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Autore: Tilo    10/12/2008    1 recensioni
<< Sei proprio un ragazzino. >> mormorò lei, fra i denti.
<< Un ragazzino arrogante, stupido e infantile! >> sibilò poi, piano, i grandi occhi verdi ridotti in piccole fessure, le mani serrate a pugno.
Ed eccoli nuovamente lì, a litigare: ormai era diventata un' abitudine.
. FloraxKevin .
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: i wanna hold your hand.
Genere: Romantico, generale.
Rating: Verde.
Personaggi: Flora Skerville e Kevin Lewis.
Chi sono: Flora e Kevin sono due studenti di Hogwarts, rispettivamente della casa di Grifondoro e Serpeverde. Sono stati inventati in uno dei tanti Gdr della saga di Harry Potter.
Disclaimer: Tutto l'ambiente ( Hogwarts, ecc. ) è della Rowling, la storia e il personaggio di Flora sono miei n_n.
Note: Flora è una studentessa del secondo anno della casa di Grifondoro, brillante e diligente, anche se un pò impulsiva e permalosa. Per questo motivo sopporta difficilmente il Serpeverde, Kevin, ragazzo arrogante e viziato, che si diverte ad infastidirla. Si sono conosciuti per caso, scontrandosi per la prima volta in Sala Grande. Da quella volta in poi si vedono molto spesso, il più delle volte volendolo, anche se nessuno dei due lo ammetterà mai.





i wanna hold your hand
[ Intermezzo. ]




Che ci faceva un Serpeverde come lui – bello, affascinante, intelligente ma soprattutto modesto – tra gli scaffali di quella stanza buia e polverosa, piena di vecchi e grossi tomi inutilizzati da tempo? Ma è ovvio.
Aiutava una piccola e ingenua Grifondoro a cercare un libro di fiabe.
Sì, proprio così. Un libro di fiabe di maghi.
Certo, era assurdamente – tremendamente - ovvio.
<< Com’è che si chiamava scusa? >> proferì ad un tratto il ragazzo, guadagnandosi una breve occhiata di rimprovero da parte di Madama Pince.
<< Uffa, Kev. E’ possibile che te lo sia già dimenticato? >>
<< Ma che ne so io. Ha un nome assurdo, per quanto mi riguarda. >>
<< Le fiabe di Beda il Bardo, ecco come si chiama. >> mormorò infine la rossa, dischiudendo le rosee labbra in un lieve sospiro. Si spostò di qualche passo dal decimo scaffale, addentrandosi sempre di più in quel posto polveroso.
<< Ma perchè lo stiamo cercando? >> domandò dopo qualche minuto il Serpeverde, scostandosi un ciuffo di capelli – ora neri – dal volto.
<< Perchè mi serve, Kev. Ti ho già detto anche questo. >>
Il moro, d’altro canto, non si mosse di un centimetro, anzi, rimase a fissarla immobile.
<< E perchè ti serve un libro di fiabe, di grazia? >>
La Grifondoro, sbuffando spazientita, si limitò a fissarlo stizzita, inarcando un sopracciglio. Dopo di che alzò gli occhi al cielo, tornando al suo lavoro.
Non passarono nemmeno due minuti.
<< E non potevamo semplicemente chiedere aiuto a Madama Pince? >> chiese infine il Serpeverde, aggrottando la fronte: gli sembrava la soluzione più logica.
<< No, Kevin. Ma non mi ascolti quando parlo? >>
Evidentemente no.
Il ragazzo per tutta risposta si limitò ad osservarla, alzando le spalle. La rossa lo guardò torva, alzando nuovamente gli occhi al cielo, poi riprese.
<< Ci ha detto chiaramente che non sarà disponibile. E comunque – si fermò e sospirò lievemente – se non vuoi aiutarmi puoi anche andartene. >>
Mormorò le ultime parole fra i denti, sputandole quasi, indicando poi con la mancina la grande porta della Biblioteca.
La ragazza quindi voltò il suo corpo minuto e senza proferire altre parole si avvicinò allo scaffale successivo.
<< E come posso lasciarti qui da sola, piccola ed indifesa, se nemmeno riesci ad arrivare alla mensola più alta? Sei troppo bassa, FlòFlò. >> le sussurrò all’orecchio il moro, alzando un sopracciglio, uno sguardo sorridente sul volto.
<< Ammettilo, Nanetta. Tu hai bisogno di me. >> sottolineò poco dopo, soffiandole piano sulla candida pelle. Sorrise compiaciuto al suo gesto, mentre la rossa si scostava impercettibilmente.
<< Farnetichi. >> proferì lei, le gote leggermente arrossate.
Il ragazzo scoppiò a ridere. Si passò una mano tra i capelli corvini, limitandosi a risponderle con un semplice ‘se lo dici tu’. Indi si diresse verso un altro dei tanti scaffali, le mani in tasca e con un sorriso stampato in faccia.

