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Autore: Tilo    09/12/2008    1 recensioni
<< Sei proprio un ragazzino. >> mormorò lei, fra i denti.
<< Un ragazzino arrogante, stupido e infantile! >> sibilò poi, piano, i grandi occhi verdi ridotti in piccole fessure, le mani serrate a pugno.
Ed eccoli nuovamente lì, a litigare: ormai era diventata un' abitudine.
. FloraxKevin .
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: i wanna hold your hand.
Genere: Romantico, generale.
Rating: Verde.
Personaggi: Flora Skerville e Kevin Lewis.
Chi sono: Flora e Kevin sono due studenti di Hogwarts, rispettivamente della casa di Grifondoro e Serpeverde. Sono stati inventati in uno dei tanti Gdr della saga di Harry Potter.
Disclaimer: Tutto l'ambiente ( Hogwarts, ecc. ) è della Rowling, la storia e il personaggio di Flora sono miei n_n.
Note: Flora è una studentessa del secondo anno della casa di Grifondoro, brillante e diligente, anche se un pò impulsiva e permalosa. Per questo motivo sopporta difficilmente il Serpeverde, Kevin, ragazzo arrogante e viziato, che si diverte ad infastidirla. Si sono conosciuti per caso, scontrandosi per la prima volta in Sala Grande. Da quella volta in poi si vedono molto spesso, il più delle volte volendolo, anche se nessuno dei due lo ammetterà mai.





i wanna hold your hand
[ Inizio. ]




<< Sei proprio un ragazzino. >> mormorò lei, fra i denti.
<< Un ragazzino arrogante, stupido e infantile! >> sibilò poi, piano, i grandi occhi verdi ridotti in piccole fessure, le mani serrate a pugno.
Ed eccoli nuovamente lì, a litigare: ormai era diventata un' abitudine.
Si incontravano per caso, - di solito mentre tutti e due girovagavano senza meta nel Castello - e i loro dialoghi andavano da un " smamma " a un " fuori dai piedi, Nanetta ".
Dire ‘ Flora e Kevin ‘ infatti suonava come un' antitesi.
Quel giorno, comunque, si trovavano in Sala Grande, all'ora di cena.
Il Serpeverde l'aveva costretta a fargli compagnia rifilandole che non aveva ancora avuto l'opportunità di mangiare e che quindi doveva riempire il suo insaziabile stomaco con prelibatezze varie. E la ragazza, per tutta risposta, gli aveva detto di no.
<< Cioè, io dovrei stare lì, vicino a te, in silenzio... >> iniziò lei, sottolineando con la voce quel vicino a te.
<< Non ti ho detto che non puoi parlare, mi sembra. >>
La Grifondoro sbuffò sonoramente, poi riprese.
<< ...mentre tu ti abbuffi come un cane! >>
<< Nanetta, si dice ‘ porco ‘. Ma cosa ti insegnano a scuola? >>
La rossa lo osservò per qualche secondo, inarcando un sopracciglio. Arricciò il naso, mostrando una strana smorfia mista a disgusto e rassegnazione sul candido volto. Si sarebbe astenuta dal dirgli che frequentavano la stessa scuola e le stesse lezioni.
Dal canto suo, il ragazzo sorrise soddisfatto. Riusciva sempre ad averla vinta, in qualche modo. Senza esitazione e con una grande espressione gioiosa prese la mancina della ragazza, proferendo nuovamente:
<< Dai su, Nanetta. Ho fame! >>
E come al solito, anche davanti ad una cena che si prospettava calma e tranquilla, avevano finito per litigare.
<< Eddai, FlòFlò. Non l’ho fatto apposta! >> proferì piano il Serpeverde, alzando le spalle, come per dire che non era la fine del mondo: aveva per sbaglio rovesciato il calice di succo di zucca su cui stava bevendo sopra i rossi capelli della strega, impiastricciandoli tutti della sostanza giallo – arancione. La scusa? Si stava esercitando sull’incantesimo ‘Wingardium Leviosa‘.
Comunque, forse per paura, forse per precauzione, si scostò rapido dalla Grifondoro, spostando la mancina sui corti capelli rossi, a ravvivarli un pò.
<< Ti odio, Kevin. >> sussurrò percettibilmente lei d’un tratto, alzandosi veloce dalla panca.
Senza voltarsi e senza nemmeno controllare come fosse presa in quel momento, si diresse verso l’uscita della Sala Grande, un passo dopo l’altro.

*

Qualcosa picchiettò piano sul vetro, interrompendo la lunga meditazione della Grifondoro.
Sempre assorta nei suoi pensieri, si alzò di scatto dal letto, andando ad aprire sorpresa quella simpatica creaturina che ora si affacciava goffa al davanzale della finestra.
Legato alla zampina destra c’era un piccolo biglietto fissato da un lungo nastrino rosso.

Scusami, Nanetta. Lo sai che non l’ho fatto apposta.
Chiedo umilmente perdono,

Kev,
davvero triste e pentito.



p.s. Il nastrino puoi tenerlo, Nanetta.




  
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