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Autore: tonks_flamel    01/03/2015    0 recensioni
Ecate con le mani fece vorticare la nebbia e creò tre squarci, che parevano proprio fendere l’aria e cominciò a parlare.
- Il fato per te mi ha mostrato tre diverse vie: potresti ricominciare da capo -
- ...Potresti iniziare una vita lontano da qui… -
- ... Oppure potresti tornare indietro -
- sappi che solo con una scelta troverai la salvezza, nessuna di queste strade è facile,tutte sono piene di dolore e di fatica, ora tocca a te, fai la tua scelta -
***
ciao a tutti voi cari lettori in cerca di una nuova avventura!
questa e la mia prima ff, ma ho letto molte storie e so quanto sia noioso cominciare a leggerne una non conclusa, ma mi piacerebbe molto che provaste ad entrare nella mia fantasia fuori controllo, sono alle prime armi quindi i consigli sono bene accetti!
la storia è, anche se nei primi capitoli non ancora, ambientata a Hogwarts, durante il quinto libro; la protagonista è un po' speciale, il suo personaggio è legato al mondo di Percy Jackson, ma questo è marginale e non è necessario aver letto quei libri per entrare nella storia.
un grande ringraziamento a tutti i coraggiosi che proveranno questa nuova esperienza!
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Aereo, treno, macchina; aereo, treno, macchina; aereo, treno, macchina.

Erano ore che si ripeteva queste tre parole.

Helene si era infatti smaterializzata a New York, ma dopo lo scontro con un’arpia, una furia e un’empusa nelle prime sei ore, aveva capito di doversi spostare.

Aereo; poteva andare da un’altra parte, avrebbe sicuramente seminato i mostri, ma Zeus non ne sarebbe stato molto contento (anche se era la figlia di una dea minore non accettava certo che passasse indisturbata attraverso il suo regno!).

Treno; poteva arrendersi e tornare da suo padre, almeno avrebbe avuto un tetto sopra la testa e un pasto caldo quasi ogni giorno.

Macchina; poteva mettere da parte i suoi timori, tornare al campo mezzosangue e fare finta di niente, anche se al solo pensiero le venivano i brividi.

No! Basta! Doveva smetterla di pensare solo a quello che sua madre le aveva detto! Non avrebbe più seguito i suoi stupidi incroci;questa volta avrebbe fatto da sola. Ma per quanto cercasse di trovare una via diversa, continuava a tornare a quelle solite tre maledette opzioni.

<< Aereo, treno, macchina >>

<< mah, io direi elicottero >>

<< Wow, non sapevo che la mia coscienza avesse una voce >>

<< infatti credo proprio che non ce l’abbia, mi chiamo Matthew >>

Helene si girò di scatto trovandosi davanti ad un ragazzo di circa diciotto anni con ricci capelli neri e occhi scuri come la pece; non si poteva considerare una bellezza classica, ma aveva decisamente il suo fascino. Dopo averlo ammirato con un aria che sperava non sembrasse troppo incantata, gli rispose.

<< Oh scusa… forse non stavo proprio pensando >>

<< Tranquilla, non sei la persona più strana che abbia mai incontrato >>

<< oh beh, tante grazie >>

Quel ragazzo le stava simpatico, aveva un non so che di familiare, però ogni volta che sembrava riuscire ad associarlo ad un luogo o ad evento, la risposta le sfuggiva dalla mente.

<< comunque, a cosa stavi pensando? >>

<< oh no, niente di importante >>

- si certo perché io vengo da te, strano ragazzo particolarmente affascinante conosciuto da due minuti, a dirti tutto quello che mi affligge -

Si girò e continuò a camminare per la sua strada con la chiara intenzione di seminarlo; non aveva voglia di parlare con nessuno, per quanto fosse simpatico.

Il ragazzo però non si arrendeva, continuava a seguirla con un sorriso furbo e a farle domande.

Dopo circa dieci minuti di parole ininterrotte Helene, ormai convinta che il ragazzo non fosse simpatico come sembrava, si fermò di botto e con sguardo alquanto irritato si rivolse al ragazzo.