<< ECCOLO! >>
Un tonfo, e qualcosa di pesante cadde sul pavimento.
L’urlo del ragazzo infatti aveva colto di sorpresa la Grifondoro che, per la paura, aveva fatto cadere uno dei grossi libri della Biblioteca per terra, facendo capolino prima sul suo piede destro.
Imprecando – e ringraziando allo stesso tempo che non ci fosse Madama Pince lì, ora – si diresse all’origine di tutti i suoi guai, zoppicando percettibilmente.
<< Nanetta ho trovato il tuo libro! >> esclamò di nuovo il moro, trionfante, che era sbucato fuori dall’ultimo scaffale, diretto proprio dalla ragazza.
<< Avanti su, vediamo se è quello. >> borbottò lei alzando gli occhi al cielo, le braccia piegate verso di lui.
Il sorriso gioioso del Serpeverde si trasformò presto in un ghigno, rendendolo così più terrificante del solito. Ritrasse le braccia già sporte verso la ragazza e le nascose dietro la schiena. Il grosso tomo stretto forte tra le sue mani.
La rossa lo fissò basita.
<< Se lo vuoi – mostrò uno strano sorriso sghembo – devi guadagnartelo. >>
<< Scordatelo, Kevin Lewis. >> sbottò stizzita lei, mormorando il nome e il cognome del ragazzo con un sibilo.
Ritrasse anche lei le braccia, incrociandole al petto. Non avrebbe mosso un dito.
<< Oh beh, io ti ho avvertito. >> disse infine lui, alzando le spalle.
Le sorrise nuovamente, agitandole il libro sotto il naso e portandolo in alto proprio quando la ragazza aveva cercato di agguantarlo, dimenando le braccia inutilmente.
<< Non ci arrivi Nanetta. Allungati! >> aveva esclamato ridendo, e poi tranquillo si era girato e – sempre con il grosso tomo tra le mani – aveva cominciato a camminare all’indietro, verso l’uscita.
La Grifondoro lo guardò allontanarsi per i primi dieci secondi: il suo viso era un misto di espressioni, che andavano dal disgusto all’ira, fino ad arrivare all’odio più profondo.
Idiota.
Senza pensarci due volte si fiondò verso l’alta figura del ragazzo che ormai si era rigirato e si apprestava a sorpassare la soglia della stanza.
Avvicinandosi sempre di più mise a fuoco solo una cosa: il libro.
Lo voleva. Lo doveva avere.
Successe tutto in pochi secondi: un momento la Grifondoro si trovava lì, immobile, a fissare il ragazzo che usciva veloce dalla Biblioteca, e solo un momento dopo era completamente distesa sul corpo del ragazzo, il viso affondato nella sua felpa blu.
Sentì il petto del Serpeverde contrarsi leggermente e poi cominciare a muoversi a tratti, come in preda a degli spasmi. Solo poi si accorse che era scoppiato a ridere.
<< Ah ah, Nanetta, potevi dirmelo prima che volevi me al posto del libro! >> proferì infine tra le risa, contraendo poi le braccia per alzarsi con i gomiti.
La strega, dopo aver alzato la testa, rimase in silenzio a guardarlo, stupita. Le mani erano appoggiate leggermente al petto, le gambe invece erano distese sopra quelle del moro.
Si guardarono per un minuto, due, forse di più.
<< Ehi Rossa, hai intenzione di starmi sopra ancora per molto? No perchè, sai, non sei un peso piuma... >> cominciò il ragazzo, aggrottando la fronte e sistemandosi con la mancina i capelli.
La ragazza si alzò subito, presa in contropiede. Si spostò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio, imbarazzata.
Il Serpeverde non notò subito il rossore della ragazza, ma solo dopo essersi alzato e – ovviamente – dopo essersi sistemato un pò, si accorse delle evidenti chiazze rosse che coprivano totalmente le guance della Grifondoro.
Sorrise, trattenendo un’altra risata, per poi chinarsi e raccogliere qualcosa da terra.
<< Questo è tuo. >> disse tranquillo porgendo il grosso tomo verso la rossa che, senza esitazione, lo prese tra le candide mani.
Il moro le guardò i grandi occhi smeraldo, avvicinandosi di più alla sua esile figura.
<< Mi devi un favore, Nanetta. >> sussurrò poi vicino al volto d’ella.
Le stampò un bacio sulla guancia, e poi sparì dalla stanza, attraversata la porta.


  
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