito, mi… - fece un passo verso di lei e in risposta lei ne fece uno indietro - Io vi amo, Anne, vi amo con tutto il mio cuore ma non capisco perché deve essere così complicato. Perché dovete essere sempre così cattiva, perché mi allontanate ogni volta che provo a dimostrarmi il mio amore? Quando stiamo insieme voi siete lontana con la mente, il vostro corpo è un blocco di pietra, non risponde ai miei baci, alle mie carezze: quando facciamo l’amore, voi siete stesa sotto di me ma non ci siete realmente.”
“E non vi siete chiesto mai il perché, Vostra Maestà? – Anne ritrovò finalmente la voce, seppur sbiascicata a causa della mano posata sulla guancia arrossata e pulsante – Magari dovreste chiederlo a Jane Shore, quella sgualdrina con cui passate le vostre notti.”
“Jane… COSA?– urlò Richad, esasperato – Chi vi ha dato tale notizia, chi vi ha…”
“Volete dirmi che non è vero? Volete negarlo come siete solito negare tutto?”
Richard abbassò il capo, strinse i pugni fino ad affondare le unghie nella carne: “E’ successo solo un paio di volte: ero così amareggiato e ubriaco, mi sentivo così solo…”
“E avete pensato bene di riscaldarvi con lei?” accusò nuovamente lei, braccia strette attorno al petto e fronte aggrottata.
Aye, e sapete cosa? Mi ha riscaldato più di quanto voi non abbiate mai fatto in questi ultimi mesi, più… - ancora una volta Richard si trattenne dal dirle qualcosa di crudele, qualcosa di cui si sarebbe pentito – E’ successo, è vero, ma lei non è la mia amante, non lo sarà mai. Ho peccato, è vero, ma non accadrà nuovamente, e sapete perché? Perché non posso dimenticare il voto che ho fatto davanti a Dio: sono vostro, Anne, solo vostro e anche se voi non mi volete, anche se…”
“Avanti, continuate!” esclamò algida lei, ordinandogli di andare avanti, di finire per una volta per tutte il discorso, dichiarare i propri pensieri.
“Voi non mi volete! – continuò finalmente lui, con ancora più amarezza e rassegnazione rispetto a prima -  Non mi amate e non mi date alcun calore. Siete fredda, fredda come la neve che copre le strade di Londra fuori, fredda come una mattina di inverno, fredda! Ma io vi amo comunque, anche se questo mi rende pazzo, anche se questo mi spinge verso altre donne…”
Richard abbassò il capo, strinse nuovamente la mano destra a pugno: “Vi amo, Anne, ma amarvi è difficile, mi sta logorando dentro. Vi amo ma questo mio amore è malato, mi sta portando alla pazzia.”
“Allora cessate di amarmi… - sussurrò lei, respingendo dentro le lacrime – Smette di amarmi, di tormentarvi e cercate pure il piacere e il calore in altre donne se lo desiderate. Dopo tutto, il compito di una regina è dare un erede al proprio sovrano, non di amarlo. Mio padre me lo ha ripetuto spesso nelle settimane precedenti al mio matrimonio con Edouard, anche se successivamente la Regina Margherita ci ha proibito di concepirne uno.”
“E’ questo che desiderate, dunque? Vivere come due estranei, limitare la nostra intimità e vedermi con altre donne, amanti e favorite che popoleranno la corte e vi ricorderanno sempre, ogni giorno, quanto il nostro matrimonio sia una farsa? E’ questo che volete, Anne?”
“Io… - Anne esitò, nel profondo del suo cuore era chiaro che non volesse quello, e la sola idea di vederlo insieme ad altre donne, a Katheryn o a Jane Shore, la faceva impazzire di gelosia e rabbia, eppure il suo orgoglio di Neville, di donna, le impediva di essere sincera, di abbracciarlo e chiedergli perdono per tutte le cose orrende che gli aveva appena detto – Io vorrei restare sola, Richard, vi prego. Lasciatemi sola.”
Richard sorrise amareggiato, scrollò le spalle e rassegnato e nuovamente deluso concluse dicendo: “Come desiderate. Buona notte, Milady.”
“Buona notte, Maestà.”


 
  
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