<< Puoi farmi una sola domanda, ma poi ti prego, ti prego, lasciami in pace >>

<< D’accordo… dimmi tutto di te! >>
- Oh dei… -

<< Anche furbo… Comunque questa non è una domanda quindi non vale, hai perso la tua occasione, addio >>

- eh eh eh, ora chi è furbo qui?-

<< beh dato che non era propriamente una domanda… direi che sono ancora in tempo! >>

- diamine -

<< okay allora vai, dimmi quello che frulla in quel tuo piccolo cervellino, ma sappi che risponderò solo si o no >>

<< D’accordo! andiamo a bere un caffè? >>

- Rimase un attimo a fissarlo con sguardo confuso, aveva sentito bene? Un tizio strafigherrimo aveva chiesto a LEI di bere un caffè?! Certo ma era anche piuttosto irritante… Bello, ma irritante… terribilmente bello, ma irritante… dannatamente e inequivocabilmente bello, ma irritante… -

<< ci sto! >>

<< perfetto! C’è uno Starbucks qui all’angolo >>

Entrarono nel negozio, e dopo aver ordinato due cappuccini con i cioccolato e la panna e due brownie, si sedettero a un tavolo.

<< Da dove vieni? >>

<< Beh dopo la tua gentile offerta, credo proprio di dover rispondere >> disse sorseggiando il suo caffè << Vengo da Daiton, in campagna >>

Lui, dato il via libera, cominciò a fare domande su di lei e sulla sua vita, ma non in modo assillante, si accorse anzi che parlare con Matthew; rimasero al caffè per circa un’ora a parlare del più e del meno, poi decisero di andare a godersi l’estate a Central Park.

Lì, distesi sul prato, parlarono ancora e ancora; Helene scoprì che il ragazzo viveva a Brooklin con sua madre,che frequentava una scuola li vicino e molto altro. Alla fine Matthew si era rivelato un ragazzo simpatico, certo un po’ irritante alle volte, ma comunque davvero una brava persona.

<< Comunque, cos’è che stavi blaterando quando ci siamo incontrati? Aereo, treno, macchina? >>

<< Oh si,ecco vedi,diciamo che sono più o meno scappata di casa, e mia madre mi ha dato tre possibili scelte : tornare a casa, andare in un College dove sarei rimasta anche d’estate, o andare via di qui in Inghilterra o in un altro posto dell’America credo. Ma io non voglio più obbedirle, ho passato la mia vita cercando di fare quello che lei pensava fosse giusto,ora ho deciso di fare di testa mia. Il problema è che continuo a tornare a quelle tre opzioni,non riesco a pensare ad altro >>

<< Beh non potresti semplicemente restare qui? >>

-E ora cosa gli avrebbe detto? Eh sai non posso, tutti i mostri New York e dintorni mi vogliono morta, e proveranno ad uccidermi, a meno che non ci abbiano già provato ovvio-

<< Uhm ecco diciamo che ho dei brutti ricordi legati a questa città >>

<< Beh se fossi in te non andrei in un posto molto lontano, dove però i tuoi non ti possono raggiungere troppo facilmente e dove parlino l’ inglese mediamente bene >>

<< Tipo? >>

<< Tipo l’Italia >>

Helene lo guardò confusa:

<< Sì ! L’Italia è perfetta ! Puoi rifarti una vita come vuoi, c’è il mare, la montagna, e cucinano anche bene! >>

<< Ehi Matthew? In Italia non parlano inglese, e io sono abbastanza certa di non saper spiccicare neanche una parola in italiano >>

<< Ah giusto allora… Il Brasile! >>

<< Nemmeno lì parlano inglese e puoi si muore di caldo, no grazie. Preferisco la neve. Io amo l’inverno, il fuoco acceso che scoppietta nel camino, la cioccolata calda, la neve, non sono proprio il tipo da estate costante >>

<< Oh niente Brasile, decisamente no >>

<< Non so mi piacerebbe un paese un po' più nordico, tipo l’Islanda o la Svezia >>

<< O la Norvegia >>

<< Si esatto la Norvegia sarebbe perfetta! >>

<< E che Norvegia sia! >>

 

 

 

 

 

TONKS CORNER

Prima di tutto volevo ringraziare le 37 persone che anno letto il primo capitolo della mia storia, James Percy Holmes e Colve_HungerGames per averla messa nei preferiti e Xau per averla recensita

Se avete qualche dubbio sui termini a proposito degli dei e di tutta quella parte della storia chiedete pure.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e soprattutto se volete i pv (presta volto) per i personaggi, tutti i consigli sono bene accetti!

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

  
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